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17.6.13

Laicità


Tante immagini, e tutte significative, stanno contrappuntando la ribellione in Turchia. Tante da scegliere, da conservare, qualunque sia l'esito della protesta. Perché la storia cammina, non si può fermare. E al tempo stesso s'incunea nel nostro occhio mentale e si riaffaccia, statuaria e insieme attiva, che par di udirne il suono, persino l'odore. La storia, si dice, è realtà. Il fatto per eccellenza. No, la storia è soprattutto immaginazione e profezia.

L'arte prevede. Senza arte non esiste quindi futuro. Prevede, spesso, inconsapevolmente. La giovane e disinvolta ragazza turca con bandiera scarlatta e mezzaluna non sa di star inverando un sogno, un'epopea di tre secoli fa. Ha i piedi scalzi, come si addice a un'immagine eroica. Come la Libertà dipinta da Delacroix tanti anni addietro. Con alcune differenze sostanziali. Quella di Delacroix era una donna fittizia, un'effigie astratta. Una cariatide atemporale in mezzo a protagonisti autentici, tutti maschi e giovani, addirittura ex schiavi, ma sempre uomini, a guidare le magnifiche sorti e progressive incarnate dalla Francia moderna. La studentessa turca ha una sua bellezza quotidiana, il suo eroismo, o intraprendenza, ha tutta la sicurezza di una gioventù vera, entusiasta e fiduciosa. Spicca, risalta, e tuttavia non guida: unisce, semmai. Se Delacroix aveva raffigurato, attraverso la Francia, il futuro dell'Europa, la ragazza di Istanbul è l'Europa nuova, ma, anche se restasse Asia, poco importerebbe.
È segno di laicità. Perché la donna è sempre laica, l'hanno costretta a esserlo ma questo è oggi il suo punto di forza. È laica cioè del popolo, non recinto chiuso, ma unione di vite e di mondi. Non esiste più, in lei, il distacco tra sacro e profano, non più società agoniche e gerarchiche. Delacroix aveva bisogno d'inventarsi una femmina ideale in questa sua fratellanza coniugata solo al maschile. La realtà l'ha trasceso e superato, come sempre avviene, facendo spuntare una donna in quel luogo, naturale e ardita senza retorica alcuna, faticosa sulle macerie eppur senza dolore, sola e affiancata da giovani uomini in una sorta di patriottica poliandria, senza simboli, perché il simbolo si è inverato, e marcia tra noi.

20.4.13

MA LA RADIO E LA TV DELLA RAI ( NON ) È LA RADIO VATICANA



SE IL cristianesimo decide di rinunciare alle prescrizioni
morali per tornare a essere religione che custodisce il
mistero di Dio, può lasciare agli uomini il compito di
formulare una morale che possa valere per tutti.
(da “Cristianesimo” di Umberto Galimberti – Feltrinelli,
2012 – pagg. 107-108)



Lo  so  che   queste  cose  dovrebbero essere scontate  ed ovvie , da  tempo  , ma   visto  il conflitto  d'interessi  del giornalista  Giovanni preziosi di cui si parla  sotto ,   non lo sono per  niente    e  spesso   si fa  finta  di non sapere  io s'applica il  silenzio assenso  l'indifferenza  (   vedere  Gramsci  qui il testo   se il video preso da  youtube  dovesse  finire  cancellato \  rimosso dall'autore  )  . Ora , che  lo stato  Italiano   non fosse laico   ma clericale  era risaputo  da  tempo  , ma  mai   s'era  arrivati  , come  dice   Giovanni  Valentini su repubblica  d'oggi    :  << Si può credere o non credere, avere fede o no,
professare la religione cattolica o qualsiasi altra oppure nessuna; ma con l’avvento di Papa Francesco non si può tollerare oltre lo scandalo mediatico e civile di un direttore dei giornali   radio – di una radio pubblica di uno Stato laico – che siede in permanenza nel Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali di uno Stato straniero come il Vaticano. Non abbiamo alcun pregiudizio, né a livello personale né soprattutto a livello editoriale,nei confronti della Chiesa e più in generale del
fenomeno religioso  (...)  
Ma il caso di Antonio Preziosi, direttore dei Gr Rai e “consultore” pontificio, rappresenta una doppia anomalia, sia per lo Stato sia per la Chiesa. Si può anche capire che al Vaticano interessi annoverare il responsabile dell’informazione radiofonica pubblica nel Consiglio delle Comunicazioni, insieme ai direttori dell’Osservatore romano, dell’Avvenire e di Civiltà Cattolica. >> ha  ragione  Valentini  <<  È inaccettabile però che un’azienda di Stato tolleri un “doppio incarico” che, a prescindere da qualsiasi aspetto professionale o eventualmente economico, configura di fatto un conflitto  di interessi ai danni dei cittadini, ascoltatori e abbonati.

