Applausi, sorrisi, strette di mano. Lei al centro della sala, gli occhi di tutti puntati addosso e uno sguardo più importante degli altri, quello di mamma Rosalba, carico di orgoglio e approvazione. È in quel momento che Sandra Deiana capisce che la sua strada è tracciata, non ci sono più dubbi. È il 2016, Sandra ha 26 anni ed è a Dublino alla cerimonia organizzata dalla Central Bank of Ireland per presentare la moneta d’argento da 10 euro realizzata per commemorare Eileen Gray, designer e
architetto irlandese. Sandra è lì da protagonista, perché è lei l’artista ad avere dato vita alla prima moneta dedicata a una donna, una professionista molto importante
per l’Irlanda al punto che la sua moneta
celebrativa da quel giorno è esposta al
Museo nazionale di Dublino, al quale la
Banca l’ha donata. In quei momenti, Sandra Deiana capisce che è giusto accarezzare i sogni, anche perché a volte non restano così per sempre. Sei anni dopo, ci
sono le iniziali S.D. incise nella moneta
Britannia 2022, l’ultima moneta commemorativa della regina Elisabetta II, scomparsa a settembre dopo 70 anni di regno:
è Sandra, oggi 32enne, la prima artista italiana a firmare una moneta per il Regno
Unito dopo più di 150 anni. Lei, nata a Cagliari e cresciuta a Settimo San Pietro, è
“una donna semplice che fa cose straordinarie”: per questo, per il suo enorme talento, a dicembre ha ricevuto il prestigioso riconoscimento Standout Woman
Award a Palazzo Montecitorio. A Roma, La moneta per terra C’è un episodio
dell’infanzia che Sandra ricorda con
chiarezza, in ogni dettaglio. «Avevo sette anni, ero con mio padre Vittorio a
Costa Rei, in un terreno dove d’estate
facevamo il campeggio. Mio padre stava facendo dei lavori e scavando per
terra, quando all’improvviso è saltata
fuori una moneta. Ricordo perfettamente il gesto di mio padre che con la
mano la ripuliva dalla terra. Era d’argento, molto bella, risalente al 1700 e
probabilmente legata alla dominazione spagnola. La portammo a casa, dove la teniamo ancora. Io rimasi molto
affascinata». Passano gli anni e Sandra
conclude gli studi al Liceo Artistico di
Cagliari, poi dopo la maturità si iscrive
a Roma all’Accademia delle Belle Arti.
Nella Capitale vivrà per 10 anni, l’Accademia invece l’abbandonerà dopo
due, perché non era la scuola giusta
per lei. «Vengo a sapere di un bando alla Scuola dell’Arte della Medaglia, l’istituto della Zecca di Stato, nata nel 1907
per volere del re Vittorio Emanuele III.
Ammettono solo 12 studenti per ogni
triennio, ci provo e passo la selezione.
Non è facile spiegare ai miei genitori
che lascerò l’Accademia: vengo da una
famiglia umile che per farmi studiare
fa tanti sacrifici e sogna di vedermi laureata. Ma l’idea di disegnare monete è
una calamita, non so ancora che farò
da grande ma so che ripenso spesso a
quella moneta trovata con mio padre
quando ero bambina».
Gli studi a Roma Nell’elegante palazzo in via Principe Umberto, quartiere
Esquilino, si formano disegnatori e di
monete e incisori. Per Sandra Deiana è
un triennio intensissimo durante il
quale la sua passione si conferma e si
fortifica e lei si mette in evidenza per il
grande talento. Tra le insegnanti c’è
Uliana Pernazza, docente di modellazione e incisore della Zecca di Stato
dove nacque la sua passione e i suoi primi bozzetti. Dove tutto iniziò. La moneta per terra C’è un episodio
dell’infanzia che Sandra ricorda con
chiarezza, in ogni dettaglio. «Avevo sette anni, ero con mio padre Vittorio a
Costa Rei, in un terreno dove d’estate
facevamo il campeggio. Mio padre stava facendo dei lavori e scavando per
terra, quando all’improvviso è saltata
fuori una moneta. Ricordo perfettamente il gesto di mio padre che con la
mano la ripuliva dalla terra. Era d’argento, molto bella, risalente al 1700 e
probabilmente legata alla dominazione spagnola. La portammo a casa, dove la teniamo ancora. Io rimasi molto
affascinata». Passano gli anni e Sandra
conclude gli studi al Liceo Artistico di
Cagliari, poi dopo la maturità si iscrive
a Roma all’Accademia delle Belle Arti.
Nella Capitale vivrà per 10 anni, l’Accademia invece l’abbandonerà dopo
due, perché non era la scuola giusta
per lei. «Vengo a sapere di un bando alla Scuola dell’Arte della Medaglia, l’istituto della Zecca di Stato, nata nel 1907
per volere del re Vittorio Emanuele III.
