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3.9.25

una piccola bottega che non molla: quattro giovani scommettono sulle Conce La Stamperia nata 31 anni fa si allarga e ridà vita a due locali chiusi da tempo., giovanna falchetto della croce rossa a gaza tra i bambini che muoiono di fame

   fonte  la nuova  sardegna  

 Sassari, una piccola bottega che non molla: quattro giovani scommettono sulle Conce La Stamperia nata 31 anni fa si allarga e ridà vita a due locali chiusi da tempo

di Luca Fiori 

 Nel quartiere che resiste e prova a rialzarsi, c’è la storia di una piccola bottega che da 31 anni non smette di andare avanti e stare al passo con i tempi. E oggi non solo continua a vivere nel cuore delle Conce, ma si allarga: riaprendo e collegando tra loro due locali sfitti e rialzando due serrande abbassate da tempo. Ridando così vita e colore a un angolo di città troppo a lungo dimenticato.Dentro “La Stamperia”, il ronzio delle stampanti e il fruscio dei fogli scandiscono il ritmo di una giornata intensa.

Matteo Fonnesu, 34 anni guida il suo team – il fratello Simone, 25 anni, Carlo Meloni (25) e Cristina Ibba (28) – mentre trasformano fogli bianchi in tesi universitarie, insegne, partecipazioni di nozze e inviti per battesimi. «Molti clienti li ho visti crescere con noi –
racconta Matteo – dalle fotocopie alla tesi di laurea, dal timbro professionale alle partecipazioni di nozze, fino agli inviti per il battesimo dei loro figli».La storia della bottega è anche una storia di famiglia. Tutto è cominciato nel 1994 grazie a Maria Graziella Manca, suocera di Matteo, che aprì la piccola copisteria nel quartiere. «Mi ha dato la possibilità di realizzare il progetto, rendendosi sempre disponibile grazie alla sua mentalità aperta e giovanile», racconta Matteo. Nel 2011 l’arrivo del 34enne come dipendente e nel 2021 il passaggio di consegna e il nuovo nome: “La Stamperia”.La bottega è diventata negli anni anche un punto di riferimento anche per le tradizioni cittadine. Quasi tutti i Gremi comprano qui la carta per i Bora Bora”⋇ dei Candelieri, e grazie a questo l’attività lavora anche nel mese di agosto, quando la vita del quartiere rallenta. 

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Fuori dalle porte, la vita delle Conce scorre tra segni di comunità e quotidianità: a poche decine di metri resistono la storica edicola che guarda verso Santa Maria, un negozio di frutta e verdura, qualche bar, un meccanico per moto e un elettrauto. Qui ci si conosce un po’ tutti, e il passaggio continuo del trenino Sirio sulle rotaie scandisce le giornate, il suo fischio si mescola al vociare dei passanti. Le vie intorno raccontano un passato difficile.Edifici in rovina, marciapiedi interdetti, saracinesche abbassate e presenze di sbandati che ruotano in cerca di qualche moneta, intorno a un supermercato. Nel 2000, la situazione fuori controllo aveva portato all’emissione di un’ordinanza anti-degrado, che vietava stazionamento e consumo di alcolici per restituire tranquillità ai residenti e ai commercianti. Oggi, però, le cose stanno cambiando. La nuova amministrazione ha avviato progetti di riqualificazione urbana: nuovi parcheggi, aree verdi, scuole moderne e interventi sulla viabilità, con l’obiettivo di trasformare le Conce da zona dimenticata a cuore pulsante della città.

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In questo quadro, la scelta de La Stamperia di restare, crescere e investire diventa un simbolo. Non è solo imprenditoria: è resilienza concreta, vita che ritorna nelle strade, comunità che si ricuce, radici che si rafforzano. «Restare qui, vedere il quartiere cambiare e provare a dare il mio contributo – conclude Matteo Fonnesu – è una scelta di fiducia nel centro della città e nelle persone che lo abitano. Questa bottega non è solo il mio lavoro, è la mia maniera di credere che, passo dopo passo, un quartiere possa rinascere».

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Il "bora bora" è l'addobbo decorativo, realizzato con carte colorate, che viene cucito sulla bandiera e collocato sulla croce di legno in cima al candeliere durante la Festa dei Candelieri a Sassari, il 14 agosto. Questa tradizione, che si svolge il giorno della Faradda dei Candelieri, vede ogni candeliere addobbato con questi fiori di carta per celebrare la discesa dalla chiesa di Santa Maria di Betlem.

