Visualizzazione post con etichetta populismo estremo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta populismo estremo. Mostra tutti i post

25.6.15

Non sempre le idee maggioritarie sono dominanti

A mente  fredda  , dopo il  family day   dico la mia  . 
lo so che  la  fonte da me  riportata  informare per resistere   è diventata  ( infatti    sto  pensando di rimuovermi  ) visto   che


Ma  come   come    da  titolo   Non sempre le idee maggioritarie sono dominanti, nel calderone   del family day  ci   sono diverse   entità  infatti 

(....) 
Un altro problema che è sorto negli ultimi mesi è quello del nuovo modo di affrontare coloro che non condividono l’inserimento nella società di determinate idee, in pieno stile “pensiero dominante”. Basta essere sufficientemente pratici di social-network per notare come sia stato trattato il Family Day e chi vi ha partecipato. I manifestanti sono stati definiti come omofobi, fascisti, catto-fascisti, bigotti, medievali – come se il Medioevo non avesse partorito Dante, Petrarca, Boccaccio, Giotto, la bussola, i grandi poemi epico-cavallereschi e non sia stato il seme del mondo moderno – e retrogradi. Insomma, un vero calderone di offese da stadio che non fa altro che incendiare la polemica in modo infruttuoso e, anzi, distruttivo; come se non bastassero le strumentalizzazioni dei diversi mezzi di informazione, come i già citati Ansa e Fatto Quotidiano, ma anche Repubblica che parla di “Spettro Gender” – come per far passare i manifestanti come circa un milione di Don Chisciotte. Non sono mancate uscite poco felici, come quella di Scalfarotto che ha parlato di “manifestazione inaccettabile”. La domanda dunque sorge spontanea: anche Agapo (Associazione Genitori e Amici di Persone Omosessuali) e diversi omosessuali hanno partecipato, sono omofobi anche loro?

da  http://www.informarexresistere.fr/2015/06/23/non-sempre-le-idee-maggioritarie-sono-dominanti/

E  poi vera  o farlocca  che sia  questa  testimonianza sempre  di informare per resistere  del /2015/06/22


