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5.7.24

«Sono una ballerina con la sindrome di Down. Mi prendevano in giro sui social, ma ora rappresenterò l'Italia ai Mondiali»

 lo so che  dovrei  smettere  di mitizzare  le persone     con handicap    ed  considerarle   come tutte le  altre persone   (  cosa  che  per  me lo sono  già  )   come suggerito  da  (  vedere il caso ...  ehm.... la storia  di Giulia Ghiretti,Campionessa paralimpica con un palmares di 27 medaglie internazionali, un record del mondo nei 50 farfalla in vasca corta e un titolo mondiale nei 100 metri rana e  ci cui  ho  parlato   nel  58  della    rubrica  diario    di  bordo )  . Ma  fin quando    in italia   l'handicap in particolare  la  sindrome di   down     e   simili ( autismo  , iper attività , ecc  )  sono visti con stereotipi  e  luoghi comuni   i  principali descritti   in : MI GIRANO LE RUOTE  (  sotto    a  sinistra    la  copertina  )  di Angela Gambirasio  - Voltalacarta   Narrativa non fictionASIN B0136H67NM cartaceo 11,90€ | Ibs   ., ebook 2,99€ | Amazon     

 Io sono handicappata: questa è l’unica cosa sulla quale tutti concordano. Beh, magari poi i normodotati mi definirebbero “disabile” o “diversamente abile” più che handicappata, ma le definizioni politicamente corrette non hanno mai cambiato la sostanza. Al di là di questo, io ho idee diverse dagli altri su come condurre una vita da una sedia a rotelle. Da sempre medici, giornalisti tuttologi e buona parte della società provano a spiegarmi come dovrei definirmi, comportarmi e vivere, insomma, quello che ci si aspetta da gente come me. Mi attribuiscono la sessualità di un angelo, pensano che stia chiusa in casa a lacrimare sulle mie sciagure o magari a pregare affinché qualcuno, lassù, ponga fine a una vita irrimediabilmente infelice. Beh… ho sempre deluso le aspettative altrui, soprattutto quelle schifose. Così ho deciso di raccontarvi la tragicomica realtà di una come me, che vive tra barriere architettoniche e mentali. Come faccio ad andare avanti pur non potendo camminare? Semplice: rotolo!


  confermati   da questa intervista  rilasciata  al  sito   culturalfemminile.com     dall'autrice   . 
 Ma    davanti a  tali  storie   come  questa  riportata  sotto   non riesco a   a considerare    ( e  è per  questo che  ho perso molte amicizie  con persone disabili o sono   in pessimi rapporti con loro  )  le loro vicende   con una  perifrasi   da  una storia  sbagliata   di De andrè   vioè :   storie   speciali  per  gente  normale   storie   normali per  gente   speciale 

 Ma  ora  ecco la  storia  di Giada  Canino  (  foto  sopra  a  sinistra  ) unione  articoli  di  https://www.ildigitale.it/ (  da  cui   ho preso anche  la  foto  ) la  prima  parte   e   la  seconda   , mi pare leggo.it ,  tramite   https://www.msn.com/it-it/salute/other   



Giada Canino, 18enne con sindrome di down di Calolziocorte in provincia di Lecco, è una campionessa italiana e regionale di danza paralimpica. La sua passione è da sempre ballare e sui suoi profili social è solita pubblicare video in cui si esibisce.È stata spesso presa di mira da molti bulli ed haters, i quali hanno scritto sotto ai video frasi come “sembri ubriaca” o “non sai ballare”, e altri insulti. Ma la 18enne non si è mai arresa e da poco è stata convocata dalla Federazione italiana, come riporta il “Corriere della Sera”: rappresenterà il nostro Paese ai Giochi mondiali invernali Special Olympics 2025, nella danza sportiva, più specificatamente nella categoria hip hop, che si svolgeranno dal 6 al 17 marzo.La Federazione ha convocato in totale altri otto ballerini che si sfideranno contro più di 1000 danzatori provenienti da 103 Paesi in tutto il mondo. Ecco cosa ha raccontato Giada dopo aver saputo della convocazione: “Quando è arrivata, quasi non riuscivo a crederci. Mi impegnerò al massimo, orgogliosa di rappresentare il mio Paese, ma il ringraziamento più grande va ai miei genitori per tutto quello che fanno per me”.
Dagli allenamenti alla convocazione per i Mondiali Invernali 2025
Giada Canino ha iniziato a ballare fin da piccola e ha iniziato a praticare hip hop a livello agonistico nel 2018. Tesserata per la società Rosy Dance di Villongo, in provincia di Bergamo, assieme a Giada sono stati convocati altri due ballerini e amici con cui si allena, Andrea Tomasoni e Stefano Brevi. Ecco il messaggio della convocazione per i Giochi mondiali invernali 2025 inviata dal comitato Special Olympics Italia, come riporta “LeccoToday”:

Carissimi, siamo veramente felici di comunicarvi la convocazione dell’atleta Giada Canino, appartenente al team Rosy Dance in qualità di atleta titolare nella disciplina della danza sportiva per i prossimi Giochi Mondiali Invernali di Torino. Siamo certi che un così grande evento segnerà il coronamento del percorso svolto in questi anni dall’atleta e sarà fonte di grande soddisfazione per la sua famiglia e per tutto il suo team.

