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10.5.09

Storico abbraccio tra le vedove Calabresi e Pinelli

Un segnale di speranza nella possibilità di un mondo in cui i conflitti si possano risolvere con la riconciliazione


Ieri, in occasione della giornata della memoria delle vittime del terrorismo, dopo che il Presidente Napolitano ha incluso Pino Pinelli tra le vittime della strage di Piazza Fontana, le vedove del commissario Calabresi e dell'anarchico Pinelli si sono scambiate uno storico abbraccio, dopo tanti anni dai tragici avvenimenti che le avevano messe, senza nessuna vera scelta da parte loro, sui lati opposti di una sorta di faida che sembrava inconciliabile; una faida non tanto tra le famiglie o tra le signore stesse, ma tra i gruppi di appartenenza, tra i mondi culturali e sociali rappresentati dai rispettivi mariti, tutti e due caduti vittima dell'assurda violenza di un'intera epoca. L'abbraccio di oggi, dopo le sagge parole di Napolitano su Pinelli e sulla nascita di quella stagione di tensione.

È un fatto commovente in sé stesso, ma anche molto di più: è una dimostrazione di come
riconciliazione non possa passare dalla dimenticanza dei fatti, come se con il tempo avvenimenti tragici e gravi potessero non essere più tali solo per la distanza con cui non si riesce più a scorgerli nitidamente. Al contrario: bisogna ricordare bene tutto, soprattutto le offese ricevute e fatte, proprio per riuscire a comprendere la dinamica degli avvenimenti, farsi carico di eventuali proprie responsabilità, e provare almeno ad intuire quali possano essere le ragioni che hanno spinto gli altri a fare quello che hanno fatto. Quell'abbraccio è la dimostrazione che è possibile sempre trovare qualcosa che unisce e che ciò può permettere di iniziare un percorso di riconciliazione.

In un mondo pieno di guerre e di situazioni di violenza che sembrano senza uscita quell'abbraccio è un vero segnale di speranza.





Giorgio Schultze
Portavoce europeo del Movimento Umanista
Candidato indipendente nelle Liste di IDV nella Circoscrizione Nord Occidentale

18.1.09

celebrare o non celebrare questo è il problema

sto pensando per  quest'anno  voi potete  scegliere  se  aderire  o meno  ala mia provocazione  (  ma  è  probabile che cambi idea  e  lo faccia come   ho sempre  fatto  e   chi mi ha sengue seguito lo sa benissimo a mente  fredda    , qualche  giorno dopo   per  evitare  retorica  celebrativa   e\o   accuse  da  una parte    culturale  e  ideologica    di strumentalizzazioni  o post  a senso  unico   e  copia  ed  incolla  ripetivi  )   di non celebrare il 27 gennaio [1] e il 10 febbraio [2] date che si prestano soprattutto in questi ultimi tempi   a strumentalizzazioni e uso politico dela storia coem potete  vedere  da quando detto qui sotto







da  MarinaCaffiero, docente di storia moderna all'università di Roma La Sapienza, presenta il libro scritto con  Micaela Procaccia per la Donzelli editore.   "Vero e Falso - L'uso politico della Storia" alla trasmissione "Diario Italiano" di Corrado Augias, in onda dal Lunedì al Venerdì alle 12 e 45 su Raitre. La puntata in questione andata in onda il  2 gennaio  è visionabile per intero sul sito http://www.lestorie.rai.it/

Ringrazio  il   cdv  http://www.youblob.org per  il video in questione 
 
                          Note  a margine

1 )  it.wikipedia.org/wiki/Giorno_della_Memoria
      www.ucei.it/giornodellamemoria/index2.htm

2 ) it.wikipedia.org/wiki/Foibe
     www.lefoibe.it/
     www.10febbraio.it/home.htm
    
    





21.10.08

Foa, addio poeta



Vittorio Foa (1910-2008)