                                       - di Cristoforo Libero –

Cristoforo Libero è lo pseudonimo che ho scelto per scrivere in rete, in omaggio a S.Cristoforo protettore dei bambini e libero come augurio affinchè abbia sempre la libertà di seguire la Verità.
Ho 27 anni e sono giovane uomo con attrazioni omosessuali. Uso questa perifrasi non perché abbia paura dell’omosessualità, ma perché credo che la mia identità sia radicata innanzitutto nell’essere figlio di Dio, e poi in un corpo di carne sessuato, non in un desiderio astratto.
Negli ultimi anni è cresciuto a livello internazionale e nazionale il dibattito circa il matrimonio tra persone dello stesso sesso, le unioni civili, leggi contro l’omofobia, cambiamento di sesso agevolato e facilitato, adozioni per tutti, legalizzazione dell’utero in affitto, ecc … tutte scelte presentate come necessarie per il benessere delle persone con orientamento sessuale non eterosessuale e come possibilità di estendere a tutti i diritti civili.
Il caso o la Provvidenza (non la sfiga altrimenti sarei anche interista) ha voluto che mi trovassi a vivere questi tempi nella condizione di omosessuale e di figlio della Chiesa Cattolica.
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” queste parole del Vangelo di Giovanni per me non sono lettera, ma sono volti di persone che per me han dato la vita: penso al modo con cui mio padre e mia madre si consumano per me ancora oggi, i tanti sacerdoti che ho incontrato sul mio cammino, i miei amici che si sposano ancora oggi nel 2015, e gli altri che sono sposati da 10, 20, 30 anni, ragazzi e ragazze impegnati nel servizio di volontariato e di educazione verso i più piccoli …  Nel tempo mi è parso sempre più chiaro che l’amore vero non ha a che fare con il benessere, ma con il dono totale di sé … una vera e propria porta spalancata sull’ Infinito!
La chiamata a donarsi è inscritta nel mio corpo, che non è un mio oggetto, ma SONO IO! Il mio essere uomo, maschio mi rimanda sempre ad un’alterità, alla donna, una differenza che non potrò mai essere … e mi viene da ridere perché in un’era in cui tutti si riempiono la bocca di rispetto delle diversità, la madre di tutte le differenze, quella sessuale, viene quotidianamente denigrata e calpestata …
Ho sperimentato che l’omosessualità è una pulsione simile ad una promessa non compiuta perché non è in grado di accogliere la differenza tra i sessi ed in contraddizione con il corpo sessuato, quindi con me stesso, … inoltre non sono uno psicologo, ma l’esperienza mi ha mostrato che non sempre, ma spesso dietro l’omosessualità ci sono una serie di altre questioni (rapporto con il padre, rapporti con i pari durante l’infanzia e l’adolescenza, ecc.) che meritano di essere affrontate …
Ho trovato invece che il dono di me stesso in ciò che faccio tutti giorni e la costruzione di amicizie strette e profonde, in particolar modo con altri uomini e ragazzi siano una strada per la felicità; per non parlare del desiderio di paternità che può trovare strade per compiersi che nemmeno ci immaginiamo.
Conosco poi  alcuni ragazzi e alcune ragazze omosessuali che attraverso un percorso di profonda conoscenza e accettazione di sé e delle ferite della propria storia hanno incominciato a provare attrazioni per l’altro sesso.
In nome di ciò che ho vissuto ieri sono sceso in piazza a Roma per affermare che le unioni civili sono in primis una presa in giro per le persone con attrazioni omosessuali, ingannati perché gli si fa credere una coppia dello stesso sesso sia uguale a una coppia di sesso diverso, offesi nella loro dignità di persone umane o perché ridotti ad angeli asessuati o ridotti ad istinto e strumentalizzati nella nostra ferite e sofferenze utilizzate per sovvertire un ordine sociale e renderci tutti più deboli.
Ho manifestato per dire al mondo che la differenza sessuale è bella, è un patrimonio di tutti e dobbiamo lavorare un sacco per valorizzarla e promuoverla. La maschilità e la femminilità hanno un volto bello che merita di essere mostrato.
Le famiglie sono ad oggi il pilastro del nostro welfare, mi domando in questo tempo di crisi chi si sarebbe preso cura di anziani, bambini e malati? E invece le famiglie si trovano tartassate dal fisco, e scoraggiate nel portare avanti scelte responsabile e durature, che messaggio vuol dare chi ci governa se impiego meno tempo a divorziare che a recidere un contratto telefonico?
Una famiglia stabile, capace di affetto e di portare avanti scelte durature è il meglio che si possa offrire ai piccoli di oggi, che magari avranno più la probabilità di essere adulti sereni domani. E a me interessa vivere in una società con persone serene in grado di affrontare la vita. I bambini hanno il diritto di vivere in una famiglia con il padre e le madre che si amino, perché due madri splendide non potranno mai sostituire un padre. E ieri è stato bellissimo vedere in piazza famiglie che vivono così!!!
Sul palcoscenico molte voci, diversi toni e accenti, alcuni che ho condiviso e altri di meno. Bella la presenza di confessioni diverse soprattutto perché è bello vedere l’unità costruita non sui compromessi, ma sulla verità. Vedere tutti gli uomini di buona volontà uniti riempie il cuore.
Infine a Roma più di tutto è stata una festa. Ho guardato negli occhi molti persone e ci siamo voluti bene, perché quando si ha a cuore la stessa vita ci si abbraccia come abbracci il migliore amico del liceo che rivedi dopo anni, anche se ci si conosce da poco. Quanto sono belle queste amicizie che mi rimandano sempre al mistero dell’Incarnazione, segno vivente che le cose grandi della vita passano attraverso di noi che siamo dei poveretti.
Il mio desiderio più grande è che questo abbraccio, questo volersi bene arrivi anche a chi ci contesta. Vorrei dire a loro che non li odio per niente, è che quello il mio cuore non è diverso dal loro. Solo essere amati per quello che siamo, nei nostri limiti e pregi, porta alla pace. E solo una vita donata è in grado di saziare il nostro desiderio di felicità.
Ripartiamo da questa proposta di vita alta. Ripartiamo da questo abbraccio.che riporto integralmente
 dimostra   che    di queste persone   dovremo tenerne conto quando andremo a  raccogliere  firme  o  a votare  per  un referendum



