Visualizzazione post con etichetta la verità fa male. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta la verità fa male. Mostra tutti i post

5.7.22

Bullizzato dalle maestre alla scuola Carducci di Pavia, la mamma-collega denunciata per aver «spiato» le chat

 canzone  in sottofondo

 la storia  che  trovate  sotto  è uan delel tante  conferme  , di  quanto    dicevo  da più  parti  ,  facendomi ridere  dietro (  ma m'importa  'na sega ⁕ ) ,  che  le  leggi sula  privacy  sono  fatte  non  per tutelare  ideboli   ma  i prepotenti (  in questo caso  ) ed  i potenti  .

 
 https://milano.corriere.it/notizie/lombardia  4\7\2022
di Eleonora Lanzetti

Suo figlio di 8 anni era stato preso di mira dalle insegnanti per mesi. Su Whatsapp decine di insulti, messaggi vocali offensivi e foto dell’alunno in castigo «scoperti» dalla madre, collega delle docenti: è stata a sua volta denunciata per violazione della privacy

desc img

La chat tra le maestre

La mamma che aveva denunciato le colleghe maestre del Carducci di Pavia, accusate di aver bullizzato il figlio (alunno nella scuola dove la stessa madre insegna) è stata denunciata a sua volta: avrebbe violato la corrispondenza privata di una collega, dopo aver «spiato» la chat di Whatsapp rimasta aperta sul pc della scuola.La vicenda delle maestre pavesi, che per mesi avevano insultato il figlio di otto anni della collega, condividendo foto denigratorie e offese quali «pirla», «bambino di merda», «sporco», ha ora un seguito. Il caso è passato a Milano, all’esame della Corte d’appello del capoluogo lombardo, competente per i reati informatici di tutta l’area. La storia aveva destato parecchio scalpore a Pavia, dove diversi genitori si erano allarmati dopo la scoperta delle conversazioni in chat, che avevano portato alla sospensione delle maestre accusate di aver bullizzato un alunno di seconda elementare.La mamma del bimbo, però, leggendo le conversazioni delle insegnanti, e facendo gli screenshot di messaggi e di foto che riguardavano il bambino, suo figlio, avrebbe violato la loro privacy. Ed è stata denunciata.


10.2.22

i guasti del reflusso e dell'edonismo [IL caso Drusilla Foer tirata per la giacchetta da Lgbt e dai pro vita parte II ]ii ]

