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Prato, escluse dal ballo perché gay: dopo il dietrofront del liceo, Adele e Viola partecipano insieme Il regolamento interno era stato cambiato ed esteso alle coppie omosessuali

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 molti  mi diranno  è  basta parlare  di gay ed  lgbt . Ma  fin quando  una persona   sarùà  discriminata  , offesa  , e maltrattata     per  il suo orientamento  o identità sessuale  mi  sembra  più che giusto     continuare  a parlarne  .  https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/ Prato, escluse dal ballo perché gay: dopo il dietrofront del liceo, Adele e Viola partecipano insieme Il regolamento interno era stato cambiato ed esteso alle coppie omosessuali facebook Adele Landolfi e Viola Righini ce l'hanno fatta: sabato 18 giugno, hanno partecipato – insieme – al ballo delle debuttanti. All'inizio di maggio, le due ragazze erano state escluse dall'evento organizzato per gli studenti dell'ultimo anno dal Convitto Cicognini di Prato perché lo statuto non prevedeva la partecipazione delle coppie omosessuali. Dopo la denuncia pubblica di Viola e le successive polemiche, il regolamento interno era stato cambiato ed esteso alle coppie gay. Una vittoria per le giovani, che so

Morta Carmen De Min, storica mamma del Leoncavallo che non abbassò mai la testa e il pugno

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Aveva 87 anni, era nato nel Bellunese, poi da sindacalista il trasferimento a Milano, al Casoretto. Dopo l'omicidio di Fausto e Iaio formò con altre donne il comitato per avere giustizia   repubblica  online                                                       di Massimo Pisa Una storia come quella di Carmen De Min, e delle altre "Mamme Antifasciste del Leoncavallo", poteva nascere solo a Milano. E svilupparsi, e avere un ruolo pubblico che saldava valori familiari, lutto e militanza politica, lì dove le lotte degli anni Settanta mietevano vittime innocenti, generavano misteri irrisolti ancora oggi, ma incrociavano testimonianze civili di insuperata purezza. Come quella di Carmen, bellunese di Chies d'Alpago e morta oggi a 87 anni, la metà dei quali spesi accanto alle lotte di un'altra generazione, quella delle figlie e dei ragazzi extraparlamentari di sinistra che si aggregavano in centri sociali, chiedevano e si prendevano spazi industriali abbandonati e vivev

«Lettere dall’Italia», il brano cantato in tutti i dialetti . un nuovo inno nazionale

questo  dovrebbe essere  il  vero   inno nazionale  . Che  descrive  :  tutte le  sofferenze e dolori , le   gioie  ,  le  diversità  etniche ed  linguistiche  che  ancora   resistono  nonostante      sia unita    politicamente   dal  1861   (    secondo altri  dal 1918    con l'acquisizione  del   trentino  e  del friuli )  linguisticamente  dal  1954  (  con la  televisione  )

il femminicidio non è solo omicidio . "Violentata dal mio padre adottivo fin da bambina" La battaglia di una donna di 34 anni per riavere il cognome del padre naturale,

dall'unione  sarda  CRONACA SARDEGNA - SULCIS IGLESIENTE Ieri alle 21:10, aggiornato ieri alle 22:00 testimonianza-choc Iglesias, il calvario di Chiara: "Violentata dal mio padre adottivo fin da bambina" La battaglia di una donna di 34 anni per riavere il cognome del padre naturale, dopo la condanna dell'uomo che le ha rubato la giovinezza Chiara di Iglesias (il nome è di fantasia) ha subìto per anni le violenze da parte del padre adottivo: quell'uomo, che aveva sposato la madre con l'intento (fasullo) di proteggere la famiglia, le ha rubato l'infanzia e l'adolescenza. Ora che ha 34 anni - dopo aver faticato a lungo per far credere che i suoi racconti erano veri e arrivare al processo che si è concluso con la condanna dell'uomo a 8 anni di reclusione, poi confermata in Appello - ha deciso di iniziare una nuova battaglia: liberarsi di quel cognome che non ha mai sentito suo e riprendersi quello del padre naturale. Per raccontare la

Sulcis. Il coro dell’Italietta perbene: “Protesta troppo teatrale”

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da   http://www.mirorenzaglia.org/ Sulcis. Il coro dell’Italietta perbene: “Protesta troppo teatrale” BY MIRO  –  31 AGO '12 POSTED IN:  INTERNO Ma guarda un po’ qual è il vero problema: non piace l’estetica della loro protesta. Non piace chi si tagliuzza, irrita chi ricorda la quantità di esplosivo che è là sotto. Le proteste noi le vogliamo tranquille, silenziose, non disturbanti, non innervosenti. Che non attentino alla nostra serenità, non gettino discredito sulle istituzioni, non producano danni, non impediscano il normale svolgimento della vita pubblica e privata di alcuno, non offendano, non facciano nemmeno pensare. Le vogliamo così da un pezzo. Oggi, una novità: devono anche essere molto, molto discrete sotto il profilo “visivo” e “auditivo”. Nulla deve essere detto che possa agitarci. Nulla deve essere fatto (neppure a sé stessi) che possa procurarci il minimo moto di fastidio. Che cadute di stile, questi minatori. Roba da farci andar via l’appetito e