Visivamente la serie si distingue per una qualità - passatemi il termine - cinematografica capace di lasciare secche molte produzioni analoghe.
Tante buone idee, a cominciare dalla costruzione della componente mitologica e di alcune linee narrative.
Di contro, le varie tessere della trama generale non sempre si incastrano a dovere, e certe soluzioni mi sono sembrate un po’ troppo alla buona.
Dopo una lunga e difficile scalata, capace di portare spettatori e fan di tutto il mondo in un'altalena fatta di alcuni alti e molti bassi, Il Signore degli Anelli anzi meglio gli Anelli del Potere \ The Rings of Power è arrivato alla fine della sua prima stagione. Per uno come me che ha letto il signore degli aneli senza le appendici perchè , alllì'epoca aveva 15\17 anni poco esperto di letteratura , le riteneva come delle semplici note e un qualcosa di supponente e borioso questa trasposizine cinermatografica mi è piaciuta abbastanza . Lo so che per giudicare il lavoro fatto su un classico della letteratura del secolo scorso si dovrebbe aspettare la fine delle stagioni e recensirlo nel suo complesso Ma già alla fine d'essa ci sono abbastanza elementi ,per poterlo fare , anche se in maniera parziale e non globale \ completa .
Vieniamo adesso alla recensione
Una bella fotografia , il competente anche l’utilizzo degli effetti visivi, che mescolato al lavoro sulle scenografie, a quello sui costumi (notevolissime, a proposito, le fogge di certe armature) e alle musiche composte da Bear McCreary è effettivamente riuscito a trascinarmi ed emozionarmi
Ho apprezzato anch'io : << (... ) la capacità della serie nel cogliere e portare a schermo il senso del mito,[ almeno dalla "lettura parziale " de il signore degli anelli ] tipico di Tolkien e presente soprattutto in opere come Il Silmarillion o Racconti incompiuti; quello stesso movimento che, fin dalla notte dei tempi, ha traghettato le storie dell’umanità nella cosiddetta sfera del sacro. (...) >> da Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere - La recensione di https://it.ign.com/
Infatti tutte e otto le puntate attraversano con grande efficienza fantastico e prosaico, religione e folclore, passando coerentemente tra i vari registri a seconda ci siano di mezzo le tradizioni di questa o quell’altra schiatta: gli elfi, per fare un esempio, abitano una dimensione di solenne alterità che giustifica scelte apparentemente controverse come l’ingresso a Valinor, praticato attraverso luce e musica, ma soprattutto la nuotata di Galadriel (Morfydd Clark), assolutamente pertinente nell’ottica “eroica” del personaggio, nonché capace di evocare un vero e proprio spazio mitico, deliberatamente iperbolico e vincolato a esigenze narrative, prima ancora che alla fisica o alla geografia. Essa è avvincente , con colpi di scena alcuni innaspettati altri prevvedibili anche ad intuito , ma buoni \ discreti e non banali ( almeno non totalmente ) nel suo complesso .
Da non esperto \ fans Tolkeriano ma da semplice lettore posso dire che c'è stato un buon addattamento dell'opera in questione tnto a riuscire a conquistare sia i lettori parziali , sia chi non ha mai letto l'opera di T . Infati se io fossi uno di quest ultimi vista la forte curiosità ed attrazione suscitata dallla visione della serie prequel andrei a leggere la sua opera o meglio le sue opere visto che sono tutte colegate . Infatti credo che mi rileggero iniziando dalle appendici il signore degli anellli cioè la storia , gli usi i costumi , ecc dei singoli popoli della terra di mezzo e poi l'hobbit . Ritrnando alla recensione , almeno fin ora , si è realizzato quanto Federico Guglielmi, ovvero il numero 4 del collettivo dei Wu Ming tra i fondatori nel 2014 l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani
ovvero la ww.jrrtolkien.it, che in una manciata d’anni ha imposto un nuovo standard nell’approccio allo scrittore. Egli sul n°1793 venerdi repubblica del 29\7\2022 ( copertina a sinistra )
[....] A settembre arriva la serie su Amazon prime. Aspettative?