²
Leggi prima

cari amici/che lo so che non bisognerebbe mai

ritornare * sui temi già affrontati precedentemente ma a volte ci si è costretti Infatti sarebbe dovuta essere ovvia, ossia che era un personaggio inventato e recitato dall’attore Gianluca Gori e non una persona vera ma solo una maschera
Una cosa   che dovrebbe  essere  tanto semplice e ovvia, però, ha ricevuto   diverse    email  (   ma  cos'è  i  commenti  non esistono più    sia  paura  di confrontarsi   con  chi la pensa    diversamente  )  o di   di indignate, piene di rabbia ed  alcune  anche    d'odio contro di me, che dicevo semplicemente le cose
come stavano.
E mi sono chiesta: “Perché la gente se la prende tanto? Cosa c’è di così terribile di accettare la realtà per quello che è? Perché il fatto che Drusilla sia una invenzione e non una persona reale turba così tanto la gente?”
Ebbene,  credola spiegazione sia questa: Siamo   ormai   assuefatti  ed  abituati  all'edonismo  televisivo   degli anni  80\90  poi divenuto  globale  e  mass  mediatico  con  internet  ed  i  social  (  in particolare    con  Instagram  e  tik  tok  ) .  Ora   quelli    come  me    cresciuti negli  fra  gli anni  70\80   ovvero    in cui     c'era    ancora   cultura   e   Incultura (  come   lo chiamo  io     seguendo    i  miei  genitori  e   i miei nonni  )     stava   appena  prendendo  piede prima  del diluvio  totale    sa benissimo  Drusilla è una maschera, e come maschera è perfetta, priva di tutte quelle imperfezioni che invece dovrebbero caratterizzano l’essere umano vero. Ed è proprio questo che fa paura: fa paura sapere che la perfezione non esiste  lanciata  dai cosiddetti  veline  ed  influenzer  .
Infatti  Tutti vorremmo essere perfetti, tutti vorremmo essere intelligenti, sagaci, colti, audaci, eleganti, ricchi, di successo, privi di qualsiasi difetto.Tutti lo vorremmo, ma la dura verità è che nessuno lo è  al cento per  cento  .
Ed ecco da dove arriva il successo degli  influencer, maschere sui social, pur mostrando il loro volto.
Ecco perché appena qualcuno osa far notare le incongruenze (per non dire altro) di tante\i  influencer, si scatena il finimondo, con odio a profusione da parte dei followers, che manco gli avessero ... ammazzato la madre.
Ma guai a toccare l’influencer, così come guai a toccare Drusilla.E chi se ne frega se l’influencer si fa la foto con la pizza davanti, che in realtà non mangerà mai e si accontenterà dell’insalatina striminzita seguita da ore di palestra per mantenere il fisico perfetto, ma basta far credere al mondo che sia perfetta per grazia divina, che mica è come i poveri mortali che fanno diete, salvo poi non debba pubblicizzare qualche prodotto dimagrante, allora sì che racconta di aver bisogno di aiuto per essere magra.
E chi se ne frega se la prima preoccupazione dell’influencer sia di mettere sui social la foto del figlio appena nato, nonostante magari questo stia male, poiché la vera ossessione dell’influencer sono i like e pure un figlio è in secondo piano rispetto a questo.
E chi se ne frega se tutte queste influencer sono solo maschere, recite di gente che fa finta di essere perfetta, magari ogni tanto pubblicando qualche storia in lacrime o dalla psicologa, ovviamente ben studiata, perché anche quello porta like.
L’importante è credere che esistano queste persone “perfette”, anche se poi ci vendono fuffa a caro prezzo e noi spendiamo tutti i nostri risparmi pur di averla.
E se qualcuno ci fa notare che quella è una maschera, che ci vendono fuffa, ecc., mica ce la prendiamo con l’influencer di turno, eh no, quello vorrebbe dire che siamo stati così cretini a credere alla fuffa, molto meglio prendercela a morte con chi fa cadere la maschera e ci fa vedere le cose come stanno.
Ma allora, perché abbiamo questa disperata necessità di credere a queste maschere?
Perchè abbiamo un bisogno estremo di credere che la perfezione esista. Siamo stati talmente tanto inculcati dalla società che avere dei difetti è la cosa più tremenda che ci possa capitare, che non riusciamo ad accettarli.
E cerchiamo persone che ci facciano credere di non averne e compriamo la loro fuffa nella speranza di assomigliare sempre più a chi crediamo sia perfetto.
Drusilla ha fatto un bellissimo discorso sull’esprimere la nostra unicità.
Ma la verità è che tutti siamo già unici esattamente come siamo. Non dobbiamo fare chissà che per tirare fuori questa fantomatica “unicità”, basta essere ciò che siamo.
Il problema, però, è proprio questo: a noi non piace essere ciò che veramente siamo, coi nostri difetti che nascondiamo talmente tanto che, a volte, nemmeno noi sappiamo di avere.
Essere fragili, noiosi, pigri, svogliati, banali, mediocri, brutti… Che orrore! E allora via di influencer e Drusilla, che non hanno difetti e sono perfetti!
La verità è che non abbiamo bisogno di più unicità, poiché tutti siamo già unici, ma di più autenticità.
Avere il coraggio di essere se stessi, con i propri difetti, senza inventarsi maschere, accettarsi e farsi vedere per come si è davvero, senza temere il giudizio della società, questo è l’atto di più estremo coraggio che si possa fare.