19.4.15

la Proposta di legge di iniziativa popolare “Un'altra difesa è possibile” ( taciuta e boicottata da Lega e pd o pd-l ) non è contro la polizia o l'esercito ha formato anche il benzinaio Graziano Stacchio


 Graziano Stacchio, il benzinaio di Ponte di Nanto (Vicenza) è un volto abbastanza noto. E’ stato elevato alle cronache nazionali per aver difeso la commessa della vicina gioielleria dall’assalto armato di una banda criminale uccidendo, senza volerlo, uno degli assalitori. Ma ci è noto soprattutto perchéil
leghista Salvini, con il tempismo degli avvoltoi che si scaraventano sui cadaveri, si è precipitato a Nanto per farne un simbolo della lotta alla criminalità. “Io sto con Stacchio, con chi difende il territorio”, portava scritto la felpa che Salvini indossava per il raduno lumbard-neofascista di piazza del Popolo a Roma dello scorso 28 febbraio. E un po’ di fan hanno subito aperto una pagina facebook “Io sto con Stacchio il benzinaio”, ma c'è anche “Io sto con Graziano Stacchio e finanche “Io sto con Graziano Stacchio il benzinaio.  Stacchio, ha accettato la solidarietà popolare, ma non gli ci è voluto molto tempo per capire che il vero intento di Salvini & c. era quello di farne una specie di simbolo de “la difesa me la faccio da me”: un motto che piace tanto a leghisti e alle lobby delle armi che rivendicano gli inesistenti “diritti dei possessori di armi”. «Non vorrei sembrare poco gentile con queste persone che parlano di me e fanno tante cose belle. Li ringrazio molto ma io non sono un divo, non sono un politico, non voglio essere troppo un esempio e non vorrei essere strumentalizzato. Non è la mia vita questa» - dichiarava Stacchio già pochi giorni dopo al Corriere della Sera. E a La Repubblica aggiungeva una frase che deve esser andata di traverso a chi voleva farne il vessillo della “difesa fai-da-te”: «Non sono un eroe né un modello da imitare. Né tanto meno un simbolo. Lo dico subito: la gente non deve sparare in mio nome, né in Veneto né in Sicilia. Solo l’idea mi fa paura. Non è che adesso ognuno si deve sentire autorizzato a sparare. Sennò che cosa facciamo, il Far West?».Stacchio firma per la difesa civile, non armata e nonviolenta
Nei giorni scorsi Stacchio ha posto la sua firma alla Proposta di legge di iniziativa popolare “Un'altra difesa è possibile che chiede l’istituzione di un “Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta”. «Non mi sento un eroe. Anzi, non lo sono mai stato. I veri eroi – ha detto Stacchio al Giornale di Vicenza – sono quelli che ci proteggono tutti i giorni, che lo fanno per lavoro, che sono addestrati per questo compito. Questo concetto è fondamentale: la preparazione». Poche parole, concetti chiari.

Non sappiamo se con questo gesto ha voluto prendere le distanze anche da chi invitandolo al Parlamento europeo – ha inteso usare il suo caso per dipingerlo come “una rarità da prendere a modello in una società in cui prevale l’egoismo” e per puntare la pistola (anzi il fucile) fumante contro il Governo “che non riesce a garantire, come dovrebbe, la sicurezza dei cittadini, che esasperati si sentono costretti a intervenire da soli”. Sappiamo che una cosa Stacchio l’ha sempre detta e l’ha ribadita anche nei giorni scorsi: «La legittima difesa è una cosa molto delicata, io non sono un tecnico, perché quello che è successo a me è stato istinto. Credo di averla gestita bene, anche se tutto quello che accade attorno a me non sempre mi piace».
L’aver firmato per la proposta di legge non trasforma Stacchio un novello Gandhi e sono sicuro che i promotori dell’iniziativa “Un'altra difesa è possibile” non intendono assurgerlo a icona della campagna e che nemmeno lui voglia esserlo. Però il fatto è significativo. Soprattutto perché Stacchio è un cittadino comune, con le sue idee (che ai puristi potranno sembrar bizzarre), ma di sicuro dotato di buon senso. Con le sue paure e timori, ma che ha ben chiaro che le armi non si devono usare per farsi giustizia.

