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6.9.25
Alberto Della Libera, genio dei manga, vince una borsa di studio per Tokyo.,La scuola sta per ricominciare prepariamo i nostri figli\e al bullismo

19.8.23
da ex ministro russo a camionista in Usa: “Così ho cambiato vita. Ora ho un lavoro onesto e mi sento libero
Guerra Ucraina - Russia: diretta no stop
- L’imprendibile linea russa costringe Kiev a ridimensionare i piani
- Ucraina: Azov, tornano al fronte gli ex prigionieri
- Il conto della guerra scatenata da Putin: “Mezzo milione tra morti e feriti”
- Il braccio destro di Zelensky: “A Kiev sappiamo che serve trattare”
da repubblica del 19\8\2023
LONDRA – Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, centinaia di migliaia di cittadini russi hanno lasciato il proprio Paese, per dissenso verso la guerra, per evitare di essere chiamati a combatterla, per le conseguenze del conflitto o per una combinazione di questi fattori.Molti di loro sono emigrati temporaneamente o a lungo termine in Occidente, in cerca di democrazia e un nuovo lavoro. Ma pochi cambi di carriera di questo genere sono insoliti come quello di Denis Sharonov, che è passato dal suo posto di ministro dell’Agricoltura in una delle regioni della Russia a camionista in giro per gli Stati Uniti.“Un sacco di gente non capisce la mia scelta, dicendo che ho abbandonato una posizione di potere per fare un mestiere manuale, da ministro a camionista”, dice Sharonov al Guardian, che racconta stamani la sua storia. “Ma io sono contento e orgoglioso di quello che faccio adesso. Finalmente ho un lavoro onesto e mi sento libero”. La sua pagina Instagram fotografa il cambiamento: fino a un certo punto lo ritrae in giacca e cravatta a riunioni governative, poi lo si vede in maniche di camicia, “on the road”, al volante di un camion a rimorchio.Nel 2020 Sharonov era diventato ministro dell’Agricoltura a Komi, una regione grande come la California nel nord della Russia. Ben presto si è disilluso sul governo regionale a causa di “una burocrazia inefficiente e una corruzione rampante”. Il motivo principale per darsi alla politica, per i russi, “è rubare soldi”, afferma. E se non partecipi alle ruberie vieni messo da parte. Ciò che è capitato a lui, quando ha rifiutato di prendere parte a un appalto corrotto insieme a Vladimir Uyba, il governatore di Komi. Il risultato è che nel gennaio 2022 è stato costretto a dimettersi.
Il mese dopo le truppe russe hanno invaso l’Ucraina. Contrario a una guerra che giudicava “illegale”, qualche mese dopo Sharomov ha ricevuto una cartolina precetto per arruolarsi, sebbene a 48 anni fosse troppo vecchio per la mobilitazione: ha avuto il sospetto che fosse una trappola organizzata dal governatore di Komi per spedirlo al fronte e non rivederlo più, in modo da evitare il rischio di una denuncia degli sporchi affari di cui era stato testimone.Avendo studiato brevemente negli Usa nel 1995, durante un programma di scambio dopo il crollo dell’Unione Sovietica, ha perciò deciso di provare a rifarsi una vita in America. Arrivarci è stata un’odissea, che lo ha portato prima in Kyrgystan, una delle ex-repubbliche sovietiche nell’Asia centrale, quindi a Dubai, poi in Messico, dove ha attraversato a piedi illegalmente la frontiera con gli Stati Uniti. La sua richiesta di asilo politico è stata accettata: negli ultimi sei mesi, più di 8600 russi sono entrati negli Usa dal Messico, 35 volte più che nell’anno precedente la guerra in Ucraina, quando erano stati soltanto 249 a farlo.Mentre aspettava il permesso di residenza, Sharonov si è messo a cercare lavoro, ha pensato che fare l’autotrasportatore fosse l’opportunità giusta e che gli desse anche l’opportunità di conoscere meglio il Paese in cui si è trasferito. “Ho già visitato 45 stati”, dice l’ex-ministro diventato camionista. “Molti funzionari di governo nazionali e regionali russi sono contrari all’invasione dell’Ucraina, ma hanno paura a parlare e pensano di non avere altra scelta. Io la mia scelta l’ho fatta e mi sembra di vivere una grande avventura”. On the road again, come cantava Willie Nelson.
