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1.11.16

ognissanti © Daniela Tuscano

OGNISSANTI

Altrove, ovunque
Ci son donne, anziani, storpi.
Qualche sparuto frate
Dai nudi calzari
Che mai varcheranno
Le soglie del potere.
Sfidano iliadi
Con candore silente
E son pietre, radici
Divelte ma vive:
Sorgono, vanno
Nel rotear dei tempi
E tornano lì
Ove il sangue è rappreso
A sciogliere un cantico
Di polvere e incenso:
Sul loro dorso poggia
L'attesa del cielo.

© Daniela Tuscano
(Norcia/Baghdad, ottobre 2016)
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5.11.13

Tideland - Il mondo capovolto Il talento visionario di Gilliam al servizio di una sceneggiatura piatta e banale

Per  non cadere  nella  routine   ( che  come  al solito finisce  in un mal  di testa    per  il troppo bere  e il troppo rumore  ,  soffro di cefalea  ) di Halloween li   morti  e morti   ho scelto a  caso  forse    questo  film  
Trailer  in italiano ed  in inglese





A  farmi decidere   di prenderlo    senza  chiedere consiglio  al mio amico negoziante   o  basandomi  suille recensioni  , trailler visti in rete o  in tv  , ecc  è stata  proprio la trama alla dylan dog   .

Ecco  la  qui  presa  dagli extra del film  

Jeliza-Rose (Jodelle Ferland) è una bambina precoce di dieci anni che vive a Los Angeles con la madre ed il padre, entrambi tossicodipendenti. Quando la madre muore per overdose, lei e il padre Noah (Jeff Bridges), ex musicista rock'n roll, si mettono in viaggio verso una casa sperduta nella prateria, che apparteneva alla nonna. Lì, poco dopo, muore anche Noah. Jeliza-Rose, convinta che il padre sia solo caduto in un sonno molto profondo, si ritrova così sola con se stessa in una casa fatiscente e persa nel nulla. Esplorando l'abitazione e i dintorni, per fuggire alla solitudine, la bambina comincia lentamente a disegnare con la sua fervida immaginazione uno strano, colorato mondo di fantasia, popolato da teste di Barbie che le danno consigli, lucciole dai nomi stravaganti e scoiattoli parlanti. Jeliza-Rose non è completamente sola. Presto scopre di avere dei vicini: l'enigmatica Dell, che non si leva mai di dosso il suo velo nero da apicoltrice, e suo fratello Dickens, un ragazzo con la mente di un bambino di dieci anni, che nutre la passione per i sottomarini e la dinamite. Anche Dickens è dotato di grande immaginazione: da la caccia a uno squalo mostruoso che infesta la vicina ferrovia. Insieme porteranno avanti una battaglia a colpi di fantasia e creatività, uniche risorse per salvarsi dalla realtà.
Il film oscilla tra realtà e fantasia, Jeliza-Rose fugge dall'enorme solitudine della sua nuova casa per rifugiarsi nel mondo fantastico che esiste nella sua immaginazione.
Tideland-Il mondo capovolto è una sorta di Alice nel paese delle meraviglie popolato da fantasmi e personaggi immaginari: il mondo di una bambina costretta precocemente ad affrontare drammi più grandi di lei. Illuminando quelle zone d'ombra in cui reale e fantastico si mescolano, Tideland-Il mondo capovolto è una commovente riflessione sulla prima adolescenza.
Tanto ottimistico quanto surreale, tanto divertente quanto pieno di suspence – Tideland-Il mondo capovolto è la celebrazione del potere dell’immaginazione e delle risorse nascoste dei bambini.

