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18.5.14

IL SOLE, LA LUNA, LE STELLE Una meridiana a Olzai. Il piccolo centro barbaricino come il magico Stonehenge

Appena giunto alla fattoria didattica di Barbara Rubiu in quel di Olzai, mi è apparso, quasi d’incanto, uno Stonehenge in miniatura (nella foto di Gianfranco Palma) dove, grazie al talento dell’esperto in gnomonica Pino Amico e all’estro artistico di Gian Piero Zedde, all’interno di un cerchio megalitico, si trova un orologio solare con tanto di mesi, di ore e di curve solari incisi su piccole mattonelle di ceramica incastonate su piastrelle basaltiche. L’ora locale si individua con la proiezione dell’ombra della persona che si piazza sopra al mese in corso lungo una striscia in direzione nord- sud. In questo
sito sembra di essere di fronte a un antico tempio megalitico immerso tra olivastri plurisecolari e ginestre in fior dove Pino Amico ha tracciato mesi e ore poi artisticamente rappresentate da Gian Piero Zedde che ha coniugato arte, astronomia e natura, usando strumenti fortemente identitari come l’acqua e la pietra o le lastre di granito, conficate come preistoriche perdas fitas, e intervallate da zampilli d’acqua delicatamente profumati dagli oli essenziali che Barbara ha estratto dalle sue erbe officinali. L’ora sarà approssimativa, non sarà precisa, al minuto: a questo ci pensano gli orologi- premette, il giorno dell’inaugurazione di questo speciale sito, Pino Amico che parla del movimento della Terra attorno al Sole, di equinozi e solstizi, di afelio e perielio, di fusi orari, ora solare e ora legale. Tutte premesse per indicare come funziona questa originale e artistica meridiana per il calcolo dell’ora del giorno, quella stessa ora che un tempo il contadino intuiva osservando il Sole per sapere quando doveva desinare o rientrare in paese col carro a buoi. Oltre alle erbe officinali sapientemente lavorate ora Barbara Rubiu potrà contare anche su questa opera d’arte per incantare nella sua fattoria didattica grandi e piccini puntando sulle risorse del terriotrio, l’identità e la conoscenza.

23.10.13

BASTA HALLOWEEN


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Ora molti \e di voi, magari facendosi ingannare dal titolo del  post   mi diranno che sono all'antica \ jurassico , probizionista .ecc.Ma io me ne frego perchè : chi mi conosce sa cosa sono realmente .

Io non voglio proibire halloween ne tanto meno lo odio in se . Mi da fasti do ed odio ( vedere post sull'odio http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2013/03/cosa-intendo-per-gioia-e-oddio.html) il fatto ci sono regioni d'Italia , specie del sud , che celebrano il giorno dei morti da secoli e secoli prima che gli Usa nascessero...e si usa regalare dolcetti e giocattoli ai bambini....ma nessuno , chiesa compresa se ne è preoccupato mai.
Ora invece basta ribattezzarla Halloween e dire che viene dagli Usa per vedersi riempiti tutti i mass media con una festa nata l'altro ieri.Mi pare una gran c..zata, quella di utilizzare modi e tradizioni non nostre quasi a voler nobilitare una festa che, invece, è sempre stata importante in molte religioni italiane. Penso sia un fattore di " moda", \ omologazione che pubblicità e tv ed la gente che ha mandato il cvervello all'ammasso \ in cassa integrazione e fa tuttto acriticamente \ passivamente obbligano a rispettare.Infatti concordo con quanto dice Pegasus : << Ciao Ilaria e grazie per aver esteso miti e realtà su questa tradizione.L'identità degli italiani è il frutto di una cultura e tradizioni millenarie che ci portiamo dentro. Nuove tradizioni, nuovi usi e costumi non hanno altro proposito che quello di cancellare quello che siamo e renderci uguali agli altri, in altre parole ci annientano.
Essere quello che siamo è fantastico, perchè adeguarsi alle mode degli altri? Non siamo antiquati credetemi. Come popolo non siamo mai stati attaccati all'occulto, perchè inglobare nella nostra cultura questi simboli e tradizioni? La nostra è una via piena di luce non di oscurità e vogliano vedere chi ci sta di fronte e non baciare un entità nel buio.Rifiutiamo di accettare ad occhi chiusi quello che ci viene offerto sia come tradizione che come modo di vita, perchè a lungo termine non paga. >> su http://www.letterealdirettore.it/forum/testo/topic/9712-3.html . Un altro aspetto di haloween ops giorno dei morti che più mi da fastidio è questo