La danza, una passione che le scorre nel sangue fin da quando è piccola. Così decide di riprendersi mentre balla alcune coreografie e di pubblicarle, poi, su TikTok. Ma la reazione degli utenti non è quella che aveva immaginato. Molte persone hanno iniziato a giudicarla per il modo in cui danzava, ma lei non si è mai arresa e ha continuato a portare avanti il suo sogno. E adesso rappresenterà l'Italia nella danza sportiva, categoria hip hop, ai mondiali invernali Special Olympics 2025. Questa è la rivincita di Giada Canino, una ragazza di Lecco di 18 anni con la sindrome di Down, che ha raccontato la sua storia al Corriere della Sera: «Sui social mi hanno presa in giro per come ballavo, vomitandomi addosso una valanga di insulti. Dicevano che sembravo ubriaca. Ora rappresenterò l’Italia ai Giochi mondiali invernali Special Olympics 2025, nella danza sportiva, categoria hip hop. E lo farò con grande orgoglio».
La storia di Giada
Ha scoperto la sua passione per la danza da piccola, quando ha iniziato a imitare le Veline in tv. Da quel momento ha iniziato a prendere lezioni di danza, arrivando a prendere lezioni a livello agonistico. Degli allenamenti che sono riusciti a farla diventare campionessa regionale e italiana di danza paraolimpiaca. Poi ha aperto un profilo di TikTok, che adesso conta più di 23mila follower. Una notorietà che l'ha portata a essere presente in un filmato insieme ai giocatori del Milan (la sua squadra del cuore) e a esserci anche al Memoriale della Shoah con il ministro Piantedosi, la senatrice Liliana Segre e il capo della polizia Pisani, durante l’evento organizzato dall’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori. Insomma, Giada con il suo
I Giochi mondiali Special Olympics 2025
I Giochi mondiali Special Olympics si terranno il prossimo anno, dal 6 al 17 marzo a Torino. Per prepararsi a inizio settembre parteciperà agli allenamenti con la squadra Nazionale, ai quali parteciperà insieme ad altri due ballerini della squadra paralimpica della Rosy Dance di VillongoStefano Brevi e Andrea Tomasoni. «Sono miei amici, sarà meraviglioso condividere questa esperienza con loro - ha  dichiarato la ballerina - quando è arrivata la convocazione della Federazione quasi non riuscivamo a crederci». 

29.6.13

maturità speciali: a Cagliari 23enne Rom A Olbia 19enne affetto da sindrome down

leggo sull'unione  sarda  dei giorni  scorsi ( mi pare del  28  giugno  ) 

EDOARDO CAPUANO DAVANTI ALLA COMMISSIONE

  di  Due maturità speciali , concordo con il giornale  , perché  , almeno  da quel che  ho modo div vedere  e sentire  qui in sardegna  ed   da esperienza  diretta  (  la figlia  di una  parente  di mia madre  è down  e mia madre  ha  avuto  dei ragazzi  con problemi   in classe )  di down che  hanno fatto le superiori  ne  ho  , magari ci sono  negli ultimi anni  ,  almeno  finchè ho studiato a scuola  e pi all'università  , mai  visto.
 dall'unione  : << A Olbia è toccato a Edoardo, 19 anni, (  foto sopra  ) affetto da sindrome di down. Ieri ha sostenuto la prova orale al liceo scientifico Mossa. A Cagliari a breve toccherà a una ragazza-madre di etnia rom. >>  Sempre  per  esperienza personale  conoscenti  fra i rom  ,e  dati statistici  generalmente il livello d'istruzione fra  i rom  non arriva  alla scuola dell'obbligo  .
Sono due storie speciali quelle con cui si sono misurati i commissari degli esami di maturità. Hanno in comune grinta, determinazione ed entusiasmo. Il protagonista della prima è Edoardo Capuano, 19 anni. E' nato con un cromosoma di più. Ieri ha raggiunto un obiettivo che non è comune tra i ragazzi come lui. Ha sostenuto la prova orale dell'esame di maturità al liceo scientifico "Mossa" a Olbia. E' già promosso, dice la somma tra le prove già sostenute.
Deve ancora sostenere il colloquio orale, invece, a Cagliari, Elisabetta Sulejmanovic, 23 anni. E' una ragazza-madre. E' la prima giovane Rom a conseguire la maturità in città. "Dovrebbe essere addirittura la prima in Sardegna", dice Gianni Loy, presidente della Fondazione Anna Ruggiu. 
Iniziamo  dalla  prima storia  

