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30.5.15

anche con la crisi resiste la solidarietà i valori della solidarietà. la storia di Alfredo Fiorentino aveva aperto l'attività sette mesi fa. Costetto a chiudere per la crisi e debiti con lo stato ha deciso di dare un pasto agli indigenti


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da  http://bari.repubblica.it/cronaca/ del 30\5\2015

Lecce, il panettiere costretto a chiudere per la crisi regala pane e focacce in piazza

Alfredo Fiorentino aveva aperto l'attività sette mesi fa. Costetto a chiudere dopo aver lanciato appelli alle istituzioni, ha deciso di dare un pasto agli indigenti
di CHIARA SPAGNOLO

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Alfredo Fiorentino ha provato ad avviare un'attività tutta sua. Sognava di fare il panettiere, ma la crisi lo ha stritolato e ora del suo sogno restano solo 25mila euro di debiti e l'insegna Baudaffi, che ha esposto in piazza Mazzini per gridare a una Lecce gremita di turisti la sua rabbia. Accanto a lui gli amici a cui ha teso la mano nell'ultimo mese: tante persone in difficoltà per le quali ha sfornato gratuitamente pane, focacce, pucce pur sapendo di essere ormai prossimo alla chiusura.
La storia di Alfredo - 32 anni e un passato di cuoco in ristoranti e stabilimenti balneari - è emblematica di un momento storico difficile, in cui il coraggio di mettersi in proprio non basta. La panetteria in via Liguria, alle spalle del tribunale, l'ha aperta sette mesi fa grazie a un finanziamento da 10mila euro, appena sufficiente per prendere in affitto un locale e iniziare a pagare a rate l'attrezzatura. All'inizio c'era tanta voglia di fare, energia nell'alzare la serranda quando era ancora buio, nell'impastare e sfornare. Poi, con il passare dei mesi, la realtà si è palesata: gli affari non sono andati bene e per continuare a pagare i fornitori il giovane si è indebitato con gli amici e con le banche, finché ogni porta gli è stata chiusa in faccia.


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Giovedì le attrezzature sono state portate via dal locale - "ho sprecato tutti i soldi che avevo già versato" - e lunedì 1° giugno le chiavi saranno restituite al proprietario. La protesta in piazza Mazzini è più che altro simbolica: "Vorrei sollecitare l'attenzione dell'opinione pubblica sulle difficoltà che incontra chi, come me, non ha le spalle coperte e vorrebbe farcela solo con la forza del lavoro". A sostenerlo tanti amici, persone indigenti, alle quali ha dato buste di pane da portare a casa quando non avevano i soldi per comprarlo e sfamare i loro figli. Tutti gli vogliono bene e lo stimano per quello che.. ha fatto. Nessuno di loro, però, può aiutarlo e Alfredo lo sa.
Il suo rimpianto è di non avercela fatta, nonostante gli sforzi. E di non poter coronare il suo sogno d'amore, a causa della mancanza di un minimo stipendio che gli consenta di mantenere una famiglia: "Anche la mia fidanzata non lavora. Sposarsi è impossibile, così come pensare di mettere al mondo un figlio, anche se è la cosa che vorrei di più al mondo".

 ma   fino a  quando  visto  l'aumento   dei  commenti xenofobici  \  razzisti ,   bufale  prese sul serio  e rilancie  come verità assolute  ,  propaganda malpancista  , destra  che  usa   i crimini degli immigrati   come news  principali  .
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13.9.13

Nuoro Benefattore senza volto in chiesa: «Venni sfamato dalla Madonna»


unione sarda DEL 13\9\2013
Il parroco don Francesco Mariani: «Rivelare la cifra donata svilirebbe l'importanza di un messaggio altamente educativo e volutamente silenzioso».


NUORO «Un'offerta consistente». Quanto? «È il gesto, non l'importo che conta». Taglia corto don Francesco Mariani, parroco di San Giuseppe che richiamando l'obolo della vedova del Vangelo di Luca ( «Costoro han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere») invitando i fedeli a riflettere. Perché ci sarà pure, come accade in qualche altra città sarda, chi per vergogna o apparire generoso dona pubblicamente durante la messa bottoni o banconote false, ma a Nuoro non manca chi è capace di piccoli-grandi gesti.
BENEFATTORE SCONOSCIUTO Don Mariani l'altro giorno ha notato nel cestino depositato ai piedi dell'altare un foglio bianco piegato in quattro che custodiva una o più banconote. Diciotto righe scritte in bella e ordinata calligrafia con un finale che potrebbe fare da titolo: «Io ho già». Raccontano un episodio che dimostra quanto sia radicata la solidarietà di poveri tra poveri. Una mamma che, «molti anni fa», chiedeva aiuto alla Madonna per sfamare i suoi bambini. Andò a fare la sua comunione e, tornata al posto, si accorse che qualcuno durante la sua assenza aveva depositato cinquanta lire nella borsetta.
BONTÀ SENZA VOLTO Una benefattrice o un benefattore sconosciuto, con i puntini di sospensione che portano a una Divina Provvidenza travestita da uomo o donna «che ancora una volta ci aveva sfamati». E quel gesto di «tanti anni fa», assolutamente anonimo, ha voluto riproporre il donatore, scrivendo un messaggio semplice quanto importante che piacerebbe anche a Papa Francesco: «Io non ho molto, ma forse anche oggi c'è bisogno di pane e latte e io ho già». Il parroco di San Giuseppe ha letto il messaggio dall'altare senza fare commenti: «Ho pregato per quella mamma - si limita a dire don Francesco Mariani - sapendo che a Dio non servono i nomi e, anzi, come dice il Vangelo, la tua elemosina resti segreta e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
CARITAS POTENZIATA Un segreto che presuppone soprattutto il silenzio, ribadisce il sacerdote, «ogni parola rischia di rovinare la bellezza e l'importanza di questo gesto bello e importante perché semplice». Oltre che nella sua parrocchia, il direttore di Radio Barbagia e fondatore della cooperativa sociale Il Mandorlo, conosce molto bene i bisogni anche come direttore della Caritas diocesana impegnata, «silenziosamente», su molti fronti: «Su sollecitazione del vescovo monsignor Mosè Marcia stiamo finalmente concretizzando un progetto riorganizzativo che sarà ufficializzato nei prossimi giorni», conclude don Francesco Mariani anticipando solo che a Nuoro nei giorni scorsi sono arrivate tre suore vicenziane.
IL VESCOVO Si punta a moltiplicare l'impegno verso coloro che - come ha detto monsignor Marcia nella sua omelia del Redentore - «più hanno bisogno e, per pudore, non tendono neanche la mano». Un pudore che, per fortuna, contagia anche i benefattori.

Michele Tatti

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...