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24.2.19

le cilìviltà ed il meditteraneo cagliari 14 febbraio - 16 aprile 2019 . la diversità spiegata ai salvinisti e razzisti di casa pound e forza nuova


Una spettacolare mostra   quella  che , vedere   foto    del manifesto (  le  altre  nei prossimi  giorni -- qui  un anticipo -- sul mio  facebok    )     si tiene a cagliari al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari / Palazzo di Città sito piazza Arsenale 1 , visitabile dal visitabile dal 14\2\2019 al 16\4\2019.
Una  mostra   interessantissima  ed  utilissima (  anche  se  se  so    che   è come  dare le perle  ai porci  , ma  io  sono testardo  e  non demordo  )     per guardare dalla #Sardegna alle Civiltà del #Mediterraneo all’alba della Storia. Intrecci, confronti, dialoghi dal bacino del Mare Nostrum alle montagne del Caucaso. Oltre 550 opere da importanti Musei internazionali e dalle collezioni sarde, per connettere la #culturanuragica ai grandi processi di civilizzazione della protostoria.
Utile  soprattutt0o ed  in particolare  ai  :   #leghisti #salvinisti , #casaPound, ed affini che vedono gli italiani ed  i  sardi  come puri ed gli altri popoli come barbari ed invasori . Ed a chi crede acriticamente alla loro propaganda e teorie astruse delle razze e della loro purezza. Infatti “Che cos’è il Mediterraneo?” si chiede lo storico Fernand Braudel, e risponde: “Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una cultura ma una serie di culture accatastate le une sulle altre. Viaggiare nel Mediterraneo significa sprofondare nell’abisso dei secoli, perché è un crocevia antichissimo”.
Infatti la sardegna in questo periodo , ma se si studia la sia storia e la sia cultura non quella standard delle guide turistiche e delel riviste patinate ci si a accorge che la risposta del Braudel vale fino all'anno mille cioè al XI secolo.
 Ottima   l'idea    dei curatori \  curatrici   d'aver inserito   in gi sala   insieme  ai reparti   anche :   dei  libri   di pier paolo  pasolini  , mberto  saba  ,  quasimodo ,  k.kavatis  ,  nazima  hirknet  ,   casula  antioco  ed  altri autori ardi  ,       aperti si detterminate  poesie     collegate     alla tematica    della  mostra   
 da  https://www.instagram.com/mussi_secondo_/

e  frasi     come  questa 

L'immagine può contenere: testo

  o questa
   Nessuna descrizione della foto disponibile.

 che  collegano   a volte  in maniera    pindarica    ma  azzeccata   la tematica    della  mostra  .  concludo cosi  rispondo per  l'ennessima  volta   scusate  ma non  ci riescoa mandarli  a  fanculo  ,      a  chi mi  dice     che    non sono italiano  e  che    insulto la mia patria    .  questa  è la mia patria
L'immagine può contenere: testo  .

1.4.15

c'era volta uno stazzo

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 i mie precedenti post  in cui parlo  degli stazzi
  questo sito


Fra   le  canzoni  che descrivono meglio  il post  d'oggi ed  quindi  anche  la mia  esperienza  ed  i ricordi  familiari diretti e  indiretti    della  mia infanzia  (  ne  ho parlato  in altri  post    del blog   sia quando  si chiamava  cdv.splinder   sia  dopo quando  ha   avuto la denominazione   attuale    )      ci sono   oltre  al cd   la terra, la guerra , una questione privata 
queste  due  canzoni   (  la  seconda  è una     cover  della  sua   canzone   )   di  un autore  che non ha   bisogno di presentazione  



con la  collaborazione dell'altro   blog (  in realtà  è di mio padre  dico nostro  perchè mi serve  come spunto  d'idee     per eventuali    i post   da mettere   sul  il mio   è questo  è  un caso )   . http://costasmeraldagarden.blogspot.com/




Lo stazzo è una forma di insediamento rurale tipica della Gallura.Esso Ha origini molto antiche come testimonia 


