Quindi concludo amio avviso non ci sono i pressuposti d'antisemitismo , al massimo se si vuole trovare il pelo nell'uovo , si può parlare d'antisionismo . Cosa , ripeto er l'ultima volta , differente ( anche se sottilissima e labile ) semanticamete e non solo , dall'orrippilante ed abberrante antisemitismo che ha creato solo negli ultim due secoli prima con i progrom e poi con l'ideologia nazifascista quello che noi tutti conosciamo cioè l'oocausto e la Shoah . Allo stesso modo parlare di palestina libera non vuol dire necessarriamente essere pro Hamas .
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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2.5.25
"Ignobile, raccapricciante". Furia ebrea contro i Patagarri per la provocazione al Concertone
Quindi concludo amio avviso non ci sono i pressuposti d'antisemitismo , al massimo se si vuole trovare il pelo nell'uovo , si può parlare d'antisionismo . Cosa , ripeto er l'ultima volta , differente ( anche se sottilissima e labile ) semanticamete e non solo , dall'orrippilante ed abberrante antisemitismo che ha creato solo negli ultim due secoli prima con i progrom e poi con l'ideologia nazifascista quello che noi tutti conosciamo cioè l'oocausto e la Shoah . Allo stesso modo parlare di palestina libera non vuol dire necessarriamente essere pro Hamas .
9.3.25
per una relazione non tossica e onesta prima di tutto + Manuale di autodifesa puntata XXI I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco SE AVETE BISOGNO DI AIUTO INVIATE LA POSIZIONE e dite sempre dove state andando e mandate la posizione sul cellulare
puntata precedente post del 1 marzo
1 ONESTÀ PRIMA DI TUTTO.
guardarvi dentro e di essere onesti con voi stessi.
2 CHIEDETE AIUTO.
Se da soli non riuscite a essere obiettivi nella valutazione, e comunicare fatevi aiutare da un professionista che possa guidarvi in un percorso di autoconoscenza.
3 SI PUÒ CAMBIARE.
Ricordate che la “tossicità” non è sempre una caratteristica intrinseca e inamovibile della nostra personalità e, per questo, può essere cambiata o meglio trasformata in quyalcosa di costruttivo
4 ANALIZZATE LE CONSEGUENZE.
Cercate di analizzare le conseguenze che il vostro comportamento ha sugli altri, in particolare sulle persone cui volete bene. Il risultato principale è quello di provocare ansia e stress costanti in se stessi e negli altri.
5 ASCOLTATE IL PROSSIMO.
Mettetevi in ascolto degli altri e se ci riuscite delle loro esigenze \ bisogni \ spazi . Evitate di creare con liti inutili, di fare critiche poco costruttive e di reagire sempre in maniera altamente difensiva o aggressiva.
------
Dite sempre a qualcuno di fiducia dove state andando, soprattutto se avete un incontro con una persona sconosciuta o chiaccherata . Impegnati ( ed ossessionatìi )come siamo a difendere la nostra privacy, a volte dimentichiamo che ci sono abitudini che potrebbero tornare utili in caso di pericolo. Una di questa è condividere la propria posizione. Naturalmente, se usato in maniera equilibrata e non come uno strumento di controllo per verificare dove si trova e cosa sta facendo la persona che “controlliamo”, questo stratagemma può risultare molto utile. È importante sapere che per rilevare la nostra posizione e quindi comunicarla a terzi in caso di necessità, è possibile usare Google Maps, che solitamente è preinstallato su qualsiasi smartphone. Prima di tutto occorre attivare la localizzazione Gps del proprio cellulare. Una volta fatto, sul nostro smartpone comparirà un pallino sulla mappa che indica la nostra posizione. Tenendo premuto per qualche secondo il dito sul pallino, in alto nella barra dove digitiamo gli indirizzi comparirà una serie di numeri, che corrispondono alle nostre coordinate Gps, rilevabili anche quando siamo in modalità offlne, quindi senza connessione dati. A questo punto possiamo copiarle e incollarle in un messaggio da inviare con un semplice sms a chi vogliamo sappia dove ci troviamo Se invece vi trovate in una zona coperta dalla connessione dati e potete navigare su Internet liberamente, è ancora più facile comunicare la posizione. Ormai le piattaforme di messaggistica più di&use consentono di condividerla anche per più ore. Pensiamo a WhatsApp, per esempio, applicazione difusissima. Senza che sentiate violata la vostra privacy, è possibile condividere anticipatamente (senza aspe"are che si presenti necessariamente il pericolo) la vostra posizione, in modo che chi la riceva possa monitorarvi e intervenire in caso di bisogno.
