i mie precedenti post in cui parlo degli stazzi
- http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2013/08/perche-mi-sento-prima-sardo-che-italiano.html
- http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2004/01/terra-la.html
- http://it.wikipedia.org/wiki/
Stazzo con un ottima bibliografia
Fra le canzoni che descrivono meglio il post d'oggi ed quindi anche la mia esperienza ed i ricordi familiari diretti e indiretti della mia infanzia ( ne ho parlato in altri post del blog sia quando si chiamava cdv.splinder sia dopo quando ha avuto la denominazione attuale ) ci sono oltre al cd la terra, la guerra , una questione privata
queste due canzoni ( la seconda è una cover della sua canzone ) di un autore che non ha bisogno di presentazione
con la collaborazione dell'altro blog ( in realtà è di mio padre dico nostro perchè mi serve come spunto d'idee per eventuali i post da mettere sul il mio è questo è un caso ) . http://costasmeraldagarden.blogspot.com/
Lo stazzo è una forma di insediamento rurale tipica della Gallura.Esso Ha origini molto antiche come testimonia
La sua peculiarità consiste nella contemporanea presenza di più colture e allevamenti.La forma di allevamento predominante è quella del bovino ma anche degli ovini, caprini e suini.
Lo stazzo è un'unità produttiva autosufficiente,la produzione è volta in primo luogo verso il consumo del nucleo familiare.La superficie media è intorno ai 20-30 ettari.
Oggi dello stazzo rimangono quasi esclusivamente i fabbricati, mentre non vi sono le famiglie che vi risiedevano , eccetto poche eccezioni nelle zone vicine ai centri abitati prossimi al mare.
Il fabbricato dello stazzo ha forma rettangolare, con poche finestre di piccola dimensione perchè la porta d'ingresso, quasi sempre aperta serve anche da sorgente luminosa.
Questa casa "stazzina" è abbastanza importante, con muratura curata e graniti lavorati nei capitelli e nei riquadri. Al suo apice il fabbricato diviene "lu palazzeddu", quando si aggiunge un piano superiore,spesso con balcone. Ma in questo caso siamo all'evoluzione "da pastori a signori" per parafrasare il famoso testo di Giusepe Mele sulla storia della Gallura .
Confermo quanto detto da mio padre aggiungendo un piccolo estratto dalla mia tesi di laurea
In Gallura come in tutta la Sardegna fino agli inizi del XX secolo è quella del popolamento dell'interno e l'abbandono delle coste. Infatti : « ( .... ) Le condizioni storiche che causarono lo spopolamento sono da ricercare nello stato di abbandono generale nel quale si trovava tutta la
Sardegna, dopo alcuni secoli di dominazione spagnola [ anche prima secondo alcuni storici corsivo mio ] a questa si aggiungevano le frequenti incursioni saracene lungo le coste e si capisce il motivo per cui nella Gallura marittima esisteva il solo villaggio di Olbia. Gli altri erano raggruppati alle falde del Limbara (Aggius, Bortigiadas, Tempio, Luras, Calangianus e Nuchis ) ». ( .... da P.SUELZU Lo stazzo Gallurese,in Atti del Convegno. "Coment'era” ,Viddalba 9 giugno 2007.pp.69-76 ,Alghero 2008 )
La colonizzazione delle zone abbandonate fu la conseguenza di una notevole immigrazione dalla vicina Corsica; in seguito ulteriormente rafforzata, nei primi anni del Settecento, anche dal movimento della gente dell’interno, per lo più pastori, che dai villaggi, nelle loro transumanze, si spingevano fino alle zone disabitate. Si trattava in genere di migrazioni temporanee. Erano soliti abbandonare il villaggio nel tardo autunno per poi rientrare al villaggio d’origine, all’inizio dell’estate, quando era terminata l’annata agricola. Durante questo periodo, all’inizio, soggiornavano in strutture di fortuna utilizzando come abitazione qualche nuraghe o, più spesso le spelonche scavate nella roccia dagli agenti atmosferici. In seguito furono costruiti i “cuponi”, capanne circolari di pietre a secco con il tetto ricoperto di frascame, in pratica gli antenati della casa dello stazzo.
