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27.10.25

la tragedia , la commedia , la polemica

 LA  TRAGEDIA

Ce ne  sarebbero   tante  di tragedie  di cui parlare  . Ad esempio   : morti bianche \  sul lavoro,  violenza  politica e  giovanile,femminicidi  \  violenza  di genere, ecc . Ma oggi  preferisco   soffermarmi   siugli incidenti automobilistici .   Qualcuno dirà , ma  non è una novità , ne  succedono tutti  i  giorni   n'è piena   la  cronaca  locale e   spesso come tappabuchi in  quella   nazionale   . Vero . Ma    purtroppo   essi sono  in  aumento per    imprudenze (  velocita  ,  nessuna  protezione ) ,  cmportamenti   impropri  ( cellulare  ,  droga , alcool  )   , oltre  scarsa manutenzione  e  situazione   pessima  delle strade  , destino e  condanna morale e  giuridica   per un semplice bicchiere   e  odio degli haters    . Ma   in quest'ultimo caso,riportato  sotto c'è  dietro  una storia   particolare .   ecco  la     cronaca   

da L'ECO DELLA BARBAGIA di Giorgio Ignazio Onano La morte di Omar Masia, 25enne di #Calangianus, ci insegna di come il destino sia al tempo stesso spietato e crudele.Nella notte, la bmw su cui Omar viaggiava con degli amici è precipata da un ponte lungo la strada Baldu- L’Agnata, ferendo i suoi 4 amici e non lasciando scampo a Omar.Ma a rendere ancor più sconvolgente questa tragedia è apprendere che all’arrivo dei soccorsi, tra i vigili del fuoco, ci fosse anche il padre di Omar, sconvolto quando tra le lamiere ha scoperto che ci fosse il figlio. Penso al dolore di un genitore abituato a salvare vite umane, e in contempo trovatosi a fronteggiare il dolore immenso di non poter fare altrettanto con l’amato figlio. Al papà di Omar, alla mamma e a tutta la famiglia va il nostro pensiero. Vi siamo vicini.

COMMEDIA  

Anche    per  le commedie  ce ne sarebbero tante da riportare , perchè la vita è fatta anche di commedia non solo dal punto di vista letterario\ artistico .

  da   https://www.noitv.it/

LUCCA - Enrico Casella si è visto svuotare completamente il conto corrente per via di uno scambio di persona con un omonimo di Potenza. All'INPS risultava che fosse scomparso a maggio, e che i familiari avessero indebitamente percepito la pensione per mesi. Ci ha raccontato la sua settimana da "morto"

Enrico Casella, di Ponte a Moriano, era morto il 19 maggio. Solo che non lo sapeva. A dichiararlo defunto a sua insaputa era stato l’INPS, che a ottobre gli ha svuotato il conto corrente per riprendersi i mesi di pensione riscossi dal presunto decesso in poi. La prima ad accorgersi dei problemi è stata la “vedova” – o meglio – la moglie. Cercando di pagare la spesa, Angelita Giuntoli si è vista rispondere di non avere credito sufficiente sul conto. Stupita, e pensando a un errore informatico, ha tentato un prelievo al bancomat, con lo stesso esito. Ha allora contattato la banca e si è sentita rispondere che il conto corrente era bloccato in seguito alla morte del coniuge. E non solo: era anche a zero, anzi con un ammanco di circa 62 euro.Da lì sono iniziate le tribolazioni della coppia, per capire cosa fosse potuto accadere. Per prima cosa, Enrico Casella è corso all’Ufficio anagrafe del Comune di Lucca, per farsi rilasciare un “Attestato di esistenza in vita”. Non tanto per sincerarsi di non essere morto, cosa di cui era ragionevolmente convinto, ma per avere in mano un documento che lo aiutasse ad affrontare di petto la burocrazia. Nel pomeriggio di venerdì 17, Banca ING ha comunicato che il conto cointestato ai coniugi era stato completamente svuotato dall’INPS, che si era fermato solo per mancanza di ulteriori fondi. A quel punto, è iniziata la corsa per avere un appuntamento presso la sede di Lucca dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, che gli è stato dato martedì 21 ottobre.Lì l’ex ferroviere di Ponte a Moriano – che ha 64 anni – è venuto a sapere dell’errore. Un suo omonimo, un anno più vecchio di lui, era effettivamente morto il 19 maggio a Potenza e qualcuno, in Basilicata, aveva per errore scambiato la scheda e inserito la notizia del decesso nella sua pratica. Ovviamente, ha ricevuto le scuse, un prezioso documento con la certificazione “Decesso non avvenuto” e, nel giro di 24 ore, anche il riaccredito delle somme sul conto. Ma i disagi non sono finiti: ora, per esempio, dovrà riattivare tutte le domiciliazioni bancarie delle varie utenze, e sincerarsi che non fossero stati attivati pignoramenti o procedure contro gli eredi. E Casella vuole ora andare fino in fondo alla vicenda, facendo causa per ottenere un risarcimento, perché questa settimana è stata un vero choc per la famiglia e, come racconta il pensionato, “ho potuto mangiare solo perché ho dei figli che mi hanno prestato i soldi, e ho potuto riavere i miei risparmi solo perché sono ancora abbastanza giovane e attivo. Ma cosa sarebbe successo se avessi avuto venti anni di più?”.