La radio della Rai non è la Radio Vaticana. Non è un’emittente confessionale che deve “evangelizzare” il pubblico. Tra le sue funzioni istituzionali, non
rientrano quelle di “predicare” o di “convertire” alla
religione cattolica. Deve fare informazione, assicurandone
la completezza e l’imparzialità: naturalmente,anche sugli eventi e sulle vicende che riguardano la Chiesa.
Al Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali,come si legge nel suo sito, sono affidati i compiti di “suscitare e sostenere adeguatamente l’azione della Chiesa e dei fedeli nelle molteplici forme della comunicazione seguendo i quotidiani cattolici,le pubblicazioni periodiche, le emittenti radiofoniche e televisive, perché realmente corrispondano alla propria indole e funzione, divulgando la dottrina della Chiesa”. Una missione più che legittima e rispettabile. Quella che non è legittima invece è la presenza in pianta stabile del direttore dei Gr Rai,un’azienda di Stato al cui vertice spetta sorvegliare sulle incompatibilità dei suoi dipendenti.È stata proprio la direzione generale di viale Mazzini a emanare recentemente una circolare, contro i “doppi incarichi” interni: come, per esempio,quello di Bianca Berlinguer, direttrice e conduttrice del Tg 3. Si può essere d’accordo o meno. Sta di fatto,però, che al suo confronto, il caso Preziosi appare ben più grave, perché intacca la laicità istituzionale del servizio pubblico. [...] >> 

19.10.12

Napoli, il prefetto inveisce contro il parroco. "Come osa chiamarci 'signori'?"SE INVECE LE ISTITUZIONI DI ADIRARSI PER UNAFESSERIA LINGUISTICA SI ADIRASSERO PER LE COSE SERIE



Rimango basito   leggendo questa  news  tratta  da http://www.huffingtonpost.it/.  E mi chiedo  (  domanda  destinata  a  rimanere  senza  risposta  , visto  l'ovvietà   d'essa  )  riflettendo  su questa  frase : <<  ma  come  parla  , le  parole  sono  importanti  >>  ( onde  ad  evitare  di ripetere  il video  già inserito in altri post   , evito di rimettere per  l'ennesima  volta    rimando qui chi vuole  vederlo\  rivederlo, mi limito ad una foto ,  a  destra , estrapolata  dalla  stesso url del video  )  di Palombella rossa di  Nanni Moretti  , come  da  titolo , ma  perchè il potere  s'incazza   per  questioni  di lana  caprina    e non per   cose  serie come quello di cui  si  dibatteva   in quel  vertice  .Ma  ora   bado alle  ciancie   ed  ecco   la news  .  A voi  giudizio  in merito  e decidere  da  che parte  stare  se   da quella  del prete  o  dei cialtroni    che  anzichè  badare   al contenuto (  la denuncia dei rifiuti )    badano alle  quinsquille formali (  l'aver  chiamato  signora   invece  prefetto  la persona interessata  ) 


