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24.5.22

CAPACI 1992-2022 LA MEMORIA È UTILE: NON PER IL POTERE, MA PER I CITTADINI CHE MERITANO LA VERITÀ


leggi   anche  
https://www.tpi.it/cronaca/buchi-indagini-strage-capaci-tracce-mai-seguire-20220519900778/


Ma  come di solito tu  sei molto puntuale , mi direte  ,  ed  in certi casi  anticipi     ma stavolta  arrivi tardi  . Vero  , ma  poiché  , Gli anniversari soprattutto  quelli come  questi  sono materia friabile e

delicata. Essenziali nella costruzione e disciplina della memoria, eppure, e insieme, permeabili al rischio di trasformare la ritualità del ricordo in un simulacro. A maggior ragione quello   del  cratere di Capaci e sulla devastazione di via D'Amelio, acme della stagione stragista di Cosa nostra e punto di svolta della nostra storia repubblicana. Infatti 

  da  il fatto  quotidiano del  22\5\2022


A essere sinceri fino alla brutalità, dobbiamo ammettere che le commemorazioni per le stragi del 1992-’93 sono un rito stanco, ripetitivo, vuoto, noioso, inconcludente. Perché allora dedicare quattro pagine speciali del Fatto al 30° anniversario dell’assassinio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro? Perché forse, in questa Povera Patria, esiste ancora qualcuno che non lo trova inutile. Ma dev’essere un ben strano soggetto. Guardiamoci intorno. La Sicilia e Palermo stanno per tornare nelle grinfie di Dell’utri e Cuffaro. FI, fondata e guidata da un signore tuttora indagato come mandante delle stragi, è al governo senza che nessuno ricordi quell’agghiacciante indagine, neppure quando l’indagato è candidato dal centrodestra al Quirinale. I pochi pm rimasti a scavare nei rapporti fra mafia e politica, come Gratteri, vengono sistematicamente sabotati e scavalcati, mentre fanno carriera i normalizzatori. La Consulta smantella, con la complicità di governo e Parlamento, il 41-bis e l’ergastolo ostativo: le due armi che, insieme ai pentiti, ci hanno consentito di sapere quel poco che sappiamo sulle stragi. Da otto mesi si attende la motivazione della sentenza d’appello che assolve i colletti bianchi per la trattativa Stato-mafia. Tra un mese si voterà su un referendum per riportare i condannati nelle istituzioni; e si terranno Amministrative al buio, senza che l’antimafia indichi per tempo i candidati impresentabili. Eppure restiamo fra i pochi temerari a pensare che la memoria sia utile. Non per i piani alti del Potere, dediti alla più lurida restaurazione. Ma per quelli bassi: i cittadini che, non avendo nulla da chiedere, da guadagnare e da perdere dai poteri criminali, possono permettersi il lusso di conoscere e cercare la verità. La verità sulle stragi in parte la sappiamo e in parte la intuiamo da quello che non sappiamo. È una verità tridimensionale che si estende in profondità a uomini e apparati politico-istituzionali, anche se troppe sentenze e ricostruzioni la appiattiscono a storia di bassa macelleria criminale.

Io  non avrei saputo   dirlo meglio   sia perchè   ero , anche   se  ricordo  benissimo  il  fatto di  Capaci /   come  quello di Via d'Amelio   )  e  cosa  stavo facendo quando   appresi la  notizia  e   vidi quelli   immagini agghiaccianti   , avevo  16  anni ,   della figura  fi  Giovanni Falcone   ho solo  ricordi non miei  ma  mediati  da : giornali ,  tv  ,   familiari . E  poi  come  dimostra   il link sopra  è  un caso ancora aperto 

22.5.12

la mia capaci [ c'era una volta 1992-1994 IV puntata ]









IL post  d’oggi  è solo  un ricordare lo  faccio  oggi  perchè   condivido   quanto dice http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/ ne riporto sotto la  parte  finale    qui l'intero  articolo in questione 
(....)  