La prima fase della colonizzazione, caratterizzata dalla presenza di insediamenti temporanei presenta quindi in prevalenza un’economia di tipo pastorale allo stato brado. In seguito con il formarsi dei primi insediamenti fissi si intraprendono anche attività agricole e di allevamento più intensivo Tale insediamento rurale fu tipico del nord Sardegna e della Corsica principalmente della Gallura.
IL termine "stazzo"(in gallurese lu stazzu) deriva dal latino "statio", stazione, luogo di sosta Esso Indica contemporaneamente l'azienda contadina e la costruzione in cui abita il proprietario ed è costituito da un'abitazione di forma grossomodo rettangolare costituita da blocchi di granito e all'interno suddivisa in massimo due ambienti ,ma più spesso da un monolocale. All'esterno era spesso annesso il forno (lu furru) ed un piccolo magazzino (lu pinnenti). Raramente un edificio nato come stazzo si eleva oltre il piano terreno, ed in questo caso viene definito palazzo (lu palazzu) ,. Si può quindi parlare organismi \ strutture a funzione complementare agricola e pastorale, organizzati in modo da essere autosufficienti, disponendo di coltivi, pascoli, seminativi, nonché di una o più dimore.
Un insieme di stazzi formavano la cussorgia (la cussogghja), un'entità geografica e sociale unita da
vincoli, particolari ed insoliti, di forti di amicizia e collaborazione soprattutto di ordine prevalentemente morale, specie durante il ciclo agricolo o in occasioni particolari come la trebbiatura, la vendemmia o la costruzione di un recinto, tutti i vicini di un proprietario formano una squadra di lavoro che presta gratuitamente la propria opera.
Un altro esempio di vincolo esistente tra i "cussoghjali" è quello della punitura. Questa norma di comportamento prevede che chiunque abbia perduto il gregge, per sorte avversa o per furto o per ritorsione, riceva in dono dai vicini un capo bovino o ovino.
Le case erano, prima d'essere abbandonate o “modernizzate”, piccoli capolavori di quella che può essere definita un'architettura molto semplice e spontanea. Difficilmente si notano le poche che non hanno subito radicali trasformazioni, spesso pacchiane: il loro impatto ambientale è pari a quello, di quelle poche che vengono curate, dei muretti a secco, ulteriore e fondamentale elemento della geografia gallurese, segni dell'uomo integrati nel tessuto agrario. Infatti essi hanno rappresentato in Gallura il fulcro della vita rurale di migliaia di pastori-agricoltori per centinaia di anni cioè fino alla fine XIX e inizi del XX secolo, quando la sua caratteristica viene messa discussione negli anni ‘50
con il fenomeno di migrazione dalle campagne verso i nuovi centri abitati (il cosiddetto boom economico e l’avvento del turismo) con l’affermarsi di nuovi sistemi economici e nuovi modelli di vita, e poi dagli anni '60\80 quando si sono diffusi i fenomeni dell'inurbamento delle coste e poi la sub-urbanizzazione delle campagne portano in pratica alla fine della civiltà dello stazzo. Ma ancora persiste soprattutto nelle località marittime snaturato nella sua funzione originaria dal fenomeno delle seconde e terze case e secondo alcuni dalla trasformazione \ riadattamento in agriturismi e B&B
dotati dei migliori comfort.I motivi della scomparsa del modo di vita, della civiltà dello stazzo, sono da ricondurre all'evoluzione del sistema economico.L'economia basata sull'autoconsumo, sull'impiego intensivo della forza lavoro non può reggere di fronte alla concorrenza delle grandi aziende basate su una spinta meccanizzazione, elevata standardizzazione del prodotto. Il supermercato decreta la fine della produzione artigianale,parcellizzata. La politica agraria e sociale della regione sarda non ha saputo cogliere l'importanza dello Stazzo, insieme ad esso sono scomparse, l'insediamento sparso, la cura del territorio e dell'ambiente rurale, la civiltà ad esso legate, una parte pezzo importante irriproducibile della nostra Isola.
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