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6.3.20

i metodi alternativi non sempre sono bufale e complottismo Puglia, tra i resilienti della Xylella: "Salviamo gli ulivi curando la terra e senza fare strage elle piante di ulivo "

DI COSA STIANO PARLANDO 




















Infatti  come  già  dicevo  dal  titolo  :  « Non sembra rispecchiare i canoni della corretta divulgazione », ma   contiene  un fondo di verità    « il  recente   docufilm dal titolo Legno Vivo, frutto di un progetto indipendente finanziato anche con libere donazioni. Dopo la presentazione a Roma  » ----secondo   questo  articolo  di Anna Rita Longo  su https://oggiscienza.it/2020/02/03/ ---- « vengono regolarmente organizzate delle proiezioni in Puglia e in altre regioni, animando un intenso dibattito che è di recente stato ripreso dalla stampa nazionale.
Le tesi sostenute  dal documentario  : « non rappresentano una novità nel campo delle cosiddette “teorie alternative” alla “verità ufficiale” sul caso Xylella fastidiosa. Il nucleo di fondo è rappresentato dalla messa in dubbio dei dati scientifici emersi nel corso degli anni attraverso l’attività dei ricercatori che studiano l’epidemia. Secondo gli autori, il disseccamento rapido dell’olivo non sarebbe dovuto principalmente a Xylella fastidiosa, che sarebbe presente solo in una minoranza sparuta delle piante coinvolte. L’epidemia viene indicata con la denominazione, caduta in disuso in ambito scientifico, di CoDiRO (Complesso del disseccamento rapido dell’olivo), che la fa apparire come un problema multifattoriale. La principale causa viene individuata nella gestione dell’agricoltura moderna, che avrebbe impoverito i terreni e messo in pericolo la salute delle persone e la sopravvivenza degli oliveti monumentali, attraverso l’uso massiccio di agrofarmaci potenzialmente molto pericolosi. All’origine di tutto ci sarebbe un torbido intreccio di interessi con motivazioni sostanzialmente economiche, che troverebbe un avallo nelle affermazioni degli scienziati, presentate come poco fondate. [...  continua qui sul  sito  ] »

Infatti   , mentre  ancora    si potrà discutere  ed   indagare   sulla  diffusione    e su modo  di   contagio della malattia   da  Xyiella ,   grazie  alle  vecchie  tecniche   e   a quelle   cosiddette  alternative    alle cure   industriali ,    si  sta     come dice  questo articolo    a  contenerne  la diffusione  



  da  repubblica  04 Marzo 2020

Francesco D’Urso coltiva olivi in Salento. A Grottaglie, in provincia di Taranto, porta avanti un’azienda agricola oramai secolare: «È da cinque generazioni che facciamo questo mestiere. Abbiamo 250 ettari di terreni, 40 mila alberi», racconta. Di una cosa è convinto: «La pianta è come una persona, se sta bene produce di più e meglio». Per questo motivo ha deciso di proteggere le sue piante dal rischio che vengano contagiate da Xylella, il batterio killer degli olivi salentini che imperversa dal 2013. In che modo? Utilizzando un concime fogliare a base di zinco, rame e acido citrico, consentito in agricoltura biologica, e curando il terreno e la pianta, ricorrendo ad arature dolci e regolari e potature frequenti. Il protocollo, suggerito dal ricercatore Marco Scortichini del Centro di Ricerca per l’Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura (CREA) di Roma, sta dando risultati promettenti: «Io lo faccio da tre anni: l’azienda accanto alla mia sta tagliando le piante, le mie rendono bene», racconta D’Urso.