Domani, uccideranno ancora Giovanni Falcone, sua moglie e la sua scorta.
E io non voglio farne parte.
Per questo ne parlo oggi, con un giorno di anticipo.
Seguitano a ucciderlo, ogni giorno, nella società civile e in parlamento.
Per questo vogliono museizzarlo, trasformandolo in una specie di santino, da usare ad ogni buona occasione.
Perché sono proprio loro gli eterni assassini, questa è la verità, altrimenti non ci ritroveremmo, venti anni dopo, nella stessa identica situazione di allora.
Falcone è stato assassinato da Pierluigi Bersani. Lui, è uno dei tanti assassini.
Lo ha fatto “ufficialmente” il 15 luglio del 2011, nell’occhio del ciclone per lo scandalo Penati,  quando ha dichiarato formalmente a Pesaro che “non esiste nessuna questione morale, è bene che la gente lo sappia; all’interno del PD non esiste la questione morale…non c’è nessun iscritto, funzionario o militante del PD che sia toccato a nessun titolo dalla questione morale”. Pronunciando questa frase, ha assassinato di nuovo Giovanni Falcone, sua moglie e i tre agenti della scorta.
L’ha assassinato di nuovo il gruppo dei senatori del PD a settembre del 2011 quando ha votato contro l’arresto del senatore Tedesco, già dimissionario, travolto per lo scandalo della sanità in Puglia. In quel momento hanno assassinato di nuovo Giovanni Falcone.
L’hanno assassinato tutti i deputati del PDL e della Lega Nord e i dodici deputati del partito radicale, a febbraio del 2012, quando hanno votato contro l’arresto del deputato Nicola Cosentino, accusato di essere il referente istituzionale del clan camorristico dei casalesi.
E così via dicendo.
Loro, che gridano e protestano contro la cosiddetta anti-politica, si sono messi al servizio delle mafie negando alla Politica il suo ruolo di avanguardia civile collettiva.
Domani, vestiti a festa, faranno a gara a chi lo commemora e piange di più.
Tutti i funzionari pubblici della repubblica, anche quelli del più piccolo e povero comune, che violando la fiducia e la delega data loro dai cittadini attraverso il voto, hanno preso tangenti e hanno optato per privilegiare l’interesse personale a quello del bene pubblico e collettivo, tutti loro, sono quelli che seguitano ogni giorno ad assassinare Giovanni Falcone, sua moglie e i tre agenti della scorta.
Perché hanno reso vana e vacua la loro morte.
Sono gli assassini di Giovanni Falcone anche tutti quegli imprenditori che partecipano alla condivisione della corruttela negli affari, sostenendo che bisogna pagare le tangenti se si vuole sopravvivere sul mercato. Loro sono i quotidiani assassini di Falcone.
Così come lo sono anche tutti i direttori editoriali responsabili delle case editrici, delle società di produzione cinematografica, televisiva e radiofonica, che riconoscono e accolgono come autori soltanto ed esclusivamente le persone e i nomi presentate, suggerite, spinte e imposte dalle segreterie dei singoli partiti politici che poi provvederanno a fornire i loro buoni uffici facendo piovere su di loro sovvenzioni statali pagate con le nostre tasse. Loro, nessuno escluso, sono gli assassini di Giovanni Falcone, sua moglie e  tre agenti della scorta.
Io non li voglio vedere. Non voglio vedere le loro facce ipocrite.
Sono gli assassini di Giovanni Falcone tutti quelli –nessuno escluso- che dicono “lo fanno tutti, che cosa ci vuoi fare?”. Così come lo sono tutti coloro che si trincerano dietro il “ma io ho una famiglia” e fingono di non sapere che in italiano esiste la frase “no, io queste cose non le faccio”. Loro sono gli assassini di Giovanni Falcone. Nessuno escluso.
Gli assassini sono tutti i cittadini italiani che nel silenzio garantito dalla privacy, cautelati dal fatto di non avere testimoni, nel segreto della cabina elettorale, mettono una crocetta su un certo simbolo, su un certo nome, perché sanno che quella lista e quella persona, domani, a elezioni avvenute (e vincenti) mi risolveranno il mio problemino, o daranno il posto a mio figlio, o sistemeranno mia sorella. Sono decine di milioni gli assassini di Giovanni Falcone, sua moglie e i tre agenti della scorta.
