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12.1.19

RAINBOW FAMILY, LA COMUNITÀ CHE SI RADUNA NELLA NATURA SENZA CELLULARI E DENAR

DA  https://www.mangiaviviviaggia.com/


RAINBOW FAMILY, LA COMUNITÀ CHE SI RADUNA NELLA NATURA SENZA CELLULARI E DENARO

written by Zaira settembre 14, 2017
“Quando la Terra sarà devastata e gli animali quasi estinti, giungerà sulla terra una nuova tribù di popoli di ogni colore, cultura e fede, e questi, attraverso le loro opere e le loro azioni, renderanno di nuovo verde la Terra. Essi saranno la tribù dei Guerrieri dell’Arcobaleno”
(Antica profezia indigena degli Indiani d’America)
Molte persone li hanno soprannominati semplicemente “i nuovi hippie“, perché la Rainbow Family of Living Light è un movimento che si basa sugli stessi ideali: unisce persone provenienti da ogni parte del Mondo sotto i valori di non-violenzanon-gerarchia e uguaglianza.
La grande differenza è che, rispetto agli hippie, i membri di questo movimento si ispirano alla cultura degli Indiani d’America.
“Ci danno degli hippie – commenta Matteo, psicologo e psicoterapeuta di Milano appartenente alla Rainbow Family – ma lo siamo solo nella misura in cui si pensa all’unione e alla condivisione. Noi non abbiamo nulla a che fare con le esagerazioni di allora”.
I gatherings
Fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1972, la Rainbow Family si è sviluppata soprattutto attorno aigatherings.
Si tratta di incontri annuali itineranti e gratuiti, che si tengono in svariate località e sono aperti a tutti coloro che desiderano parteciparvi, senza distinzioni.
Per questi incontri si tendono a prediligere i mesi estivi ma soprattutto i luoghi incontaminati, difficili da raggiungere ma ricchi di acqua e legname.
gatherings, in altre parole, sono l’occasione per unire l’uomo alla natura, ritrovando quel contatto andato perduto nella frenetica società odierna.
Solitamente durano un mese e seguono i cicli lunari: iniziano con la luna nuova e terminano con la successiva, condensando il rito più importante durante il plenilunio.

Ritrovare il contatto con la natura e con gli altri

Partecipare ad un gathering rappresenta un’esperienza intensa e aperta a tutti. Offre la possibilità dientrare in contatto con se stessi, la natura e gli altri, sperimentando uno stile di vita più semplice e puro.
Un rigenerante ritorno al passato.
Sugli inviti elargiti in occasione del primo Rainbow Gathering, si leggeva questo messaggio che chiarisce bene il forte sentimento di pace e fratellanza che i membri desiderano diffondere:
“Noi, che siamo fratelli e sorelle, figli di Dio, famiglie della vita sulla terra, amici della natura e di tutti i popoli, figli dell’umanità e che ci chiamiamo Tribù della Famiglia dell’Arcobaleno, umilmente invitiamo:
tutte le razze, i popoli, le tribù, le comunità, gli uomini, le donne, i bambini, gli individui a unirsi a noi per ritrovarci insieme allo scopo di esprimere il nostro sincero desiderio che ci sia pace sulla terra e armonia fra tutti i popoli.
Per svolgere culti aperti, preghiere, canti e qualsiasi cosa si voglia e si desideri. Perché vi sia un silenzio meditativo, contemplativo, in cui noi, il popolo del mondo invitato, possiamo avere considerazione e rendere onore e rispetto a chiunque e a qualsiasi cosa sia stato d’aiuto per l’evoluzione positiva dell’umanità e della natura qui, sul nostro amatissimo e splendido mondo”.

Una comunità basata su uguaglianza, rispetto e amore per la vita

Durante i gathering si forma una vera e propria comunità temporanea priva di leader, in cui ognuno offre agli altri ciò che desidera condividere.
Ovviamente vigono anche alcune regole importanti, volte a tenere forte l’ideale alla base del movimento e soprattutto a garantire il massimo rispetto della natura e dei partecipanti.
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È infatti vietato introdurre alcooldroghearmifarmaci (eccetto i salvavita).
Ma non solo: considerando che lo scopo è ritrovare il contatto con se stessi, la natura e gli altri, non sono ammessi nemmeno gli apparecchi metallici, compresi orologi e cellulari.
Fanno parte della «Famiglia Arcobaleno» anche medici e infermieri, ma l’approccio è quasi esclusivamente olistico: il raduno è considerato curativo di per sé, perché si ritiene che sia la natura a regalare il miglior benessere psico-fisico possibile.