 


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28.5.25

“L’ho uccisa perché mi aveva lasciato e non voleva tornare con me”. Ha confessato Alessio Tucci, 19 anni, il femminicida di Martina Carbonaro, anni 14.

  riprendo  il  discorso   fatto   nel  precedente post   martina Carbonaro uccisa a 14 anni dall'ex . s'abbasa,l'età delle vittime e dei carnefici dei femminicidi

Lo ha fatto con queste esatte parole. Sempre le stesse usate da chi ha commesso tale reato.Come il copione macabro di ogni femminicidio.Quel senso di possesso malato e tossico che ritorna sempre identico. E che ogni volta

rifiutiamo di vedere, di sentire, di capire.  Qualcuno   dira  Alessio Tucci non è un mostro  ha  avuto  un raptus  .No, troppo comodo, troppo facile. Alessio Tucci è un figlio sano del patriarcato amzi meglio  di    quella  cultura  (  ?  ) latente     in  tutti   noi  controllata o  estremizzata 

   che considera la donna - in questo caso poco più che una bambina una “cosa propria”, di cui disporre a piacimento.E, se non la può avere, la cancella fisicamente e psicologicamente , la sopprime, la uccide, perché nessuno all'infuori di lui possa “averla”.

  • Maschi fragili, incapaci di amare, incapaci di accettare, incapaci di concepire il rifiuto, di leggere un’emozione.
  • Ragazzi che non sono stati educati, ma solo viziati. A cui non sono stati dati dei limiti. o  non   si. riusciti  a  darli
  • Cresciuti soprattutto le  ultime due  generazioni   anni 90\2000   dai : social  , dagli amici , dalla  rete  
  • Figli di una famiglia assente da cui le hanno vinte tutte.
  • Figli di una società ipocrita  educazione sentimentale = gender ignorante e senza valori    e spirito critico .

Da qui :

  1. Possiamo passare anni a inasprire le pene, a invocare ergastoli, a pretendere “chiavi buttate” e “punizioni esemplari”. Non lo perdonerò mai . , ecc 
  2. Possiamo pertire da questa frase, spaventosa nella sua banalità del male, sull’educazione sessuo-affettiva, sul possesso, sull'alfabetizzazione emotiva dei maschi.
  3. Sul recupero di persone lasciate sole e senza regole.
  4. Possiamo provare ad agire direttamente sulle famiglie "educandoli" all'educazione.
  5. Oppure Martina resterà solo un nome e un numero nella contabilità dell’orrore.

Questo è Non c’è altra via  , le  leggi da sole  non  bastano    siamo davanti ad in emergenza educativa . Cosa dobbiamo fare, scusate ul cinismo , che fra le vittime di femminicidio ci sia un familiare di qualche pro vita  o di qualche pilitico di alto livello istituzionale ?

11.3.25

La nonna ha un malore in casa: nipote di 12 anni le salva la vita con un massaggio cardiaco



È riuscita a mantenere il sangue freddo senza farsi prendere dal panico, con una prontezza invidiabile per la sua età, ha salvato la vita della nonna. Arianna, 12 anni, ha messo in pratica le nozioni apprese durante un campo estivo di primo soccorso, riuscendo a rianimare l’anziana che non riusciva più a respirare. La notizia è stata riportata dalla Gazzetta di Parma.L'episodio si è verificato alcuni giorni fa nel parmense.

 La nonna di Arianna era appena rientrata a casa e stava mangiando quando, all'improvviso, ha smesso di respirare a causa di un’ostruzione delle vie aeree. Impossibilitata a chiedere aiuto a voce, è corsa nello studio dove si trovava la nipote, cercando di attirare la sua attenzione con un gesto disperato.
Arianna ha subito compreso la gravità della situazione. Senza lasciarsi sopraffare dalla paura, ha chiamato il 118 e, seguendo le indicazioni degli operatori sanitari, ha iniziato a praticare il massaggio cardiaco. Una manovra che aveva già visto eseguire durante un'attività formativa estiva, rivelatasi ora fondamentale per salvare la vita della nonna.Mentre la ragazzina proseguiva il massaggio, sul posto è arrivata l’automedica. I sanitari hanno preso in carico la donna, riuscendo a farle riprendere la respirazione. Prima di essere trasportata in ospedale, l’anziana ha salutato Arianna con un cenno della mano, segno della sua riconoscenza e del sollievo per lo scampato pericolo.