Ora Il talento visionario di Gilliam non è in discussione e alcuni momenti del film lasciano a bocca aperta (basti pensare alla scena del pullman che, attraversando un ponte, passa dalla notte al giorno o alle carrellate sui campi di grano che circondano la casa dove vive la protagonista), tuttavia la sceneggiatura è a dir poco atroce. In due ore non succede praticamente nulla e le pur curiose litanie che la bravissima Modelle Ferland va continuamente ripetendo a sé stessa o alle sue teste di bambola, atipiche coprotagoniste della pellicola, stancano velocemente. 
I personaggi di contorno sono appena abbozzati ed il senso dell'intera operazione resta poco chiaro. Tideland - Il mondo capovolto infatti convince poco come fiaba grottesca (il finale è di una sconcertante banalità) e non tocca le acide vette raggiunte da Paura e delirio a Las Vegas, che, pur criptico, almeno resta coerente con se stesso dal primo all'ultimo minuto. Peccato per Jeff Bridges (grandissimo attore qui sprecato) che vorremmo tornare a vedere più spesso. Un film  che nonostante  i  suoi limiti     ti  costringe  a   guardarlo   <<  con gli occhi di  un bambino .Perché >>  come suggerisce  il regista  stesso   nell'introduzione  << è scioccante  [ anche  se   a me non sembra  completamente   ho visto di meglio ]  ed innocente  >> . Ora  per poterlo  godere   in pieno , ma non è  detto che  ci si riesca  il regista  suggerisce di  <<   dimenticare    tutto  quello che avete imparato   d'adulti  , le  cose  che limitano  le  vostre  visioni   sul mondo , le  vostre paure   , i vostri pregiudizi e  i vostri preconcetti   >> . Insomma  imparare  a  riscoprire   ad essere bambini  e recuperare  con esso  la capacità   di stupirsi   e  l'innocenza  . Riscoprire il bambino  che  è in noi  .Infatti   secondo   questa  Rassegna stampa presa  da  http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=35935

Jeliza-Rose, la bambina che non sopportava Giffoni
di Roberto Silvestri Il Manifesto
Provocatorio, offensivo, romantico. Il capolavoro di Terry Gilliam arriva finalmente in Italia (ultimo paese al mondo). Fiaba nera, imperdibile e indipendente, Tideland-Il mondo capovolto (2005) è uscito in 25 copie e la neonata Officine Ubu, che distribuisce, non può diffonderlo ovunque (a Roma è al Farnese e al Politecnico). È una storia sconvolgente che, aggrappandosi a Lewis Carroll, diventa sostenibile. E che lancia Jodelle Ferland, star di 9 anni e mezzo della tv canadese, qui capace di trasformarsi in 19enne o 30enne a seconda delle necessità del copione, lì dove la situazione potrebbe traumatizzarla ed è invece lei, aiutata dalle sue 4 bamboline dalla testa mozza, a traumatizzarci con innocenza feroce (a 9 anni si metabolizzano da dio i telefilm, meglio degli adulti). »


Favola senza case di marzapane
di Boris Sollazzo Liberazione
Il senso della vita, Terry Gilliam, non l'ha trovato con i Monty Python. Lì il suo talento è esploso, si è scontrato con altri cinque geni, ha contribuito alla creazione di capolavori cinematografici, televisivi, comici. Quattordici anni di leggenda, dal "Flyng Circus" all'immenso Brian di Nazareth. Ma Terry Gilliam, come e più di quei compagni di viaggio, è molto altro. E' uno storico, è un cartoonist, è un cinematografaro a tutto tondo (scrive, produce, dirige da sempre). Ora che va per i 70 non ha rallentato e continua a far l'amore con il cinema, nonostante per lui sia sempre stato un amante bizzoso e pericoloso. »

di Sandro Rezoagli Ciak
Nel mondo capovolto del sottotitolo italiano vive la decenne Jeliza-Rose. È il suo rifugio da una vita orrenda (povertà, precarietà, genitori eroinomani) di cui la bambina non sente nemmeno tanto il peso, perché vi è nata e cresciuta. Un universo fatto di teste di Barbie, animali parlanti, vicini di prateria che credono di essere cacciatori di squali, streghe imbalsamatrici e necrofile... Dopo la morte dei genitori (a cui la bambina prepara le dosi come se scaldasse il latte per la colazione, una delle sequenze più sconvolgenti della nostra carriera di spettatori) Jeliza-Rose resta sola con i suoi amati fantasmi in una surreale (e simbolica) "terra delle maree". »

I mali della vita visti dalla parte dei bambini
di Alberto Castellano Il Mattino
Con «Tideland» Terry Gilliam è tornato a sconvolgere il cinema contemporaneo con la crudeltà visionaria, la disperazione apocalittica, l'insofferenza verso le convenzioni narrative, la voglia di far deflagrare le codificate dimensioni spazio-temporali, la vocazione a trasgredire modelli culturali radicati nell'immaginario. L'ex Monty Python, autore di film importanti come «Brazil», «L'esercito delle dodici scimmie», stavolta ha rivisitato il modello «Alice nel paese delle meraviglie» e molta letteratura per l'infanzia per ripensare il rapporto tra i figli e i genitori, restituire lo sguardo adulto e maturo di una bambina, capovolgere la gerarchia tra il mondo dei grandi e quello dei piccoli. »

Esso  è quindi  un film distinto e  discreto . un po' più di coraggio   nell'approfondire i personaggi  con cui la  bambina viene in conto non sarebbe  guastato  . In definitiva  Bof.... giusto se siete appassionati del genere e non avete di meglio per passare la serata




23.10.13

BASTA HALLOWEEN


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Ora molti \e di voi, magari facendosi ingannare dal titolo del  post   mi diranno che sono all'antica \ jurassico , probizionista .ecc.Ma io me ne frego perchè : chi mi conosce sa cosa sono realmente .