OLBIA. La prova ieri allo Scientifico Mossa, ora l'obiettivo è iscriversi all'Università

L'esame speciale di Edoardo

Liceo a pieni voti: oltre il muro della sindrome di down

Ieri mattina ha affrontato la commissione per primo, forte di ottimi voti agli scritti e dei crediti: la sindrome di down non ha fermato Edoardo.

Un cromosoma in più, neppure una chance in meno. Non una scuola tanto per tenere impegnato il tempo, non uno sport fatto per finta, non una notte in discoteca negata. Sandra Varrucciu, mamma di tre figli, ha dettato la linea da subito, da quando il suo primogenito - nato con una sindrome di down - aveva pochi mesi. E ieri Edoardo Capuano, 19 anni, ha raggiunto un traguardo raro per quelli come lui: ha sostenuto l'esame orale della maturità scientifica al liceo Mossa di Olbia. Una maturità e un programma speciale per un ragazzo con esigenze speciali: Edoardo, in base ai crediti e agli scritti è già promosso e ci sono le basi perché il suo sia uno dei voti più brillanti di quest'anno.
LA STORIA Dietro questa storia c'è una famiglia speciale. Sandra, suo marito Clemente Capuano, Edoardo, l'inseparabile fratello Riccardo, un anno più piccolo, giovane promessa dell'Olbia calcio e Simone, il piccolo di casa. Tutti al liceo, ieri mattina, a sostenere Edo . «Non ho mai avuto problemi con il bambino, - racconta la mamma - solo con le strutture, con la gente. Con quelli che pensano che sei esagerata ad avere certi obiettivi. Io non ho mai visto Edoardo come un diversamente abile, non l'ho mai trattato come tale. Ho preteso che fin dalla scuola materna facesse le stesse cose degli altri. Certo, con i suoi tempi. Non ci si può alzare? Anche lui deve stare seduto, senza trattamenti privilegiati. C'è un lavoretto di manualità e si devono usare le forbici? Anche lui deve farlo. Arriva un po' più tardi degli altri, ma arriva. Una volta, erano alle elementari, hanno chiesto a Riccardo ma tuo fratello è malato? e lui no, non ha la febbre . Per noi è malato chi ha la febbre».
L'ESAME Edoardo era il primo della sua classe, la V C, ieri mattina, ad affrontare la commissione. È arrivato presto, prima delle otto, per stare con i suoi compagni. Poi è entrato, accompagnato dall'insegnante di sostegno Alessandra Bonelli, e dall'incoraggiamento di un'intera scuola. Sullo schermo scorrono le immagini del cortometraggio sui 150 anni dell'Unità, un progetto che ha visto Edoardo tra i protagonisti. È il lancio per parlare di Garibaldi e del Risorgimento. Per la fisica, il tema è l'elettricità, si usa un gioco didattico. «Edoardo ha un piano personalizzato, ciò significa che ha i suoi obiettivi», spiega Alessandra Bonelli: «Ha frequentato la scuola regolarmente, tutti i giorni, dalla prima all'ultima ora, ha studiato gli stessi argomenti dei suoi compagni, ma con un linguaggio semplificato».
VITA QUOTIDIANA «Non ho mai detto ad Edoardo, no, questo tu non lo puoi fare . - racconta Sandra Varrucciu - Ho sempre detto, in tutte le cose, proviamo perchè ce la possiamo fare . Ad iniziare dalla scuola. Lui, fin da bambino aveva scelto il liceo scientifico ed eccoci qua, malgrado le tante perplessità della gente che magari pensa che quelli come lui a scuola debbano stare parcheggiati». Edoardo sa cos'è la sindrome di down. «Il professor Albertini, che lo segue a Roma, raccomanda sempre di spiegare ai bambini questa loro caratteristica perché prima o poi lo leggono negli occhi della gente e subentrano i problemi. Edo è molto agevolato dall'avere un fratello quasi coetaneo, nella stessa scuola. Esce, va in pizzeria, in discoteca, vanno dappertutto insieme. Ora vorrebbe fare l'Università ma non ce la sentiamo di mandarlo da solo in un'altra città. I ragazzi come lui sono troppo fiduciosi e possono correre qualche rischio. Quindi si prenderà un anno sabbatico, continuerà a fare teatro e poi vedrà se iscriversi insieme al fratello. Per lui sogno una vita serena, magari con una compagna».
LA SCUOLA Ottocento ragazzi e mai un gesto sbagliato. La mamma racconta così l'accoglienza del liceo Mossa. «Quando è arrivato Edoardo ero dirigente da appena un anno - racconta Luigi Antolini - e lui era il primo ragazzo con sindrome di down ad affrontare un percorso liceale qui ad Olbia. È stata una bella sfida ma abbiano fortemente creduto che anche un liceo possa e debba essere una scuola di inclusione mantenendo i suoi obiettivi di formazione. È stato possibile grazie a un lavoro di squadra e alla collaborazione con la famiglia. Edoardo ci ha insegnato tanto».
IL FUTURO «Ho voluto raccontare la storia di Edoardo per incoraggiare altre mamme», conclude Sandra Varrucciu: «Ne incontro tante, spaventate, con i bambini piccoli, non sanno che futuro li aspetta. Io dico che non è difficile se pensi di avere a che fare con un bimbo qualsiasi». Perchè in fondo, ogni figlio è una sfida diversa.
Caterina De Roberto