L’importanza della condivisione

Due volte al giorno i bambini passano tra i partecipanti reggendo il cosiddetto «cappello magico» per raccogliere le offerte necessarie ad acquistare gli alimenti per i pasti in comunione.
Questa è l’unica circostanza in cui si accetta denaro, a meno che i partecipanti non decidano di donare direttamente del cibo.
Ciò che conta è che ognuno porti un personale contributo alla comunità: c’è chi prepara la legna, chi i pranzi, chi regala massaggi o corsi di yoga, botanica, meditazione e persino chi elargisce abbracci.
La musica viene suonata unicamente dal vivo e la lingua usata è l’inglese, oltre al sorriso.

Un fenomeno globale

Anche in Italia questo fenomeno sta prendendo piede.
Il primo gathering è avvenuto nel 2002 mentre nel luglio del 2017 se ne è tenuto un secondo in Friuli Venezia Giulia, a Tramonti di Sopra, nel Pordenonese.
È terminato il 21 agosto 2017 e ha visto la partecipazione di più di 3000 persone di tutte le età, compresi numerosi bambini, anziani e famiglie, tutte con zaino in spalla, tende e un forte sentimento di amore verso la natura e il genere umano.
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Il raduno è stato ben accolto e sostenuto anche dagli abitanti del luogo e dalle organizzazioni comunali, che hanno dichiarato gli appartenenti alla Rainbow Light Family delle persone tranquille e pacifiche che credono ancora nella fratellanza.
La radura di Tramonti di Sopra era raggiungibile in quattro ore di camminata in salita e all’arrivo tutti venivano accolti da un grande cartello che riassume in poche parole lo spirito di questa comunità:
Benvenuto: chiunque tu sia, questa è casa tua!

24.12.12

La potenza del silenzio gli zapatisti ritornano



La potenza del silenzio
Luis Hernández Navarro | 22 dicembre 2012 | 0 commenti


Non può riapparire ciò che non è mai scomparso. Quel che questo 21 dicembre hanno fatto i ribelli maya zapatisti nell’occupare pacificamente e in silenzio cinque città del Chiapas non è stato ricomparire ma riaffermare la loro esistenza.
L’Ezln è qui da oltre 28 anni. Non se ne è mai andato. Per dieci anni è cresciuto sotto l’erba, più di 18 anni fa si è fatto conoscere pubblicamente. Da allora ha parlato ed è rimasto in silenzio in modo intermittente, ma non ha mai smesso di fare. Molte volte si sono decretate la sua scomparsa o la sua irrilevanza, ma l’Ezln è sempre riapparso con forza e con capacità di comunicazione.

