Al tempo di Google Maps e di tutte le altre app di navigazione Gps dove perfino il TomTom sembra già un oggetto relegato al passato, c'è ancora qualcuno che si avvale delle vetuste mappe geografiche? La risposta è sì, ma c'è di più: qualcuno le realizza ancora a mano. Parliamo dell'Istituto Geografico
Centrale (IGC) di Torino, una piccola casa editrice ancora legato al metodo tradizionale di disegno e correzione delle carte. "Pensiamo che, nonostante le nuove tecnologie, la maniera classica sia ancora la migliore e la più apprezzata da chi fa uso delle mappe" racconta Giovanni Francesco Pavanello che con la moglie Erica si occupa del delicato processo di disegno e correzione.
Centrale (IGC) di Torino, una piccola casa editrice ancora legato al metodo tradizionale di disegno e correzione delle carte. "Pensiamo che, nonostante le nuove tecnologie, la maniera classica sia ancora la migliore e la più apprezzata da chi fa uso delle mappe" racconta Giovanni Francesco Pavanello che con la moglie Erica si occupa del delicato processo di disegno e correzione.
"I nostri collaboratori - che sono perlopiù guardiaparchi, guide alpine, comuni e il Cai - ci forniscono le correzioni da apportare e noi in maniera minuziosa mettiamo mano alle pellicole che andranno poi a comporre la mappa finale".Gli aggiornamenti sono all'ordine del giorno tra nuove strade, modifiche agli spazi urbani e costruzione di edifici. Ma non è solo l'opera dell'uomo ad essere registrata dall'IGC: "Purtroppo dobbiamo spesso mettere mano alle pellicole blu che sono quelle che riguardano i fiumi, i laghi e,soprattutto, i ghiacciai - racconta Pavanello -. I nostri collaboratori ci mandano in continuazione le tracce di dove il ghiaccio si è ritirato e noi dobbiamo inserire sulla mappa le pietraie grigie al posto del bianco".