Addio, poeta. Non riesco a usare un "ciao" nel salutarti, perché "ciao" deriva, in fondo, da "schiavo", e tu la schiavitù l'hai sempre combattuta. "Addio" ha un andamento venusto e solenne. E la tua pupilla, dietro gli occhiali spessi, nenniani, implacabilmente novecenteschi, splendeva arguta e satura di gioventù. Eppure, non riesco che a pronunciare un commiato antico. Addio. Roccioso come quercia, come zolla smossa dal sole. Libero, sì, del colore rosso della giustizia, dell'umanità secolare, del colore rosso delle bandiere al vento, quando ritrovarsi era lotta e costruzione. Poeta perché uomo, poeta perché minoranza, poeta perché ragazzo, ribelle ragazzo, scardinatore di regole e implacabile come un soldato senz'armi. La tua arma era la lancia acuta del pensiero laico e solenne. Addio, poeta della fiducia. Incrollabile nell'ottimismo, pugnace nell'intravedere un frizzo verde nel fango che ti circondava, che ci circonda. Addio, poeta d'un sole feroce. Addio, poeta dei contrasti e dei colori decisi. Sei mancato quando più avevamo bisogno di te, sei mancato restando fino all'ultimo. E, mancando, ci hai insegnato che ognuno deve percorrere in solitario il suo tratto di strada. Non sei scivolato via. Hai infuso in noi un fuoco immenso. Addio, poeta dei tumulti e dei canti. Non temiamo questo saluto, perché hai comunque vinto. Il tuo tratto era la fierezza, uomo fuggitivo e spigoloso. Degno dell'attimo, ci hai donato tutto. Addio, poeta, nostra metà migliore.


Daniela Tuscano

18.6.08

Mario Rigoni Stern 1921-2008

Nell'estrema naturalezza del suo ciclo vitale, Mario Rigoni Stern era, è, continuo, circolare, infinito. Prosegue il viaggio, solcando lande d'un rosa bigio, preannuncianti lo stupore delle aurore slave. Ma Mario era, è, soprattutto tundra, inverno, come ha notato Paolo Rumiz su "Repubblica". L'ultima volta che l'ha visto, stringendo la sua mano ancor salda e scabra, ha avuto la percezione che stesse tramutandosi in bosco. Muschio, guazza, foglie bagnate, frulli di passeri, frugalità di camini accesi, questo e molto altro è stato Mario. La sua elementarità spaziale aveva un sentore cosmico. Una vicinanza biblica con la terra, permeata da un misterioso Tao.
Mario era restituzione,senso della precarietà e roccia verso l'orizzonte.Saperlo lì, nel suo Veneto rorido di cielo, confortava. Dava la certezza del compattarsi del tempo, della regolarità del vivere, della rappacificazione col creato. Bambini, il suo Sergente nella neve ci aveva scaldato lacrime affettuose. Cinquant'anni dopo la prima edizione, eccolo in scena, nel grandioso affresco corale di Marco Paolini. Ma se in Marco gli occhi piovono di ariosità ruzantiane, in Mario tutto era come trattenuto, raccolto, silente. Non un fiato di troppo. Stagioni. Solo quelle, il suo punto d'arrivo. La sua quinta stagione, quella umana, è terminata due giorni fa. Ma il viaggio prosegue. Perché Mario ha raggiunto l'albero, la pietra, la festuca. Si è eternato evolvendo; e la morte non è, per lui, spegnimento, ma transustanziazione. Sì, finché è stato uomo, Mario stava in simbiosi con la neve, i ciocchi, i rossori gelati. Eppure stamane, quando finalmente il sole è ricomparso dopo giorni autunnali, era come se la terra ringraziasse l'umano divenuto seme, senza il quale nulla sussisterebbe. E lo ha riaccolto nel grembo dal quale tutti usciamo, ma di cui egli solo aveva consapevolezza, con l'antico e semplice saluto: "Bentornato, Mario".



 


Daniela Tuscano

8.6.08

De André, l'anima salvaa Bresso il 8.6.2008




Questa sera alle 21, al Centro Civico Sandro Pertini di Bresso (Milano), andrà in scena Una goccia di splendore, tributo al grande Fabrizio De André. Ripropongo qui sotto il ricordo che scrissi il giorno della sua scomparsa, consapevole che uno come lui, di là da ogni retorica, ci accompagnerà lieve e silente per tutto il migrare dei giorni.



Fabrizio De André ci ha lasciati con una sensazione di  levità, di dolcezza, di gentilezza. Di famiglia. Perché Fabrizio era la famiglia.