Il silenzio dei media. Della Lega. E del PD

Molto più buon senso di quel partito, assetato di voti, che non si era fatto tanti scrupoli a proporgli una candidatura alle prossime elezioni regionali in Veneto. Non chiedetegli quale sia, Stacchio non ve lo dirà mai (ma non ci vuole molto a intuirlo). Resta il fatto che della notizia della firma di Stacchio alla proposta di legge dei movimenti pacifisti, l’onnipresente Salvini non ha fatto menzione. Forse qualche giornalista potrà informarlo e spiegargli che questa proposta di legge intende davvero, e senza demagogie populiste, “difendere il territorio”. Ma ben pochi sono stati finora i politici che hanno anche solo menzionato la raccolta di firme della campagna “Un'altra difesa è possibile”. A parte le lodevoli iniziative di rappresentanti politici locali (ci torneremo tra breve) – tra cui, visto che parliamo del Veneto, non possiamo non menzionare il Consiglio comunale di Vicenza che l'ha sostenuta all’unanimità già lo scorso ottobre – rarissime sono state finora le voci di rappresentanti politici nazionali. Anche dei partiti del centro-sinistra, a cominciare dal PD. Forse non l’hanno capita e gli andrà spiegata meglio. 

Sicuramente Stacchio ha capito meglio di molti media e di vari politici la proposta di legge che ha firmato. Che non è una legge “contro le armi” (come titolava “Il Giornale”), ma per “l’istituzione presso la Presidenza del Consiglio del Dipartimento della Difesa civile, non armata e nonviolenta”. Non si intende – per capirci – né disarmare la polizia e men che meno le forze armate. Bensì, ottenere un riconoscimento politico, giuridico, finanziario e dunque istituzionale per le nuove forme di difesa civile e nonviolenta della Patria che sono previste dalla nostra Costituzione e confermate da due sentenze della Corte Costituzionale e tre leggi dello Stato. Lo strumento politico della legge di iniziativa popolare intende certo estendere i concetti di difesa e sicurezza ma dando centralità alla Costituzione che afferma che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (art. 11), che promuove la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino (e non solo ai militari e in modo militare) il “sacro dovere della difesa della patria” (art. 52). Concetti difficili da comprendere per chi è sempre pronto a soffiare benzina sul fuoco de “la sicurezza me la faccio da me”. E forse anche per questo, a parte i giornali locali e qualche raro TG, la notizia della firma di Stacchio per la campagna non è entrata nei salotti dei talk-show che solo qualche mese fa gli avevano dato ampio spazio definendolo “il cowboy del nordest”. Ma così va l'informazione nel nostro paese, lo sappiamo. 
[--- ] continua     sul   sito  (  trovate  sopra  l'url    ) .
  Io  ho  firmato perchè   voglio evitare    che  si  finisca   coe   gli Usa  ( ne  ha  parlato benissimo  Bowling for Columbine di Michael Moore (2003), vincitore di un premio Oscar   che  ha descritto benissimo il massacro della  Columbine  high school
Ma  soprattutto  perchè :  1)   ho  sentito  in un incontro organizzatio da noi dela bottega   del commercio equo e  solidale   locale  uno dei curatori della  legge   che  ha messo a tacere  i  mie  dubbi  e  pregiudizi  su   tale  proposta  di legge  ., 2) non mi piace   il  clima  d'odio  mistodi populismo ed  xenofobia   che sta  montando  dal nord  - est  che rischia  come una marea nera  d'arrivare al resto del paese   "  isole  comprese  "  
  