1.1.23
il migliore proposito per l'anno nuovo è agire non limitarsi solo a parlare perchè Il destino non è scritto, è come noi ce lo creiamo.
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di Elisa Manconi si trova presso Viale Fonte Nuova. |
Le feste classiche cioè : natale , santo Stefano e san silvestro e capodanno sono finite e quindi si ritorna a lavorare ed a mangiare normalmente salvo qualche invito improvviso o amici e parenti che stanno nella penisola e rientrano per il periodo di vacanze .
Non so che altro aggiungere se non riprendere , la poesia di Pablo Neruda citata in un precedente mio precedente post ( chi lo avesse già letto può anche abbandonare il resto della lettura ) .
11.9.22
Ricomincia la scuola. Di Beatrice Gallus
Ricomincia la frenesia di un tempo che corre, tra troppi impegni e la fatica di stare al passo.Cosa augurare ai piccoli grandi allievi ? Di avere negli occhi la scintilla della curiosità. Di non inseguire il risultato ma comprendere l’importanza di ciò che si sta imparando.
Di sentirsi in grado di affrontare le nuove sfide, consapevoli che sbagliando, provando e riprovando, si impara: se lo si sapesse già fare non si andrebbe a scuola. Di comprendere che un brutto voto è un’occasione di crescita, così come ogni insuccesso: si può imparare a fare meglio e si possono scoprire lacune e punti deboli su cui lavorare.
Di essere consapevoli che si studia per apprendere, non per un voto in pagella, perché nella vita dovranno lavorare con le competenze acquisite, e sarà questo bagaglio a creare pensieri e a formare gli adulti che saranno. Non dei numeri.Di ricordarsi che la Storia è costellata di uomini e donne brillanti e di successo con pessimi percorsi scolastici: non sempre le capacità si manifestano a scuola. Spesso, come semini, stanno in attesa di un terreno più fertile che le accolga. Di avere accanto adulti capaci di amarli incondizionatamente, non per i risultati ottenuti ma per ciò che sono, e che gli stessi adulti curino l’ascolto, il rispetto, l’empatia, i valori, l’impegno, la coerenza e la costanza prima di tutto il resto. Da essi nascerà uno sguardo sul mondo e sul prossimo benevolo e rispettoso. Di avere insegnanti capaci di guardarli così come avrebbero voluto essere guardati. E che siano competenti tanto quanto appassionati della materia che insegnano. Buon anno scolastico a tuttiBeatrice Gallus
28.4.21
proviamo a rincominciare a vivere nonostante il covid
È il giorno delle riaperture: il 26 aprile, gli studenti dell’Università Statale di Milano sono tornati a brulicare in via Festa del Perdono. Non solo per seguire le lezioni in presenza, già riprese, in parte, con il passaggio della Lombardia in zona arancione. Sono i bar, i ristoranti che circondano la Ca’ Granda dei milanesi a fornire agli studenti – seduti ai tavolini dei dehors – l’occasione per rincontrarsi dopo mesi di isolamento in casa. Alessandra, Arianna, Ginevra, Giada e Martina sono studentesse di primo e secondo anno del corso in Scienze dei beni culturali. La maggior parte delle loro lezioni si svolge in via Noto, periferia Sud di Milano, ma hanno scelto di inaugurare le riaperture del 26 aprile incontrandosi davanti alla sede centrale della Statale per studiare insieme, mantenendo le distanze e con le mascherine ffp2 sempre sul volto.
Coronavirus, il governo si è scordato dei matrimoni. La storia di Salvatore e Renata: «Troppa incertezza, il giorno più bello è diventato un incubo»
23 APRILE 2021 - 08:44

OPEN | In foto Salvatore e RenataL’ultimo decreto Covid, infatti, non parla affatto di matrimoni, non vengono neanche menzionati. In zona gialla potranno organizzarsi banchetti? Se è sì, con quante persone? E cosa succederà, invece, in fascia arancione o rossa? Rimarrà tutto fermo? E soprattutto come organizzare una cena post-matrimonio con un coprifuoco fissato alle 22? «La verità è che noi siamo stati gli esclusi, il sogno di una vita è stato banalmente trasformato nel momento in cui due persone si limitano semplicemente a mettere una firma. Ma così non è», ha aggiunto Salvatore che, nonostante tutto, va dritto come un treno. «Dopo l’ennesima crisi di pianto della mia ragazza, abbiamo deciso di andare avanti, di continuare per la nostra strada. Non ci fermeremo. Il nostro matrimonio si terrà il 13 luglio alle 16.30 anche con il coprifuoco. Certo, la Chiesa si trova ad Acireale, il ristorante a Belpasso. Due comuni differenti. Sarà un problema?».