Io non voglio proibire halloween ne tanto meno lo odio in se . Mi da fasti do ed odio ( vedere post sull'odio http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2013/03/cosa-intendo-per-gioia-e-oddio.html) il fatto ci sono regioni d'Italia , specie del sud , che celebrano il giorno dei morti da secoli e secoli prima che gli Usa nascessero...e si usa regalare dolcetti e giocattoli ai bambini....ma nessuno , chiesa compresa se ne è preoccupato mai.
Ora invece basta ribattezzarla Halloween e dire che viene dagli Usa per vedersi riempiti tutti i mass media con una festa nata l'altro ieri.Mi pare una gran c..zata, quella di utilizzare modi e tradizioni non nostre quasi a voler nobilitare una festa che, invece, è sempre stata importante in molte religioni italiane. Penso sia un fattore di " moda", \ omologazione che pubblicità e tv ed la gente che ha mandato il cvervello all'ammasso \ in cassa integrazione e fa tuttto acriticamente \ passivamente obbligano a rispettare.Infatti concordo con quanto dice Pegasus : << Ciao Ilaria e grazie per aver esteso miti e realtà su questa tradizione.L'identità degli italiani è il frutto di una cultura e tradizioni millenarie che ci portiamo dentro. Nuove tradizioni, nuovi usi e costumi non hanno altro proposito che quello di cancellare quello che siamo e renderci uguali agli altri, in altre parole ci annientano.
Essere quello che siamo è fantastico, perchè adeguarsi alle mode degli altri? Non siamo antiquati credetemi. Come popolo non siamo mai stati attaccati all'occulto, perchè inglobare nella nostra cultura questi simboli e tradizioni? La nostra è una via piena di luce non di oscurità e vogliano vedere chi ci sta di fronte e non baciare un entità nel buio.Rifiutiamo di accettare ad occhi chiusi quello che ci viene offerto sia come tradizione che come modo di vita, perchè a lungo termine non paga. >> su http://www.letterealdirettore.it/forum/testo/topic/9712-3.html . Un altro aspetto di haloween ops giorno dei morti che più mi da fastidio è questo


 da www.greenstyle.it/ tramite  http://oknotizie.virgilio.it/

Halloween si avvicina e, come tristemente riportato gli scorsi anni, si ripropongono i rischi per i gatti neri. Riti sacrificali, messe sataniche, torture dovute all’ingiusta fama che da secoli colpisce questi felini: anche per il 2013 l’associazione AIDAA chiede che sia mantenuta alta la guardia. E promette azioni di sorveglianza nelle località più a rischio.
È Lorenzo Croce, presidente dell’associazione animalista, a parlarne dalle pagine de Il Messaggero: ad Halloween sono migliaia i gatti neri che rischiano la morte per pratiche del tutto insensate. Le zone più a
rischio sarebbero quelle di Terni e Perugia, dove l’associazione ha rilevato lo scorso anno il ricorso ai mici per pratiche esoteriche, ma anche il Piemonte, il varesotto e la zona a cavallo tra Viterbo e Roma. Tutte aree che AIDAA promette di sorvegliare nella notte delle streghe, il prossimo 31 ottobre, con delle vere e proprie ronde in difesa dei felini.
Nei giorni a cavallo del 31 ottobre ci saranno ronde formate da gruppi di quattro persone che vigilano su sessanta obiettivi (quelli dove sappiamo che si svolgono riti satanici), per controllare che non si verifichino ancora sacrifici di gatti neri o altri animali. Dalle 22 alle 2 della notte, i pattuglioni gireranno armati di solo telefono e torce pronti a chiamare la polizia nel momento in cui verificassero situazioni allarmanti.
I luoghi più soggetti a casi di maltrattamento di animali sarebbero i cimiteri, le chiese sconsacrate, i boschi difficili da raggiungere e lontani dalle abitazioni. Ogni anno sarebbero 35.000 gli animali uccisi per pratiche esoteriche o semplice divertimento, per questo la notte di Halloween è particolarmente a rischio, in particolare per le tradizioni che si rifanno ad antichissime consuetudini pagane. Non sarà però una caccia alle streghe, come AIDAA promette, anche se si consiglia ai proprietari di un gatto nero di avere un occhio di riguardo in quei giorni per l’amico a quattro zampe.



