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4.10.12

l'asl di Olbia smentisce le discriminazioni su Gay

  riporto  (  anche   se mi sembra  tardiva  e standard  e  qui   un po' , a mio avviso  ,  dubbiosa  ) la  smentita all'articolo riportato  nel  precedente post    pubblicata  dall'unione sarda Edizione di martedì 02 ottobre 2012 - Olbia e provincia

OLBIA. La Asl e la valutazione dei donatori di sangue

«Mai discriminato i gay»

«L'esclusione di alcuni cittadini dalla donazione non dipende dall'orientamento sessuale, ma semmai dai rapporti sessuali a rischio»: Maddalena Lendini, direttore del Centro Trasfusionale della Asl di Olbia, respinge con decisione le accuse di un omosessuale che, in una lettera a firma Mario Angeletti, ha denunciato al giornale di essere stato respinto perché gay.
Le regole, spiega la Lendini, sono uguali per eterosessuali e omosessuali: «Un donatore, per esser tale, deve rispondere a determinati requisiti, il tutto a tutela di chi riceve la trasfusione». Per donare sangue, innanzittuto, bisogna avere almeno 18 anni, pesare più di 50 chili ed essere in buone condizioni di salute. Viene quindi redatto un questionario che contiene anche la domanda sui rapporti sessuali a rischio. Il protocollo prevede una sospensione di 4 mesi per i rapporti sessuali, sia etero che omosessuali, occasionali, a rischio di trasmissione di malattie infettive e i rapporti sessuali con persone infette o a rischio di infezione da epatiti B e C e Hiv; mentre viene escluso in maniera permanente chi ha un alto rischio di contrarre gravi malattie infettive trasmissibili col sangue come i frequentatori abituali di prostitute. Ma le cautele non riguardano solo il sesso: tra i fattori che portano ad una sospensione della donazione - spiegano ancora alla Asl - rientrano anche l'agopuntura, i tatuaggi, il piercing, ma anche le cure odontoiatriche. «Per le infezioni - spiega ancora Maddalena Lendini - esiste un periodo di "incubazione" o "latenza" all'interno del quale i test danno esito negativo: i controlli sono finalizzati a garantire la qualità e la sicurezza del sangue per salvaguardare la salute dei pazienti». Ogni anno, circa il dieci per cento degli 8000 donatori che si presentano nei centri della Asl di Olbia, viene scartato. «Non per discriminazione - conclude il medico - ma per tutelare la salute dei pazienti».

30.9.12

OLBIA. La denuncia di un omosessuale che martedì mattina è stato respinto al Centro trasfusionaleSei gay? Non puoi donare il sangue«Un'odiosa discriminazione: sono fedele e ho un compagno stabile»


sfoglio l'edizione  Gallurese  dell'unione  sarda  del  29\9\2012  è leggo  l'ennesimo caso   di  discriminazione   omofoba   verso un gay 





Succede in tanti ospedali italiani e anche a Olbia: essere omosessuali è considerato un comportamento a rischio e la donazione di sangue non viene accettata.

Omosessuale e quindi a rischio: la donazione di sangue è vietata per chi ha scelto come compagno di vita una persona dello stesso sesso. Lo ha scoperto Mario Angeletti, 50 anni, titolare di un centro massaggi, che martedì scorso è stato - sia pur cortesemente - rispedito a casa dal medico in servizio nel Centro trasfusionale dove si era recato per donare. Ha deciso di scrivere una lettera, firmata (e non è un dettaglio), al giornale per denunciare la discriminazione e accetta volentieri di rispondere alle domande. «Scriva pure il mio nome, convivo serenamente da trent'anni con la mia omosessualità».

Cosa è successo al Centro trasfusionale?
«Durante il colloquio preliminare mi è stato chiesto se avessi avuto comportamenti a rischio. Ho spiegato che convivo con il mio compagno da cinque mesi e che sono fedele. Quando ho parlato di compagno, hanno capito che ero omosessuale e mi è stato risposto che il mio rapporto era considerato a rischio e che sarei potuto tornare tra sei mesi».

Le hanno spiegato perchè?
«Pare che esistano protocolli che vietano le donazioni per chi abbia avuto relazioni affettive stabili da meno di quattro mesi o per chi abbia avuto rapporti definiti genericamente a rischio. Quindi è ovvio che c'è molta discrezionalità. La persona con cui ho parlato è stata molto cortese, probabilmente non si è voluta assumere la responsabilità, ma il problema è generale».

Lei ritiene di avere un comportamento sessuale a rischio?
«No. Non più di un eterosessuale. Sono fedele al mio compagno con il quale convivo da più di quattro mesi e l'ultima relazione prima di quella attuale l'ho avuta due anni fa. Quindi è ampiamente superato il range di sei mesi per il pericolo di incubazione di malattie sessualmente trasmissibili».

Era alla sua prima donazione?
«No, la seconda. La prima volta fu quando avevo vent'anni per mia madre che aveva subito un intervento chirurgico».

Perché ha deciso di donare il sangue?
«Un mio amico, recentemente, si è salvato dopo un grave incidente stradale grazie a tanta gente che ha donato. Era il mio modo per dire grazie».

Perchè ritiene di essere stato discriminato?
«L'unico motivo per cui la donazione è stata rifiutata è l'omosessualità. Se si fosse presentato un eterosessuale fidanzato da cinque mesi e fedele l'avrebbero fatto donare. In Italia purtroppo c'è questo pregiudizio nei confronti degli omosessuali che è duro da estirpare. Ci sono insospettabili mariti e mogli che tradiscono con grande facilità ma a loro nessuno impedisce di donare il sangue».


Lo so che non sto riportando niente  di nuovo perchè  queste  discriminazioni succedono  più spesso  di quanto s'immagini , ma  finché  gireremo la  faccia  dall'altra parte o applicheremo il  non sentire il  non vedere  esse  continueranno come prima più di prima  per parafrasare una famosa canzonee
E poi come   dice   giustamente  la  stessa  articolista  dell'unione  Caterina de  Roberto  (   derobertoc@unionesarda.it

Ma il rischio non si giudica dai gusti sessuali

È un caso che, ad ondate, provoca dibattiti molto accesi quello dei donatori di sangue omosessuali respinti in tanti ospedali italiani. La vicenda era anche finita in Parlamento. I protocolli in realtà parlano genericamente di comportamenti sessuali a rischio e chi li interpreta in maniera restrittiva (come ha fatto la Asl di Olbia) si appella alla statistica in base alla quale i rapporti omosessuali tra uomini sarebbero più rischiosi per le malattie sessualmente trasmissibili. Il principio di cautela è sacrosanto. Ma dentro la statistica ci sono le persone. I tanti uomini che hanno relazioni stabili, e una vita di coppia, con i loro compagni. E dall'altra parte tantissimi uomini e donne che, viceversa, hanno storie movimentate. Alla base c'è la sincerità e la correttezza di chi va a donare il sangue. Ma questa non si può stabilire dalle preferenze sotto le lenzuola.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...