La sua certamente, innanzi tutto. Così presente, e nello stesso tempo così discreta. Così, direi, patriarcale. Con Fabrizio De André non occorrevano molte parole, bastava uno sguardo, un sorriso, un cenno. Il resto era tutto lì, nella secolare saggezza genovese, nei labirinti di una città arcana, obliqua, imprendibile, nel sontuoso (e talora scostante) scarlatto dei palazzi patrizi come nei recessi dei carruggi. Era lì che il giovane Fabrizio fuggiva, o forse si rifugiava, per cogliere il senso vero della vita. E lo trovava fra le pieghe graziose di una ragazzina di strada, nell’allegria insensata di una pazza, nel sorriso storto di un mendicante. Gente nuda. E la gente nuda, si sa, non ha confini né nazione, è apolide per sua natura. Perché è universale, umanità nella sua scaturigine, primavera di creazione. Dappertutto sempre uguale, dappertutto diversa, respinta come diversa. Quanto doveva sembrare limitante, a De André, la gente “perbene”. Poco interessante. Inutile. Di loro non c’era nulla da dire perché nulla manifestavano. Erano, al più, voci, o meglio, dicerie. Suoni senza eco inghiottiti dal vento salmastro. A De André, invece, interessavano i corpi, e il suo compito era quello di tradurre in musica – la più ineffabile delle arti – il linguaggio inarticolato ma vivo di quella gente nuda.
Non casualmente uno dei suoi capolavori (e il disco da me preferito) era La buona novella. Il paesaggio immoto e senza tempo della Palestina non poteva costituire sfondo migliore per dipingere la sua umanità nuda, scarnificata come il Forese dantesco.



“Non voglio pensarti figlio di Dio, ma figlio degli uomini, fratello anche mio”, è il verso che conclude il suo lavoro. Un incontro che, in apparenza, non avviene. De André, alla fine del viaggio, non incontra Cristo. Ma gli basta Gesù: “Non voglio pensarti figlio di Dio”, perché non sei, non ti voglio lontano da questa umanità nuda. Non sei che l’umanità vera, perfetta perché dolente, ingenua, maltrattata, umiliata, sciocca. Sciocca e ingenua come solo i profeti, e i bambini, sanno essere.
Cosa importa se l’uomo Gesù ha sbagliato? Ciò che conta è che ci sia stato, qui, su questa terra. E che questa terra lo abbia partorito, questo è già, comunque, motivo di speranza, ed è uno sguardo sull’infinito, consapevole o meno che sia.

Tanto più inconsapevole quanto più vero. L’unica certezza, per De André, era la vita stessa, il respiro, il soffio. In questa sua attenzione, in questo profondo rispetto per l’individuo terreno si trovano i germi della spiritualità. Attraverso i “suoi” poveri, il borghese De André ha compiuto un cammino a ritroso alle origini di sé. Si è denudato con loro. Sapeva ascoltare, De André. Ecco perché i suoi dischi uscivano con parsimonia, quella parsimonia ligure che sembra scontrosità ed è invece solo meditazione. Fabrizio era così profondamente genovese, ma anche tanto saggiamente zen. Così sensualmente persiano. Così stupito e fiducioso come un bimbo.

Ci ha lasciati con un disco, Anime salve. Ancora una volta gli amatissimi “poveri”, tra cui spicca la transessuale Princesa. Ancora una volta, dantesco. Il cammino di De André si è concluso perché, come Dante, ha avuto il privilegio di percorrere da vivo non l’Inferno, che per Fabrizio non esiste, ma quel Purgatorio che, nella sua intimità, è il regno della speranza, di quelle anime elette (“O ben finiti, spiriti già eletti”, Purg. III) in attesa del definitivo ritorno a casa.
Ecco perché De André era famiglia. Perché è stato veramente il padre (soprattutto), il fratello, l’amico, l’amante di tutti e di ognuno. E a tutti e a ognuno si è donato con la sua nudità di uomo e di poeta.


Fabrizio De André era il cantore del già e non ancora, l’unico modo di assaporare l’eternità concesso a noi mortali. L’amore, invece, è inesprimibile. Fabrizio non aveva più bisogno di sperare. La speranza termina quando sopraggiunge l’amore. E l’amore non ha più bisogno di parole né di musica, perché basta a sé stesso.



                        Daniela Tuscano

3.6.08

Ora-Mai


                                                                                                                                                     Ora
ci si ritrova incompiuti,
gheriglio secco
polvere bianca
sull'armonium della vita.