COLONNA SONORA
non bisognerebbe -Francesco Guccini
Canzone di notte n°2 -  "




24.4.17

Gli industriali contro GranoSalus: togliete dal blog i risultati delle analisi sulla pasta

leggianche
http://www.granosalus.com/
http://www.inuovivespri.it/2017/04/07/grano-duro-de-bonis-ce-chi-scimmiotta-le-proposte-di-granosalus-ma-non-ha-autorevolezza/
QUI L’ARTICOLO SULLA FIMA
QUI L’ARTICOLO SULLA DISCUSSIONE AL SENATO SULLE MICOTOSSINE
QUI L’ARTICOLO DELL’IMPATTO DELLE MICOTOSSINE NEL GRANO DURO
QUI L’APPELLO AGLI EUROPARLAMENTARI SULLE MICOTOSSINE NEL GRANO
QUI L’INTERROGAZIONE DEL MOVIMENTO 5 STELLE AL PARLAMENTO NAZIONALE SULLE MICOTOSSINE NEL GRANO







Un’intimazione è arrivata anche a I Nuovi Vespri. Motivo: questo blog ha ripreso l’articolo che illustra le analisi di GranoSalus. La vicenda finirà sui tavoli dei giudici. Intanto Saverio De Bonis, rappresentante dell’associazione che raggruppa produttori di grano duro del Sud Italia e consumatori precisa: “Noi siamo sereni”. Da oggi per il latte e derivati dello stesso latte bisogna indicare l’origine. Speriamo che, a breve, sia così anche per il grano 
Leggiamo sul sito di GranoSalus:
“Siamo venuti a conoscenza del fatto che spesso la pasta contiene contaminanti: glifosate (o glifosato ndr), micotossine come il DON, residui di metalli pesanti, tracce di insetticidi. Ci sono prove documentali evidenti. Ma agli industriali della pasta tutto ciò non è gradito. I nostri consigli non sono graditi. Per loro il diritto all’informazione dei consumatori è un optional e quindi vogliono che i giudici civili rimuovano i nostri articoli perché diffamatori. Il diritto di cronaca e di critica, tutelato da norme costituzionali, deve rispettare tre principi fondamentali, ovvero:
primo: la verità oggettiva del fatto narrato;
secondo: la pertinenza cioè l’interesse pubblico della notizia divulgata;
terzo: la continenza, cioè la correttezza con cui i fatti vengono narrati.
La censura, invece, è altra cosa. Appartiene ai regimi totalitari!”.Insomma, da quello che leggiamo, gli industriali della pasta si sono rivolti ai giudici perché vogliono che GranoSalus tolga dal proprio sito i risultati delle analisi su otto marche di pasta.Sono le analisi che il nostro blog ha ripreso (e che potete leggere qui).Anche a I Nuovi Vespri è arrivata la ‘letterina’ dei grandi industriali della pasta. Anche a questo blog viene chiesto di togliere gli articoli che riprendono i risultati delle analisi su otto marche di pasta pubblicati sul sito di GranoSalus.
“Noi siamo sereni – ci dice Saverio De Bonis, rappresentante di GranoSalus -. Nel nostro Paese esiste il diritto alla salute e la libertà d’informazione. Davanti a questi valori il denaro dovrebbe fare un passo indietro”.
Proprio da stamattina il latte e tutti i suoi derivati (burro, mozzarella, formaggi, yogurt e via continuando dovono indicare, nelle confezioni, l’origine delle materie prime. E’ un primo, importante passo verso la tutela dei consumatori.L’obbligo arriva a tre mesi dalla pubblicazione, nella Gazzetta Ufficiale nazionale, del decreto firmato dai ministri delle politiche Agricole, Maurizio Martina, e dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, in attuazione del regolamento dell’Unione Europea n. 1169/2011.Un provvedimento uguale a quello da oggi in vigore per il latte lo si attende anche per i derivati del grano. Idea che non piace, ad esempio, al gruppo Barilla, che si è già pronunciato contro .Noi invece siamo convinti che indicare l’origine di un prodotto sia un passaggio fondamentale. E’ giusto sapere da dove arriva il latte, così com’è giusto sapere da dove arriva il grano, nel caso della pasta, da dove arriva il grano duro.Nel caso dei derivati del grano, poi, dovrebbero essere lo Stato e le Regioni ad effettuare i controlli sui prodotti finiti e a renderli noti ai consumatori.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...