POLEMICA
 
Stavolta non viene da  me  . ma dalla  stessa  destra  destra    

 da open tramite msn.it 

Al raduno di Predappio tornano i saluti fascisti. La strigliata di Orsola Mussolini a Forza Nuova: «Siete qui solo per cercare visibilità»



predappio-saluti-romani-pronipote-duce-forza-nuova

Sono circa un migliaio — 700 secondo la Questura — i manifestanti che domenica 26 ottobre hanno preso parte alla camminata dalla piazza di Predappio, paese natale di Benito Mussolini in provincia di Forlì, fino al cimitero di San Cassiano. Un appuntamento ormai annuale per i nostalgici del ventennio fascista e della Marcia su Roma. Dopo due anni, davanti alla cripta del Duce sono tornati anche i saluti romani. Nonostante l’invito della famiglia Mussolini a mettere la mano sul cuore, decine di manifestanti hanno alzato il braccio teso dopo il rito del “presente”. Il colore predominante, come di consueto, è stato il nero. Tra i manifestanti, tante teste rasate ma anche qualche famiglia con figli.
Roberto Fiore presente ma non partecipa al corteo
Al raduno organizzato dalle pronipoti del Duce si è aggiunta quest’anno anche Forza Nuova, formazione politica di estrema destra, con il suo leader Roberto Fiore. La questura aveva intimato ai militanti di Fn di manifestare solo dopo le 15 e non anche alla mattina con il solito corteo. I membri di Forza Nuova, però, hanno ignorato questa disposizione, sostenendo che l’atto recherebbe «una firma digitale scaduta». Fiore è arrivato a Predappio in mattinata, ma in piazza ha avuto un breve colloquio con dirigenti della Digos e alla fine ha deciso di non partecipare alla camminata verso la cripta.
La pronipote del duce contro Forza Nuova
A punzecchiare i militanti di Forza Nuova è Orsola Mussolini, pronipote del duce e organizzatrice del raduno. «Quest’anno – ha spiegato – la manifestazione è stata resa più complicata dalla presenza di una forza politica che non nomino nemmeno, ma che ha creato condizioni non buone soltanto per ottenere visibilità, mentre noi siamo qui riuniti solo per un momento di preghiera». A proposito della Marcia su Roma del 1922, il cui anniversario ricorre il 28 ottobre prossimo, la pronipote di Mussolini sostiene che «non ci fu alcun colpo di Stato. Benito è stato eletto secondo lo Statuto Albertino e prima di lui con le stesse procedure sono stati eletti 26 presidenti del Consiglio».

27.11.13

ma basta polemiche sulla storia passata e guardiamo avanti

canzone in sottofondo  destra-sinistra  Giorgio Gaber 

ma basta  con queste polemiche assurde   sulla  storia passata  . Solo   cosi  lasciandosi alle spalle ( ovviamente senza  dimenticare quello  che  è stato )     ci può  essere una memoria  condivisa   come in francia su la sua storia  in particolare  sulla rivoluzione francese 1789  e   quella  del 1830  . Solo cosi iniziieremo a fare  i conti  con il passato  ed  eviteremo simili   cose


come   questa   ( da  http://www.gadlerner.it/2013/11/27/gli-sdoganatori  una  delle pochissime  volte il  cui il lobby lotta continua   mi trova  d'accordo  )

Si vergogni chi al Senato richiama la memoria di Matteotti e Aventino per .difendere Berlusconi. Proprio loro, gli sdoganatori del fascismo 





Mostra sul beato Rivi, ucciso dai partigiani. Scuola nega visita: “Infanga Resistenza”

L'esposizione è stato organizzata da don Carlo Castellini per la memoria del martire. Ma agli studenti è stato vietato di partecipare dopo le polemiche dei genitori