L’olivicoltore di Grottaglie non è solo: in totale sono circa trenta i produttori che, tra le province di Lecce, Taranto e Brindisi (per un totale di circa 400 ettari), si sono opposti all’abbattimento degli olivi, la soluzione decisa dall’Unione europea per bloccare l’epidemia di Xylella fastidiosa. Chiamiamoli pure produttori resilienti: pur consapevoli che finora per non è stata trovata cura al batterio, hanno intrapreso una strada diversa dal taglio: «In questo momento, ciò che si può fare è cercare di far convivere nel modo migliore la pianta e l’ospite indesiderato», spiega Francesco Sottile, agronomo dell’Università di Palermo.


Di metodo non ce n’è uno soltanto, ma tutti condividono la cura di terreno e pianta secondo l’approccio agroecologico, cercando di rendere dura la vita all’insetto che trasmette Xylella, la cicalina sputacchina. Francesco De Giuseppe, che con il padre gestisce un’azienda a Otranto, nel leccese, sta testando diverse tecniche. «Abbiamo circa mille piante, divise su diversi appezzamenti, per un totale di una decina di ettari», spiega. In alcuni campi ha adottato un protocollo a base di biostimolanti, in altri sta usando lo stesso concime fogliare di D’Urso, mentre in altri ancora cerca di lavorare «solo a livello organico, senza irrorare alcuna sostanza ed effettuando solo una buona potatura». Un mix di tecniche, iniziate un anno e mezzo fa, tutte finalizzate a raggiungere lo stesso obiettivo, cioè arginare il disseccamento degli olivi. Gli effetti, assicura De Giuseppe, ci sono: «Tra le campagne dove abbiamo applicato le tecniche e i terreni dove non abbiamo fatto niente la differenza si vede. I disseccamenti, in ogni caso, non si bloccano all’improvviso, ma rallentano».
Niente miracoli, insomma, ma ottimi segnali. Molti produttori hanno infatti ricominciato a raccogliere le olive e a portarle in frantoio, con una resa che oscilla tra i 40 e i 60 quintali a ettaro. Olio buono, di qualità: se fino a una ventina di anni fa dal Salento proveniva soprattutto il lampante, l’olio d’oliva di minor qualità, grazie al lavoro di squadra la produzione è andata affinandosi. Lo testimonia il fatto che, anche nell’edizione di quest’anno delle Guide agli extravergini (in uscita nelle prossime settimane e dove vengono recensiti i migliori oli d’Italia), ci sono sei aziende del leccese, in piena zona rossa da emergenza Xylella. Ostinazione verso un cambio di mentalità che sta dando risultati interessanti anche dal punto di vista del riconoscimento economico dell’olio che può affrontare a testa alta un mercato di qualità. Dal tacco d’Italia, insomma, arriva una speranza, al punto che da questa esperienza potrebbe nascere una Comunità Slow Food di olivicoltori resilienti che producono un olio extravergine.
Un modo per stare al fianco dei produttori che si sono rimboccati le maniche. Un impegno che ha consentito anche di salvare piante secolari e assicurare la biodiversità dell’area, minacciata dal taglio indiscriminato. È anche dalla caparbietà dei produttori che, in futuro, potranno nascere nuovi metodi per combattere il batterio killer: «Magari tra un anno o due troveremo un trattamento ancora più efficace. L’importante è sottolineare la volontà di resistere degli agricoltori che hanno smentito chi, nel 2013, non vedeva altra soluzione oltre al taglio delle piante», chiarisce Gianluigi Cesari, ricercatore dell’Istituto Agronomico Mediterraneo, in passato membro della Task Force della Regione Puglia su Xylella.                                                                       

17.2.15

Come superare la tristezza


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<<  La tristezza è un sensazione che colpisce chiunque, seppur in quantità ed intensità differente, ma è una emozione che come le altre fa parte di noi. >> Infatti tutti hanno avuto ( o hanno ) esperienze tristezza e la depressione nella loro vita , sapendo come superarla ed anche che può essere superata , rende i tempi emotivi più facile superare . Ci vuole tempo e pazienza , così come il sostegno in alcuni casi   dei propri cari per evitare che esa si trasformi in depressione e ristagni dentro di noi e la nostra opera d'arte non lasciandoci andare avanti . Ora per superarla ogni uno di noi ha il suo metodo In post \ quest’articolo cercheremo di capire insieme allora come superare la tristezza .