sia che lo festeggiate alla vecchia maniera cme si faceva fino a qualche anno fa ( io che sono al generazione di mezzo ) ne ho sentito gli echi , sia che si festeggi seguendo la pagliacciata americana o religiosamente buon ponte del 31\10\2013 -1 e 2\11\2013

26.10.10

PERCHÈ CELEBRARE L'AMERiICANATADID HALLOWEN QUANDO ABBiAMO IL NOSTRO HALLOWEEN ? LA SARDEGNA

"Entrano, ansimano muti:
ognuno è tanto mai stanco!
e si fermano seduti
la notte, intorno a quel bianco.
Stanno li sino a domani
col capo tra le mani,
senza che nulla si senta
sotto la lampada spenta.

 
dalla pagna di http://www.intrage.it/ dedicata al 2 novembre trovate fra gli url soto la pagina compelta

Già da qualche giorno nelle vetrine dei negozi  (  appena  mi  restituiscono la digitale    posterò qualche foto  della  vetrina della vetrina del commercio equo e  solidale  di tempio pausania  addobata apposotamente  , SIC , oper ora accontentatevi  dele foto vclassiche prese dala rete di zucche e affini  )  , nei quotidiani e nei loro inserti \ allegati , oltre che negli spot e trasmissioni e cartoni tv , in rete s'inizia a parlare della ( salvo alcuni  coime la repubblica  che  invitano a  a  creare  un halloween italiana  o europea   ) pacchiana e americanata che  è diventata nell'ultoimo  ventennio  hallowen tanto d'essere come dimostra la  foto qua  sotto usata  come  buinees


Ora capisco che tutti\e noi fin dall'infanzia abbiamo avuto modelli culturali imposti dala tv o dall'esterno , ma mai come ora negli ultimoi 30 anni . Premetto che per gli amanti acritici e per gli apassionati ( fra cui anch'io   che nonostante presi un voto basso
nell'esame di  storia dele tradizioni popolari dela sardegna,trovai un prof fissato con l'antropologia  tanto da farmi domande solo su quello e non su gli altri libri delle  tradizioni  ) di tali tradizioni  e  usanze ormai scomparse o standardizzate o rimaste come folkore e con poca tradizione  che mi hanno sempre appassioanto e sono stimolo  per mantenermi vivo e non dimenticare  da   da  dove  veniamo e  chi eravamo come potete vedere cercvando nell'archivo soto la tag i miei post e quelli degli altri\e iscritti su halloween) .
Dedico , come  sempre  ho fatto  sui post  di halloween  ,  a gli aappassionati  e agli americanisti acritici e a  senso unico che tropvano pretesti come questi , per .... ed insultsarmi d'esere anti americano e   di non aver  rispetto per  i nostri liberatori  , ecc   americanismo , che non ho nulla contro tale festa in se' , ma che non c'appartine, almeno come la festeggiano in America  .Quindi come ho sempre fatto ricendo apprezzamenti e critiche ( alcune costruttivve ed argomentate , altre banali \ ridicole ) palerò in questo post delle tradizioni che fra Ottobre \ novembre fino a febbraio si , e testimoniano come potete notare da http://www.lucedistrega.net/documenti/feste-ognissanti.htm , zucche, queste, dolci , frutta secca e distagione , ecc e regali non sono una recente importazione statunitense per la festa di Halloween (contrazione di "All Hallows Even" - vigilia di tutti i santi), ma caratteristiche tradizionali del passato popolare delle regioni italiane specie quelle contadine . Usanze rmai scomparse o standardizzate e globalizzate ( vedere mie post precedenti sul modo contadino ) erano molto più " genuine " e più diffuse nella loro foma originaria .
Ecco quali soo quielle della mia regione , che ancora resistono anche se al "dolcetto e scherzetto" in cui ti s'offrivano castagne o caldarroste , melograni , FRUTTA SECCA poi quando nacqueo i super mercati e centri commerciali anche cioccolati , merendine , snack , ecc , si è sostituito sempre più il denaro cosa rara  un tempo  Ecco vi alcuni riti    della mia  regione  
.