La mostra sul “beato” Rolando Rivi i(  foto sopra  ) infanga la memoria della Resistenza. E’ stata netta la presa di posizione della scuola elementare Anna Frank di Rio Saliceto (Reggio Emilia) a seguito delle rimostranze di alcuni genitori che hanno letto, in un paio di pannelli sul giovanissimo prete ucciso da alcuni partigiani il 13 aprile 1945 a Monchio, informazioni storiche “inadatte” per i propri figli. Così la gita per visitare l’esposizione nella parrocchia vicina è stata sospesa. Un atto che ha fatto discutere e che non ha però bloccato l’iniziativa che continua ad essere visitabile fino al 2 dicembre prossimo. E che, nonostante le polemiche, ha intenzione di proseguire anche in altri locali di Provincia e Regione.
L’esposizione storica voluta da don Carlo Castellini della parrocchia di San Giorgio Martire, per celebrare la beatificazione avvenuta nell’ottobre 2012 di Rivi, vede in sequenza un paio di pannelli in cui vengono ricostruiti i momenti della barbara uccisione del quattordicenne seminarista reggiano: in uno si vede la sagoma di due loschi figuri barbuti che – uno con il fazzoletto rosso al collo e la stella rossa sul berretto, l’altro con in mano una cinghia e una pistola nella cintola – stanno per malmenare il ragazzino; nell’altra si legge la frase, realmente pronunciata dai partigiani che ammazzarono Rivi e passata di bocca in bocca in quegli anni nella bassa reggiana, “Domani un prete di meno”.
Pannelli e parole che hanno fatto andare su tutte le furie alcuni genitori che portano i loro bimbi alle scuole Anna Frank, tanto da chiedere l’annullamento della visita durante le ore di religione delle scolaresche poi approvata dalla preside. “Volevo fare avvicinare i bambini a questa figura di santo bambino”, spiega al fattoquotidiano.it Don Castellini, “la sua uccisione è un fatto reale, purtroppo. E nella mostra – prosegue – non viene messo in discussione il valore della Resistenza, ma ciò che accadeva all’interno di essa con sanguinari regolamenti di conti: per alcuni estremisti dell’epoca la lotta di Liberazione dal nazifascismo doveva sfociare in una società bolscevica e togliere di torno personalità forti come quella del giovane Rivi, una figura propositiva tra i ragazzi. Un atto violento che confermava quel disprezzo anticlericale che toccò vette ancor più atroci in quegli anni”.
Alla base della polemica “storico-culturale” di Rio Saliceto sta il cosiddetto Triangolo della Morte, quell’area della bassa padana, tra Reggio, Modena e Ferrara, dove tra il settembre del 1943 e il 1949 si registrarono migliaia di uccisioni a sfondo politico, attribuite ad ex partigiani e a militanti di formazioni di matrice comunista. Tra questi il caso Rivi che ebbe comunque tre colpevoli condannati dopo tre gradi di giudizio a 22 e 16 anni, anche se ne scontarono solo 6 grazie all’amnistia di Togliatti: “Loro non avevano diritto all’amnistia – continua il parroco – commisero un delitto comune, non riferibile a fatti di guerra”.
Così se nella polemica si è accodato anche Luigi Negri, vescovo di Ferrara (“Addolora vedere che persone investite di compiti educativi, cioè del compito di introdurre i giovani alla realtà, abbiano paura della verità”) ecco che a gettare acqua sul fuoco è lo stesso Castellani: “Fu lo stesso Togliatti a venire a Reggio Emilia per chiedere di mettere la parola fine a questi omicidi per vendetta. Fu lui a dire che doveva nascere un Paese democratico e che nell’assemblea costituente aveva lavorato per una nuova Italia con i cattolici La Pira, Dossetti e Lazzati. Per questo non mi aspettavo una reazione così alla mostra, rigurgiti di un’idea di Resistenza sacrale che molta sinistra moderata non credo veda di buon occhio”.
L’esposizione su Rivi, organizzata dall’Associazione culturale cattolica Frassati, non è stata censurata e nemmeno sospesa, ma ha bensì esaurito la sua regolare permanenza nella parrocchia di Rio Saliceto per tornare ad essere visitabile, con i pannelli incriminati, da chiunque lo voglia da martedì 26 novembre a martedì 2 dicembre a Correggio grazie anche al patrocinio del Comune. Il sindaco Iotti, che sta per essere sfiduciato da metà della sua maggioranza per via del caso En.Cor., non rilascia dichiarazioni sul tema. L’Anpi di Correggio, come spiega il segretario locale, “preferisce prima vedere la mostra e poi giudicare”, anche se fu proprio il presidente Anpi di Reggio Emilia, Giacomo Notari, durante le concitate ore della beatificazione di Rivi nell’ottobre 2013 a dichiarare: “A quei tempi c’erano già i tribunali partigiani e le cose sarebbero dovute andare diversamente: la situazione sfuggì di mano e la morte di quel ragazzino si doveva evitare”.


Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...