Fra i metodi migliori , vedere anche url in cima al post , l'articolo che mi sembra migliore è quest ' articolo di Giancarlo Sali feb 16th, 2015 preso da http://www.diventaremigliore.com/ trovao su oknews virgilio



Perchè si è tristi

Qualsiasi emozione svolge una sua specifica funzione. Quindi a volte invece che chiedersi ripetutamente il perchè si è tristi o come superare la tristezza,   bisogna accettare questa sensazione perchè essa possa svolgere la sua funzione positiva (lo so che è difficile crederci, ma le cose funzionano proprio così) ed andarsene così come è venuta. Essa giunge spesso per mancanza di qualcosa di inaspettato.

Consigli contro la tristezza

Giusto allora dedicarci ai consigli contro la tristezza. La tristezza dura a lungo e ci condiziona pesantemente perchè noi la accogliamo con l’atteggiamento sbagliato .  Ne risultiamo compresibilmente infastiditi e facendo di tutto per scacciarla, ne aumentiamo involontariamente la durata e l’intensità. Mai bloccare un’emozione, tale atteggiamento prolungherà l’emozione stessa, che tra l’altro riuscirà fuori ancora più potente di prima. I consigli contro la tristezza devono quindi trarre il proprio fondamento altrove.
La tristezza arriva  per mandare in crisi l’immagine che ci siamo creati di noi stessi, magari in maniera del tutto artificiale, e che il più delle volte va contro la nostra natura più autentica e profonda.
La tristezza vuole togliere dal nostro interno l’idea sbagliata che abbiamo di noi stessi e che ci impedisce di essere efficaci e veramente
felici nella vita, creando uno spazio interno vuoto e buio. Ma solo in questo spazio triste appunto, possiamo rinascere e cambiare.
Smettiamo allora di giudicare le emozioni o di considerarle negative, semplicemente non giudichiamole e non giudichiamo quindi anche la tristezza.
Come vincere la tristezza

E siamo alla domanda più importante: come vincere la tristezza?
La nostra interiorità va pazza in positivo per tutto quello che è inaspettato. Concentriamoci allora su singoli aspetti, anche piccoli ed a prima vista banali, diversi dalla normale routine quotidiana, quest’ultima che è la causa principale del sopraggiungere della tristezza.
Come sconfiggere la tristezza

Spesso cerchiamo invano l’evento o la situazione scatenante che ci ha reso tristi, senza però riuscire a trovare niente di significativo
, perchè quel battibecco al lavoro era giù successo 1 milione di volte e non aveva provocato prima d’ora alcuna conseguenza emotiva.
Allora come sconfiggere la tristezza? Tutto dipende da come ci si pone nel momento in cui ci si accorge che si è diventati tristi. Potete trasformare questo evento in un’opportunità o invece in un motivo d’infelicità, che potete trascinarvi dietro addirittura per settimane, mesi ed anni.Cercando di scacciare la tristezza, ne sprecate il suo potenziale positivo. Le due strategie più o meno volontarie che si utilizzano per sconfiggerla non funzionano quasi mai: basta cercare diversivi o divertimenti insignificanti, o iniziare a lamentarsi ed a piangere su noi stessi. Lasciamo scorrere le emozioni allora, anche se con quelle sgradevoli è difficile: rappresenta questa l’unica possibilità per noi. Lasciamo scorrere le emozioni e non giudichiamole mai!