3.7.22
Il “si“ dopo 36 anni di convivenza , L’incredibile storia di Stefania, che a 53 anni scopre di avere 5 fratelli
da il Quotidiano.Net
Dopo trentasei anni di vita in comune Francesco Del Giudice, un vivace ottantenne e Marina Bertolotti, una bella signora di settant’anni sono diventati marito e moglie. Lui ex dipendente dell’Arsenale militare, lei fisioterapista. Si sono detti si in Comune alla Spezia davanti all’ufficiale di stato civile, in questa occasione il consigliere comunale Marco Raffaelli, in una commossa cerimonia a cui hanno partecipato i famigliari della coppia. Del Giudice, personaggio molto conosciuto è stato anche un appassionato sportivo. Giocatore della Fezzanese era chiamato “Combin“ per la sua somiglianza con il calciatore argentino Nestor Combin, attaccante naturalizzato francese. Dopo la cerimonia, la coppia ha festeggiato con tutta la famiglia al ristorante Marina 3 B di Sarzana
--------da https://www.fanpage.it/attualita/
A cura di Elia Cavarzan
che lì dentro ci sarebbero state scritte delle cose che mi avrebbero cambiato la vita", racconta Stefania a Fanpage.it.
Dopo 53 anni di vita scopre di avere altri cinque fratelli: l'incredibile storia della vicentina Stefania Gajotto che mentre metteva ordine tra le carte a casa della mamma ha ritrovato un documento del tribunale minorile di Venezia in cui veniva indicato il suo vero cognome e i nominativi dei suoi veri genitori.
| Stefania Gajotto con la madre adottiva |
28.4.21
proviamo a rincominciare a vivere nonostante il covid
È il giorno delle riaperture: il 26 aprile, gli studenti dell’Università Statale di Milano sono tornati a brulicare in via Festa del Perdono. Non solo per seguire le lezioni in presenza, già riprese, in parte, con il passaggio della Lombardia in zona arancione. Sono i bar, i ristoranti che circondano la Ca’ Granda dei milanesi a fornire agli studenti – seduti ai tavolini dei dehors – l’occasione per rincontrarsi dopo mesi di isolamento in casa. Alessandra, Arianna, Ginevra, Giada e Martina sono studentesse di primo e secondo anno del corso in Scienze dei beni culturali. La maggior parte delle loro lezioni si svolge in via Noto, periferia Sud di Milano, ma hanno scelto di inaugurare le riaperture del 26 aprile incontrandosi davanti alla sede centrale della Statale per studiare insieme, mantenendo le distanze e con le mascherine ffp2 sempre sul volto.
Coronavirus, il governo si è scordato dei matrimoni. La storia di Salvatore e Renata: «Troppa incertezza, il giorno più bello è diventato un incubo»
23 APRILE 2021 - 08:44

OPEN | In foto Salvatore e RenataL’ultimo decreto Covid, infatti, non parla affatto di matrimoni, non vengono neanche menzionati. In zona gialla potranno organizzarsi banchetti? Se è sì, con quante persone? E cosa succederà, invece, in fascia arancione o rossa? Rimarrà tutto fermo? E soprattutto come organizzare una cena post-matrimonio con un coprifuoco fissato alle 22? «La verità è che noi siamo stati gli esclusi, il sogno di una vita è stato banalmente trasformato nel momento in cui due persone si limitano semplicemente a mettere una firma. Ma così non è», ha aggiunto Salvatore che, nonostante tutto, va dritto come un treno. «Dopo l’ennesima crisi di pianto della mia ragazza, abbiamo deciso di andare avanti, di continuare per la nostra strada. Non ci fermeremo. Il nostro matrimonio si terrà il 13 luglio alle 16.30 anche con il coprifuoco. Certo, la Chiesa si trova ad Acireale, il ristorante a Belpasso. Due comuni differenti. Sarà un problema?».
OPEN | Il sogno del matrimonio interrotto dal CovidSalvatore e Renata, per la prima data del matrimonio, hanno speso 1.500 euro di acconto solo per il locale, «mai restituiti»; adesso ne hanno pagati altri 1.000, per una nuova location oltre ai 2.400 di acconto per il viaggio di nozze, «si spera in America». Parliamo di un totale di acconti pari a 5.620 euro (considerando anche fotografi, video operatori e fiori). Il costo stimato è di 32mila euro, non proprio un gioco da ragazzi. Soprattutto per due giovani che solo adesso hanno, in parte, trovato una stabilità economica: lui, laurea in tasca e un passato da precario, fa lo store manager in un negozio di telefonia; lei, invece, era un’addetta alla vendita. Da marzo è disoccupata poiché il negozio in cui lavorava ha chiuso causa Covid.
