A mente fredda , dopo l'enessimo femmnicidio , proviamo ad analizzare l'aspetto culturale dei femminicidi e violenza di genere Lo facciamo , oltre la classica giornata del 25 novembre Abbiamo scelto di parlare del fenomeno il più lontano da tale giornata in quanto con tutta la sua vacua, insopportabile, inutile retorica, rigurgitata senza vergogna da chi non ha mai fatto né detto nulla per contrastarlo , o se lo fa ( vedi la proposta di legge bipartisan ) lo fa a mo' grida manzoniane , ma anzi lo ha sempre alimentato, ciò che produce la violenza di genere \ i femminicidi . Abbiamo voluto evitare il can can ma soprattutto per lo sciacallaggio e strumentalizzazione ideologica a cui ogni femmicidio è sottoposto vedere ( III ) quello che sta avvenendo con i familiari i Giulia chettin ) . E' vero che
da chat di bing Gpt-4
Questa giornata è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999, che ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della non violenza contro le donne . La data del 25 novembre è stata scelta in memoria delle sorelle Mirabal (Patria, Minerva e Maria Teresa), tre donne rivoluzionarie uccise per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo nel 1960 Questa giornata segna anche l’inizio dei “16 giorni di attivismo sulla violenza di genere” che precedono la Giornata mondiale dei diritti umani il 10 dicembre di ogni anno
eè nata ed viene ricordata con le migliori intenzioni ma purtroppo è diventata come ho sempre detto come tutte le giornate ufficiali cioè quando la memoria diventa retorica ed obbligo , la solità giornata dell'ipocrisia e della puli coscienza . Ma allo stesso tempo è ( anche se ci si dovrebbe battere ed insistere per parlarne sempre non solo il 25 novembre diventata settimana ) una vetrina per parlare ad un pubblico più ampio di quanto non si riesce a fare dal punto di vista mediatiico \ comunicativo ( salvo eccezioni ) durante il resto dell'anno e solo davanti ad atroci delitti . Ora lo so che dovrei seguire unico punto su cui concordo con quanto ha detto : « .... forse noi abbiamo detto tutto quello che avevamo da dire e quindi, uomini, sarebbe ora che cominciaste a parlarne, ma non a parlarne per noi: a parlarne tra voi. » Silvia Dai Pra ma preferisco parlarne a tutti e continuamente ( una forma di lotta contro il mio maschio alfa )e soprattutto far parlare voi donne o gente più esperta di me . Infatti prima di lasciare la parola alla studiosa Stefi pastori riprendo quanto ho già detto con l'amico ed utente il Prof Cristian Porcino nel post : <<perchè ho deciso d'anticipare il 25 novembre >> in cui ho risposto ad alcune email che mi arrivano ( e credo mi arriveranno anche quest'anno ) tutte le volte che parlo di femminicio e e delle altre discriminazioni o faccio post sul 25 novembre o tematiche ad esso collegate -Messaggi del tipo : << che ne sai tu di tali tematiche visto che i tuoi post o copia &incolla o citazione d'altri\e persone >> . Vero non sono un esperto ed non ho vissuto sulla mia pelle le stesse discriminazioni delle donne . Ma non c'è bisogno d'essere esperti per descrivere la realtà e parlarne anche se indirettamente . E a prova di ciò ne discuto con la scrittrice Stefi Pastori .
Adesso basta spiegoni . Non potendo per questioni di tempo discutere a lungo mi ha lasciato questo suo contributo che riassune le domande che avrei voluto farle .
N.b non ho tolto la segnalazione dei suoi libri : perchè non mi piace la censura ., per aiutare a pubblicizzare i suoi lavotri che meritano d'essere letti e divulgati
3° incontro: “L’amore nel Terzo Millennio”
Maestro Alessandro Massa - Baritono - Torino - Divorziato da donna e ora marito di un
uomo.
Stefania Pastori aka Stefi Pastori Gloss (Gruppo di Lavoro e osservatorio Sessismo e
Stalking) - Filosofa Umanista e Scrittrice - Torino. Sposata più volte.
