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Coronavirus, il calcio italiano sfrutta l’emergenza come scusa per ottenere adesso ciò che lo Stato non ha concesso in passato
lo so che , la canzone consigliata ( e di cui riporto sotto il testo ) per il post d'oggi si paragona il calcio alla religione per considerarlo come un nuovo oppio dei popoli e delle masse
SANTA MARIA DEL PALLONE - MCR
E' un oppio che mischia il sudore con l'incenso per chiudere gli occhi e per scacciare i guai le candele e la partita, i santini e le bandiere è un'estasi mistica, rapisce il cuore. Un popolo prega Signora Santità ha bisogno di una giuda e adesso chiede protezione a chi vede, provvede e protegge dai guai. Santa Maria del pallone E' tutto fermo, tutto dorme, stasera tutto tace è una droga leggera e si dimentica il passato di ladri e di briganti, di ciccioni e lesotofanti quando arriva il sacerdote è tutto cancellato e l'uomo in cappuccio accende una candela sorride per il popolo della televisione guardate comprate, adorate il vostro Dio Santa Maria del pallone E' uno scandalo, il terzino ha messo a terra il centravanti entusiasmo tra le folle per un dribbling fulminante un inchino alla moviola, il Padre Nostro è sul rigore e alla fine tutti pronti per andare in processione e l'uomo in cappuccio sta a capo del corteo ha scritto un nuovo articolo della costituzione guardate e pregate per Santa Maria guardate e comprate per Santa Maria guardate e votate per Santa Maria
Santa Maria del pallone
Ma purtroppo questa è la realtà dello sport quello ufficiale ed agonistico .
Infatti Ormai , come traspare dal titolo on esiste più il calcio ( e non solo ) di una volta ora è tutto € ovvero business . Infatti rimpiango , anche se non l'ho vissuto direttamente \ in prima completamente per questioni anagrafiche sono cresciuto con quello , nonostante alcuni grandi campioni che
corrotto degli anni 80 , quello delle origini di cui parlano i documentarti e con nostalgia pur odiandolo i miei genitori . Infatti leggo sul ilfattoquotidiano.it d'ieri quest'articolo che conferma la canzone dei Mcr sopracitata. Ecco l'articolo citato
Mentre all’estero il sistema sta cercando di trovare al suo interno le risorse, il primo istinto dei nostri presidenti è stato quello di bussare alla porta del governo per battere cassa. Non per avere soldi, ma provvedimenti funzionali a racimolare qualche milione
di Lorenzo Vendemiale |
di Lorenzo Vendemiale |
Da una parte il calcio, fermato dal Coronavirus, terrorizzato dalle perdite milionarie e da un futuro sempre più incerto. Dall’altra la politica, che ha un Paese intero in ginocchio a cui pensare e non può permettersi di fare regali a nessuno, tantomeno a una banda di presidenti ricchi e litigiosi che anche nell’emergenza stanno dando il peggio di sé. Così la “lista della spesa” del mondo del pallone rischia di trasformarsi in un autogol. Come il ritorno delle sponsorizzazioni da scommesse, su cui il Movimento 5 stelle (che quel divieto l’aveva fortemente voluto) è già contrario: “C’è un Paese che lotta contro il coronavirus con medici, infermieri, e tantissimi lavoratori in prima linea, a rischio della loro salute e vita, e cosa fa la Lega Calcio? Chiede che venga abolito il divieto di pubblicità sull’azzardo”, la dura critica dei parlamentari Francesco Silvestri, Massimo Baroni, Giovanni Endrizzi e Matteo Mantero.
Le dichiarazioni dei parlamentari 5 stelle[ una delle poche cose buone che hanno fatto e stanno facendo corsivo mio ] aprono le polemiche sugli aiuti al calcio. Le pretese del pallone del resto non potevano passare inosservate. Da quando è stato sospeso il campionato, i patron si sono messi a fare i conti su quanto perderanno e come superare la crisi, specie quelli che già di solito hanno bilanci tenuti in piedi per miracolo con debiti e plusvalenze fantasiose. Il n.1 della Figc, Gabriele Gravina, si è preso l’onere di raccogliere le istanze e fare sintesi, ma non è semplice. La Serie A non ha mai brillato né d’iniziativa, né di generosità: mentre all’estero il sistema sta cercando di trovare al suo interno le risorse (in Inghilterra la Lega dei campionati minori ha subito messo a disposizione 50 milioni di sterline; in Spagna la Federazione sta studiando un piano da mezzo miliardo di prestiti agevolati con le banche), il primo istinto dei nostri presidenti è stato quello di bussare alla porta del governo per battere cassa.
