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l'asl di Olbia smentisce le discriminazioni su Gay

  riporto  (   anche   se mi sembra  tardiva  e standard  e  qui   un po' , a mio avviso  ,  dubbiosa  ) la  smentita all'articolo riportato   nel  precedente post    pubblicata  dall'unione sarda  Edizione di martedì 02 ottobre 2012 - Olbia e provincia OLBIA.  La Asl e la valutazione dei donatori di sangue «Mai discriminato i gay» «L'esclusione di alcuni cittadini dalla donazione non dipende dall'orientamento sessuale, ma semmai dai rapporti sessuali a rischio»: Maddalena Lendini, direttore del Centro Trasfusionale della Asl di Olbia, respinge con decisione le accuse di un omosessuale che, in una lettera a firma Mario Angeletti, ha denunciato al giornale di essere stato respinto perché gay. Le regole, spiega la Lendini, sono uguali per eterosessuali e omosessuali: «Un donatore, per esser tale, deve rispondere a determinati requisiti, il tutto a tutela di chi riceve la trasfusione». Per donare sangue, innanzittuto, bisogna avere almeno 18 anni, pesare più

OLBIA. La denuncia di un omosessuale che martedì mattina è stato respinto al Centro trasfusionaleSei gay? Non puoi donare il sangue«Un'odiosa discriminazione: sono fedele e ho un compagno stabile»

sfoglio l'edizione  Gallurese  dell'unione  sarda  del  29\9\2012  è leggo  l'ennesimo caso   di  discriminazione   omofoba   verso un gay  Succede in tanti ospedali italiani e anche a Olbia: essere omosessuali è considerato un comportamento a rischio e la donazione di sangue non viene accettata. Omosessuale e quindi a rischio: la donazione di sangue è vietata per chi ha scelto come compagno di vita una persona dello stesso sesso. Lo ha scoperto Mario Angeletti, 50 anni, titolare di un centro massaggi, che martedì scorso è stato - sia pur cortesemente - rispedito a casa dal medico in servizio nel Centro trasfusionale dove si era recato per donare. Ha deciso di scrivere una lettera, firmata (e non è un dettaglio), al giornale per denunciare la discriminazione e accetta volentieri di rispondere alle domande. «Scriva pure il mio nome, convivo serenamente da trent'anni con la mia omosessualità». Cosa è successo al Centro trasfusionale? «Durante il colloquio