Ora,
perdo la quiete
di quel tempo lasco,
di quel tempo sfrangiato,
inesistente e immoto,
che mi accarezzava
in splendida beltà.


Beltà maestosa e sorda,
beltà azzurra e lieve,
coperta di fiocchi
e marezzata di spazi



Beltà d'uovo,
di silenzi solcati,
da labbra e cuori


Mai,
mai più t'afferro,
tu che scivoli empio,
e mi abbandoni a mezz'aria,
come deserto spopolato,
come ghiareto riarso.



 

 

 

                                                       Daniela Tuscano

23.8.07

storie di serie A e storie di serie B


come  volevasi dimostrare  la storia  \ la  vicenda  di Sacco e  vanzetti  vedere per approfondimenti  il mio post  precedente   è 

<<





Ma che piccola storia ignobilemi tocca raccontare
così solita e banale come tante
che non merita nemmeno
due colonne su un giornale                                                                                                      o una musica o parole un po' rimate,

che non merita nemmeno
l'attenzione della gente,
quante cose più importanti
hanno da fare

(....)


(  Francesco Guccini  Piccola storia ignobile da Via Paolo Fabbri 43 [1976] )

>>



Ecco quindio che esistonos torie  \ vicende  di serie A  e  di Serie  B  come  dice  questo post   di vocicontro07.splinder.com/




Portiamo con noi un bagalio di lotte ed angherie, per questo viviamo ancora piu incazzati il presente



ne  riparleremo per le  celebrazioni  dell'11 settembre 






 

10.5.07

Senza titolo 1815

In una società in cui il  90 % della gente  è come   queste  terzine  Dantesche   del III canto del purgatorio  trovate qui il testo integrale  

( ... ) 
Come le pecorelle escon del chiuso
a una, a due, a tre, e l'altre stanno
timidette atterrando l'occhio e 'l muso;
e ciò che fa la prima, e l'altre fanno,
addossandosi a lei, s'ella s'arresta,
semplici e quete, e lo 'mperché non sanno;
e ciò che fa la prima, e l'altre fanno,
addossandosi a lei, s'ella s'arresta,
semplici e quete, e lo 'mperché non sanno;
 Come color dinanzi vider rotta
la luce in terra dal mio destro canto,
sì che l'ombra era da me a la grotta,    
restaro, e trasser sé in dietro alquanto,
e tutti li altri che venieno appresso,
non sappiendo 'l perché, fenno altrettanto.

(...)


ci si  è concentrati per celebrare i 29 anni  dall'assasinio di  Aldo Moro  , uomo importante  senza dubbio ,  sul caso Moro  e si  è scardati  di Peppino impastato morto  nello stesso giorno .
Lo voglio celebrare  cosi  con questa  citazione  : << È nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio, | negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare, | aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato, | si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore. ( da i cento passi dei Modena City Ramblers) e con questo video dell'esibizione di Crmen Consoli ed i Lauri ( ? ) al concerto del primmo maggio 2007 dei brano Ciuri di Campu, tratto da una poesia di Peppino  






di cui trovate sotto il testo Testo di Ciuri di Campo Da una poesia di Peppino Impastato

Ciuri di Campo



Ciuri di campo chi nasci
biati l'occho di cu lu pasci
ciuri di campo chi crisci
e la lapuzzainchi li vischi
ciuri di campo che mori
chianci la terra chianci lu cori


Rit. ciuri chi nasci
ciuri chi crisci
ciuri chi mori
chianci la terra chialci lu cori


come ciuri di campu nascisti
e la terra ti fici di matri
comu ciuri di campo criscisti
e la lotta ti fici li patri
come ciuri di campo muristi
na sira i maju chi stiddi tristi




Per chi volesse saperne di più

Peppino impastato




Aldo Moro


27.1.07

Senza titolo 1604




Da  uno dei tantissimi  collegamenti  della  sezione  \ pagina  dedicata  alla sulla Shoah del bellissimo e documentatissimo  portale del  giornalista    dell'unione sarda  Alberto Melis  ( qui  l'url  )  traggo queste poesie  su  Sissel  che  aveva 8 anni, viveva a Firenze. Insieme ai genitori fu arrestata dalla polizia fascista. Fu incarcerata a Milano e poi, con il treno partito il 30 Gennaio del 1944, fu portata ad Auschwitz.