OPEN | Il sogno del matrimonio interrotto dal CovidSalvatore e Renata, per la prima data del matrimonio, hanno speso 1.500 euro di acconto solo per il locale, «mai restituiti»; adesso ne hanno pagati altri 1.000, per una nuova location oltre ai 2.400 di acconto per il viaggio di nozze, «si spera in America». Parliamo di un totale di acconti pari a 5.620 euro (considerando anche fotografi, video operatori e fiori). Il costo stimato è di 32mila euro, non proprio un gioco da ragazzi. Soprattutto per due giovani che solo adesso hanno, in parte, trovato una stabilità economica: lui, laurea in tasca e un passato da precario, fa lo store manager in un negozio di telefonia; lei, invece, era un’addetta alla vendita. Da marzo è disoccupata poiché il negozio in cui lavorava ha chiuso causa Covid.
Il problema di Salvatore e Renata, dunque, non sono solo i soldi buttati in tutti questi mesi ma anche l’incertezza di un matrimonio che non si sa quando e dove fare, con quanti invitati e a quali condizioni. C’è, però, anche il timore che il coprifuoco – che a luglio potrebbe anche non esserci – potrebbe rovinare tutti i loro piani. C’è la paura che i dati, causa riaperture, possano tornare a crescere, facendo ripiombare il nostro Paese nell’incubo. E loro, come tanti altri giovani in tutta Italia, resterebbero con il cerino in mano, con un sogno – quello di sposarsi – chiuso nel cassetto.
Il dramma di chi deve organizzare i matrimoni
OPEN | In foto Barbara MirabellaMa il problema non è solo di chi deve sposarsi ma anche di chi i matrimoni deve organizzarli, di chi si occupa di gestione di grandi eventi. Come Barbara Mirabella, referente di Italian Wedding Industry, organizzatrice di grandi eventi (da 20 anni si occupa di fiere della sposa) e assessora comunale, secondo cui il settore è davvero in ginocchio: «C’è grande disagio, senso di smarrimento e frustrazione. Manca la programmazione, i clienti non lasciano più gli acconti, non girano più soldi, il calo è almeno del 90 per cento. Aspettiamo una data e poche regole ma chiare, siamo fermi da ottobre 2020. Perché si può tornare – mi chiedo – a fare eventi culturali, con distanziamento e con tutti i protocolli di sicurezza del caso, e invece questo non può avvenire coi matrimoni? La follia è che, ad esempio, ville immense debbano rispettare capienze con numeri dati a caso senza valutare le loro effettive dimensioni».
«A rischio 80mila aziende, pochi i ristori»
Il decreto Covid «non parla di noi», aggiunge. E i ristori? Del tutto inadeguati: «Chi ha perso 350 mila euro ne ha ricevuti 10 mila, assurdo. Nel frattempo, però, bisogna pagare affitto e utenze. Alcuni settori, inoltre, come quelli degli abiti da sposa o da cerimonia, per questioni di codici Ateco, sono stati obbligati a stare aperti in quanto negozi con commercio al dettaglio e, dunque, non hanno ricevuto nemmeno un euro di ristoro. Peccato che non avessero a chi vendere i loro prodotti coi matrimoni fermi da mesi. Insomma, briciole su briciole». Senza considerare, poi, che tutte le date dello scorso anno «non sono state riprotette nell’unico mese e mezzo in cui si è potuto lavorare. I clienti, adesso, hanno paura che avvenga quello che è accaduto a ottobre quando di venerdì il governo ha detto “da domani stop ai matrimoni” lasciando i catering con le celle frigorifere piene». Insomma, ci confida, «ci siamo trasformati in un ufficio psicologico per futuri sposi».