 da www.greenstyle.it/ tramite  http://oknotizie.virgilio.it/

Halloween si avvicina e, come tristemente riportato gli scorsi anni, si ripropongono i rischi per i gatti neri. Riti sacrificali, messe sataniche, torture dovute all’ingiusta fama che da secoli colpisce questi felini: anche per il 2013 l’associazione AIDAA chiede che sia mantenuta alta la guardia. E promette azioni di sorveglianza nelle località più a rischio.
È Lorenzo Croce, presidente dell’associazione animalista, a parlarne dalle pagine de Il Messaggero: ad Halloween sono migliaia i gatti neri che rischiano la morte per pratiche del tutto insensate. Le zone più a
rischio sarebbero quelle di Terni e Perugia, dove l’associazione ha rilevato lo scorso anno il ricorso ai mici per pratiche esoteriche, ma anche il Piemonte, il varesotto e la zona a cavallo tra Viterbo e Roma. Tutte aree che AIDAA promette di sorvegliare nella notte delle streghe, il prossimo 31 ottobre, con delle vere e proprie ronde in difesa dei felini.
Nei giorni a cavallo del 31 ottobre ci saranno ronde formate da gruppi di quattro persone che vigilano su sessanta obiettivi (quelli dove sappiamo che si svolgono riti satanici), per controllare che non si verifichino ancora sacrifici di gatti neri o altri animali. Dalle 22 alle 2 della notte, i pattuglioni gireranno armati di solo telefono e torce pronti a chiamare la polizia nel momento in cui verificassero situazioni allarmanti.
I luoghi più soggetti a casi di maltrattamento di animali sarebbero i cimiteri, le chiese sconsacrate, i boschi difficili da raggiungere e lontani dalle abitazioni. Ogni anno sarebbero 35.000 gli animali uccisi per pratiche esoteriche o semplice divertimento, per questo la notte di Halloween è particolarmente a rischio, in particolare per le tradizioni che si rifanno ad antichissime consuetudini pagane. Non sarà però una caccia alle streghe, come AIDAA promette, anche se si consiglia ai proprietari di un gatto nero di avere un occhio di riguardo in quei giorni per l’amico a quattro zampe.



sia che lo festeggiate alla vecchia maniera cme si faceva fino a qualche anno fa ( io che sono al generazione di mezzo ) ne ho sentito gli echi , sia che si festeggi seguendo la pagliacciata americana o religiosamente buon ponte del 31\10\2013 -1 e 2\11\2013

22.9.12

a volte i conservatori sono più progressisti degli stressi progressisti



Io per natura  e cultura  ( come  potete notare   voi che mi seguite o qui  su  facebook  , soprattutto quelli della prim'ora )  sono contrario ad ogni forma di proibizionismo  e non sono  stato  bacchettone    sono sempre  stato per  la libertà  del vestirsi  e  dei costumi perchè penso  che  gli avvertimenti   allarmistici  e  i divieti  , se non diventano auto-divieti  cioè scelte consapevoli , non solo non aiutano  anzi possono    controproducenti .Ma  comprendo  e non riesco  a biasimare  (   trovate  sotto a vicenda  ) il  docente  universitario F.Cocco . Perchè    come  dicono  questi due  commenti 



Serena R.
Serena R. Secondo me, con l'abbigliamento si mostra la parte di noi che decidiamo di fare emergere.
Se quando siamo in compagnia degli amici vogliamo sembrare al massimo, oppure più rilassati, quando siamo in contesti più formali come la scuola, l'università e, un giorno, il lavoro, dobbiamo adattarci alla situazione. Insomma, se indossassimo una felpa ed un jeans (abbigliamento che va benissimo per la scuola) ad un colloquio di lavoro, aiuteremo il datore a capire se stiamo prendendo con serietà l'opportunità che ci si presenta  ;)


