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8.9.09

In mutande e in pantaloni



Due capi d'abbigliamento estremi. I primi ridotti all'osso, i secondi castigati per antonomasia (eppure, come scriviamo più sotto, qualche testa bacata è giunta a considerarli indecenti). I primi, non solo simbolici (alcuni disoccupati e precari della scuola hanno davvero protestato in questo modo); ma sicuramente anche segno d'una spoliazione, d'una perdita non solo del lavoro, ma della dignità. Ebbene in questi giorni, molti lavoratori, al Nord come al Sud, sono in mutande. Per lo più nel chiassoso silenzio dei media, in tutt'altre faccende affaccendati. "Devi attirare l'attenzione delle telecamere, altrimenti non esisti": frase che suona grottesca perché non esce dalla bocca di Fabrizio Corona, ma da uno degli operai della Esab di Mesero, alle porte di Milano, che da giorni, coi compagni, grida sui tetti - il Vangelo coglie sempre nel segno - la sua lotta e la sua resistenza ai licenziamenti. Il regime videocratico impone leggi ferree: tanto vale sfruttarle a proprio vantaggio, visto che le protezioni sociali si affievoliscono sempre più. Hanno creato anche un blog, Quelli del tetto. La rete sembra essere rimasta l'unica arma per far udire le voci libere e disperate.



Ieri è giunto un inquietante comunicato degli operai dell'Innse: "Stanno arrivando a diversi sostenitori della nostra lotta provvedimenti con multe da 2500 a 10.000 euro per il blocco della tangenziale avvenuto il giorno 2 agosto, il giorno in cui l'Innse era presidiata da più di 300 poliziotti", scrivono. "Lo riteniamo un colpo basso contro una mobilitazione che, sostenendo l'iniziativa diretta degli operai, ha portato al risultato che tutti conosciamo. Come insieme abbiamo resistito allo smantellamento della fabbrica, assieme reagiremo a questa azione intimidatoria". La notizia è circolata, ancora una volta, solo sul web. Leggendola, mi è tornata in mente un'antichissima canzone di Dalla, Le parole incrociate ("Chi era Bava il beccaio? Bombardava Milano"). Mi chiedo se davvero non siamo tornati al 1898, quando gli industriali si chiamavano ancora padroni e alle rimostranze dei lavoratori si rispondeva con le cannonate.


Voleva i pantaloni, hanno parafrasato in tanti. No, Lubna Ahmed Hussein voleva, e vuole, essere sé stessa. Anche lei, su altri fronti, a combattere una battaglia di libertà. Vinta. Non verrà frustata, non intende nemmeno pagare una multa. Simbolicamente, l'una e l'altra sarebbero la stessa cosa, una resa. E Lubna non vuole arrendersi. Anch'essa ha gridato sui tetti. I calzoni contrasterebbero la legge coranica? Non sta scritto da nessuna parte, naturalmente, poi si guarda la foto del "presidente" sudanese Omar al Bashir, quello delle stragi silenziate del Darfur, che solo due anni fa è stato ricevuto dalle alte cariche del nostro Paese e dal Papa, la si confronta con quella di Lubna, e non occorre aggiungere altro.


Da quelle parti c'è sempre stata, qui ha conosciuto un picco di recrudescenza: parlo della furia maschile [pochi giorni fa, in Sicilia, un branco di ragazzini ha brutalizzato una minorenne disabile, e contemporaneamente sono avvenute quattro stragi con vittime femminili all'interno di rispettabili famiglie, tutte compiute da uomini, n.d.A.]. E' sempre la stessa storia, il frutto venefico di un clima avvelenato, quindi non mi ripeterò. Per fortuna esistono altri uomini, che dietro i pantaloni hanno un cuore e un cervello, non solo un organo genitale. Ma rischiamo di perderli. Caspian Makan, fidanzato della celebre Neda Agha Soltan, si trova in carcere dal giugno scorso, come segnala Amnesty International, per aver gridato sui tetti il nome degli assassini della compagna. Una buona notizia, invece, arriva almeno per Sayed Parvez Kambaksh: è stato graziato ieri. Chissà se riuscirebbe a spiegarlo lui, al presidente golpista del Sudan e a tanti suoi zelanti correligionari, che nel Corano non c'è traccia di sottomissione delle donne. Per aver affermato questo, Sayed ha rischiato la pelle. Ma, in verità, non frega niente a nessuno. E uomini di questa sorta si trovano ormai nei luoghi più remoti e impensati. Quaggiù si soffre e si muore nel silenzio più sepolcrale.


