
Queste sono solo alcune delle inquietanti realtà che emergono dal dossier "Quelli che la crisi non la pagano", contenente l'inchiesta del Gruppo consiliare regionale di Rifondazione Comunista sul finanziamento pubblico della scuola privata in Lombardia e da oggi gratuitamente a disposizione dei cittadini. Regista dell'operazione di drenaggio di risorse pubbliche verso interessi privati è il Presidente Formigoni, che da tre lustri governa la Lombardia, ma il conto lo pagano i contribuenti, i cui figli frequentano in 9 casi su 10 la scuola pubblica. Il quadro che esce dalla nostra inchiesta è disarmante, preoccupante e scandaloso, poiché colpisce non soltanto per l'esorbitante entità del finanziamento, ma anche per il sistema di regole differenziato e discriminatorio.
Per l'anno scolastico 2007/08 sono stati erogati dalla Regione oltre 45 milioni di euro per il *buono scuola*, cioè il sussidio regionale che rimborsa parte delle rette scolastiche. Dei 64mila studenti lombardi beneficiari del sussidio, il 99% frequenta un istituto privato e questi assorbono il 99,63% del finanziamento totale. Così facendo, ormai il 70% degli studenti lombardi che frequentano le scuole private usufruisce del sussidio pubblico (nel 2001/02 era il 58%). E per avere quel sussidio non bisogna essere né meritevoli, né economicamente svantaggiati. Infatti, non ci sono criteri di merito e il coefficiente Isee -il *riccometro*- utilizzato in questo caso dalla Regione è talmente elastico, da distribuire allegramente sussidi pubblici a famiglie benestanti.
Incredibile ma vero: soltanto il 28% di questi 45 milioni di euro è stato assegnato a famiglie che dichiarano al fisco un reddito annuo inferiore a 30mila euro. Tutto il resto è andato a famiglie con redditi superiori, tra cui ben 3.000 con un reddito dichiarato tra 100 e 200mila euro! Ma appunto, le regole non sono uguali per tutti. E così, i 970mila studenti della scuola pubblica e le loro famiglie devono accontentarsi delle briciole (8,5 milioni di euro per il diritto allo studio) e per averne qualcuna devono pure dimostrare di essere meritevoli ed economicamente svantaggiati. Morale: l'investimento pro capite della Regione è di 700 euro per ogni studente delle private e nemmeno di 8 euro per quelli delle pubbliche.

Le cose non vanno diversamente nemmeno nell'edilizia scolastica. Infatti,dal 2007 il governo regionale può destinare fino al 25% del finanziamento complessivo alla scuola privata. E così capita che, mentre le scuole pubbliche cadono a pezzi, una fondazione legata a Cl ottiene un contributo regionale di 4,5 milioni di euro per costruire una scuola nuova di zecca.
Insomma, siamo di fronte a una gigantesca operazione di drenaggio di denaro pubblico ad alcuni interessi privati. E pur di privilegiare la scuola privata ogni mezzo sembra essere lecito, compreso erogare un sussidio pubblico a famiglie benestanti, mentre tutte le altre devono arrangiarsi, e finanziare la costruzione di nuove scuole private, mentre quelle pubbliche non riescono nemmeno ad ottenere le messe in sicurezza. Loro lo chiamano riforma, noi scandalo. Giudicate voi.
Luigi Ambrosi
RICORDIAMO PURE...
AI SIMPATIZZANTI
Nelle manifestazioni di domani (29 nov.), nei vostri luoghi di lavoro, in ogni altro luogo che vogliate, STAMPATE E DIFFONDETE !
NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO! E TU? LA CRISI LA PAGHINO BANCHIERI E MULTINAZIONALI! NON I BAMBINI, GLI STUDENTI E I LAVORATORI
Il diritto a un'istruzione di qualità per l'insieme dei bambini e dei giovani che vivono nel nostro paese viene negato da questo governo.
Si vuole il ritorno a una scuola pubblica vecchia, sorpassata, discriminante al limite del razzismo delle 'classi ponte', per far posto a una scuola privata a favore di chi se lo potrà permettere.
Si tagliano fondi all'università e alla ricerca, rinforzandone l'asservimento al mercato e sacrificando libertà e qualità della ricerca e dei saperi; si istituzionalizza il precariato dei ricercatori e si precarizza il futuro di milioni di studenti.

Si vogliono trasformare scuole e università in fondazioni.
Si riducono i fondi per la messa in sicurezza delle strutture scolastiche edilizie e, mentre si indicono giornate sulla sicurezza, alle migliaia di morti bianche sul lavoro si aggiunge quella del giovane liceale torinese.
Contro tutto questo il movimento nella scuola si è mobilitato gridando a gran voce: "NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO" la scuola parla agli altri lavoratori, la scuola si apre a tutti i "NOI" che non vogliono pagare la crisi.
ASSEMBLEA PUBBLICA A MILANO
giovedì 4 dicembre alle ore 18 c/o IPT Bertarelli, C.so di Porta Romana, 110 (M3 Crocetta)
partecipiamo alla MANIFESTAZIONE CITTADINA del 29 nov. e allo SCIOPERO GENERALE DEL 12 DICEMBRE
Promuovono:
Comitati di lotta: Scuole di San Giuliano Milanese - Levi di Baggio - IC Sant'Ambrogio - Ipsar Carlo Porta - IC Pareto - SMS Pioltello - LS Tito Livio - IC Galvani - Comitato per la difesa della scuola pubblica SMS Manzoni-Benzi" Bresso
Lavoratori/trici di: SMS Arcadia/Pertini - LA Brera - ITIS Giorgi - SE Tito Speri - IPT Bertarelli - LS Einstein - CFP Rozzano - IC Munari - IC Pizzigoni - SMS Carlo Porta - ITT Pasolini