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RAINBOW FAMILY, LA COMUNITÀ CHE SI RADUNA NELLA NATURA SENZA CELLULARI E DENARO
(Antica profezia indigena degli Indiani d’America)
Molte persone li hanno soprannominati semplicemente “i nuovi hippie“, perché la Rainbow Family of Living Light è un movimento che si basa sugli stessi ideali: unisce persone provenienti da ogni parte del Mondo sotto i valori di non-violenza, non-gerarchia e uguaglianza.
La grande differenza è che, rispetto agli hippie, i membri di questo movimento si ispirano alla cultura degli Indiani d’America.
“Ci danno degli hippie – commenta Matteo, psicologo e psicoterapeuta di Milano appartenente alla Rainbow Family – ma lo siamo solo nella misura in cui si pensa all’unione e alla condivisione. Noi non abbiamo nulla a che fare con le esagerazioni di allora”.
I gatherings
Fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1972, la Rainbow Family si è sviluppata soprattutto attorno aigatherings.
Si tratta di incontri annuali itineranti e gratuiti, che si tengono in svariate località e sono aperti a tutti coloro che desiderano parteciparvi, senza distinzioni.
Per questi incontri si tendono a prediligere i mesi estivi ma soprattutto i luoghi incontaminati, difficili da raggiungere ma ricchi di acqua e legname.
I gatherings, in altre parole, sono l’occasione per unire l’uomo alla natura, ritrovando quel contatto andato perduto nella frenetica società odierna.
Solitamente durano un mese e seguono i cicli lunari: iniziano con la luna nuova e terminano con la successiva, condensando il rito più importante durante il plenilunio.
Ritrovare il contatto con la natura e con gli altri
Partecipare ad un gathering rappresenta un’esperienza intensa e aperta a tutti. Offre la possibilità dientrare in contatto con se stessi, la natura e gli altri, sperimentando uno stile di vita più semplice e puro.
Un rigenerante ritorno al passato.
Sugli inviti elargiti in occasione del primo Rainbow Gathering, si leggeva questo messaggio che chiarisce bene il forte sentimento di pace e fratellanza che i membri desiderano diffondere:
“Noi, che siamo fratelli e sorelle, figli di Dio, famiglie della vita sulla terra, amici della natura e di tutti i popoli, figli dell’umanità e che ci chiamiamo Tribù della Famiglia dell’Arcobaleno, umilmente invitiamo:
tutte le razze, i popoli, le tribù, le comunità, gli uomini, le donne, i bambini, gli individui a unirsi a noi per ritrovarci insieme allo scopo di esprimere il nostro sincero desiderio che ci sia pace sulla terra e armonia fra tutti i popoli.
Per svolgere culti aperti, preghiere, canti e qualsiasi cosa si voglia e si desideri. Perché vi sia un silenzio meditativo, contemplativo, in cui noi, il popolo del mondo invitato, possiamo avere considerazione e rendere onore e rispetto a chiunque e a qualsiasi cosa sia stato d’aiuto per l’evoluzione positiva dell’umanità e della natura qui, sul nostro amatissimo e splendido mondo”.
Una comunità basata su uguaglianza, rispetto e amore per la vita
Durante i gathering si forma una vera e propria comunità temporanea priva di leader, in cui ognuno offre agli altri ciò che desidera condividere.
Ovviamente vigono anche alcune regole importanti, volte a tenere forte l’ideale alla base del movimento e soprattutto a garantire il massimo rispetto della natura e dei partecipanti.
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È infatti vietato introdurre alcool, droghe, armi, farmaci (eccetto i salvavita).
Ma non solo: considerando che lo scopo è ritrovare il contatto con se stessi, la natura e gli altri, non sono ammessi nemmeno gli apparecchi metallici, compresi orologi e cellulari.
Fanno parte della «Famiglia Arcobaleno» anche medici e infermieri, ma l’approccio è quasi esclusivamente olistico: il raduno è considerato curativo di per sé, perché si ritiene che sia la natura a regalare il miglior benessere psico-fisico possibile.
L’importanza della condivisione
Due volte al giorno i bambini passano tra i partecipanti reggendo il cosiddetto «cappello magico» per raccogliere le offerte necessarie ad acquistare gli alimenti per i pasti in comunione.
Questa è l’unica circostanza in cui si accetta denaro, a meno che i partecipanti non decidano di donare direttamente del cibo.
Ciò che conta è che ognuno porti un personale contributo alla comunità: c’è chi prepara la legna, chi i pranzi, chi regala massaggi o corsi di yoga, botanica, meditazione e persino chi elargisce abbracci.
La musica viene suonata unicamente dal vivo e la lingua usata è l’inglese, oltre al sorriso.
Un fenomeno globale
Anche in Italia questo fenomeno sta prendendo piede.
Il primo gathering è avvenuto nel 2002 mentre nel luglio del 2017 se ne è tenuto un secondo in Friuli Venezia Giulia, a Tramonti di Sopra, nel Pordenonese.
È terminato il 21 agosto 2017 e ha visto la partecipazione di più di 3000 persone di tutte le età, compresi numerosi bambini, anziani e famiglie, tutte con zaino in spalla, tende e un forte sentimento di amore verso la natura e il genere umano.
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Il raduno è stato ben accolto e sostenuto anche dagli abitanti del luogo e dalle organizzazioni comunali, che hanno dichiarato gli appartenenti alla Rainbow Light Family delle persone tranquille e pacifiche che credono ancora nella fratellanza.
La radura di Tramonti di Sopra era raggiungibile in quattro ore di camminata in salita e all’arrivo tutti venivano accolti da un grande cartello che riassume in poche parole lo spirito di questa comunità:
“Benvenuto: chiunque tu sia, questa è casa tua!”