Perché la mafia non è una persona, non è una cosa astratta.
La mafia è un’idea dell’esistenza.
La mafia è una interpretazione della vita, e chi vi aderisce è un mafioso.
Anche se non lo sa.
Anche se non se lo vuole dire.
Sempre mafioso è.
L’intera classe politica, intellettuale, mediatica, imprenditoriale, di questo paese, partecipò negli anni’80 e primissimi anni ‘90 al processo di delegittimazione di Giovanni Falcone isolandolo, diffamandolo, e voltandosi dall’altra parte quando sapevano che stavano arrivando i killer. Così come fecero poi con Paolo Borsellino e con tutti coloro che ebbero l’ardire di armarsi di coraggio e combattere contro la mafia attiva. Le stesse persone che allora scelsero di non guardare, oggi sono in prima fila a commemorarne la scomparsa. Sono tutti loro i veri assassini.
Io non li voglio né vedere né ascoltare.
Perché i dirigenti mafiosi sono affaristi, e non corrono il rischio di mettersi nei guai uccidendo gli affari, se non sanno di avere un territorio amico che li sorregge.
La mafia, di per sé, non esiste.
Ma esistono i mafiosi.
Perché la mafia è la somma delle singole comportamentalità mafiose che ne determinano l’esistenza.
E noi siamo un paese di mafiosi.
Purtroppo, non è uno stereotipo.
E’ la tragica realtà con la quale noi tutti dobbiamo avere il coraggio di fare i conti.
Perché questi sono i veri conti, non lo spread, che è una invenzione astratta.
Potete aderire a qualunque ideologia, essere di destra o di sinistra, anarchici o democratici, conservatori o progressisti, amanti di Keynes, di Marx o della teoria della Moneta Moderna. Non cambia nulla, fintantoché non cambieremo il nostro comportamento individuale, quotidiano, esistenziale, e prenderemo atto di ciò che siamo. Per poterci evolvere e liberarci di questo cancro che corrode il Senso Civico.
Ogniqualvolta un cittadino italiano rinuncia ad esercitare il libero arbitrio, e rinuncia all’ambizione e al tentativo (anche se estremo e disperato) di farsi valere per i propri meriti e le proprie competenze tecniche, privilegiando la facile e sicura strada della mediazione politica e della malleveria, per prendere una scorciatoia garantita dal sistema del malaffare, il registratore di cassa della mafia fa clang e segna un incasso. Perché sa che, domani, quel cittadino sarà un mafioso sicuro. Anche se non lo sa. E’ una porta alla quale andranno a bussare, sicuri che verrà subito aperta.
Loro, lo sanno benissimo, che è così.
Lo sappiamo tutti.
Io non li voglio vedere i loro telefilm celebrativi interpretati da attori raccomandati, prodotti da aziende mafiose, e distribuiti alla nostra visione da funzionari mafiosi in doppiopetto.
Proprio no.
Perché sono tutti assassini di Giovanni Falcone, di sua moglie e dei tre agenti della scorta.
Domani, dedicherò la giornata al tentativo di ripulirmi spiritualmente, cercando di fare ordine interiore, per eliminare ogni residuo di retro-pensiero mafioso, che alligna dentro di me, come dentro la mente di ogni singolo italiano, anche quando non lo sa. Perché il paese è così. Altrimenti, non staremmo, dopo venti lunghi anni, e una caterva di governi inutili, nella stessa identica situazione di allora.
A conclusione di questo post commemorativo, mi piace citare un brano tratto dal libro “Demoni e sangue”, pubblicato dall’editore siciliano Coppola, un testo di denuncia delle mafie, firmato da un cittadino calabrese, Francesco Saverio Alessio, attivo nella lotta quotidiana contro la ‘ndrangheta, che la settimana scorsa a Certaldo ha vinto il VI Premio Nazionale di Filosofia per l’anno 2012.
Bravo, i miei più vivi complimenti.