Cara sorellina,
tu sei stata uccisa
in un campo di concentramento
tanti anni fa.
Oggi io ti dedico
queste cinque piccole poesie.

Come non sperare
nell'immortalita' dell'anima?
Potrei incontrare finalmente
la mia sorellina Sissel,
volata in cielo prima che io nascessi
Mi verrebbe incontro sorridendo
e mi direbbe dolcemente:
"Ah, tu sei Daniel".

Muor giovane colui ch'al ciel e' caro
Menandro e Leopardi
Dovevi essere davvero cara a Dio
se ti ha voluto cosi' presto con se'.
Ma allora dimmi, tu che forse sai tutto:
noi non gli siamo cari ?



Promettimi
che mi darai la mano
il giorno che arrivero' da te.
Perche', sai,
un po' di paura
mi e' rimasta...



Ora ti saluto, sorellina.
Aiutami a vivere, se puoi.
E anche a morire.
Come ti ho gia' detto,
spero d'incontrarti un giorno.
E immagino che saro' molto emozionato


--------



Trasformazione di Fossoli da campo di internamento italiano in campo di deportazione tedesco.Sostituzione del campo di Fossoli con il nuovo campo di Bolzano Gries.

                                            -------------------
Per  tutti coloro  che  * NON DIMENTICANO  *    , ma soprattutto  perchè come dice  llewal uno come me  fissato  con la memoria  nel commento al post  odierno in risposta  ad 
Capuncione ; << oggi è il giorno della memoria....milioni di vittime dei nazisti, non dimentichiamo xchè la storia dimentica facilmente e peggio c'è chi vorrebbe riscriverla come se questi tragici fatti non fossero mai avvenuti....: << La Storia insegna, ma sono pochi ad imparare...i più tendono ad ignorarla, alla luce dei fatti... >>  e  il cdv  francescodel51dedico  i siti e  gli approffondimenti d'oggi


SITI


BIBLIOGRAFIA

Tanti i libri in uscita in occasione  della Giornata per ricordare la Shoah oltre a quelli che troverete  nei link  sopra indicati   riporto  quelli consigliati   dallo speciale   per la  giornata dfel 27   di televideo rai  Tra questi potete trovare  :

1)  quelli dedicati al tema della "memoria", della "trasmissione"



  • La memoria della Shoah (Donzelli)

  •  L'etica della memoria di Avishai Margalit (Mulino).



 2) Al rapporto tra ebraismo e cristianesimo è dedicato


  • Roma e Gerusalemme di P.Franceso Fumagalli (Mondadori).

  • Della stessa casa editrice La chiave di Sarah di Tatiana De Rosnay . Ispirato a una vicenda francese.


 3)  sulla  Shoah e doppia identità sono al centro di


  • La prima vita di Heschel Rosenheim di M.Lavigne (Piemme)



ARTE


 fra i tanti film   che troverete  nela filmografia consigfliata  dall' ne ricordo  due  che raramente vengono trasmessi in tv  .


  •   La tregua ( tratto dall'omonimo romanzo  dio Primo Levi  )  1997, diretto da Francesco Rosi, perchè non è retorico  e  non si presta  a pistolotti morali \ celebrativi  è  fiero ed  indigesto per chi voiesse  saperne di più  ecco  la  Scheda dell'Internet Movie Database

  • Train de vie ( Un treno per vivere)  film di Radu Mihaileanu.Produzione Francia, Belgio, Romania, Germania 1998. Perchè  usa una tecnica  che al 90% dei casi ( Benigni esempio con la vita  è bella ha vinto l'oscar ) è sovversivva  e rivoluzionaria  ovvero l'ironia  specie l'auto ironia  infatti : << in esso  ci sono   -- come  dice  www.cinemah.com/ipertesti/traindevie/ -- una La visione demiurgica lascia trapelare l'epilogo ,Riti che accentuano il silenzio di Dio ,  la disperata solitudine dell'uomo , Autocommiserazione Yiddish  e Onirismo, fiaba e affabulazione


 fumetti


  • il  n° 83 di Dylan Dog   di cui non si è , a differenza di altre  storie dello stesso fumetto  ,  insieme  al  n ° 69  fatta  una  continuazione 