21 ore 50 minuti fa


sese98
sese98 secondo me è vero che l'abito non fa il monaco però bisogna dire che se una persona si veste in modo "volgare" allora in questo caso dall'abito si capisce se è seria o meno e penso che in questo caso non lo sia :)


  tratti da  http://www.skuola.net/  (  trovate  gli altri  e l'articolo  in questione qui   )  la situazione   si dovrebbe  risolvere  con il buon senso  e il rispetto . Ecco perchè considero il gesto di Cocco non un divieto \ proibizione  nel vero senso  della parola  ma  un gesto d'invito al buon senso  . non ci riesci  tu  allora  sono  costretto  a  farlo io  . 
Quindi , è anche per  questo   che davanti   a tali andazzi ,  di cui  la moda  delle  mutande  fuori  dai pantaloni   è solo l'ultima ( forse una boutade  )  di una serie  di   pacchianerie  alla Trimalchione  del  Satyricon di Petronio   (  ne  trovate  qualche  esempio  in  questi post   I  e  II del bellissimo  e  sagace   blog  http://www.lucyvansaint.com/blog/ o   nella denuncia  delle  pacchianerie politiche     del potere  in questo caso quello della  giunta   regionale del  Lazio  descritte nell'ottimo articolo  su repubblica   del 20 settembre  2012     di   francesco Merlo . Ecco  che hanno  ragione op quanto meno non hanno tutti i torti,come dico  dal titolo, i conservatori   come   Francesco Merlo sia  il professore  universitario  di Cagliari   dio cui  trovate  sotto la news  . 

dall' Unione sarda  Giovedì 20 settembre 2012 09:12 

Cagliari, prof di Giurisprudenza sbotta:"Agli esami basta mutande in vista" "Invito gli studenti a presentarsi agli esami e alle lezioni con un abbigliamento consono al contesto di studio e di ricerca in cui si trovano". Insomma basta mutande in vista è questo l'invito che un professore di Diritto Penale della facoltà di Giurisprudenza a Cagliari, rivolge ai suoi studenti.  





la  facoltà di Giurisprudenza  di cagliari 
L'avviso è comparso qualche giorno fa sul sito online della facoltà di Giurisprudenza di Cagliari. A scriverlo il professor Giovanni Cocco, ordinario di Diritto Penale. 
Il messaggio rivolto ai suoi studenti ha per oggetto: "ABBIGLIAMENTO CON CUI PRESENTARSI AD ESAMI E LEZIONI" e dice: "Essendo per primo stupito di dovere imporre minime regole di rispetto nei miei confronti e della commissione con riguardo all'abbigliamento  (dovendo essere evidente a tutti il contesto di studio e ricerca in cui ci si trova e non ludico quali la discoteca o la spiaggia, o l’intimità della propria abitazione), preciso ai signori studenti che non verrà più tollerata la esibizione di mutande od altro abbigliamento intimo, a cui recentemente mi è capitato di dovere assistere con la presentazione agli esami con pantaloni ampiamente calati ad esibire pressoché integralmente le mutande (pare che sia la penultima moda idiota). A parte la ridicolaggine di chi pensa di fare la rivoluzione o affermare la propria personalità in - e con le - mutande (ancorché acquistate a caro prezzo e con il marchietto da esibire), è appena il caso di sottolineare che il rispetto reciproco è alla base di qualsiasi convivenza e d’ora in poi una siffatta mancanza di rispetto impedirà che si proceda ad esaminare l’autore (ovviamente di qualsivoglia genere) di questa esibizione, che dovrà ripresentarsi vestito in consonanza con le aule universitarie frequentate".
E l'avviso in bacheca sta già facendo 'parlare' gli studenti della facoltà. "Il messaggio del professor Cocco sta raccogliendo favore tra gli studenti - dice Roberto Mura del giornale universitario Le Clou - e questo, in un mondo universitario che sembra ormai aver perso stima in se stesso, appare certamente strano. E' per questo che forse l'iniziativa viene accolta da alcuni come ironica". 




P.s

poiché molto spesso i link lasciano il tempo che trovano cioè vanno e vengono riporto qui tratto dal sito stesso della facoltà 


Essendo per primo stupito di dovere imporre minime regole di rispetto nei miei confronti e della commissione con riguardo all'abbigliamento, dovendo essere evidente a tutti il contesto di studio e ricerca in cui ci si trova - e non ludico quali la discoteca o la spiaggia, o l’intimità della propria abitazione - preciso ai signori studenti che non verrà più tollerata la esibizione di mutande od altro abbigliamento intimo, a cui recentemente mi è capitato di dovere assistere con la presentazione agli esami con pantaloni ampiamente calati ad esibire pressoché integralmente le mutande (pare che sia la penultima moda idiota); a parte la ridicolaggine di chi pensa di fare la rivoluzione o affermare la propria personalità in - e con le - mutande (ancorché acquistate a caro prezzo e con il marchietto da esibire), è appena il caso di sottolineare che il rispetto reciproco è alla base di qualsiasi convivenza e d’ora in poi una siffatta mancanza di rispetto impedirà che si proceda ad esaminare l’autore (ovviamente di qualsivoglia genere) di una siffatta esibizione, che dovrà ripresentarsi vestito in consonanza con le aule universitarie frequentate.


