c'era volta uno stazzo

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Fra   le  canzoni  che descrivono meglio  il post  d'oggi ed  quindi  anche  la mia  esperienza  ed  i ricordi  familiari diretti e  indiretti    della  mia infanzia  (  ne  ho parlato  in altri  post    del blog   sia quando  si chiamava  cdv.splinder   sia  dopo quando  ha   avuto la denominazione   attuale    )      ci sono   oltre  al cd   la terra, la guerra , una questione privata 
queste  due  canzoni   (  la  seconda  è una     cover  della  sua   canzone   )   di  un autore  che non ha   bisogno di presentazione  



con la  collaborazione dell'altro   blog (  in realtà  è di mio padre  dico nostro  perchè mi serve  come spunto  d'idee     per eventuali    i post   da mettere   sul  il mio   è questo  è  un caso )   . http://costasmeraldagarden.blogspot.com/




Lo stazzo è una forma di insediamento rurale tipica della Gallura.Esso Ha origini molto antiche come testimonia 


La sua peculiarità consiste  nella contemporanea presenza di più colture e allevamenti.La forma di allevamento predominante è quella del bovino ma anche degli ovini, caprini e  suini.
Lo stazzo è un'unità produttiva autosufficiente,la produzione è volta in primo luogo verso il consumo del nucleo familiare.La superficie media è intorno ai 20-30 ettari.
Oggi dello stazzo rimangono quasi esclusivamente i fabbricati, mentre  non vi sono le famiglie che vi risiedevano  , eccetto poche eccezioni nelle zone vicine ai centri abitati prossimi al mare.
Il fabbricato dello stazzo ha forma rettangolare, con poche finestre di piccola dimensione perchè la porta d'ingresso, quasi sempre aperta serve anche da sorgente luminosa.
Questa casa "stazzina" è abbastanza  importante, con muratura curata e graniti lavorati nei capitelli e nei riquadri. Al suo apice il fabbricato diviene "lu palazzeddu", quando si aggiunge un piano superiore,spesso con balcone. Ma in questo caso siamo all'evoluzione "da  pastori a signori"  per  parafrasare    il  famoso testo di  Giusepe Mele sulla storia  della  Gallura  .
Confermo quanto detto da  mio padre   aggiungendo  un  piccolo estratto    dalla mia tesi di laurea