 Fuori di sé dalla rabbia perché invece di "prefetto" è stato usato il termine "signora". Poco importa se il "colpevole" è un prete, nello specifico Don Maurizio Patriciello, sacerdote di Caivano noto per il suo impegno contro i rifiuti tossici. Questo video è stato girato durante un vertice in prefettura a Napoli.
il vertice  in questione  
A perdere la pazienza è il prefetto di Napoli Andrea De Martino. Il parroco prende la parola per raccontare della condizione di assoluto allarme delle terre dell'hinterland partenopeo e casertano infestate da roghi tossici. E lo fa rivolgendosi al prefetto di Napoli De Martino e all'omologo di Caserta, Carmela Pagano. Commette però una piccola svista: chiama "signora" la dottoressa Pagano e non "prefetto" come vorrebbe il bon ton istituzionale.

De Martino va su tutte le furie e si lascia andare a qualcosa di simile a una crisi isterica. ( vedere  video sopra  )  "Lei chiamerebbe mai "signore" un sindaco? Dov'è il rispetto per le istituzioni? Dove??". Poi, nella foga, il prefetto scivola sull'italiano: "Se io la chiamarei 'signore' invece di reverendo, lei che direbbe?».Il povero Don Maurizio resta basito, poi si scusa: "Non era mia intenzione mancare di rispetto" e prosegue il suo discorso sull'aumento dei tumori e sulle esalazioni da diossina. Nel corso del piccolo diverbio - ripreso con un cellulare - il commento più efficace arriva dal pubblico: "Signori si nasce" dice un esponente del comitato anti-roghi all'indirizzo del prefetto inferocito.

13.2.12

uguaglianza nella diversità 2

"depurando"  tale  articolo  tratto   da  http://www.qelsi.it/ poco rispettoso   verso chi non crede  e  verso i laici


Per favore, niente benedizione cristiana a scuola. Siamo ottusamente ‘tolleranti’
Posted: 12 Feb 2012 07:20 AM PST
Sicuramente oggi avrete letto della notizia su Libero Quotiano. Sulla pagina di Qelsi è passata più volte e dunque — vincendo la tentazione di non leggerla, per non arrabbiarmi — alla fine ho aperto la pagina dell’articolo.
L’antefatto è presto detto (così vi evito di aprire subito l’articolo per capire esattamente di cosa si tratta). In una scuola milanese (in quel di Pisapia, dunque), il consiglio di istituto ha impedito la benedizione cristiana degli alunni. Il motivo? Ma è ovvio, è sempre quello: tolleranza, pari dignità fra tutte le religioni, e via dicendo. Secondo i maestri/professori della scuola, la benedizione cristiano/cattolica non s’ha da fare per non offendere gli alunni delle altre religioni, come se — badate — una benedizione possa davvero offendere qualcuno. Se un islamico mi benedice in nome di Allah, io non mi offendo di certo. E non credo affatto che gli islamici o gli ebrei o persino i buddisti possano o debbano offendersi se un prete cattolico benedice i loro figli in nome del Dio cristiano.
Ma nella scuola Erasmo da Rotterdam, a quanto pare, hanno un concetto tutto loro di tolleranza e di pari dignità fra tutte le religioni. Ed è il solito concetto trinaciruto secondo il quale per considerare pari tutte le religioni è necessario cancellare la propria identità culturale e religiosa, e anche gli usi e i costumi propri della società italica. La tendenza, dunque, è livellare; è annullare le differenze e rendere la società italiana insipida: né carne né pesce, ma un miscuglio etnico dal vago sapore new age dove ci sta tutto e il contrario di tutto. Un pastone sociale senza sapore.
Eppure non me la sento di incazzarmi del tutto con il consiglio di istituto. Per quanto il loro punto di vista sia assolutamente privo di pregio, ritengo che stiamo ricevendo — come italiani — quello che meritiamo. Abbiamo voluto un’uguaglianza che calpesti la nostra identità? Bene, e allora stiamo zitti. Abbiamo per anni (e tuttora continuiamo) a ridicolizzare, dileggiare e persino demolire la cristianità e i suoi valori morali ed etici? Bene, e allora stiamo zitti se qualcuno dichiara di voler togliere i crocifissi dalle aule. Del resto, chi mai vorrebbe un uomo morto in croce, offeso e sbeffeggiato, in un’aula scolastica o di tribunale? Nessuno. I cristiani vogliono un Dio e non uno sfigato crocifisso dai romani. E poi, i primi a non volere Cristo, sono proprio i cristiani stessi, spinti da un’errata interpretazione evangelica, secondo la quale il concetto di accoglienza cristiana importa e comporta l’annullamento della presenza della propria fede nella società! E poi ci sono gli ostili della cristianità, coloro che hanno un odio verso la religione stranamente a senso unico: contro la cristianità, guardandosi bene dall’offendere o criticare la presenza o le intemperanze delle altre religioni (e in particolare quella islamica).Non possiamo lamentarci dunque. Stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato. Vogliamo e difendiamo l’immigrazione irregolare e selvaggia? E allora stiamo zitti. Abbiamo votato politici che difendono questo assurdo concetto di uguaglianza che non tiene conto nemmeno delle minime differenze identitarie di un popolo, come se queste differenze fossero non solo inutili, ma persino pericolose? Zitti e muti come pesci. Il risultato poi si vede: le altre religioni non dicono nulla, ma sotto i baffi sghignazzano di soddisfazione. I cristiani si stanno suicidando da soli. Demoliscono giorno dopo giorno la loro identità, la loro fede e la loro cultura. Dove non sono riusciti i mori, riescono i pronipoti arroganti e ottusi dei crociati.