I riti de Is Fraccheras

da  http://www.contusu.it/it/luoghi-e-tradizioni-mainmenu-28/


Campane a morto, corone di pervinca e steli di asfodelo.
Il signor Secci Raffaele ci ha descritto come si svolgevano i festeggiamenti, nei giorni del 1° e del 2 novembre.A mezzogiorno cominciavano a suonare ininterrottamente le campane a morto (I'agonia) per 24 ore finché non si concludeva la Messa a mezzogiorno.
Non era compito facile, e proprio per questo i campanari si alternavano, in genere il gruppo era formato da circa 10 persone, giovani e adulti, i quali restavano svegli e attivi, e nei tempi di attesa cuocevano castagne arrosto e bevevano del buon vino nero.
La mattina del 2 novembre, per commemorare i defunti, veniva celebrata la Santa Messa in cimitero, alla quale partecipava l'intera comunità. Dopo la Messa, il parroco si soffermava su ogni tomba, per dare 'Is assoluziones' che consistevano in una serie di preghiere, e questo in cambio di un'offerta fatta dai familiari. La stessa mattina si era soliti mettere sulla croce delle tombe, una corona di pervinca 'proinca'.La corona veniva realizzata intrecciando la pervinca e abbellendola con fiori di carta colorata ( poiché la pervinca in novembrenon fiorisce).Nel pomeriggio, il sacerdote, accompagnato dai campanari, andava di casa in casa a chiedere le offerte, che consistevano in denaro o in prodotti (castagne, noci, nocciole, patate, dolci dolci etc.) da destinare alle anime 'pro sas animas', si usava dire. La sera del 2 novembre si svolgeva un'altra manifestazione detta 'Is Fraccheras'.
Due o tre giorni prima del 2 novembre, i Gadonesi, uomini e donne, si recavano nei terreni vicino al paese che costituivano 'Su a pardu' a raccogliere l'asfodelo S'iscraria per preparare 'Is Fraccheras'. Gli steli di asfodelo venivano legati sistematicamente attorno alla ferula 'Sa feurra', facendo dei lunghi fasci di circa 2 o 3 metri, in alcuni casi anche 4.
All'interno del fascio si inserivano steli di "Canna pudescia" che è molto infiammabile, si continuava così fino a far raggiungere al fascio il diametro di 30/40 centimetri e a volte anche 50. Il tutto veniva legato con 'Si sterzu' e raramente con spago, perché il fuoco lo bruciava e poteva disfare 'Sa Fracchera' (nell'antichità classica, l'asfodelo era considerato il fiore tipico del regno dei morti).
Il compito di sorreggerla era affidato ai giovani, che la portavano per le vie del paese. All'imbrunire, veniva dato fuoco all'estremità anteriore della 'Fracchera' e i partecipanti dovevano correre senza spegnerla per le vie del paese. La stessa notte del 2 novembre si era soliti fare 'Sa conca e mortu', realizzata con una zucca, la quale veniva svuotata dalle parti molli e venivano scavati dei fori a forma di occhi, naso e bocca. A rendere macabro il rito era una candela sistemata all'interno della zucca. Veniva posata sui vecchi muri, in genere bui, o sui davanzali delle finestre. I passanti, vedendola erano soliti spaventarsi.
Ricerca degli alunni della classe 2°Scuola media Gadoni