Prof. Giovanni Cocco



di cui ne vedremo delle belle visto che gli studenti non ne vogliono sapere e  <<   rispondono al professore ci presenteremo cosi anche alle lezioni. >> 


da http://www.sardegnaoggi.it/Costume/2012-09-21/19374/ Venerdì, 21 settembre 2012





Mutande fuori agli esami. Gli studenti rispondono al professore: ci presenteremo così anche alle lezioni
Gli studenti di giurisprudenza rispondono al professor Cocco. “Non esiste nessun regolamento che specifica un limite di decoro ” spiega qualcuno. “Mostrare le mutande sarà pure esagerato, ma il buon costume non deve essere verificato soltanto il giorno dell’esame”.
CAGLIARI - Pochi giorni fa un professore ordinario di Giurisprudenza ha denunciato, con un comunicato scritto sul sito della facoltà, il degrado etico che dimostrano alcuni studenti universitari nella scelta di un abbigliamento consono per sostenere gli esami. Il docente di diritto penale Professor Cocco nel suo monito assicura che “non verrà più tollerata l’esibizione di mutande od altro abbigliamento intimo, a cui recentemente mi è capitato di dovere assistere con la presentazione agli esami con pantaloni ampiamente calati ad esibire pressoché integralmente le mutande”. La pena per lo studente troppo attento alla moda del momento è l’impossibilità di poter sostenere l’esame.




Gli studenti rispondono. “E’ chiaro che prof. Cocco ha le sue ragioni”, ammette qualche studente. “Probabile che abbia retto per un po’ di tempo la situazione. Il messaggio in bacheca prova che il fenomeno stava diventando una consuetudine.” Altri invece ammettono sì che ci vorrebbe più decoro, ma non condividono su alcuni punti. “E’chiaro che ci debba essere un limite, ma è un confine che per ora è soggettivo. Non esiste un regolamento universitario che dia delle direttive di buon costume. Nessuna regola etica mi dice che per sostenere un esame ho l’obbligo di indossare una camicia, oppure posso optare per un vestito con una leggera scollatura”. E qualcuno ci scherza su: “Dateci pure una divisa uguale per tutti, così rispetteremo il così detto decoro”.
Secondo gli studenti di Giurisprudenza professor Cocco ha mancato l’obiettivo nel suo monito. Molti criticano la ‘ramanzina’ perché si fonda sulla minaccia del non poter sostenere l’esame. “E alle lezioni? Non si è mai lamentato. Se professor Cocco puntava a darci lezioni di buon costume e di etica doveva esser fatta in nodo generale, e non doveva valere specificatamente per il giorno delle sessioni esaminative.”


Foto di repertorio








Ora,qui  vado  a  concludere, ricollegandomi a quanto dicevo prima avranno ragione i ragazzi\e che dicono : << E’ chiaro che ci debba essere un limite, ma è un confine che per ora è soggettivo. Non esiste un regolamento universitario che dia delle direttive di buon costume. Nessuna regola etica mi dice che per sostenere un esame ho l’obbligo di indossare una camicia, oppure posso optare per un vestito con una leggera scollatura”. E qualcuno ci scherza su: “Dateci pure una divisa uguale per tutti, così rispetteremo il così detto decoro”. >> ( da sardegnaoggi ) ma è vero anche l'avviso del prof dovrebbe valere anche per le lezioni non solo per gli esami , ma se un insegnante lo lancia e lo mette in bacheca vorrà dire qualcosa del degrado culturale e dello seguire in maniera acritica \ passiva delle mode c'è . Tra poco se andrà di moda portare le mutande in testa vedremo all'università o nele aule scolastiche cose di questo genere . Quindi è più saggio : << METTERE IN MOSTRA… LA TESTA - Insomma, basta mutande in bella mostra e minigonne che scoprono un po’ troppo le gambe. In fondo, per citare Rita Levi Montalcini, “gli uomini e le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza” >>( da Skuolanet )

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...