30.1.23

L’educazione dei ragazzi di Maria Giuseppina Tamponi ( alias Peppy .ta1)

E' vero  dopo la la  laurea    ,  anche    se  ho amici\che  insegnanti  ,  non frequento più  la  scuola   e  non  h  mai  insegnato  . Ma   concordo  con  questo  post  

Si parla di cosa sia più giusto dare come valutazione, smile voto scritto o numerico, si parla di come non bisogna demonizzare il web, si parla di comprensione. Peccato però che non si fa affatto un mea culpa su come siamo arrivati ad avere ragazzini di 14 anni che spingono un coetaneo sotto un treno per motivi non futili di più, di ragazzini che bullizzano i propri insegnanti, di ragazzini che rapinano mini market… forse qualcosa è andato storto, forse dovremmo fare un piccolo esame di coscienza e riportare questi ragazzi nel mondo reale dove i brutti voti spesso te li da la vita, dove le porte chiuse sono assai di più di quelle aperte, dove nulla viene regalato come incoraggiamento!
non solo aggiungo che mi fa piacere che lo faccia una persona giovane lontana dalla mia generazione dove non c’era tutta questa comprensione e giustificazione da parte dei genitori se combinavi qualcosa di grave anzi a casa quando tornavi prendevi “il resto” come diceva mia mamma per  quelle  più gravi . Concludo    con  quanto  dice  Spano Marianna  : <<  Dietro
questi figli ci sono dei genitori che hanno fallito alla grande, quando nasci e cresci con dei valori queste cose non accadono. Dalle chat di classe capisco tanti comportamenti di alcuni ragazzini perché i primi a non sapersi comportare sono proprio i genitori e qui mi fermo.
La parola dei miei genitori era sacra ai miei tempi, spesso non condividevo e non accettavo cercando spesso di ribellarmi, ma infondo ascoltandoli perché dietro quelle parole sapevo ci fosse un motivo x il mio bene.
Fare il genitore è difficile e complicato al giorno d'oggi, ma abbiamo avuto ottimi insegnamenti e faccio affidamento su quelli. >>

18.2.22

i giovani non solo revenge porn e simili ma anche lotta al femminicidio e ala cultura sessista il caso degli studenti e le studentesse hanno occupato l'istituto Valentini Majorana di Castrolibero in provincia di #Cosenza

 

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Gli studenti e le studentesse hanno occupato l'istituto Valentini Majorana di Castrolibero in provincia di #Cosenza per ottenere ascolto contro le #molestie sessuali del professore di matematica.
Al loro fianco le forze dell'ordine, che ora sono sul posto a indagare.
La denuncia parte da una ex studentessa - la chiamerò Chiara - che ha trovato il coraggio di denunciare pubblicamente gli abusi subiti.
Da quanto sta emergendo, il professore avrebbe fatto a diverse studentesse allusioni sessuali, apprezzamenti fisici, richieste esplicite di sesso; a una ragazza del primo anno avrebbe addirittura dato il suo cellulare e le avrebbe chiesto di andare nel bagno della scuola e scattarsi una foto del seno in cambio della sufficienza.
E la Dirigente?! Prima ha detto di non crederci, poi ha liquidato la denuncia delle ragazze dicendo che si trattava di battutine e anzi, avrebbe affermato che non sapevano stare agli scherzi.
In merito alla questione della foto Chiara racconta che la Dirigente si sarebbe messa a ridere, poi ha convocato i genitori della ragazza e insieme hanno formulato il testo per una denuncia alle forze dell’ordine. Denuncia che però non è stata mai formalizzata dalla Dirigente. Come mai? E quando ha scoperto che Chiara cercava testimonianze di altre ragazze molestate dal docente l'ha
pure denunciata per diffamazione. Ma, appunto, non ha mai denunciato il docente.
Chiara è stata forte, ha acceso i riflettori su una vicenda da cui l'istituzione scolastica esce veramente distrutta.
Fra l'altro risulta che la Dirigente, al momento, invece di cercare un dialogo, spiegarsi, parlare alla sua comunità scolastica si sia messa in aspettativa per malattia.[ vedere foto documentale a destra tratta da sito dell'Uff. Regionale della Calabria viene pubblicata una richiesta ufficiale per la ricerca di un/una Dirigente in sostituzione dell'attuale. ] Insomma, sparita!
Chiara nel frattempo ha scoperto che il professore, prima di insegnare nella loro scuola, lavorava in un istituto tecnico, da cui era stato allontanato per lo stesso motivo. E continua con fermezza nella sua lodevole battaglia.
"Tante ragazze hanno dovuto affrontare le sue molestie, molte le stanno ancora subendo, e non vogliamo che se ne aggiungano altre. Non vogliamo che questa persona continui a lavorare nella scuola e a contatto con le ragazze".
Chiara, sei una ragazza eccezionale, e in questa battaglia non siete sole, avete al vostro fianco gli inquirenti innanzitutto e tutti i vostri compagni che non si accontenteranno certo dei silenzi. Grazie a te e a tutti gli studenti e le studentesse per l'immensa dimostrazione di #coraggio e valori che state dando.
👏❤️

Procuratrice Ancona, 'non tutti i casi di violenza sono uguali'

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