« Non ne ho. Spero soltanto che la montagna di denaro investita abbia prodotto una trama e una sceneggiatura che reggano, a prescindere dal grado di fedeltà all’originale. Se la nuova serie salvaguardasse il senso delle storie narrate nel Silmarillion (opera che venne pubblicata nel 1977 e che può essere definita come la base del Signore degli Anelli e dell’Hobbit ) senza banalizzarle, sarebbe già un risultato di cui rallegrarsi
Una conferma ulteriore conferma dell'aspettativa la si trova nelle dichiarazioni degli stessi registi sempre sul venerdi di repubblica prina citato [... ] « Ci siamo affidati allo stesso Tolkien. In una delle sue lettere, la 131, indirizzata all’editore Milton Waldman, spiegava che quello che lui voleva fare era creare una mitologia che potesse “lasciare spazio ad altre menti e altre mani, capaci di maneggiare pittura, musica, drammaturgia”. Sperava che altri avrebbero portato avanti quelle storie, allargato i confini». Una missione che ha trovato i missionari giusti. «Gli Anelli del Potere è la Grande Storia mai scritta da Tolkien. Nei libri non c’è perché l’abbiamo costruita confrontandoci anche con studiosi tolkeniani di rango come Tom Shippey. Abbiamo seguito le indicazioni di Tolkien come i marinai seguono le rotte tracciate dalle stelle», romanticizza Payne, unendo personaggi, luoghi, frammenti, che sono tutti sparsi nelle annotazioni. Infatti ,ad avermi convinto Soprattutto è stata la caratterizzazione del misterioso Straniero
interpretato secondo me magistralemte da Daniel Weyman, forse il personaggio più intrigante per le implicazioni sovrannaturali che si porta appresso, quanto per come vengono espresse a livello visivo e narrativo , tanto che io ed altri siti l'hanno fin quasi all'ultima puntata scambiato per Sauron . Inoltre sempre secondo Ing Italia << ( .... ) lo Straniero rappresenta il primo tassello di un gioco di svelamento ai limiti del giallo esteso progressivamente anche ad altri personaggi, e che per quanto mi riguarda ha contribuito moltissimo al fascino di questa stagione: trovo sempre stimolante quando una serie approfitta della propria, ehm, serialità per mettersi a giocare col pubblico, a maggior ragione se detto pubblico attraversa uno spettro variabile tra i casual di Jackson e i filologi tolkieniani pronti a strapparsi i capelli al grido di “IMPOSSIBILE SIA GANDAAALF, SIAMO NELLA SECONDA ERAAAA !.>> Finite le sviolinate, è il momento di passare alle cose che non mi sono piaciute o mi hanno lasciato un po' perplesso ma no troppo visto che sia gli sceneggiatotri ed il cast sono fatti da esordienti che si stanno cimentando con qualcosa più grande di loro oltre che d'inesplorato a livello di trasposizione delle opere di Tolkien .
La gestione generale dell’intreccio, al modo – spesso meccanico se non addirittura pretestuoso – con cui autori e autrici hanno scelto di far convergere le varie trame, e all’eccesso di deus ex machina, soprattutto se ripenso a una certa faccenda più prossima all’idraulica e alla geologia, che al fantasy.Tale mancanza di coesione genera dei veri e propri saliscendi qualitativi che finiscono per impicciare intere puntate, laddove - per esempio - tra le prime e le seconde due c’è un abisso, in termini di efficienza, e non solo per la presenza di momenti “Occhi del cuore”, tipo il capopopolo che aizza la brava gente di Númenor o la cavalcata al ralenti di Galadriel (anche perché, se parliamo di faccende “cheap” niente batte la trasformazione di una certa scritta).
Bonfa e Castelli 2022 .
nelllo stucchevole o quasi politicamente corretto a tutti i costi . Comunque da uno a 10 un buon 7 è meritato . il (buon) finale ha sciolto diversi dubbi gettando basi intriganti per il futuro, nella speranza che la serie riesca a scrollarsi di dosso le incertezze e spiccare il volo nelle successive stagioni.con questo è tutto aspettiamo con ansia la seconda stagione della serie. E vedremo se le strocature o critiche completamente negative come quella di https://serial.everyeye.it/ e quelle tiepide come quella di ING citata nelle righeprecedenti troverà conferma o meno