VICENZA - Anche questa notte Joe Formaggio  (  foto ansa  a  destra  )   ha dormito col fucile carico e i proiettili di scorta sul comodino. "Sono i miei cittadini che danno il buon
esempio a me", dice il sindaco di Albettone, duemila abitanti, più della metà armati, sulle colline di Vicenza.
Il buon esempio, certo... Per capire l'aria che tira è utile ricordare che, sempre a proposito della sua dimora, il "comandante", soprannome del borgomastropistolero, in un certo senso ha già sparato. "Piuttosto che darla ai rom le dò fuoco" (alla casa), giura il miglior nemico veneto degli zingari. Una prova di celodurismo 3.0 che venerdì pomeriggio è valsa a Formaggio  -  già ideatore dei cartelli "divieto di sosta ai nomadi" piantati in piazza, poi rimossi dai carabinieri  -  un incontro con Salvini. La candideranno alle regionali? "Io sono a disposizione. Qui si dice: " con le ciacoe non se impasta fritoe " (con le parole non si impastano frittelle, ndr). Ho due priorità, lavoro e sicurezza. L'ho detto a Salvini: il Veneto si sta armando".
Benvenuti nel Nordest, versione Far West. Mentre a Roma per evitare altre tragedie come quella del tribunale di Milano si lavora per disarmare gli italiani restringendo le norme sul porto d'armi, qui, nella regione governata dalla Lega monta forte, in controtendenza, una crescente voglia di pistole e fucili. Armi per tutti. Armi ai cittadini per difendersi "dagli immigrati", "dai rom". Che ormai, nel sillogismo propalato sotto elezioni dai populisti della sicurezza, sono sinonimo di "ladri". Gazebo, petizioni, fiaccolate, forzature. L'ultima idea sono i distretti armati. In pratica: dotare di armi la popolazione che abita in quelle zone dove la presenza di immigrati  -  siano anche profughi o rifugiati  -  è particolarmente densa. Giorgio Vianello è il presidente leghista della municipalità veneziana del Lido. "Mi hanno dato del matto perché ho proposto, con una raccolta di firme, di concedere il porto d'armi ai cittadini che ne faranno richiesta. Mi sembra una cosa di buon senso. Un amministratore ha la responsabilità di pensare alla sicurezza. O no?"
Come se già non ci fosse in Italia una legge  -  ritenuta peraltro troppo blanda  -  sulla concessione del porto d'armi. Come se con i 10 milioni di armi legali che girano  -  senza tenere conto del mercato clandestino  -  e i 4 milioni (una su sei) di famiglie armate, il nostro non fosse già un Paese con il dito sul grilletto. Al Veneto  -  in ascesa nella classifica delle regioni più armate subito dietro Lombardia e Piemonte  -  tutto questo non basta, anzi. Succede che al Lido di Venezia sbarcano 37 profughi siriani. Sono ospitati da qualche giorno al Centro di Soggiorno Morosini, gestito dal comune lagunare. Non risulta siano razziatori d'appartamenti. Ma tant'è, se 37 profughi sono bastati a Vianello per chiedere armamenti ad hoc per i veneziani del Lido, il suo capo Salvini ci è saltato sopra con raffinata ironia via Facebook ("clandestini in vacanza al Lido, italiani per strada").
Dalla laguna pieghi verso l'interno, tra il vicentino e la marca trevigiana. Giri per i paesi: nella stessa Albettone; a Nanto dove il benzinaio pentito Graziano Stacchio ha aperto il fuoco per difendere la commessa di una gioielleria dall'assalto armato dei rapinatori uccidendone uno; a Oderzo; a Ponte di Piave nel trevigiano dove pure le carabine sono entrate in azione; a Malo; a Breganze dove due famiglie su tre sono armate e dove in 500 hanno sfilato fiaccole alla mano contro il campo nomadi. Leit motiv: "La difesa me la faccio da me".
Eppure c'è ancora chi vuole credere nello Stato. Gabriele Tasso è sindaco di San Piero Mussolino, nell'alta valle vicentina. "Ho chiesto ai candidati al governo della Regione di dare più potere alla polizia locale e di ripristinare la scuola regionale di formazione per agenti. Rientrano ancora nel settore amministrativo come gli impiegati comunali. Se non cambierà niente sarà difficile impedire alla gente di organizzarsi "". È, o vogliono farla apparire, una rivoluzione "civile". "Se non ci pensa lo Stato a difenderci ci devono pensare i cittadini". La frase-mantra di Formaggio. Se fosse il titolo di un film sarebbe "All'armi siam leghisti". Perché è la Lega che ci ha messo sopra il cappello. Fin da Varese, dove a febbraio chiese al prefetto di autorizzare il porto d'armi "a tutti i cittadini, per difesa personale", condividendo il modulo di richiesta su Facebook. E Salvini, leader lumbard attivissimo sui social network, in questi giorni è in visita in Veneto. Gli hanno regalato una ruspa e lui ha dato l'imprimatur. "La gente se ha paura ha diritto di difendersi. I confini vanno difesi anche sparando".