Come superare la tristezza

Il noto psicoterapeuta Raffaele Morelli, risponde così alla domanda su come superare la tristezza: “La tristezza arriva per farci ritrovare il sorriso! È come se, nella vita di tutti i giorni, ci fossimo dimenticati un po’ troppo di noi stessi, del nostro piacere, della nostra gioia. E così le energie hanno cominciato ad abbassarsi, andando sempre più giù, nel fondo dell’anima. Finché è suonato l’allarme. Scendere in basso è il solo modo che l’anima ha per andare a pescare quelle energie e farle riemergere, per farci ritrovare…la gioia!“.


Ora   molti mi diranno   che  sono   bravo  a  copia e incollare post   altrui  ma  non se,mpre  è vero pèerchè  : 1)  non è passiva   infstti  commento sempre le i post   che  copio  ., 2)  talvolta  , quando sento l'esigenza   come in questo caso   cimetto  un po'  della mia esperienza .  

 Dopo   questo  precisazione  \ chiarimento   ecco  come    faccio  io

1)  Accettare   che nella vita  la felicita   è senza limite  va  e poi se  ne va  da  Bolormaa ex  Csi
2)  Non vederla  solo come qualcosa  , specie  quele temporanee  , di negativa   ma  anche di costruttiva  . Se  è  fissa  incanalarla  verso qiualcosa  di  costruttivo  cosi  , come dice   l'articolo sopracitato , possa  <<  Scendere in basso è il solo modo che l’anima ha per andare a pescare quelle energie e farle riemergere, per farci ritrovare…la gioia!“. >>
3)    Prendere  come punto  fisso  che   <<  « Nella vita ci sono il dolce e l'amaro, io dico che bisogna prenderli tutti e due. »  da  Il dolce e l'amaro  un film del 2007 diretto da Andrea Porporati
4)    non pretendere   d'ottenerla  subito  ed  in fretta  
5)  aspettare   nei casi meno  gravi     che passi lasciandola  fluire e non facendo niente  per  contrastarla  
 6) accettare  che non esiste niente  di fisso  (, sempre  allegri o sempre   tristi , ma   trovare  una  via di mezzo    cioè il classico bicchiere mezzo pieno   \  mezzo vuoto  
7) pensare  a  cose  allegre,  viaggiare  con la mente  e la  fantasia   a luoghi immaginari  dimensioni fantastiche  o inventate  \ rielaborate  da te  tipiche di opere letterarie e le derivazioni  cinematografiche   come per  esempio :   le  triologie  de il signore degli anelli ,  di l'hobbit   ,  la  sttoria  infinita  , ecc  ., a mondi fantastici  (  Faerie, la Terra delle Fate o il Reame del Crepuscolo in .vivono Gnomi, Folletti e Fate, il piccolo popolo , ecc. ,. mondi paralleli senza nome, chiamati semplicemente Mondi di Mezzo  ( Altrove .Agathi , ecc. ) ., a  miti   greco - romani ,   ebraici (   come  Illiade  , oddisea  , Eneide  o   il vecchio testamento della bibbia , ecc  ) e  Irlandesi   \  celtici  (  tavola rotonda, re  artu  ,  merlino  , morgana )  e  chi più ne ha più  ne metta   







opure   a  luoghi  reali   e bellissimi con l'irlanda  e l'islanda   o la   terra del fuoo   ovvero  la  punta  estrema  del mondo  ovvero  un arcipelago dell'America del sud, situato all'estremità meridionale del continente. Si estende a sud e ad est dello Stretto di Magellano. Il territorio insulare, di area pari a 73.753 km², è diviso tra l'Argentina e il Cile



N.b
Ovviamente  senza   esagerare   perchè tali fughe  \  evasioni  posso portarci  ad avere  l'effetto opposto    cioè vewnire  meno alle nostre responsabilità  nella vita di tutti i giorni 


oppure   se  si ha  fede  , ma sopratutto  si  cattolici praticanti  ( non necessariamente bigotti  \  fondamentalisti  )




Speriamo allora di avervi fornito in questo post dei consigli e delle informazioni utili su come superare la tristezza.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...