Un attività iniziata secondo http://www.lestradedellabirra.com/birrifici/sardegna/ ( sito a cui rimando per scopriee c, come detto nel titolo gl altri birrifici sardi )
2007, Ottobre. Tutto ha inizio quando capiamo che non era più abbastanza ciò che fino ad allora aveva rappresentato per noi la birra: non ci appagava più il semplice placare la sete, noi volevamo provare la soddisfazione di degustare la birra, la nostra birra! Così investiamo grinta ed entusiasmo in corsi e ricerca. 2009, Costruiamo il nostro primo impianto e iniziamo a "brassare" solo con metodo "all grain" e iniziamo un percorso di studi approfonditi e colture sperimentali di orzo da birra e luppolo. 2013, Febbraio. Progettiamo il nostro attuale impianto a 2 tini, passiamo giorni a saldare e costruire pezzo per pezzo ogni singolo componente dell'impianto che dovrà sfornare 700 lt. di birra in 9 ore di lavoro. Siamo quasi pronti, tutte le pratiche sono conformi, l'impianto è assemblato, i fermentatori idem, così come tutto il resto dell'attrezzatura in gran parte costruita da noi. 2014, gennaio. Realizziamo un grande progetto, il birrificio agricolo: produrre la birra con le nostre materie prime. Dopo anni di duro lavoro pensiamo sempre alla prima cotta: la grinta, la voglia di imparare, l'entusiasmo, sono sempre gli stessi di allora.
Ci sono storie che vanno raccontate più di qualsiasi specialità culinaria o di celebri imprese su braci ardenti.
Perché quando si tratta di inseguire un sogno, c’è chi sta seduto sul
sedile posteriore e chi decide la rotta, chilometro dopo chilometro,
anche nella giornate di pioggia. A guidare questa volta sono Mauro Loddo
e Giuseppe Murru: due amici, prima ancora che due vulcani di idee di 37
e 35 anni nati e cresciuti nel centro-est della Sardegna. Pochissimi i
soldi in tasca, ma nella loro testa tutto era chiaro 10 anni fa: qua avrebbero fatto la loro birra.
dalla pagina facebook https://www.facebook.com/mardukbrewery/ |
Che nella pratica significa fare i contadini per coltivare orzo e
luppolo, i birrai, gli addetti all’imbottigliamento oltre che i
principali promotori di se stessi perché crederci è essenziale. E alla
faccia degli scettici, la Marduk Brewery, birrificio agricolo di Irgoli –
siamo in provincia di Nuoro – ha vinto la scommessa e sta facendo
parlare di sé da quando si è aggiunta la malteria, la prima in Sardegna:
“Sei o sette anni fa ad un convegno di settore dicevano che era
impossibile raggiungere un risultato del genere, ma se parti con
quest’idea non ce la farai mai”, racconta Mauro Loddo davanti all’ingombrante macchinario.
Inoltre tale birriffico ha una particolarità è un birrificio agricolo locale a filiera chiusa \ corta
<< Un investiemto corraggioso >> come dice https://www.braciamiancora.com/marduk-il-birrificio-sardo/<< che è solo l’ultimo tassello di una scommessa ancora più importante: “Creare un prodotto tutto nostro dall’inizio alla fine della lavorazione. A partire dalle materie prime che coltiviamo a pochi chilometri dal birrificio. Dove arriva il trattore arriviamo noi”. Una produzione annua di 450 quintali di orzo da birra cui si aggiungono le 1200 piante di luppolo. Impianti composti da pali alti oltre 6 metri attorno a cui cresce la pianta.
<< Un investiemto corraggioso >> come dice https://www.braciamiancora.com/marduk-il-birrificio-sardo/<< che è solo l’ultimo tassello di una scommessa ancora più importante: “Creare un prodotto tutto nostro dall’inizio alla fine della lavorazione. A partire dalle materie prime che coltiviamo a pochi chilometri dal birrificio. Dove arriva il trattore arriviamo noi”. Una produzione annua di 450 quintali di orzo da birra cui si aggiungono le 1200 piante di luppolo. Impianti composti da pali alti oltre 6 metri attorno a cui cresce la pianta.
“Coltiviamo diverse varietà di luppolo, tutte di origine
americana perché si adattano bene al clima della Sardegna. Riusciamo
così a coprire il 60% della nostra produzione, mentre con l’orzo siamo
oltre il 97%”, raccontano i due giovani soci. E se basta un sorso per riconoscerne la qualità, partire dalla materia prima significa anche dar vita a una filiera cortissima che si chiude con un piccolo allevamento bovino: “Abbiamo
una decina di vitelli a cui destiniamo la paglia della trebbiatura e la
percentuale di orzo che viene scartata durante la fase di calibratura”.>>