  • Maus (titolo originale Maus: A Survivor's Tale) è un graphic novel (romanzo a fumetti) di Art Spiegelman



Ma credo che  gli esperti del fumetto  i Cdv comicomix ne sapranno  indicarne altri

Anticipo coloro  mi dicono che sono malato   di memoria   con questa frase  :  << Soltanto coloro che sognano a occhi aperti evocano le ombre del passato e intessono invisibili trame con fili inesistenti
(IsaacBashevis Singer ) >> 

14.1.07

La bella addormentata










Dormi, dolce principessa, dormi nella torre ed attendi con il cuore pieno di fiducia....Il tuo principe azzurro lotta per te e presto ti sveglierà. Ucciderà draghi, supererà foreste ed impugnerà armi per tramutare il tuo incubo nel sogno più bello. Sì, verrà, e con il suo bacio farà trionfare l'amore. Dormi, dolce principessa, dormi e non temere le ombre e i mostri, dormi e sogna...l'amore ti salverà
Da piccole ci hanno raccontato un mucchio di fiabe, piene di draghi, castelli, principi azzurri. Oggi siamo cresciute, e alla poesia del sogno irrealizzabile abbiamo preferito il sogno che si concretizza, il progetto. Un mondo dove, nel rispetto di tutti i tipi di differenze, ci sia spazio, davvero nel modo che meritano, per tante belle addormentate. Con gli occhi molto bene aperti.

JollyViola & Nin@ di Comicomix



13.1.07

Senza titolo 1575



da photoforum.ru



PER SEMPRE



 



Denuderò la mia anima,


adagierò il mio corpo accanto al tuo


condividendo emozioni e dolori


piaceri e umiliazioni.



L’ esistenza…


approccio di distorsioni approssimate…


rispetto
di noi amanti senza tempo,


compagni di spoglie  memorie.


Nemici per un istante


“lancinante silenzio”




Innamorati per l’ infinito


“vigorosa inquietudine”.


Pace, riposo del cuore…



Tormento dei senzi



tuttora caldi d’amore


vivo e palpitante,


esteso come un fiume in piena


e i nostri corpi vicini
adagiati e denudati
palpitanti…
emozionati…


Desiderio effimero?



Per sempre



 



Silvana Bilardi
13 gennaio 2007



10.2.06

Senza titolo 1125

Cercando  su  google news   notizie  che non  fossero i pastoni o  le  veline  di rai mediaset ( salvo poche eccezioni )  e  dei giornali servi  ( salvo  due  o  tre  )  ho trovato  questa news    riportata   ---- come potete  vedere   da  i  link virtuali  ---- inizialmente   dai giornali stranieri e poi  da  alcuni giornali nostrani  altrimenti   come quasi   sempre  accade nei giornali " ufficiali "  rimasta  sotto  silenzio  o  relegata  in  qualche trafiletto  ( per i  giornali  nazionali )  flash  d'agenzia per  le tv   senza approfondimento e  commenti   .
La  news in questione di cui   parlo  nel  post  d'oggi   è  tratta  daun sito \ portalòe locale  http://redazione.romaone.it/ e  da un quotidiano  nazionale    repubblica online   entrambi del 8.c.m


"Roma attenta, il cimitero inglese cade a pezzi"




L'allarme arriva dal New York Times in un lungo articolo dedicato allo storico luogo di sepoltura per i non cattolici di Monte Testaccio, che ospita le spoglie di poeti come Keats e Shelley: "Questo pezzo di paradiso è in rovina. Si sta deteriorando per colpa dell'inquinamento e dell'incuria"


Roma, 8 febbraio 2006 - Il cimitero degli Inglesi di Roma, quello che ospita le tombe degli stranieri e dei non cattolici, versa in situazione disperate ed ha bisogno di un profondo restauro: se ne preoccupa il New York Times, dedicando oggi un lungo articolo a quello che ufficialmente si chiama il cimitero acattolico del Monte Testaccio ''Oggi - scrive il prestigioso quotidiano della Grande Mela - questo prezioso pezzo di paradiso, in rovina e in crisi finanziaria, e' stato recentemente aggiunto nella lista dei 100 siti maggiormente in pericolo sulla Terra. Molti dei monumenti stanno cadendo a pezzi come le ossa che ospitano, danneggiati dall'inquinamento e da anni di incuria archeologica''.IL cimitero, detto anche dei protestanti, ospita tombe illustri come quelle dei poesi inglesi John Keats e Percy Bysshe Shelley, del rivoluzionario Antonio Gramsci, del poeta Dario Bellezza, dello scrittore Carlo Emilio Gadda.




