Quando nasci in un mondo nel quale non ti adatti, non sei sbagliato !
è perché sei nato per contribuire a crearne uno nuovo !
approfondimenti
Da il giornale del 16\11\2022
di Ferruccio Invernizzi
Cari lettori, oggi apro questo articolo con unacronimo:NFT (nonfungible token). Un fenomenomolto complesso entrato in scena da qualche anno,del quale molto ancora si deve capire. Ma di cosa si tratta? In italiano potremmo tradurre NFT con: gettone non riproducibile,che stabilisce l’atto di proprietà e la certificazione di autenticità di un elemento digitale. Ci troviamo di fronte ad una tecnologia in grado di creare un codice che non può essere riprodotto da nessun altro,utilizzabile per “contenere” un elemento digitale e venderlo attraverso una cryptovaluta. Si presta perfettamente per vendere opere d’arte, musica, video, è tutto quello che si può digitalizzare,addirittura collezioni di moda e gioielli digitalizzati.Il creativo genera un file, o una foto del suo prodotto, poi viene creato un codice identificativo dell’opera e del suo atto di proprietà e unicità, ed infine lo lancia nel mercato delle cryptovalute. Parliamo dunque di prodotti non fisici, che grazie alle loro caratteristiche possono essere venduti in tuttilmondo senza transizioni complesse e limiti doganali.Uno sviluppo per certi versi interessantema assai fragile, legato proprio all’elemento tecnologico. Ma la mia riflessione non vuole approfondire questi aspetti, piuttosto cosa significhi per il mondo dell’arte. Tutto questo ci sposta in un mondo non fisico, che si adatterà alla nascita del metaverso ma che crea una frattura col mondo fisico in cui viviamo.Mi chiedo allora cosa possa aggiungere di nuovo al mondo dell’arte? Nascerà un nuovo linguaggio artistico? Avremo più possibilità espressive? Sarà possibile comunicare sensazioni nuove o nuovi concetti artistici? Si tratta semmai di un volano che faciliterà investimenti e speculazioni finanziarie. Infattila proprietà fisica dell’opera rimarrà in possesso delcreatore, ma nessuno potrà garantire che non vengano creati più file digitalidella stessa opera, e questo comprometterebbe l’investimento, in alcuni casi milionario, del compratore.La mia generazione èabituata al possesso fisico delle cose e soprattutto delle opere d’arte e ad un contatto diretto che si instaura con l’opera in una serie di scambi complessi. Si può guardare mille volte lo stesso dipinto e trovare ognivolta cose nuove.Nel mondo digitale tutto questo viene “compresso”, reso pelementare, soprattutto NFT, che non possono contenere immagini in alta risoluzione per via delloro tipo di tecnologia.Non sappiamo dove ci porterà tutto questo, per esperienza fare previsioni in meritoèmolto difficile,anche alla luce di quanto sta accadendo ai Bitcoin. I facili entusiasmi che accompagnano le novità possono finire in bolle speculative devastanti. Da personacuriosa continuerò ad osservare il fenomeno, a studiarlo, ma convinto che quando uso soldi reali preferisco comprare cose reali.
Egli ha perfettamente tragione non aggiungo altro perchè un ulteriore parola è poco ed due sono troppe Posso dire da semplice fruitore di opere d'arte non solo museali , per giunta più giovane dello stesso giornalista , che condivido quanto dice . Forse perchè sono cresciuto ed ho sviluppato la mia idea \ concezione dell'arte prima che le applicazioni informatiche fossero applicate come il caso in questione fosse applicate alle opere d'arte . Infatti sono abituato ad un rapporto : fisico , visivo , con le opee d'arte oltre che a vederle dal vivo quando posso o in tv o sui libri . Almeno per il momento mi chiedo a differenza sua sarà utile , si trasformerà l'arte in un iun bene per pochi eletti continuerà ad essere fuibile a tutti ?