  c'è  un fondo di verità    a  voi   vedere  qual'è  .  Ditemi qual'è   e  io vi dirò  la  mia 

13.11.08

Loro fermano il nostro futuro......noi fermiamo i loro siti!

Il 13 novembre alle ore 14:00 partecipa al Netstrike contro uno dei siti che rappresenta coloro che vogliono sottrarci il nostro futuro distruggendo l'università pubblica e laica.

Cosa devi fare? Organizzati per avere un accesso ad internet intorno alle 14:00 del 13 novembre, per visitare il sito www.miur.it. Scegli una delle seguenti modalità di partecipazione, calibrate in base alla difficoltà tecnica e il tempo richiesto:


Low
Ingredienti: un browser e 5 minuti del tuo tempo, accessibile praticamente a chiunque sappia usare un mouse [continua]


Medium
Ingredienti: Utilizzare come browser firefox oppure opera. [continua]


High
Ingredienti: Sai cos'è wget? allora questa è la sezione fatta apposta per te [continua]


per informazioni: 133strike@autistici.org


Partecipa alla manifestazione nazionale del 14 novembre a Roma!

2.5.07

laicità questa sconosciuta




E’ polemica per  " gli attacchi " al Vaticano quella  che  dal 1929  quando con i patti lateranensi \  concordato poi confermati,sic,dalla costituzione, è diventata non più un semplice  gruppo di pressione, che  ha caraterizzato  direttamente  e indirettamente  la nostra storia   come  una  seconda  istituzione   .
E’ ancora polemica dopo le dichiarazioni di Andrea Rivera ( www.andrearivera.it/  ) uno dei tre conduttori della  15 edizione del  concerto del Primo Maggio in piazza S.Giovanni (insieme a Claudia Gerini e Paolo Rossi) che ieri, durante la manifestazione, ha detto: “Il Papa ha detto che non crede nell’evoluzionismo. Sono d’accordo, infatti la chiesa non si è mai evoluta”. “Non sopporto - ha proseguito - che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, a Franco e per uno della banda della Magliana. E’ giusto così assieme a Gesù Cristo non c’erano due malati di Sla, ma c’erano due ladroni”. Sarà ( anche se non sono di tale parere )  pure offensiva   e poco rispettosa delle sacre scritture  , ma  è satira  e come talòe  và accettata  o  se dovess'essere criticata  non in quiel modo  li   che è come predicare bene  e  razzolare male   . Infatti  il linguaggio della Chiesa negli ultimi tempi non è linguaggio dell'amore e punta ad eccitare gli animi del cattolicismo(visto che ci chiamano laicisti io li chiamo cattolicisti). Tutto ciò è conseguenza della pesante ingerenza della Chiesa nell'agenda politica istituzionale  che la rende inevitabilmente attaccabile e criticabile  .
Per chi  come me   affronta  le questioni con ironia  guardatevi questa cronaca  di Emilio fede il tirapiedi  più  comico che abbia mai visto 