In questo spazio-tempo sospeso da ventimila anni fa, si agitano forze occulte, di sostanza sovra statale, sovra massonica, sovra religiose. Queste forze, che appartengono all'inconscio collettivo, sono primordiali, potenti, cinicamente crudeli e concretamente assassine! Esse decidono del destino individuale e collettivo senza alcuna possibilità d’appello. Implacabilmente. La visione permessa dal tabù imposto da queste stesse forze è così ristretta da diventare claustrofobica.
La sconfitta individuale, incondizionata, diviene silenziosa serva del potere. Il cancro si estende a ogni strato della società sopravvissuta, complice. Sempre. Per omertà collettiva. Per cultura. 'Ndrangheta. Questo tipo di pensiero costringe a lungo andare il comune operare all’interno di una visione fobica della realtà. Un appartenere alla sfera d'influenza della cultura della 'Ndrangheta. Chiunque è complice. Anche se non compie alcuna azione criminale, è complice perché non denuncia, non parla, tace e sopporta in silenzio.


Tratto da "Demoni e sangue"
di Francesco Saverio Alessio. Coppola Editore





 direttamente  o indirettamente ( tramite  fattori esterni  e\o ricordi d’altri  )  il  ventennale  di quello  che  è  stato  la  strage di Capaci  ( stesso url  da  cui ho preso la sequenza  fotografica che trovate  sopra    all'inizio del post  ) .Non parlerò  come fanno  ( e faranno  ) i media   per  il 20  delle due stragi (  Capaci e  via  d'Amelio foto soto al centro  ) sulla  trattativa  tra Mafia & Stato .




 Esterno del palazzo in via D'Amelio in cui abitava la madre del giudice Borsellino, davanti al quale avvenne l'attentato 
da  http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_via_d'Amelio









lo so  che  sarò incoerente ma  a volte  capita  a chi và in direzione ostinata e contraria  con i mie appelli  odio  gli indifferenti  , ecc .  ma  fin  contraria quando la cosa  non è chiara è più onesto non schierarsi né con uno  né  con un altro  , soprattutto  quando i fatti  sono ancora recenti \ freschi  e  la storia  si mescola  \  contamina con la politika  --  quella ideologica  -- e la politica  -- quella dal  basso  e dalla  gente ) ne  prendevo  posizione  pro o contro   i   : trattatisti   cioè quelli che  dicono   che  fra  la mafia  e lo stato ci fu trattiva (  rappresentati da Salvatore  Borsellino http://www.19luglio1992.com/e  company    fra  cui  alcuni gruppuscoli  litigiosi   visto che  sono nati  da  un  unico  gruppo    delle  agende  rosse )    e che Borsellino fu  ucciso perchè sapeva  della trattiva  e voleva denunciarlo  .E gli  anti trattativa  (  antonella serafini di http://www.censurati.it  e  Enrico  Tagliaferro ma  solo ricordare   ed  evitare quello   che  succedano  sia fatti come quelli di capaci   e  di via  d'Amelio  ( ci   ritornerò )   ma  soprattutto   strumentalizzazioni o maltrattamenti della storia   vedere  video sotto






Dopo   questa premessa  veniamo a  noi


Appena  inizio  ad  aprire   il cassetto  dei ricordi diretti  ed  indiretti  mi   rivengono in mente   le immagini   della  strage   che trovate  sotto  ( ingrandite   cliccandoci sopra  per  i dettagli )





da http://digilander.libero.it/inmemoria/strage_capaci.htm






Il cratere causato dall'esplosione
Il cratere causato dall'esplosione. La freccia indica la canalizzazione idrica in cui è stato inserito l'esplosivo.
punto in cui è stata proiettata la Croma marrone
La freccia indica il punto in cui è stata proiettata la Croma marrone, in cui viaggiavano gli agenti Montinaro, Di Cillo e Schifani.
I resti della Croma marrone
I resti della Croma marrone.
la vettura in cui viaggiavano il giudice Giovanni Falcone (alla guida), la moglie Francesca Morvillo e l'agente superstite Giuseppe Costanza
La prima freccia a sinistra indica la vettura in cui viaggiavano il giudice Giovanni Falcone (alla guida), la moglie Francesca Morvillo e l'agente superstite Giuseppe Costanza.
L'auto guidata dal giudice Falcone
L'auto guidata dal giudice Falcone