Il problema di Salvatore e Renata, dunque, non sono solo i soldi buttati in tutti questi mesi ma anche l’incertezza di un matrimonio che non si sa quando e dove fare, con quanti invitati e a quali condizioni. C’è, però, anche il timore che il coprifuoco – che a luglio potrebbe anche non esserci – potrebbe rovinare tutti i loro piani. C’è la paura che i dati, causa riaperture, possano tornare a crescere, facendo ripiombare il nostro Paese nell’incubo. E loro, come tanti altri giovani in tutta Italia, resterebbero con il cerino in mano, con un sogno – quello di sposarsi – chiuso nel cassetto.
Il dramma di chi deve organizzare i matrimoni
OPEN | In foto Barbara MirabellaMa il problema non è solo di chi deve sposarsi ma anche di chi i matrimoni deve organizzarli, di chi si occupa di gestione di grandi eventi. Come Barbara Mirabella, referente di Italian Wedding Industry, organizzatrice di grandi eventi (da 20 anni si occupa di fiere della sposa) e assessora comunale, secondo cui il settore è davvero in ginocchio: «C’è grande disagio, senso di smarrimento e frustrazione. Manca la programmazione, i clienti non lasciano più gli acconti, non girano più soldi, il calo è almeno del 90 per cento. Aspettiamo una data e poche regole ma chiare, siamo fermi da ottobre 2020. Perché si può tornare – mi chiedo – a fare eventi culturali, con distanziamento e con tutti i protocolli di sicurezza del caso, e invece questo non può avvenire coi matrimoni? La follia è che, ad esempio, ville immense debbano rispettare capienze con numeri dati a caso senza valutare le loro effettive dimensioni».
«A rischio 80mila aziende, pochi i ristori»
Il decreto Covid «non parla di noi», aggiunge. E i ristori? Del tutto inadeguati: «Chi ha perso 350 mila euro ne ha ricevuti 10 mila, assurdo. Nel frattempo, però, bisogna pagare affitto e utenze. Alcuni settori, inoltre, come quelli degli abiti da sposa o da cerimonia, per questioni di codici Ateco, sono stati obbligati a stare aperti in quanto negozi con commercio al dettaglio e, dunque, non hanno ricevuto nemmeno un euro di ristoro. Peccato che non avessero a chi vendere i loro prodotti coi matrimoni fermi da mesi. Insomma, briciole su briciole». Senza considerare, poi, che tutte le date dello scorso anno «non sono state riprotette nell’unico mese e mezzo in cui si è potuto lavorare. I clienti, adesso, hanno paura che avvenga quello che è accaduto a ottobre quando di venerdì il governo ha detto “da domani stop ai matrimoni” lasciando i catering con le celle frigorifere piene». Insomma, ci confida, «ci siamo trasformati in un ufficio psicologico per futuri sposi».
A rischio, adesso, ci sono 80 mila aziende: «Siamo sconfortati. Nessuno parla dei matrimoni nel decreto Covid. E, per di più, se come accaduto in passato, ci dicono che il massimo degli invitati è 30, significa far morire il nostro settore. Lasciare il coprifuoco alle 22, invece, si scontrerebbe con la dinamica, tutta italiana, di vivere la cerimonia al tramonto. Così, in altre parole, ci stanno dicendo “fatevi un brindisi e andate a casa”. Ma non si può». E a capire che qualcosa non sta andando per il verso giusto sono proprio le Regioni che, in una lettera inviata al premier Mario Draghi, hanno chiesto di programmare le riaperture anche per il settore dei matrimoni. Dunque, quando e a che condizioni sarà possibile tornare a sposarsi? Già dal 26 aprile nel rispetto dei protocolli? E, nel caso, si potrà fare solo in zona gialla o anche in rossa o arancione? Tutti, al momento, brancolano nel buio. Così per lunedì 26 aprile hanno organizzato un flashmob a Montecitorio di modelle e modelli in abito da cerimonia. «Non possiamo più attendere, non potete più ignorarci», ha detto Enzo Miccio, star dei wedding planner.
4.7.17
Reggio Emilia, all'orale della Maturità prestano la voce al compagno disabile e Addio al nubilato... raccogliendo i rifiuti
Marcello e Giorgia con Amrik 

20.5.17
Caterina e Massimo, le fedi sull'altare le porta il cane Raf Lei è non vedente, il labrador è il suo amico inseparabile: matrimonio originalissimo a Padova
Lei è non vedente, il labrador è il suo amico inseparabile: matrimonio originalissimo a Padova, nella basilica di Santa Giustina di Silvia Quaranta

14.9.16
Prime nozze gay a Udine lontano dai riflettori Due donne hanno pronunciato il “fatidico sì” davanti al sindaco Honsell. Il primo cittadino: è un fatto epocale, un passo avanti verso l’uguaglianza
L'Arcigay: "La riservatezza non è un cattivo segnale"
Due donne hanno pronunciato il “fatidico sì” davanti al sindaco Honsell. Il primo cittadino: è un fatto epocale, un passo avanti verso l’uguaglianza
da http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca del 14\9\2016

UDINE.