Poi accadono cose imprevedibili. Anche trasversali. Due giorni fa Francesco Vezzaro, sindaco Pd di Vigodarzere, nel padovano, si è dimesso per protesta contro la prefettura che gli ha mollato 100 profughi in una ex caserma. Effetti impazziti. Si torna al caso Stacchio. La Lega pensava di averlo già nel sacco. Un benzinaio che spara ai rapinatori. Il rapinatore è un rom. Muore. Stacchio eroe. Ma lui non abbocca: capisce che la politica lo vuole strumentalizzare e mentre gli ultrà della demagogia intollerante indossano la t-shirt "Io sto con Stacchio", Stacchio spariglia. È lui il primo che non sta con Stacchio. "Non sparate in mio nome, non sono un esempio ", frena. Presi in contropiede, Lega e gli altri pezzi di destra, che volevano candidarlo, ripiegano quindi sul più istrionico Formaggio. Le critiche gli fanno un baffo. "Ne abbiamo pieni i c.... Preferisco vicini di casa che sparano piuttosto che gente che finge di non vedere".
È una battaglia antica quella che si sta giocando in Veneto. La chiamata alle armi riporta indietro alla stagione dello sceriffo Gentilini. Fu lui, l'ex sindaco di Treviso già condannato per odio razziale, autore della rimozione etnica delle panchine, il primo a profetizzare la necessità di "sparare contro gli immigrati ". E i suoi epigoni vanno giù duro uguale. "Se arriva una carovana di rom il aspetto col fucile", sempre il sindaco di Albettone. "L'arma di questi tempi aiuta " dice un artigiano di Oderzo. "Mi chiami Gianni e basta, che con sta gente (i rom) non si sa mai". Ha brindato a prosecco Sandro Magro, l'imprenditore di Faè di Oderzo che il 2 marzo scorso sparò colpi di fucile in aria per mettere in fuga i ladri: la Procura di Treviso ha chiesto l'archiviazione del procedimento penale nei suoi confronti. "Non siamo fanatici o violenti, ma se un ladro viene a rubare a casa sua lei cosa fa, lo lascia fare? Gli serve il caffè?". Per chiedere l'archiviazione ha firmato anche un assessore provinciale: Mirco Lorenzon. Uno sensibile al problema. A marzo aveva premuto pure lui il grilletto dalla finestra di casa. Per scoraggiare i malviventi, a Negrisa di Piave, sempre nel trevigiano.
Nella Marca se non è psicosi poco ci manca. E cosi per tenere alta l'attenzione si cercano simboli. Facce da esibire. Tutte le speranze erano riposte in Stacchio. Lega e Fratelli d'Italia gli hanno offerto subito un posto in lista. E lui? Ha accettato la solidarietà popolare. Poi ha firmato. Una proposta di legge, sì. Ma per la "difesa civile, non armata e non violenta ". Che scorno. Sentitelo Stacchio."Non sono un eroe. I veri eroi sono quelli che ci proteggono tutti i giorni, che lo fanno per lavoro, addestrati per questo compito". Gli sceriffi fai-da-te sono avvisati ma non mollano. Chiosa di Joe Formaggio: "Stacchio o non Stacchio, io continuo a dormire col fucile carico".