Il calcio in realtà non vuole soldi. O meglio, qualche presidente vorrebbe pure quelli, ma visto che non è aria si sono fatti più furbi: provano a ottenere provvedimenti che generino ricavi. Ma a volte le proposte sono discutibili. La prima è il ritorno degli sponsor da betting. In passato almeno la metà delle squadre di Serie A aveva un partner nel mondo delle scommesse (la Lazio con un main sponsor arrivava fino a 7 milioni l’anno). Poi è arrivato il decreto Dignità: la Lega ha lamentato una perdita di 100 milioni, probabilmente sono meno considerando che nella più ricca Premier League il giro d’affari è di circa 80 milioni, ma comunque cifre notevoli. Da allora i club erano tornati più volte alla carica, scontrandosi però sempre con la contrarietà del governo. Adesso con la scusa del coronavirus i club tornano alla carica e incassano l’ennesimo no dei 5 stelle: “L’azzardo di massa è una illusione che drena miliardi di euro dall’economia reale e produttiva, non ci sono parole per commentare una iniziativa simile”.
Le scommesse non sono l’unico provvedimento controverso: si parla anche di una nuova legge sugli stadi, più permissiva (come se fosse quello il vero motivo per cui non si fanno impianti in Italia, e non i troppi tentativi di speculazione…). Addirittura di riforma della Legge Melandri, per tornare alla vecchia vendita soggettiva che faceva la fortuna solo dei grandi club, o eliminare il divieto di esclusiva (ma cosa c’entrano i diritti tv col Covid?). È giusto che in nome dell’emergenza si approvino riforme strutturali che in condizioni normali non verrebbero prese nemmeno in considerazione. Il dibattito è aperto. Per il presidente del Coni Giovanni Malagò la richiesta è ragionevole: “In un momento in cui si prendono misure senza precedenti, è buona logica provare a chiedere qualcosa che prima non si era riuscito ad ottenere, visto che le risorse non potranno esserci per tutti. Su questo il ministro è stato molto chiaro”.
Già, cosa ne penserà Vincenzo Spadafora, sulle scommesse (che non piacciono al suo partito) e sul resto? Per ora aspetta di vedere le richieste, ma fin qui il ministro ha sempre sottolineato la sua volontà di aiutare tutto lo sport, senza lasciare nessuno indietro, e questa potrebbe essere anche la direzione dei suoi interventi: misure complessive, rivolte all’intero movimento piuttosto che a una singola disciplina. Anche perché difficilmente il ministro sarà in vena di regali nei confronti di un mondo, quello del pallone, con cui si era scontrato solo poche settimane fa , quando si trattava di sospendere i campionati. Il calcio qualcosa otterrà (anche perché nella lista preparata da Gravina ci sono anche diverse proposte di buon senso). Ma farà meglio a non chiedere troppo.
concludo il post sulle note una vita da mediano di Ligabue e con questo elenco che è la mia colonna sonora del post d'oggi
Le scommesse non sono l’unico provvedimento controverso: si parla anche di una nuova legge sugli stadi, più permissiva (come se fosse quello il vero motivo per cui non si fanno impianti in Italia, e non i troppi tentativi di speculazione…). Addirittura di riforma della Legge Melandri, per tornare alla vecchia vendita soggettiva che faceva la fortuna solo dei grandi club, o eliminare il divieto di esclusiva (ma cosa c’entrano i diritti tv col Covid?). È giusto che in nome dell’emergenza si approvino riforme strutturali che in condizioni normali non verrebbero prese nemmeno in considerazione. Il dibattito è aperto. Per il presidente del Coni Giovanni Malagò la richiesta è ragionevole: “In un momento in cui si prendono misure senza precedenti, è buona logica provare a chiedere qualcosa che prima non si era riuscito ad ottenere, visto che le risorse non potranno esserci per tutti. Su questo il ministro è stato molto chiaro”.
Già, cosa ne penserà Vincenzo Spadafora, sulle scommesse (che non piacciono al suo partito) e sul resto? Per ora aspetta di vedere le richieste, ma fin qui il ministro ha sempre sottolineato la sua volontà di aiutare tutto lo sport, senza lasciare nessuno indietro, e questa potrebbe essere anche la direzione dei suoi interventi: misure complessive, rivolte all’intero movimento piuttosto che a una singola disciplina. Anche perché difficilmente il ministro sarà in vena di regali nei confronti di un mondo, quello del pallone, con cui si era scontrato solo poche settimane fa , quando si trattava di sospendere i campionati. Il calcio qualcosa otterrà (anche perché nella lista preparata da Gravina ci sono anche diverse proposte di buon senso). Ma farà meglio a non chiedere troppo.
concludo il post sulle note una vita da mediano di Ligabue e con questo elenco che è la mia colonna sonora del post d'oggi
- https://www.lascimmiapensa.com/2017/11/26/le-10-migliori-canzoni-italiane-che-parlano-di-calcio tutte e tre le pagine
- https://catenaccioecontropiede.it/canzoni-calcio/