A rischio, adesso, ci sono 80 mila aziende: «Siamo sconfortati. Nessuno parla dei matrimoni nel decreto Covid. E, per di più, se come accaduto in passato, ci dicono che il massimo degli invitati è 30, significa far morire il nostro settore. Lasciare il coprifuoco alle 22, invece, si scontrerebbe con la dinamica, tutta italiana, di vivere la cerimonia al tramonto. Così, in altre parole, ci stanno dicendo “fatevi un brindisi e andate a casa”. Ma non si può». E a capire che qualcosa non sta andando per il verso giusto sono proprio le Regioni che, in una lettera inviata al premier Mario Draghi, hanno chiesto di programmare le riaperture anche per il settore dei matrimoni. Dunque, quando e a che condizioni sarà possibile tornare a sposarsi? Già dal 26 aprile nel rispetto dei protocolli? E, nel caso, si potrà fare solo in zona gialla o anche in rossa o arancione? Tutti, al momento, brancolano nel buio. Così per lunedì 26 aprile hanno organizzato un flashmob a Montecitorio di modelle e modelli in abito da cerimonia. «Non possiamo più attendere, non potete più ignorarci», ha detto Enzo Miccio, star dei wedding planner.
15.4.18
rincominciamo
- https://youtu.be/aAqKkoqGtwk la filiera del parmigiano ( la produzione: la lavorazione dalla frantumazione del caglio alla sistemazione nelle forme; la rintracciabilità: dall'identificazione del latte di produzione alla classificazione delle forme; l'automazione: i macchinari utilizzati per la produzione e la rifinitura delle forme ) oppure https://www.youtube.com/user/ParmigianoReggianoIT/featured
- http://www.torronenurzia.it/index.html e https://www.abruzzoweb.it/contenuti/l-aquila-il-bar-nurzia-riapre-a-corso-federico-la-storia-continua/598154-309/
IL caseificio Razionale Novese nasce nel 1952 a Novi di Modena. Da 65 anni controlla tutta la filiera della produzione del Parmigiano Reggiano, dall'allevamento delle mucche alla raccolta del latte. Una singola forma di formaggio ha bisogno almeno di tredici mesi di tempo prima di arrivare sul mercato. Il 29 maggio del 2012 una scossa di terremoto di magnitudo 5.9 colpisce la bassa modenese in una zona compresa tra Mirandola, Medolla e San Felice sul Panaro. Il sisma fa crollare, con effetto domino, le scalere del magazzino dove riposavano 75 mila forme per la stagionatura. Un danno quantificabile in più di 12 milioni di euro. Il terremoto azzera la produzione, ma non la voglia di ripartire.
I dipendenti si uniscono per ricostruire quello che è andato perso, guardando al di là delle difficoltà post sisma. Gli aiuti della Regione e della Provincia, oltre alla catena di solidarietà messa in moto dai cittadini, hanno permesso allo stabilimento di tornare in piena efficienza produttiva a fine 2012. Da allora la crescita è stata continua: le 100 mila forme prodotte all'anno rendono il caseificio Razionale Novese il più grande della zona del comprensorio.
Nel 1835 in Piazza Duomo, a L’Aquila, nasce il Bar Nurzia. L’attività della piccola azienda a conduzione familiare si tramanda di padre in figlio per sette generazioni. Il locale, a cui è annesso il laboratorio per la produzione del torrone morbido al cioccolato, diventato il prodotto simbolo della città, attraversa più di un secolo di storia, resistendo a guerre e terremoti senza mai abbassare la saracinesca. Dopo il terremoto del 6 aprile 2009,
6.1.16
dopo le feste si rincomincia
concludo con quiesta storia presa dalla nuova sardegna del 05 gennaio 2016
Sassari, lo zampognaro che da 30 anni rallegra il Natale in città
La storia di Sergio Poliferro, 77 anni. Per lui la Sardegna è ormai un appuntamento fisso

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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iniziamo dall'ultima news che è quella più allarmante visti i crescenti casi di pedopornografia pornografia...
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Ascoltando questo video messom da un mio utente \ compagno di viaggio di sulla mia bacheca di facebook . ho decso di ...