29.7.13

ECCO COSA SI NASCONDE DIETRO LA CONGOLESE [ AL MINISTRO KIENGE ]

nessun commento nè  ai link sotto riportati

http://groups.yahoo.com/group/nesaraitalia nè  all'articolo  riportato 






per  farvi una idea dell'imbecillità del sito un gruppo ela destra più becera  






Ecco cosa si nasconde dietro al Ministro Kienge'... Il piano strategico e' di creare un Partito Islamico in Italia. L'entrata in politica della Kienge' e' stata voluta dal P.D. che in modo ingenuo puntava sull'accaparrarsi il voto degli stranieri presenti in Italia che sono gia' piu' di 5.000.000 ...e la maggioranza e' islamica. Kienge' nel 2002 fonda l'associazione interculturale DAWA (in lingua swahili: magia) con l'aiuto dell' on. Khalid Chaouchi (deputato del P.D.) di origine marocchina, islamico, che fa parte della Consulta per l'Islam italiano prendono e stringono contatti con la Lega musulmana mondiale. Iniziano a collaborare entrambi con l'U.C.O.I.I. (Unione delle comunità e delle organizzazioni islamiche in Italia). 
La presente Associazione è il prodotto della fusione di varie organizzazioni precedentemente esistenti, come i siriani e palestinesi, dell' Unione degli Studenti Musulmani in Italia (USMI) organizzazione, alcune organizzazioni islamiche femminili come l'Islam Donne e il contributo di alcuni individui, come Hamza Roberto Piccardo , ex militante di Autonomia Operaia convertito all'Islam e di fatto direttore della casa editrice Libreriaislamica.it (precedentemente conosciuto come "Al Hikma"). Kiange' ha contatti forti anche con la Consulta per l'Islam italiano che è un organismo di carattere consultivo del Ministero dell'Interno formato da alcuni personaggi ritenuti autorevoli rappresentanti dell’Islam in Italia. 
Istituita con decreto nel 2005 dall'allora Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, è stata confermata nel 2006 dal nuovo ministro degli interni Amato. Inizialmente la presidenza era stata assunta da Nour Dachan , leader della componente siriana della Fratellanza Musulmana , e la Segreteria di Ali Abu Shwaima , leader della componente palestinese della stessa organizzazione; successivamente tale carica è andata a Roberto Piccardo convertitosi anche lui all'islam.- Collaborano attivamente anche con il Co.Re.Is. (Comunità Religiosa Islamica), Sezione italiana della Lega musulmana mondiale, U.I.O. (Unione Islamica in Occidente, di cui Mario Scialoja, italiano, ambasciatore a riposo e' direttore della Sezione italiana della Lega musulmana mondiale). Kienge' crea anche l' ANOLF L'Associazione è presente in tunisia,( 98% musulmani) in marocco,( 97% musulmani) senegal (92% musulmani) ed e' distribuita e organizzata capillarmente su tutto il territorio nazionale con uffici Regionali (20),le Sezioni Provinciali (101) e Territoriali (10) Tra pochi anni il ministro Kienge' si stacchera' dal P.D. e con il potere che avra' politicamente acquisito formera' un partito Musulmano che nel frattempo potra' contare su un bacino di circa 7.500.000 di voti, con i finanziamenti che gli verranno concessi facilmente dal Mondo Arabo potra'.......lascio a Voi la previsione.... Alex Ferrari
tropo comodo e falsamente  libertario il loro Disclaimer
 Il materiale presente in questo sito può essere copiato e ridistribuito, purchè vengano citate le fonti e gli autori. Non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale pubblicato. I contenuti sono pubblicati senza periodicità.
• NESARA • N.E.S.A.R.A. • NESARA ITALIA
La redazione non esercita un filtro sugli articoli segnalati dei lettori. Precisa che gli unici proprietari e responsabili sono gli autori degli stessi e che in nessun caso nesara.it potrà essere considerato responsabile per commenti lesivi dei diritti di terzi. La redazione informa che verranno immediatamente rimossi:

- Articoli non concernenti il tema dell'articolo
- Articoli offensivi nei confronti di chiunque
- Articoli con contenuto razzista o sessista
- Articoli il cui contenuto costituisca una violazione delle leggi vigenti (istigazione a delinquere o alla violenza, diffamazione, ecc.)

Disclaimer A meno di avvisi di particolari (articoli con diritti riservati) il materiale presente in questo sito può essere copiato e ridistribuito, purchè vengano citate le fonti e gli autori. Non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale pubblicato. I contenuti sono pubblicati senza periodicità. Il logo del sito è rilasciato con licenza creative commons

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...