Dai medici del villaggio alle "streghe guaritrici": la tradizione che resiste



A casa di Monica la strega buona: «Così vi guarisco»
Reggio Emilia: tra antichissime tradizioni e credenze religiose, un manipolo di donne "segna" storte, fuochi di Sant'Antonio e altri malanni
di Enrico Rossi e Cristina Fabbri



L'antropologa: antichissime pratiche terapeutiche per curare il corpo
A portarci a casa di Monica è stata Antonella Bartolucci, di San Martino in Rio, antropologa che si è interessata al fenomeno e che ha scritto un libro sulle guaritrici partendo da una ricerca fatta tra Reggio e Correggio. "Una volta erano un po' i medici del villaggio - racconta la Bartolucci - ed esistono ancora oggi anche se la nostra società è cambiata". Parla di guaritrici, al femminile, perché "al 90% sono donne". La  quale  racconta il in " la strega buona " fenomeno delle guaritrici-segnatrici: antichissime pratiche terapeutiche per curare il corpo, dal fuoco di Sant'Antonio ai vermi 





















REGGIO EMILIA. In reggiano si chiamano "medgòuni", in italiano sono le cosiddette "guaritrici-segnatrici", le "streghe buone" alle quali ancora oggi molti si rivolgono per curare una storta, un fuoco di Sant'Antonio, un mal di schiena e tanto altro.Non pensate che siano tutte anziane: quella che abbiamo incontrato noi ha 52 anni, si chiama Monica Zaccarelli, e ha deciso di "uscire allo scoperto" per raccontarci questa pratica antichissima. Non chiamatela però "strega", potrebbe arrabbiarsi: "Non stiamo parlando di stregoneria - precisa subito - bensì di tecniche che esistono da secoli, da quando la medicina ufficiale era agli inizi, il medico era lontano e non si avevano i mezzi che si hanno oggi".Solo sua figlia, quando era bambina, aveva il permesso di scherzarci. "Mi chiamava Harry Potter, diceva che avevo dei super poteri". Ci ha accolto a casa sua, a Gazzata (San Martino in Rio), e noi abbiamo cercato di scoprire qualche segreto. Ecco come Monica parla della sua attività



l rito delle tre croci
Monica ci mostra alcuni "segreti del mestiere". Ad esempio se deve segnare una storta, prepara tre croci con paglia e filo e le fa bollire in un pentolino d'acqua. Poi vuota l'acqua in un catino e dispone il pentolino a testa in giù con sotto le croci. Aspetta 10 minuti e tocca il pentolino con la mano. In base a quanta acqua c'è nel catino, sa se è una distorsione.




Poi tira su il pentolino, mette una croce sulla parte malata del paziente e vi fa scorrere sopra l'acqua tre volte con le mani. Infine esce di casa e butta l'acqua alle sue spalle e recita varie formule segrete. Per il fuoco di Sant'Antonio invece alterna segni della croce sulla schiena del malato e su se stessa. Insomma sono riti di ieri… ma anche di oggi. A voi la scelta se crederci oppure no.


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