Questo inizio del nuovo ciclo maya non fa eccezione. Oltre 40 mila basi di appoggio zapatiste hanno marciato sotto la pioggia in cinque città del Chiapas: 20 mila a San Cristóbal, 8 mila a Palenque, 8 mila a Las Margaritas, 6 mila a Ocosingo, e almeno 5 mila ad Altamirano. Si tratta della più grande mobilitazione dall’apparizione dei ribelli del sudest messicano.
La grandezza della protesta è il segnale che mostra come la forza interna degli zapatisti, invece che diminuire con il trascorrere degli anni, sia cresciuta. È un indice di come la strategia dellacontro-insurrezione, portata avanti nei loro confronti da diversi governi, sia fallita. È la dimostrazione di come il loro progetto sia un’espressione genuina del mondo maya ma anche di moltissimi contadini poveri e meticci del Chiapas.
L’Ezln non ha mai abbandonato la scena nazionale. Guidato dal proprio calendario politico, fedele alla sua coerenza etica e con la forza avversa dello Stato, ha rafforzato le sue forme autonome di governo. Ha mantenuto viva la sua autorevolezza politica tra i popoli indigeni del paese e attive le reti della solidarietà internazionale. Il fatto che l’Ezln non sia apparso pubblicamente non significa che non sia stato presente in molte lotte rilevanti del Messico.
Nelle cinque giunte del buon governo che esistono in Chiapas e nei municipi autonomi, le autorità delle basi di appoggio si governano da sole, esercitano la giustizia e risolvono i conflitti agricoli. Nei loro territori, i ribelli hanno fatto funzionare il loro sistema di salute ed educazione al di fuori dei governi statali e federali. Hanno organizzato la produzione e la commercializzazione e hanno mantenuto in piedi la loro struttura militare. Gli zapatisti hanno risolto con successo la sfida del ricambio generazionale dei loro dirigenti. E, se non bastasse, sono usciti con efficacia dalle minacce del narcotraffico, dai problemi generati dall’insicurezza pubblica e dalle migrazioni. Il libroLuchas muy otras. Zapatismo y autonomía en las comunidades indígenas de Chiapas è una straordinaria finestra per affacciarsi a conoscere alcune di queste esperienze.
Gli zapatisti hanno marciato, in questo 21 dicembre, con ordine, dignità, disciplina e coesione. E insilenzio, un silenzio che si è sentito forte. Allo stesso modo nel quale hanno dovuto coprirsi il volto per essere visti, ora hanno sospeso la parola per essere ascoltati. Si tratta di un silenzio che esprime una feconda capacità di generare altri orizzonti di trasformazione sociale, una grande potenza. Un silenzio che comunica la volontà di resistere di fronte al potere. Chi resta in silenzio è ingovernabile*, diceva Ivan Illich.
Un ciclo di lotte si è chiuso in Messico in questo primo dicembre, allo stesso tempo se ne è aperto un altro. L’Ezln ha molto da dire nella mappa delle lotte sociali che comincia a disegnarsi nel paese. La sua mobilitazione può avere su di esse un impatto rilevante.
Tra i contorni che definiscono la nuova tappa delle lotte sociali si trovano: il ritorno a Los Pinos del vecchio dinosauro del Pri, presidiato dal salinismo (dall’ex presidente Salinas de Gortari,ndt) e dalle sue forme autoritarie di esercitare il comando statale; la pretesa di governare la conflittualità sociale a partire da un patto tra le élites che escluda i settori subalterni; la crisi, la scomposizione e la riorganizzazione dei partiti della sinistra partitica, e l’emersione di nuovi movimenti sociali.
L’Ezln è un nuovo giocatore che, senza invito, si siede al tavolo della partita che si apre ora nella politica nazionale.
Il Patto per il Messico, sottoscritto dal Partido Revolucionario Institucional (Pri), dal Partido Acción Nacional (Pan) e, a titolo individuale, dal presidente del Partido de la Revolución Democrática (Prd), pretende di concordare un programma di riforme che esclude ampi settori sociali. La mobilitazione dell’Ezln rende evidente che una gran parte della società messicana non è compresa in quell’accordo, e che quel che concordano i suoi sottoscrittori non conta necessariamente con il parere favorevole dei cittadini.
Il partito del sole azteco è bloccato in una lotta interna che può portarlo alla rottura. La pretesa da parte di Nueva Izquierda di mettere il suo destino sotto il giogo di Peña Nieto ipoteca ogni possibilità di tenere una distanza critica dal potere.
Il Movimiento de Regeneración Nacional (Morena) si è rivolto ai compiti organizzativi per ottenere la sua registrazione. È probabile che l’Organización Popular y de los Trabajadores (Opt) segua lo stesso cammino. Esiste, comunque, un ampio territorio politico e sociale che la sinistra dei partiti non sta occupando. Gli zapatisti godono di una indiscussa autorità politica tra coloro che abitano a queste latitudini.
Nell’ultimo anno e mezzo sono emersi movimenti sociali che mettono in discussione il potere al di fuori dei partiti politici. Non si sentono rappresentati da nessuno di essi. Il Movimiento por la Paz con Justicia y Dignidad, #YoSoy132 (video), le lotte comunitarie contro l’insicurezza pubblica e la devastazione ecologica, le proteste studentesche in difesa dell’educazione pubblica, tra le altre, camminano per sentieri diversi da quelli della politica istituzionale. Le simpatie verso lo zapatismo tra quelle forze sono reali.
Tuttavia, oltre le questioni immediate, le marce del 13 Baktún maya sono un nuovo ¡Ya basta! simile a quello pronunciato nel gennaio del 1994. Sono una versione rinnovata del ¡Nunca más un México sin nosotros! formulato nell’ottobre del 1996, che apre altri orizzonti. Non chiedono nulla, non rivendicano niente. Mostrano la potenza del silenzio. Annunciano che un mondo sta crollando e un altro rinasce.

(Articolo tratto dal quotidiano messicano La Jornada, che ringraziamo, dove è stato pubblicato con il titolo Derrumbe y renacimiento en el mundo maya zapatista. Altre notizie e foto sono suDesinformemonos.org). Traduzione M. C. per Comune-info.

La presenza di giovani donne è stata particolarmente importante. Foto di Moysés Zúñiga Santiago.

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Sin palabras
Un filmato sull’imponente azione zapatista del 21 dicembre 2012.

Chi resta in silenzio è ingovernabile [Nota di Comune-info]: «Proponendo il silenzio come esempio da seguire – scrive Ivan Illich in Nello specchio del passato (Boroli) – non intendo scoraggiare il discorso sensato che esprime le ragioni di quel silenzio. Ma mi rendo conto che il silenzio contiene la minaccia dell’anarchia. Colui che resta in silenzio è ingovernabile. E il silenzio è contagioso. Perciò vi saranno tentativi di rompere il nostro silenzio. Ci si chiederà di partecipare alle ‘discussioni per la pace’. Può darsi anche che si scateni una caccia alle streghe contro i silenziosi. In questo momento, perciò, il diritto di ritirarsi silenziosamente dalla discussione, il diritto di porre fine al dibattito, se i partecipanti ritengono che la loro dignità sia lesa, deve essere affermato e difeso. Esiste anche un diritto a diffondere un silenzio inorridito».

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