In Gallura   come  in  tutta la  Sardegna fino agli inizi del XX secolo è quella del   popolamento dell'interno e l'abbandono delle coste. Infatti : « ( .... )   Le condizioni storiche che causarono lo spopolamento sono da ricercare nello stato di  abbandono generale nel quale si trovava tutta la 
Sardegna, dopo alcuni secoli di dominazione spagnola [  anche  prima secondo alcuni storici  corsivo mio   ]  a questa si aggiungevano le frequenti incursioni saracene lungo le coste e si capisce il motivo per cui nella Gallura marittima esisteva il solo villaggio di Olbia. Gli altri erano raggruppati alle falde del Limbara (Aggius, Bortigiadas, Tempio, Luras, Calangianus e Nuchis ) ». ( .... da   P.SUELZU Lo stazzo Gallurese,in Atti del Convegno. "Coment'era” ,Viddalba 9 giugno 2007.pp.69-76 ,Alghero 2008 )
La colonizzazione delle zone abbandonate fu la conseguenza di una notevole immigrazione dalla vicina Corsica; in seguito ulteriormente rafforzata, nei primi anni del Settecento, anche dal movimento della gente dell’interno, per lo più pastori, che dai villaggi, nelle loro transumanze, si spingevano fino alle zone disabitate. Si trattava in genere di migrazioni temporanee. Erano soliti abbandonare il villaggio nel tardo autunno per poi rientrare al villaggio d’origine, all’inizio dell’estate, quando era terminata l’annata agricola. Durante questo periodo, all’inizio, soggiornavano in strutture di fortuna utilizzando come abitazione qualche nuraghe o, più spesso le spelonche scavate nella roccia dagli agenti atmosferici. In seguito furono costruiti i “cuponi”, capanne circolari di pietre a secco con il tetto ricoperto di frascame, in pratica gli antenati della casa dello stazzo.
La prima fase della colonizzazione, caratterizzata dalla presenza di insediamenti temporanei presenta quindi in  prevalenza un’economia di tipo pastorale allo stato  brado. In seguito con il formarsi dei primi insediamenti   fissi si intraprendono anche attività agricole e di   allevamento più intensivo Tale insediamento rurale fu   tipico del nord Sardegna e della Corsica principalmente  della Gallura.
IL termine "stazzo"(in gallurese lu stazzu) deriva dal  latino "statio", stazione, luogo di sosta Esso Indica  contemporaneamente l'azienda contadina e la  costruzione in cui abita il proprietario ed è costituito da  un'abitazione di forma grossomodo rettangolare  costituita da blocchi di granito e all'interno suddivisa in  massimo due ambienti ,ma più spesso da un  monolocale. All'esterno era spesso annesso il forno (lu  furru) ed un piccolo magazzino (lu pinnenti). Raramente  un edificio nato come stazzo si eleva oltre il piano  terreno, ed in questo caso viene definito palazzo (lu palazzu) ,. Si può quindi parlare organismi \ strutture a  funzione complementare agricola e pastorale, organizzati in modo da essere autosufficienti, disponendo di coltivi, pascoli, seminativi, nonché di una  o più dimore.
Un insieme di stazzi formavano la cussorgia (la cussogghja), un'entità geografica e sociale unita da
vincoli, particolari ed insoliti, di forti di amicizia e collaborazione soprattutto di ordine prevalentemente morale, specie durante il ciclo agricolo o in occasioni particolari come la trebbiatura, la vendemmia o la costruzione di un recinto, tutti i vicini di un proprietario formano una squadra di lavoro che presta gratuitamente la propria opera.
Un altro esempio di vincolo esistente tra i "cussoghjali" è  quello della punitura. Questa norma di comportamento prevede che chiunque abbia perduto il gregge, per sorte avversa o per furto o per ritorsione, riceva in dono dai vicini un capo bovino o ovino.
Le case erano, prima d'essere abbandonate o “modernizzate”, piccoli capolavori di quella che può  essere definita un'architettura molto semplice e  spontanea. Difficilmente si notano le poche che non hanno subito radicali trasformazioni, spesso pacchiane: il loro impatto ambientale è pari a quello, di quelle poche  che vengono curate, dei muretti a secco, ulteriore e fondamentale elemento della geografia gallurese, segni  dell'uomo integrati nel tessuto agrario. Infatti essi hanno rappresentato in Gallura il fulcro della vita rurale di  migliaia di pastori-agricoltori per centinaia di anni cioè  fino alla fine XIX e inizi del XX secolo, quando la sua  caratteristica viene messa discussione negli anni ‘50
con il fenomeno di migrazione dalle campagne verso i  nuovi centri abitati (il cosiddetto boom economico e  l’avvento del turismo) con l’affermarsi di nuovi sistemi  economici e nuovi modelli di vita, e poi dagli anni '60\80  quando si sono diffusi i fenomeni dell'inurbamento delle  coste e poi la sub-urbanizzazione delle campagne  portano in pratica alla fine della civiltà dello stazzo. Ma  ancora persiste soprattutto nelle località marittime  snaturato nella sua funzione originaria dal fenomeno  delle seconde e terze case e secondo alcuni dalla trasformazione \ riadattamento in agriturismi e B&B
dotati dei migliori comfort.I motivi della scomparsa del modo di vita, della civiltà dello stazzo, sono da ricondurre all'evoluzione del sistema economico.L'economia basata sull'autoconsumo, sull'impiego  intensivo della forza lavoro non può reggere di fronte alla concorrenza delle grandi aziende basate su una spinta meccanizzazione, elevata standardizzazione del prodotto. Il supermercato decreta la fine della  produzione artigianale,parcellizzata. La politica agraria e sociale della regione sarda non ha saputo cogliere  l'importanza dello Stazzo, insieme ad esso sono  scomparse, l'insediamento sparso, la cura del territorio e dell'ambiente rurale, la civiltà ad esso legate, una parte pezzo importante irriproducibile della nostra Isola.





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