Lunedì 30 ottobre ore 17:30
L’Amore Vero lascia liberi.
Non costringe.
Non schiaccia. Non perseguita.
Non stalkera. Non
schiaffeggia.
Non pesta a sangue
non stupra
Non uccide.
Non colpevolizza l’altro individuo, casomai responsabilizza entrambi gli elementi della coppia, a qualunque genere o tendenza appartengano,
ci dirà Gloss. E lo confermerà il Maestro Massa, non solo attraverso
la propria esperienza personale, ma soprattutto tramite brevi cenni di storia della musica
G: (Saluti) ci attendono 60 minuti di dialogo e di confronto con voi astanti su cosa sia
l’Amore Vero. ( vedi serie di foto)
minuti di dialogo e di confronto con voi astanti su cosa sia
l’Amore Vero. (serie di foto)
Lascia liberi? Costringe? Schiaccia? Perseguita? Stalkera? Schiaffeggia? Pesta a sangue?
Stupra? Uccide? No, l’amore vero non colpevolizza l’altro individuo, casomai
responsabilizza entrambi gli elementi della coppia, a qualunque genere o tendenza
appartengano, nel dare testimonianza verso il prossimo. L’Amore vero infatti innalza l’un
elemento della coppia e l’altro verso i vertici sublimi dell’empatia per il prossimo.
Il vero amore non cercare di essere ciò che non si è o non è fare ciò che un’altra persona
vuole. Bimbe e bimbi lo sanno, ce lo testimoniano fin dalla più tenera età, quella senza filtri:
("Dalle uno schiaffo!": le reazioni dei bambini )
Passo la parola al Maestro Alessandro Massa, Baritono, che conobbi all’interno di
un’Associazione per la Tutela di Donne Maltrattate.
A: (Saluti) Nell’associazione cui fa accenno Gloss avviai un coro che desse il pretesto mirato
alle donne maltrattate di uscire di casa per andare a denunciare, senza insospettire il
maltrattante. Sebbene alle spalle abbiano rivoluzioni sessuali, conquiste abortive,
rigenerazioni divorzili, nel III millennio esistono ancora individui, donne o uomini, è
indifferente, convinti sia necessario un salvatore dalla giungla di sé stessi. Eppure la storia, e
la storia della musica in particolare, sa andare oltre. Prendiamo un’icona della donna
spregiudicata e libera: Madonna. Ascoltiamola nei suoi esordi
in cui Madonna dichiara al proprio uomo di farla sentire Like a
virgin/Touched for the very first time, e nel contempo però sottolinea quanto invece lei sia una
Material Girl,
dove lui è an accessory to a murder.
Madonna - Material Girl Se qualcuno ama profondamente, non dovrebbe mai spingere
l’altro o l’altra ad agire contro la sua volontà, né coinvolgerà in qualcosa di pericoloso. Men
che mai essere un accessorio per uccidere.
Non vogliamo con questo attribuire a Madonna la responsabilità di rappresentare tutte le
donne contemporanee, perché assieme a lei (o, meglio, dopo di lei) sopraggiunge Billie
Eilish. Billie Eilish - Bad Guy
che, nel suo pezzo Bad Guy, dice cose inusitate.
Billie afferma di essere un cattivo ragazzo: My soul? So cynical, dando risalto a tematiche di
fluidità sessuale sconfinante nel BDSM
Che coss’è l’amor, recita Vinicio Capossela, ascoltiamola:
Tra un guaire alla stagione andata all'ombra del lampione san soucì e un saluto riverente del
peruviano dondolante che china il capo al lustro della settima Polàr rappresenta forse il non
senso perfetto dell’amore.
Passiamo a un basco innamorato dell’Italia - e di Torino - Tonino Carotone .
Tonino Carotone - Me Cago En El Amor
Me cago en el amor,
dice invece il disilluso Tonino Carotone, scopando donne manichino,
perché È un mondo difficile vita intensa felicità a momenti e futuro incerto.
