Un sabato sera e una banalissima
conversazione fra amici di amici imbucati ad una festa. In tale occasione mi
trovai a scambiare quattro chiacchiere con un tizio mai conosciuto prima di
allora. A prima vista sembrava di media intelligenza, laureato in giurisprudenza
e con una loquela non indifferente. Non so come ma mi ritrovai a parlare di
John Gray e del suo ottimo saggio Cani di paglia. Il futuro
leguleio sembrava rapito dalla discussione, e per un solo attimo pensai che
forse anche lui conosceva se non
l'autore almeno il libro. Ancor prima di indagare a fondo la questione mi
disse: "Certo. Grey è un uomo colto, forse fin troppo intelligente ma il
suo rapporto sessualmente deviato con Anastasia Steele, e le sue continue
richieste sadomaso mi lasciano più che perplesso"! Non vi dico cosa mi
balenò in testa in quel momento. Quell'imbecille aveva confuso il filosofo John
Gray con Christian Grey, l'insulso personaggio di Cinquanta sfumature di
grigio. Così senza perdere il mio solito aplomb risposi: "Non saprei
dire. Io parlavo di Cani di paglia mentre lei si riferiva,
ovviamente, a dei libri di paglia. Se mi vuole scusare ho altro da fare".
Ma dico si può essere così ignoranti e stupidi?
Questo evento mi ha riportato
alla mente un altro episodio accaduto quando scrivevo per un giornale locale.
Avevo ultimato un pezzo su Auschwitz e lo proposi alla redattrice. La risposta
che ricevetti, a distanza di molti anni, mi raggela ancora il sangue.
"Interessante. Cos'è un nuovo gruppo musicale?". Interessante? Auschwitz
un gruppo musicale?! Ero mortificato per la sua idiozia, ma lei no. Non
riusciva a capire.
Ricordo ancora una mia collega di
università che prontamente sollecitata su quale libro di filosofia antica
intendeva portare all'esame rispose: "Il libro di Socrate". Ed io:
"Intendi dire i libri di Platone?" E lei: "No! Voglio portare il
libro che ha scritto Socrate" (sic!). Cosa dire a una persona così?
Rimproverarla inutilmente o invitarla a bere la cicuta?
Infine ripenso all'episodio
capitatomi all'aeroporto internazionale JFK di New York. Mentre attendevo
pazientemente di passare la dogana una coppia di giovani italiani si
scervellava per scoprire l'arcano mistero che si celava dietro la lettera F di
John Fitzgerald Kennedy. La F, secondo loro, stava per 'Figaro', 'Frank', 'Fidelio' ecc. Insomma
la loro ignoranza in storia americana era pari solo a quella del loro paese. Ma
il bello doveva ancora venire. All'improvviso il ragazzo diede prova della sua
cultura sterminata (nel senso di uccisa): "Non sarà mica una sigla per indicare
un titolo nobiliare come Benito Benso conte di Cavour, il dittatore
fascista?".
La verità è che queste persone
vivono felicemente la loro beata ignoranza e, ahimè, la ostentano con una
fierezza imbarazzante. Ma cosa ho fatto di male per imbattermi in codesti
individui? Evidentemente devo scontare in questa vita le colpe della mia
esistenza precedente. Purtroppo sono ben consapevole che questo è solo
l'aperitivo di un buffet infinito, e per giunta organizzato a mia insaputa.
Criap
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