e sempre dallo stesso sito

 VECCHIE  USANZE  FUNEBRI  E  RITI DI MORTE IN SARDEGNA





Quando qualcuno moriva, di vecchiaia di malattia, nei villaggi dell’Interno della Sardegna si seguiva un certo cerimoniale, basato su antiche tradizioni. Specie nei villaggi ad economia pastorale i parenti si preparavano a questo evento. Il moribondo veniva steso su una stuoia, accanto al fuoco e attendeva la morte assistito dai parenti e le donne che solitamente lo accudivano.Quando il triste evento si verificava i parenti si lamentavano ad alta voce, strillavano, si battevano il petto e si strappavano i capelli. Questa sorta di lamento era detto: tèyu  o teu. La parente più stretta accendeva una candela benedetta e con questa faceva il segno della croce di fronte al morto e gli chiudeva le labbra, ciò affinché non gli sfuggissero i segreti di famiglia.
Il cadavere veniva lavato, vestito e composto accanto al focolare, su un tavolo o su delle assi montate  come un catafalco coperto da un lenzuolo, detto: bànca de mortos . Secondo un’antica usanza romana, i piedi del morto dovevano essere rivolti verso la porta, sul petto gli ponevano il crocifisso. Una volta che il feretro era composto iniziavano, da parte dei vicini e parenti, le visite di condoglianze. Questa parte del cerimoniale era detto su Krùmpiu o sa bisita.Le parenti si sedevano o si accoccolavano ai lati del morto o attorno al focolare spento, cioè come si dice nel nuorese; fakere sa riga o ria. La parente più vecchia prendeva il primo posto della fila. Gli uomini indossavano il lungo gabbànu nero e si raggruppavano in fondo o in una stanza attigua.Coloro che entravano per dare le condoglianze erano vestiti con gli abiti di lutto, baciavano il crocifisso, quello sul petto del morto, e recitavano in modo sommesso un “requiem”, poi le donne facevano gruppo tra di loro e gli uomini altrettanto. In segno di lutto le donne si coprivano la parte inferiore del viso sino al naso con un lembo del loro fazzoletto da testa nero,  il gesto è detto attuppare da tuppone, il lembo dello scialle. In Sardegna si dice; tuppa de arbures una macchia  inaccessibile.
In alcuni villaggi dell’interno s’intonavano di fronte al morto lamenti funebri in rima detti attitidos che spesso erano recitati drammaticamente dalle  lamentatrici  prezzolate (attitadoras). S’ attitidu non era come si potrebbe pensare, solo un lamento funebre ma anche un’ incitamento alla vendetta, quando il morto era stato ucciso; in questo caso i lamenti erano selvaggi e terrificanti e un’ indumento del morto macchiato di sangue veniva appeso alla parete (su pindzu).Il giorno del decesso le famiglie del vicinato avevano il dovere di mandare alla famiglia del morto, il pranzo. Questo era un pranzo di lutto detto: s’ akkunòrtu. La notte che precedeva il funerale alcuni dei parenti dovevano vegliare il morto (billai, billadrozu) e secondo l’usanza prendevano parte al pranzo funebre, seguendo le antiche regole in cui non dovevano mai mancare il pane e il miele e si apparecchiava anche per il morto. Il pasto si consumava accanto al focolare, le porte della casa dovevano rimanere aperte tutta la notte, un lume ardeva sulla soglia.
La sera dopo il seppellimento, i parenti si riunivano per un altro banchetto funebre, in questa occasione in certe zone dell’ Isola, erano d’obbligo le fave e le uova, antico piatto funebre di ispirazione greca, poi sostituito con sa “maccarronada” (maccheroni). Al settimo e nono giorno dalla morte, i familiari distribuivano ai vicini , agli amici e ai poveri; carne, pane, pasta (maccheroni). I pani che si distribuivano erano fatti con una farina particolare e detti “paneddas” o, in altre zone, “kokkas”.
A Bitti, questa distribuzione era detta “imborvita” (involgere) perché i cibi inviati erano coperti con un panno bianco. Il giorno della distribuzione era detto “sa die de s’ imborvita”. In altre zone la terminologia è diversa. Era d’uso fare anche delle elemosine per procacciare la salvezza dell’anima del defunto.La sera, del nono giorno la famiglia del defunto si riuniva per un altro pasto; i romani la chiamavano”cena novendialis”. Nelle zone pastorali, la vedova quando non si risposava, doveva portare il lutto per tutta la vita. I parenti più prossimi, specie nei casi di morte violenta, trascuravano il loro aspetto esteriore, faccendosi crescere i capelli, le unghie, la barba, sino a che l’omicidio non fosse vendicato. Ogni sera si intonava una nenia funebre, ma più spesso un canto di vendetta. Quando c’era un omicidio sul luogo del luttuoso fatto si erigeva un cippo primitivo, facendo un mucchio di pietre.

 chiuque   festeggi  haloween sia  alla maniera   Americana   che nostrrana  e perchè no anche   religiosa  sotto  troverà altriUrl buon halloween o  meglio buon Molti e Molti (   morti e morti  )  come diciamo qui in Gallura

 
  1. http://www.lucedistrega.net/.../feste-ognissanti.htm
  2. http://www.partecipiamo.it/halloween/morti.htm
  3. http://www.intrage.it/rubriche/festivita_ricorrenze/morti_ognissanti/2_novembre_italia/index.shtml
  4. http://www.halloween.it/italia/index.htm

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...