CAGLIARI. Consegnata una borsa di studio a sei brillanti studenti della stessa etnia

Elisabetta, la ragazza Rom si diploma

Elisabetta Sulejmanovic, 23 anni, è una ragazza-madre di etnia Rom che sta per coronare il suo sogno più grande: conseguire il diploma. Il traguardo è vicino, manca solo l'orale, dopodiché sarà la prima diplomata Rom cagliaritana. Una bella soddisfazione. Dal 19 giugno è impegnata nell'esame di stato insieme ad altri seimila studenti del capoluogo. «Dovrebbe essere addirittura la prima in Sardegna», riferisce Gianni Loy, presidente della Fondazione Anna Ruggiu, dal 2001 in prima linea per difendere i Rom dalle discriminazioni e sostenerli nel percorso di studio. Elisabetta ha scelto l'istituto professionale Pertini di via Vesalio, indirizzo Servizi sociali. «Ha frequentato da noi il triennio», riferisce la vicepreside, Lucia Usai, «poi è stata costretta a mollare per motivi personali. Ora sta concludendo da privatista. Le tre prove scritte dovrebbero essere andate bene, credo che sarà promossa». La comunità Rom incrocia le dita. Al Pertini tifano per lei e il 3 luglio, giorno dell'orale, la giovane sarà festeggiata dai compagni. Elisabetta rappresenta l'eccellenza ma non è l'unica Rom che si è distinta negli studi.
ECCELLENZE ROM Ieri l'aula consiliare del Municipio di via Roma ha ospitato la cerimonia di premiazione di altri 6 ragazzi che hanno brillato. Iniziativa della Fondazione Ruggiu culminata, per l'undicesimo anno consecutivo, nel conferimento di borse di studio da mille euro ai più meritevoli. Gli onori di casa sono stati fatti dal presidente del Consiglio comunale, Ninni Depau, affiancato dall'assessore alle Politiche sociali, Susanna Orrù, e dal presidente della fondazione, Gianni Loy.
Significativa la presenza del Garante provinciale per l'infanzia Gian Luigi Ferrero (ex giudice del Tribunale per i minori) e della presidente del Comitato Unicef di Cagliari, Rosella Onnis. In un clima di festa sono stati premiati cinque dei sei alunni (mancava Susanna Halilovic, dell'alberghiero Gramsci di Monserrato). Ecco i nomi: Cristian Milanovic di Porto Torres (iscritto al Nautico, promosso a pieni voti al secondo anno), Sanela Majanovic di Pabillonis (della scuola per ragionieri Michelangelo di Guspini), Merfina Selimovic e Teresa Sulejmanovic (studentesse del Gramsci di Monserrato) e Milena Dragutinovic, le cui lodi sono state tessute dalla docente Rosalba Cocco, vicepreside del Liceo delle scienze umane “Tommaseo” di Cagliari.
IL DIPLOMA E LA MARINA Grande emozione in aula quando la docente del Nautico di Porto Torres, Maria Antonietta Cesaracci, ha raccontato la storia del suo alunno Cristian. «Vive in un appartamento perché la sua famiglia ha scelto di non stare nel campo Rom. Ma tutti i suoi familiari e amici vivono ancora lì. Per lui è un periodo drammatico perché il padre ha un tumore e gli hanno dato pochi mesi di vita». Ma Cristian è coraggioso e tiene duro. Ha due grandi obiettivi nella vita: diplomarsi e compiere diciotto anni per acquisire la cittadinanza italiana. Cosa farà dopo? Si arruolerà in Marina per difendere la bandiera del suo paese, l'Italia. Se non è integrazione questa.
Paolo Loche

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...