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3.4.14

Dipinse un muro in strada, writer di San Sperate assolto a Milano Il giudice ha stabilito che i graffiti di “Manu Invisible” sono arte e non vandalismo


Il graffito in una strada di Cagliari

Sentenza storica quella depositata qualche giorno fa dal Tribunale di Milano a proposito di street art e vandalismo: il giovane writer sardo Manu Invisible è stato assolto dall’accusa di vandalismo perché il suo graffito realizzato illegalmente in una strada milanese è considerato un’opera d’arte.
Con questa decisione crolla così per la prima volta il pregiudizio che accosta arte di strada e degrado: il giudice dell’VIII sezione del tribunale di Milano ha ricordato che il graffito era realizzato con l’intento di abbellire il muro di una strada periferica, già sporco e in degrado, e soprattutto riconosciuto il valore artistico dei lavori di Manu Invisible.
Il giudice ha assolto con formula piena il giovane di San Sperate che in quegli anni viveva nel capoluogo lombardo. Manu, 23 anni, era stato fermato dalla polizia la notte del 20 giugno 2011 quando dipingeva sul muro di via Piranesi. Il graffito rappresentava un paesaggio notturno milanese ma è rimasto incompleto a causa della denuncia e oggi è quasi completamente cancellato dalle scritte di altri writer.

26.6.12

una sentenza illuminata TRIESTE. Condannato ospedaleDa anni in coma per un errore medico avrà uno “stipendio”


TRIESTE Non potrà lavorare e guadagnarsi da vivere per un errore dei medici, e allora sarà la struttura sanitaria a dovergli un vitalizio, uno «stipendio» mensile di 1.500 euro che riceverà dal giorno in cui compirà 25 anni. La decisione, innovativa e inedita, è stata presa dal Tribunale civile di Trieste, al termine di una causa intentata all'Istituto pediatrico «Burlo Garofolo» dalla famiglia di un bambino di sei anni, in stato vegetativo permanente dal 2007 per un errore nel corso di un intervento chirurgico.
Il piccolo, a un anno e mezzo, fu operato per un “ascesso retrofaringeo” - un accumulo di pus nella zona posteriore della gola - che gli impediva di deglutire e di respirare bene. Secondo quanto accertato durante il processo, al termine dell'operazione sarebbe stato compiuto un errore da parte del medico anestesista, che bloccò l'afflusso di sangue al cervello causando lo stato comatoso al bambino.
Il procedimento si è incentrato sulla ricostruzione dell'accaduto e sull'esistenza o meno di un errore da parte dei medici. A un certo punto è stato ipotizzato che il piccolo fosse stato vittima di una malattia contratta dopo la nascita, ma il giudice ha deciso diversamente.
La sentenza - che è stata depositata in cancelleria il 29 maggio scorso ed è stata notificata alle parti all'inizio del mese di giugno - ha così disposto per la famiglia, residente in provincia di Udine, il diritto a ricevere il vitalizio a titolo di danno patrimoniale per tutta la durata della vita, per l'impossibilità del figlio a trovare un lavoro per sostenersi. Il danno non patrimoniale a favore dei genitori è stato invece valutato in 2,5 milioni di euro e verrà liquidato in una soluzione unica, al netto dell'«acconto» già versato di 250 mila euro. «È la prima volta», ha sottolineato il legale della famiglia, Matteo Mion. «La famiglia - ha precisato - ha lottato per avere la verità, e questo è più importante del denaro. È una sentenza illuminata che viene a lenire - ha puntualizzato - una situazione che purtroppo è comunque tragica».

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...