Immediate le reazioni del mondo politico . Critici verso Rivera i segretari di Cgil, Cisl e Uil . “Sono dichiarazioni molto stupide che non condivido - ha detto Luigi Angeletti della Uil - in un Paese civile la libertà religiosa e della Chiesa è altrettanto importante della libertà politica e sindacale”.
Per Raffaele Bonanni della Cisl “il concerto del primo maggio non è il luogo adatto per fare politica e fare divisioni”.
Duro anche Maurizio Ronconi, vice capogruppo dell’Udc alla Camera: “Un laicismo d’accatto contagia anche il concerto del primo maggio. E’ inqualificabile ed ingiustificabile che un concerto organizzato dalla federazione sindacale scada in un anticlericalismo offensivo per tutti i cattolici”.
Sullo stesso tono le critiche del presidente dell’Udc, Rocco Bottiglione: “Qualcuno a sinistra al concerto del primo maggio non sente il bisogno di esprimere solidarietà a monsignor Bagnasco, oggetto di inqualificabili attacchi alla libertà di espressione dei cristiani. Qualcuno non ha nemmeno la prudenza e la dignità di tacere. Da piazza S.Giovanni si elevano parole di sarcasmo e di incitamento all’odio. Questa è una mancanza di rispetto a tutti i lavoratori cristiani ed a tutti gli uomini che amano il dialogo e la libertà”.
Anche Giorgio Lainati, capogruppo di Forza Italia in Vigilanza Rai non ha apprezzato l’ “attacco gratuito e privo di senso a Papa Benedetto XVI e alla Chiesa cattolica”.
“Il tutto è avvenuto naturalmente dagli schermi del servizio pubblico radiotelevisivo, quello pagato da milioni di abbonati. Siamo curiosi di sapere se la sortita del signor Rivera sia stata concordata con il direttore di Raitre il cattolico Paolo Ruffini sempre così attento alla difesa e al rispetto di tutte le Confessioni religiose nei vari programmi della sua rete”, ha poi aggiunto.
“Le farneticanti parole espresse da Andrea Rivera, uno dei conduttori della manifestazione del primo maggio a San Giovanni, di fatto buttano altra benzina sul fuoco della pericolosa polemica contro la libertà di espressione dei credenti e in particolare del clero cattolico italiano”.
Così il capogruppo dell’Udeur alla Camera, Mauro Fabris.
“Ora mi auguro – ha proseguito - che i sindacati vorranno condannare, come è nella loro tradizione di rispetto per ogni cultura e ogni religione, le parole di sarcasmo e di incitamento all’odio di Andrea Rivera”.
E in una nota congiunta le parlamentari di Forza Italia, Isabella Bertolini, Patrizia Paoletti Tangheroni, Gabriella Carlucci, Simonetta Licastro Scardino e Laura Bianconi chiedono al Governo di “prendere immediatamente una posizione istituzionale, netta ed inequivocabile”.
“Le gravi minacce a Bagnasco, gli epiteti del patetico Rivera rivolti al Santo Padre dal palco di Piazza S. Giovanni, sono atti di gravità inaudita, figli del clima di odio e di derisione laicista, ormai imperante nel Paese. Il Governo deve dissociarsi pubblicamente”, si legge nella nota.
Marco Cappato, segretario dell’Associazione Coscioni e deputato europeo dei Radicali, invece è stato l’unico a difendere Rivera: “Un ‘bravo’ ad Andrea Rivera, che ha ricordato il comportamento del Vaticano sui funerali negati a Welby. Grazie a Rivera, almeno per un attimo, si è intravista la possibilità che questa piazza San Giovanni non consegni il testimone ideale alla ‘San Giovanni clericale’ convocata per il 12 maggio, ma aiuti, lo speriamo e lo chiederemo, la mobilitazione per il ‘coraggio laico’ del 12 maggio, a piazza Navona”.