dal quotidiano  repubblica :
<<

Al cimitero degli acattolici di Roma, ricorda Rosenthal, sono sepolti, tra i tanti, i poeti Shelley e Keats, la famiglia Bulgari, l'unico figlio di Goethe, il padre fondatore del comunismo europeo Antonio Gramsci, decine di diplomatici. Potrebbe essere il Père Lachaise (il cimitero parigino degli artisti) di Roma, ma soffre per una cronica mancanza dei fondi necessari al suo mantenimento ottimale (vedere , qui  a destra la foto fatta  dal New York Time  al  cimitero  degli acattolici )        "Oggi questa preziosa parte di paradiso - si legge nell'articolo - è in decadenza e in crisi finanziaria, tanto da essere stato recentemente aggiunto alla 'World monument fund's 2006 watch list' che comprende i cento siti più a rischio estinzione della terra. Parte dei problemi del cimitero, fondato nel 1734, derivano dal fatto che è da sempre stato considerato come un qualcosa di estraneo in una città cattolica come Roma, dove il Vaticano per tradizione ha sempre pagato i più costosi lavori pubblici. Oggi però neanche il governo italiano lo ritiene degno di un aiuto finanziario. Per questo il sito è gestito da una commissione volontaria di ambasciatori stranieri a Roma. Ma anche questa struttura creata appositamente non ha le risorse finanaziarie necessarie al suo mantenimento". Tuttavia sul sito del cimitero si mostrano le immagini di un recente restauro, avvenuto nel 2000, e che ha avuto per oggetto sia alcune tombe di particolare importanza che alcuni reperti di epoca romana. " Ci si potrebbe innamorare della morte, pensando di poter essere sepolti in un luogo così dolce", scriveva Shelley. Forse anche adesso che il cimitero sta morendo a poco a poco, con la vegetazione selvatica che cresce indisturbata. "Sembra bello e romantico, ma le lapidi stanno cadendo a pezzi", denuncia Valerie Magar, una specialista nella conservazione dei beni culturali del Centro per lo Studio e la Conservazione e il Restauro dei beni Culturali dell'Onu. Questo è un sito che richiede molte cure - spiega ancora l'esperta - ma il loro costo va oltre il budget del cimitero". Anche perchè, rimprovera l'autrice dell'articolo, non ci sono contributi da parte italiana. I visitatori sono invitati all'ingresso a dare un contributo, ma evidentemente neanche questo è sufficiente. E così quello che lo scrittore Oscar Wilde definì "il luogo più sacro di Roma", rischia di precipitare nel degrado.
>>

Sono queste le cose  che  mi fanno vergognare  d'essere italiano e  odiare  il mio paese   . Meditate  gente  meditate ( come diceva  una  famosa pubblicità deglianni '70\80   interpretata da renzo arbore  )  in cui paese  siamo  che non  ha  rispetto  dele sue  opere  d'arte  e del  suo patrimonio
  artistico  perchè,ebbene si cari cdv ,  anche  i cimiteri posso essere    sono  arte  come dimostra  sia il cimetero  degli artisti  di parigi pere-lachaise.com  ( qui il sito  del cimitero  per chi volesse veederlo   prima   di andare  o  se non  può andarci   )-- in cui  fino a  qualche tempo   fa  era  sepolto  anche jjm morrison  leader dei doors ---   e  come  ha dimostrato  Philippe Daverio ( foto  a destra  ) ----  un  comunista   perchè  fà cultura  ma  che   in realta  è di destra  ) con la trasmissione  "Passepartout" ( trasmissione che si  occupa   ogni volta ad un tema specifico che trae i suoi spunti dal patrimonio culturale, dalla storia, dalle notizie di cronaca e dalle mostre in corso) .di  Rai Tre per  che  và in nonda ogni  domenica  alle  13.20  su rai tre e  che  lòa scorsa settimana  si occupato dei  cimiteri artistici italiani  fra  cui  quello   sopracitato di Roma  concludo  con questa canzone dei dooors  per  il cui testo ringrazio    questo  bellissimo sito http://web.tiscali.it/Until_The_End/   di un\a  fans    dei gruppo   fra  i più  importanti  degli anni  '60\70 i Doors (il sito  ufficiale  http://www.thedoors.com/ )   