La sua peculiarità consiste  nella contemporanea presenza di più colture e allevamenti.La forma di allevamento predominante è quella del bovino ma anche degli ovini, caprini e  suini.
Lo stazzo è un'unità produttiva autosufficiente,la produzione è volta in primo luogo verso il consumo del nucleo familiare.La superficie media è intorno ai 20-30 ettari.
Oggi dello stazzo rimangono quasi esclusivamente i fabbricati, mentre  non vi sono le famiglie che vi risiedevano  , eccetto poche eccezioni nelle zone vicine ai centri abitati prossimi al mare.
Il fabbricato dello stazzo ha forma rettangolare, con poche finestre di piccola dimensione perchè la porta d'ingresso, quasi sempre aperta serve anche da sorgente luminosa.
Questa casa "stazzina" è abbastanza  importante, con muratura curata e graniti lavorati nei capitelli e nei riquadri. Al suo apice il fabbricato diviene "lu palazzeddu", quando si aggiunge un piano superiore,spesso con balcone. Ma in questo caso siamo all'evoluzione "da  pastori a signori"  per  parafrasare    il  famoso testo di  Giusepe Mele sulla storia  della  Gallura  .
Confermo quanto detto da  mio padre   aggiungendo  un  piccolo estratto    dalla mia tesi di laurea

In Gallura   come  in  tutta la  Sardegna fino agli inizi del XX secolo è quella del   popolamento dell'interno e l'abbandono delle coste. Infatti : « ( .... )   Le condizioni storiche che causarono lo spopolamento sono da ricercare nello stato di  abbandono generale nel quale si trovava tutta la 
Sardegna, dopo alcuni secoli di dominazione spagnola [  anche  prima secondo alcuni storici  corsivo mio   ]  a questa si aggiungevano le frequenti incursioni saracene lungo le coste e si capisce il motivo per cui nella Gallura marittima esisteva il solo villaggio di Olbia. Gli altri erano raggruppati alle falde del Limbara (Aggius, Bortigiadas, Tempio, Luras, Calangianus e Nuchis ) ». ( .... da   P.SUELZU Lo stazzo Gallurese,in Atti del Convegno. "Coment'era” ,Viddalba 9 giugno 2007.pp.69-76 ,Alghero 2008 )
La colonizzazione delle zone abbandonate fu la conseguenza di una notevole immigrazione dalla vicina Corsica; in seguito ulteriormente rafforzata, nei primi anni del Settecento, anche dal movimento della gente dell’interno, per lo più pastori, che dai villaggi, nelle loro transumanze, si spingevano fino alle zone disabitate. Si trattava in genere di migrazioni temporanee. Erano soliti abbandonare il villaggio nel tardo autunno per poi rientrare al villaggio d’origine, all’inizio dell’estate, quando era terminata l’annata agricola. Durante questo periodo, all’inizio, soggiornavano in strutture di fortuna utilizzando come abitazione qualche nuraghe o, più spesso le spelonche scavate nella roccia dagli agenti atmosferici. In seguito furono costruiti i “cuponi”, capanne circolari di pietre a secco con il tetto ricoperto di frascame, in pratica gli antenati della casa dello stazzo.
La prima fase della colonizzazione, caratterizzata dalla presenza di insediamenti temporanei presenta quindi in  prevalenza un’economia di tipo pastorale allo stato  brado. In seguito con il formarsi dei primi insediamenti   fissi si intraprendono anche attività agricole e di   allevamento più intensivo Tale insediamento rurale fu   tipico del nord Sardegna e della Corsica principalmente  della Gallura.
IL termine "stazzo"(in gallurese lu stazzu) deriva dal  latino "statio", stazione, luogo di sosta Esso Indica  contemporaneamente l'azienda contadina e la  costruzione in cui abita il proprietario ed è costituito da  un'abitazione di forma grossomodo rettangolare  costituita da blocchi di granito e all'interno suddivisa in  massimo due ambienti ,ma più spesso da un  monolocale. All'esterno era spesso annesso il forno (lu  furru) ed un piccolo magazzino (lu pinnenti). Raramente  un edificio nato come stazzo si eleva oltre il piano  terreno, ed in questo caso viene definito palazzo (lu palazzu) ,. Si può quindi parlare organismi \ strutture a  funzione complementare agricola e pastorale, organizzati in modo da essere autosufficienti, disponendo di coltivi, pascoli, seminativi, nonché di una  o più dimore.
Un insieme di stazzi formavano la cussorgia (la cussogghja), un'entità geografica e sociale unita da
vincoli, particolari ed insoliti, di forti di amicizia e collaborazione soprattutto di ordine prevalentemente morale, specie durante il ciclo agricolo o in occasioni particolari come la trebbiatura, la vendemmia o la costruzione di un recinto, tutti i vicini di un proprietario formano una squadra di lavoro che presta gratuitamente la propria opera.
Un altro esempio di vincolo esistente tra i "cussoghjali" è  quello della punitura. Questa norma di comportamento prevede che chiunque abbia perduto il gregge, per sorte avversa o per furto o per ritorsione, riceva in dono dai vicini un capo bovino o ovino.
Le case erano, prima d'essere abbandonate o “modernizzate”, piccoli capolavori di quella che può  essere definita un'architettura molto semplice e  spontanea. Difficilmente si notano le poche che non hanno subito radicali trasformazioni, spesso pacchiane: il loro impatto ambientale è pari a quello, di quelle poche  che vengono curate, dei muretti a secco, ulteriore e fondamentale elemento della geografia gallurese, segni  dell'uomo integrati nel tessuto agrario. Infatti essi hanno rappresentato in Gallura il fulcro della vita rurale di  migliaia di pastori-agricoltori per centinaia di anni cioè  fino alla fine XIX e inizi del XX secolo, quando la sua  caratteristica viene messa discussione negli anni ‘50
con il fenomeno di migrazione dalle campagne verso i  nuovi centri abitati (il cosiddetto boom economico e  l’avvento del turismo) con l’affermarsi di nuovi sistemi  economici e nuovi modelli di vita, e poi dagli anni '60\80  quando si sono diffusi i fenomeni dell'inurbamento delle  coste e poi la sub-urbanizzazione delle campagne  portano in pratica alla fine della civiltà dello stazzo. Ma  ancora persiste soprattutto nelle località marittime  snaturato nella sua funzione originaria dal fenomeno  delle seconde e terze case e secondo alcuni dalla trasformazione \ riadattamento in agriturismi e B&B
dotati dei migliori comfort.I motivi della scomparsa del modo di vita, della civiltà dello stazzo, sono da ricondurre all'evoluzione del sistema economico.L'economia basata sull'autoconsumo, sull'impiego  intensivo della forza lavoro non può reggere di fronte alla concorrenza delle grandi aziende basate su una spinta meccanizzazione, elevata standardizzazione del prodotto. Il supermercato decreta la fine della  produzione artigianale,parcellizzata. La politica agraria e sociale della regione sarda non ha saputo cogliere  l'importanza dello Stazzo, insieme ad esso sono  scomparse, l'insediamento sparso, la cura del territorio e dell'ambiente rurale, la civiltà ad esso legate, una parte pezzo importante irriproducibile della nostra Isola.