E mentre ‘L’Osservatore Romano’ considera le parole di Andrea Rivera “terrorismo”, altri ritengono che la reazione del quotidiano sia stata esagerata.
A cominciare dal consigliere Rai Sandro Curzi che ha parlato di “pericolosa provocazione”, dal capogruppo Prc al Senato Giovanni Russo Spena che ha invece sottolineato la mancanza di “senso delle proporzioni” e dal Verde Mauro Bulgarelli che ha giudicato “immotivati gli attacchi del Vaticano ad Andrea Rivera”.
Il protagonista della vicenda, Andrea Rivera, all’indomani del suo tanto discusso intervento rivolto dal palco del Concertone del Primo maggio, si è edetto “dispiaciuto” per le polemiche nate a causa delle sue affermazioni e ha precisato di non aver voluto “offendere alcuna persona o religione”.
Al tempo stesso però ha sottolineato che le battute erano state “concordate con gli autori del Primo maggio”.
Quando c’è una diretta e a salire su un palco è un mattatore, gli autori di un programma mettono in conto “eventuali interventi ‘scomodi’”come quello fatto ieri da Andrea Rivera sul palco del Concertone. Sembrerebbe questa la posizione emersa dall’entourage degli autori del Primo Maggio, secondo i quali “anche per lo spettacolo di ieri si è lavorato su concetti più che su singole frasi il cui peso specifico è responsabilità diretta di chi sul palco è anche autore di se stesso”. Insomma, fanno notare che “si concorda la performance, ma poi il presentatore-mattatore di turno va a ruota libera, modella sul momento il copione”. Impossibile, quindi, secondo gli autori, concordare ogni singola parola. Ma che tristezza  sia che  governi la   sinistra  sia che governi al destra   guai  a criticare  e  a fare satira ( sia bella o brutta  che sia  )  sulla chiesa  e sulle gerarchie    siamo uno stato confessionale e aservito  al Vaticano  . E assistiamo  ad uno stuolo " bipartisan "   di politici  e giornalisti  per  giunta ipocrita   dove pochi sono  realmente cattolici credenti  e non decidono d'aderire a tali valori perchè lo sentono  dentro di loro  , sono persone che predicano bene e razzolano male  e hanno il piede in due staffe  . infatti sono quelle persone  che magari ( come il caso di Pier ferdinado casini )  sono divorziati e  risposati  e poi conducono  la caccia  ale streghe  verso coloro sono  nella sressa situazione  .,  oppure sono contro i Dico / Pacs  però  alcuni di loro ne  usufruiscono  .,  contro l'omosessualità  e  contro la droga , però  sono  tra  quelli  che  loro  condannano \ crociffiggono  , dicono  contro l'aborto ma  poi non solo  condannano  coerentemente  chi lo  fà  a cuor leggero  , ma  anche  chi lo fà  per seri problemi  ( incesto, strupro, non voler  trasmettere  terribili malattie  ereditarie ,. ecc )  e non si preoccupano   dell'aumento  del numero degli aborti in netto aumento  fra le minorenni  .
Potrei continuare  a lungo  , ma  rischierei d'annoiarvi  , continuate  voi se volete .

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...