Daniela Tuscano




23.8.07

storie di serie A e storie di serie B


come  volevasi dimostrare  la storia  \ la  vicenda  di Sacco e  vanzetti  vedere per approfondimenti  il mio post  precedente   è 

<<





Ma che piccola storia ignobilemi tocca raccontare
così solita e banale come tante
che non merita nemmeno
due colonne su un giornale                                                                                                      o una musica o parole un po' rimate,

che non merita nemmeno
l'attenzione della gente,
quante cose più importanti
hanno da fare

(....)


(  Francesco Guccini  Piccola storia ignobile da Via Paolo Fabbri 43 [1976] )

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Ecco quindio che esistonos torie  \ vicende  di serie A  e  di Serie  B  come  dice  questo post   di vocicontro07.splinder.com/




Portiamo con noi un bagalio di lotte ed angherie, per questo viviamo ancora piu incazzati il presente



ne  riparleremo per le  celebrazioni  dell'11 settembre 






 

29.5.06

Senza titolo 1303



mobbingsisu
Gentili lettori, purtroppo ho dovuto constare con particolare dolore e a mie spese, che la democrazia reale finisce laddove libertà individuale e giustizia sociale non sono più in equilibrio tra loro. Le pagine splendide della storia italiana moderna sono giunte sul viale del tramonto. Oggi le passioni politiche sono ridotte sempre più al silenzio.  

Operando una notevole discriminazione tra cittadini viene calpestato il buon senso comune nel modo più incredibile e spietato e persino il rispetto della storia è venuto a mancare ed è stato dimenticato  quello che tanti italiani, persino col sacrificio della propria vita, hanno fatto per una Italia grande, unita e splendida. Visitando il sito:



www.mobbing-sisu.com  si possono constatare tutte le prove e le ignominie esercitate in gran silenzio per anni contro la mia persona. E’ una vicenda le cui drammatiche conseguenze ai miei danni, sono tuttora in corso.

Formulo comunque l'augurio che anche questa informazione serva da monito attraverso qualsiasi altro canale, per fare sì che certe scelleratezze tollerate dallo Stato negli anni passati  ai danni di un cittadino/a, sino a farne proteggere gli autori raccomandati da noti personaggi della politica, non abbiano più a verificarsi. E’ un messaggio di verità, quella verità che una sottocultura deviante, faziosa, cinica e arrogante, ha potuto pacificamente perpetrare nel più assoluto silenzio per lunghi anni. Giovanna Nigris 

4.3.06

Senza titolo 1165




Un  evento che i media  ( Italiani   quelli esteri  non  sò  devo controllare )  ignorano e  a cui  non danno risalto  ( salvo che non ci  sia qualche medaglia  d'oro  )    sono i 
IX Giochi Paralimpici Invernali 10-19 Marzo 2006 . 
 Come  giustamente  dice  la mia  cdv  Samanta Cea  :



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Alla base di tutti i Giochi Olimpici e Paralimpici si trovano sempre valori universali: partecipazione, entusiasmo, impegno, lealtà, determinazione, volontà e nobiltà d'animo. Ma sono forse le Paralimpiadi a rappresentare la vetta più alta dello spirito olimpico. L'uomo che con la forza della volontà supera i propri limiti, il gesto atletico che porta a tutti il messaggio più emozionante: esistono solo abilità diverse, magnifiche, elettrizzanti. Oggi il Piemonte è una delle regioni d'Italia più ospitali e accessibili alle persone disabili anche per il turista
e per lo sportivo. Un traguardo di civiltà che è stato raggiunto grazie ad una politica coraggiosa di lotta alle barriere architettoniche e di creazione di pari opportunità per chi è colpito da difficoltà motorie e sensoriali. >> . Cosa che  , SIC  , al  90 % manca  come dimostra  anche la bellissima  storia  di dylan dog  ( un  fantasma  a  scotland  yard qui per la trama  ) in  è costretto per uno scontro a fuoco  sulla sedia a rotelle .  concludo riportando  a  sostegno della tesi  qui  esposta  ( e  condivisa \  fatta mia  )  uno stralcio del bellisimo editoriale del settimanale l'espresso ( www.espressoline.it ) di Giorgio Bocca  sulle olimpiadi della neve : << [...] Televisione più supermagazzino, una bella dose quotidiana di sbobba pubblicitaria da trangugiare, Fiat, Trony, acqua minerale Sant'Anna, Telecom ogni dieci minuti con seguito sempre eguale di annunci, un seguito di pause ripetitive che non si vede l'ora che finiscano, di immagini e di suoni risaputi fino alla nausea . [...] >> qui il testo completo





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Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...