Hanno coronato il loro sogno d’amore, scegliendo di farlo, però, lontano dai riflettori. A Udine, ieri alle dodici, è stato celebrato il primo matrimonio gay tra due donne.
A ufficializzare l’unione civile il sindaco della città Furio Honsell, in una data che segna una giornata storica nel mondo dei diritti civili.
La notizia è stata diffusa solamente nel pomeriggio, rispettando così la volontà della coppia di non ufficializzare dati anagrafici e altri dettagli, per evitare un ritorno mediatico che non avrebbero desiderato né per loro né per i loro familiari. Della coppia di donne friulana protagonista di una giornata da non dimenticare per la città si sa dunque pochissimo, ma a spendere una parola per sostenere una battaglia di civiltà è stato lo stesso sindaco.
«Quello di oggi è un fatto epocale per Udine perché è stato compiuto per la prima volta un atto di unione civile tra due persone dello stesso sesso – ha affermato il primo cittadino Furio Honsell –. Un grande passo avanti per i diritti civili e l’uguaglianza, l’equità e la parità delle persone omosessuali. Un primo passo – ha aggiunto – per superare la sofferenza che tante discriminazioni hanno provocato e continuano a provocare purtroppo in molte altre parti del mondo».
Ma questa è solo la prima di numerose altre richieste che sono pervenute agli uffici dell’Anagrafe di via Beato Odorico. Entro fine mese sarà infatti celebrato un altro matrimonio – anche in questo caso in Comune le bocche sono cucite –, mentre prima di Natale in lista ce ne sono altre cinque. Si riprenderà nuovamente a gennaio, con altre sei coppie che stanno in queste settimane contattando gli uffici per richiedere informazioni. Insomma, a meno di un anno dalla legge Cirinnà – «passaggio storico per la legislazione italiana promosso dal governo Renzi e per la piena affermazione dei diritti civili», ha precisato Honsell – le coppie omosessuali che decidono di giurare davanti a un ufficiale di Stato potrebbero raggiungere la dozzina solo nel capoluogo friulano. Allargando lo sguardo alla provincia udinese, già in diversi comuni sono squillati i telefoni degli uffici per chiarimenti e prenotazioni di sale, ma non tutti i sindaci scalpitano all’idea di unire in matrimonio due persone dello stesso sesso.
A Tolmezzo, al momento, è in calendario una richiesta per l’estate del 2017, come conferma il sindaco Francesco Brollo che, dinanzi alle richieste, non si tirerà indietro delegando altri funzionari. «Ho giurato sulla Costituzione e celebrerò le unioni civili così come celebro i matrimoni tradizionali – precisa –, perché ritengo questa legge sia un passaggio di civiltà che non toglie nulla a nessuno».
A Tarvisio il primo cittadino Renato Carlantoni informa che al momento non sono state avanzate domande, «ma essendo una legge di Stato che da sindaco devo applicare, e siccome nessuno può costringermi a celebrare, delegherò al funzionario d’anagrafe se dovessero giungere richieste». Lo stesso farà anche il collega di Codroipo, Fabio Marchetti, nel caso in cui dovesse presentarsi qualche richiesta di questo genere.
E al proposito intende esprimere la propria posizione: «Non intendo celebrare matrimoni di questo tipo – spiega – come di fatto non celebro nemmeno altri matrimoni e per questo ho delegato tutti i consiglieri a farlo. Difficilmente – aggiunge – si troverà disponibilità: in maggioranza siamo tutti contrari e anche nella minoranza ritengo ci sarà qualche problema».
Ben più favorevole alle unioni gay la posizione di alcuni sindaci della Bassa, tra i quali Francesco Martines di Palmanova, Gianluigi Savino di Cervignano e Giorgio Pietro Del Frate di San Giorgio di Nogaro, che rimarca la sua posizione istituzionale e laica: «Sono un ufficiale di Stato civile, se c’è una legge va rispettata». A Cervignano Savino «celebrerà senza problemi» e anche nella città stellata, dove al momento non sono giunte richieste, nessuna preclusione, anzi. «Questa legge ci mette al passo con l’Europa – sostiene Martines –: celebrerò le unioni civili, e lo farò nel Salone d’onore».
Procuratrice Ancona, 'non tutti i casi di violenza sono uguali'
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