Ammettono solo 12 studenti per ogni
triennio, ci provo e passo la selezione.
Non è facile spiegare ai miei genitori
che lascerò l’Accademia: vengo da una
famiglia umile che per farmi studiare
fa tanti sacrifici e sogna di vedermi laureata. Ma l’idea di disegnare monete è
una calamita, non so ancora che farò
da grande ma so che ripenso spesso a
quella moneta trovata con mio padre
quando ero bambina».
Gli studi a Roma Nell’elegante palazzo in via Principe Umberto, quartiere
Esquilino, si formano disegnatori e di
monete e incisori. Per Sandra Deiana è
un triennio intensissimo durante il
quale la sua passione si conferma e si
fortifica e lei si mette in evidenza per il
grande talento. Tra le insegnanti c’è
Uliana Pernazza, docente di modellazione e incisore della Zecca di Stato uno dei pochissimi, un’eccellenza assoluta che proprio in quella scuola si è
specializzata: «Mi insegna l’arte del design e del rilievo, mi porta dentro il suo
mondo, inizio a capire che appartiene
anche a me». La permanenza nella
scuola si prolunga oltre il triennio: grazie alle sue capacità Sandra vince una
borsa di studio biennale a cui si aggiungono 12 mesi ulteriori. «Resto 6 anni e
sono ancora lì quando partecipo al
concorso della Central Bank of Ireland: con mio grande stupore vengo selezionata e lo vinco».
La carriera È Dublino il luogo della
svolta, interiore e professionale. Nonostante lo scetticismo di tanti: «Mi dicevano che difficilmente disegnare medaglie sarebbe diventato un lavoro,
perché entrare nella Zecca italiana è
complicato e nel nostro Paese non c’è
un mercato privato. In effetti la maggior parte degli studenti della Scuola
della medaglia abbraccia altre carriere
grazie alle competenze acquisite nei
corsi di oreficeria, sbalzo e cesello.
Una delle pochissime coin designer
free lance è Chiara Principe, allieva della scuola prima di me: siamo diventate
amiche e nel 2019 siamo state invitate
al Shanghai Coin design forum &
award, evento internazionale organizzato da Shanghai Mint per rafforzare
gli scambi sul design di monete nel
mondo. Eravamo tre dall’Italia: io,
Chiara e Loredana Pancotto». A Shangai Sandra arriva dopo un’altra esperienza entusiasmante negli Stati Uniti:
«Nel 2018 ho frequentato il corso di
specializzazione tenuto da Heidi Wastweet in South Carolina, una medaglista molto affermata da cui ho imparato tantissimo e che mi ha fatto innamorare dell’America, dove un giorno spero di trasferirmi».
La Britannia 2022 Nel 2021 Sandra
Deiana viene invitata dalla Royal
Mint, con cui collabora, a partecipare
insieme ad altri artisti alla selezione
per la Britannia 2022, la moneta commemorativa che rappresenta l’identità della nazione. «Ovviamente dico sì e
mi indicano il tema scelto: “Le tre età
della donna, ispirato al dipinto di Gustav Klimt del 1905». Per diversi giorni
il foglio resta bianco e l’idea inizia a
prendere forma nella testa di Sandra.
«Un pomeriggio sento di avere l’ispirazione giusta e la bozza viene fuori.
Quando Simone, il mio ragazzo, rientra a casa, gliela faccio vedere. Poi guardiamo il telegiornale e scopriamo che
è il compleanno della Regina: è il 21
aprile. È fantastico che l’ispirazione
mi sia venuta proprio quel giorno». Ed
è una ispirazione vincente, perché il
bozzetto di Sandra viene scelto: sarà
lei a realizzare la Britannia 2022 con la
sua interpretazione delle tre età della
donna. «Ho scelto di rappresentare la
Britannia che passa dall’infanzia alla
maturità: bambina, per raffigurare la
nazione alla nascita, pacifica e con l’ulivo sui capelli, adulta con l’elmo sulla testa in una immagine classica, e la Britannia ai giorni nostri, donna anziana
ma moderna ed elegante che porta sulle spalle la bandiera del Paese ».
La Britannia 2022 è stata emessa l’8
marzo in una serie in oro e argento: sarà l’ultima ad avere sul retro l’effige della Regina. «Per me è un’emozione incredibile, sono orgogliosa di essere stata scelta per rappresentare attraverso
la moneta l’identità di una nazione
che non è la mia». Ma la vittoria per
Sandra è stata doppia: la Royal Mint dopo avere scelto il suo disegno le ha infatti chiesto di realizzare anche il modello. Lei è uno dei pochi coin designer
che non si avvale della tecnologia 3D
ma fa la modellazione manuale tradizionale con il gesso. Un’arte imparata
a Roma, alla Scuola della Medaglia, dove tutto iniziò.