 Iniziamo  da i   ricordi  diretti  vissuti in prima persona  . La strage  di capaci  la  vissi  in diretta  tv . Avevo finito di studiare  , non ricordo più quale materia   sono  passati  20 anni   , e stavo accelerando  con le  interrogazioni perché l’organo per il trapianto ( per chi non sapesse  sono un trapiantato di cornea  )  poteva  arrivare  in qualunque  momento   e  volevo lasciarmi  in meno possibile da studiare  e  un momento  di pausa  per sentire l’anteprima dei titoli del  tg3  appresi la news .
Rporto qui   sopra l’edizione straordinaria   del tg1


in quanto  i video   del 1992    dell’archivio  del  tg3  non sono  disponibili né in  embed   né  scaricabili   per  poi essere  rimessi qui  su blogger  con donwoladhelper o programmi simili  .Eccovi   i link  in ordine cronologico   ( 1 2 3 ) dalle prime  news sull'attentato alla  morte  
Fui talmente scosso che non  ripresi  a studiare  per  sapere  se  Falcone  ce  l’avesse  fatta  . Cosa   che purtroppo come sappiamo non avvenne . Ricordo che se ne parlo a cena  ed a scuola il giorno dopo   .
Il pomeriggio , mia  madre  all’epoca insegnava  ancora  , poiché non fece in tempo  a  comprare il giornale  la mattina  ,mi  mandò  a  comprarlo la sera  .Ma  mi disse d’aspettare  perché ne scendeva l’aria    diluviava  , invece io volli andare ,o stesso  ,  per paura di perdere   l’edizione straordinaria  di repubblica  ( visto che lail giornale     all’epoca  non usciva  di lunedi ) dato che gli altri giornali erano andati esauriti  ,  ma non tornai  a casa  e diedi il passaggio sotto l’ombrello  ad  un amica  che doveva  andare  a preparare le  ultime interrogazioni    da  un ‘altra  amica  .  Quando tornai  il  giornale  s’era “ liquifefatto “  ed  era  quasi del tutto illeggibile , peccato avrei  voluto   conservarlo  .
 non avendo  trovato in rete  la copertina dell'evento  di repubblica     riporto quest'altra presa  da     http://candidonews.wordpress.com/  in  pareticolare  da  qui  dove  spiega  per  sommi capi il contesto in cui maturò la strage di capaci


 Ma  mi rimarrano imprese   le  vedi  sia  nei tg nei giorno successivi e poi   anche se  sfocate  ero  convalescente  per l’interventoi all’occhio  in alcuni  giornali  che  avevo ricevuto in ospedale  . Ricordo  il funerale   il dolore della  vedova Schifani 

   i funerali  

 I ricordi    a metà strada  tra  diretti  aveva  13\14 anni   sono  :   il video  e l'articolo  sotto    riportato    (    per  chi segue   continuamente   , ma   anche no  , e  per i mie  12 lettori fissi   posso saltare l'articolo e continuare    la lettura dell'articolo  in quanto ne avevo già parlato qui  in un post precedente   riconfermando quanto dissi a  sua  volta  ) che riassume  I tentativi  d'insabbiare, spostare in  maniera  cavillosa  \ all'azzeccagarbugli   il maxi processo  , di farlo fuori  prima con il fallito attentato all'addaura  ,poi con il veleni  la  strategia   del fango antelitteram  definita  anche    la cosiddetta  stagione dei veleni ( in particolare  le  calunnie  d'orlando    le carte nei cassetti  ,vedi articolo sotto ,    e  quelle dei suoi seguaci  in  particolare   che era stato lo stesso Falcone a organizzare il tutto per farsi pubblicità  , quelle  del corvo di palermo  ) ovvero  quella d'isolare falcone e demolire  la sua opera ed isolarlo    che lo costrinsero ad abbandonare la sicilia  ed  andare  a Roma per  poi  ucciderlo .


2.3.12

la storia riciclata . Il reparto scorte di Palermo stava per riciclare un documento storico: l'ordine di servizio del giorno della strage di Capaci.





LA STORIA RICICLATA
Pubblicato: 07/12/2009

Fotocopiatrice senza carta. Il reparto scorte di Palermo stava per riciclare un documento storico: l'ordine di servizio del giorno della strage di Capaci. Servizio di Rita Mattei

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...