23.12.14

edilizia in sardegna

   musica   condigliata  Naneddu meu  con testo e traduzione




                   foto  di   Marcello Scano ( mio Padre  ) 



  Questo è  Fonni un paese dell'interno che pure poteva riprendere le tradizioni molto interessanti.Non parliamo di Olbia (  solo per  citarte  il caso più noto ) dei suoi litorali che non avendo modelli ha scopiazzato dalle ville dei ricchi.
Ora   anche se  ormai   danni enormi    sono stati fatti ,  siamo forse  ,  ancora  in tempo a salvare il salvabile  . Anche se  sarà difficile  visto  l'abbandono delle tipologie costruttive tradizionali e i nuovi "stili".Così stiamo distruggendo la Sardegna. Discorso lungo,la cultura, il pseudo modernismo, i geometri,gli architetti(  ovviamente senza  generalizzare    e fare  di tutta  un fascio  ) . Infatti ecco un ottima  discusssione  fra  l'amico  

  • Pierangelo Sanna la politica delle case ha progetto (fienili etc) è stato l'inizio della fine (un progetto per tutte le stagioni che ha falcidiato gli stilemi architettonici dell'architettura spontanea con l'uso a sproposito del calcestruzzo etc.). Il geometra ha assunto il ruolo dell'architetto senza averne la cultura, l'architetto che avrebbe dovuto avere la cultura la usava per scopiazzare le opere dei "noti" ma fuori contesto e così abbiamo assistito alla crescita dello scempio che conosciamo ecc ecc. Quando tutto questo avveniva l'ente pubblico non era assente, era complice.
     
      e mio padre

  • Marcello Scano Mi sono sempre domandato perchè in Gallura, che pure ha avuto la tradizione dello stazzo, si sia consentito di abbandonare le vecchie costruzioni per edificarvi a pochi metri un fabbricato nuovo,con tanto di porticati,archi di prammatica.Naturalmente i tedeschi o gli stranieri che acquistano gli stazzi lo recuperano e ne conservano quasi sempre le peculiarità.D'altra parte ci sono state pubblicazioni e studi sulle antiche costruzioni in Sardegna ma è mancato un intervento delle Regione per dettare le linee guida ai Comuni e ai progettisti. Ma queste sono impressioni,non ho la competenza per affrontare un discorso così specialistico.

    Pierangelo Sanna la regione Friuli, nella ricostruzione del dopo terremoto, ha utilizzato gli studi sulle tipologie costruttive della regione per dettare le linee guida a cui i progettisti dovevano attenersi per evitare gli scempi che conosciamo noi.

    [...   continua    qui   http://goo.gl/3QprVJ  ]






emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...