THE END



This is the end
Beautiful friend
This is the end
My only friend, the end
Of our elaborate plans, the end
Of everything that stands, the end
No safety or surprise, the end
I'll never look into your eyes...again
Can you picture what will be
So limitless and free
Desperately in need...of some...stranger's hand
In a...desperate land
Lost in a Roman...wilderness of pain
And all the children are insane
All the children are insane
Waiting for the summer rain, yeah
There's danger on the edge of town
Ride the King's highway, baby
Weird scenes inside the gold mine
Ride the highway west, baby
Ride the snake, ride the snake
To the lake, the ancient lake, baby
The snake is long, seven miles
Ride the snake...he's old, and his skin is cold
The west is the best
The west is the best
Get here, and we'll do the rest
The blue bus is callin' us
The blue bus is callin' us
Driver, where you taken' us
The killer awoke before dawn, he put his boots on
He took a face from the ancient gallery
And he walked on down the hall
He went into the room where his sister lived, and...then he
Paid a visit to his brother, and then he
He walked on down the hall, and
And he came to a door...and he looked inside
Father, yes son, I want to kill you
Mother...I want to...fuck you
C'mon baby, take a chance with us
C'mon baby, take a chance with us
C'mon baby, take a chance with us
And meet me at the back of the blue bus
Doin' a blue rock
On a blue bus
Doin' a blue rock
C'mon, yeah
Kill, kill, kill, kill, kill, kill
This is the end
Beautiful friend
This is the end
My only friend, the end
It hurts to set you free
But you'll never follow me
The end of laughter and soft lies
The end of nights we tried to die
This is the end


e  con la  citazione degli ultimi versi  dei sepolcri di  Ugo Foscolo ( opera  considerata stucchevole  quando la studiai alla  superiori  , ma  ora rivalutata  conoscendo  1)  la  storia  "  occulta  "  -- stragi  , misteri   del  nosro amato\ odiato paese  negli ultimi 200 anni  ; 2)  lo scempio che  questo governo sta facendo  , aiutato  dai centro sinistra) e la  loro  parafrasi \ commentio  curato  da   questo sito  letterario

[...]

Proteggete i miei padri. Un dí vedrete

mendico un cieco errar sotto le vostre

antichissime ombre, e brancolando

penetrar negli avelli, e abbracciar l'urne,

e interrogarle. Gemeranno gli antri

secreti, e tutta narrerà la tomba

Ilio raso due volte e due risorto

splendidamente su le mute vie

per far piú bello l'ultimo trofeo

ai fatati Pelídi. Il sacro vate,

placando quelle afflitte alme col canto,

i prenci argivi eternerà per quante

abbraccia terre il gran padre Oceano.

E tu onore di pianti, Ettore, avrai,

ove fia santo e lagrimato il sangue

per la patria versato, e finché il Sole

risplenderà su le sciagure umane.

[...] 279-fine: Le tombe risponderanno (funzione ispiratrice della poesia, grazie alle tombe dei grandi uomini) e parleranno di Ilio (Troia, Ilio, dal nome del suo fondatore) distrutta due volte (da Ercole e dalle Amazzoni) e due volte risorta in silenzio per rendere più gloriosa la conquista ai greci, portati dal Fato. Il sacro profeta (Omero) calmando gli eroi morti con la poesia, renderà, col suo canto eterni i capi greci per uno spazio quasi infinito per tutto il mondo (ai tempi di Omero il mondo si pensava circondato da un immenso fiume, l'Oceano). E tu, Ettore (figlio di Priamo) sarai onorato in tutti i posti dove è ritenuto sacro il sangue versato per la Patria fino a quando il sole illuminerà le infelicità della vita.


con questo  è tutto  alla prossima


1.11.05

Per sempre...

Vi prego non spegnete mai questa fiamma.....

L'anima non vede, nella vita,
se non cio' che è già nell'anima stessa.
Non crede se non nella propria vicenda,
e quando sperimenta qualcosa
l'esito diventa parte di essa.

"Self-Portrait"

Buona giornata festiva a tutti...

un bacio soffiato nel vento in diretta al voi !!!


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...