Capossela e Carotone forse rappresentano uomini disincantati e amareggiati dalle loro
partner. Ma chissà cosa sarebbe accaduto se avessero dimostrato più cortesia e attenzioni
verso le donne. Se si fossero ricordarti di rispettarle, sostenendole nel migliore dei modi.
Piuttosto che dipendere da donne manichino o da situazioni non sense come dei bambini,
avrebbero dovuto diventare forti, compassionevoli e adulti, in modo da prendersi a cuore la
felicità delle loro compagne per tutta la vita? Questa è la qualità che gli uomini dovrebbero
coltivare ed è anche l’espressione del vero amore. Andrebbe analizzato cosa sia l’amore. Non
è solo quello che, quando si sta bene con una persona, ti fa trascorrere il tempo con la
leggerezza di un battito di ali di farfalla, ma qualcosa di più complesso. Vero Stefi?
G: Sì, vero Alessandro. Non avendo verità in tasca, se non quella dei dati ISTAT che
rilevano come una donna su tre abbia subito una qualche forma di violenza almeno una
volta nella vita, sul lavoro, a scuola, da un partner, da un amico, dal padre, da uno
sconosciuto, supponiamo allora che ciò che viene spesso scambiato dalle donne per amore,
sia invece possesso, alessitimia, condizione di ridotta consapevolezza emotiva, fin dalla fase
dell’innamoramento. Devo partire dalla mia esperienza personale, che poi si è arricchita in
oltre 16 anni con i colloqui assieme a operatori del settore, avvocate di genere, psicologhe di
centri anti-violenza, criminologi clinici che si occupano dei sex offenders già in carcere. Il
mio primo marito mi tradì durante la gravidanza. Il mio secondo marito mi pestò a sangue.
Mi chiesi quale fosse la posizione della chiesa di fronte al divorzio
Fin dal primo momento in cui presi in considerazione per sé il divorzio, mi sentii in errore.
Però sapevo anche che un marito amato e stimato, di lì a pochi mesi padre di loro figlio
concepito nell’Amore, non avrebbe dovuto smettere di considerarmi l’incarnazione
dell’eterno femminino, donna, madre, amante, moglie, sorella, compagna. Soprattutto, sapevo
che avrebbe dovuto starmi vicino nel momento più magico di una coppia: l’arrivo di una
nuova vita, frutto di quell’amore condiviso. Così almeno idealizzavo. Da credente e
praticante, a ventun anni giunsi vergine al matrimonio e a ventitré rifiutavo l’idea della
dissoluzione del legame divino. Eppure, nello stesso tempo, capivo anche di avere tutta la
vita davanti e sentivo di meritare di essere ancora amata e di amare appieno, non part-time.
Ero dilaniata tra la voglia di restare unita all’uomo che mi stava rendendo madre e quella staccarmi dall’uomo che aveva smesso di amarmi, pur amandolo. Per i miei occhi, quei due
uomini erano incredibilmente la stessa persona.
Soltanto dopo anni, scoprii che quell’uomo mi tradiva con una delle sue amiche. Scoprii
anche con amarezza che tutti sapevano, tranne me. Eppure tra me e mio marito non mancò
mai il dialogo. Finché restai a lui unita, volli capire; ma lui non me lo consentì. Ci
concedemmo qualche tempo per riflettere assieme sul cambiamento, ma lui mai ammise di
avere un’altra donna. Una volta nato il frutto del loro Amore, se ne occupò molto
teneramente. Del figlio, ma non di me. Un contrasto che, lo ammetto, pativo. Pur amandolo,
dopo un anno capii che era una situazione insostenibile. Chiese la separazione legale. Lui fu
d’accordo. L’amore vero lascia liberi e io desiderai di vero cuore lasciarlo libero di amare
chiunque fosse l’altra. Dibattendomi nelle sabbie mobili dei sensi di colpa, gli proposi di
intraprendere un percorso di aiuto psicologico di coppia. In risposta, lo vidi andarsene col
figlio in vacanza. Li raggiunsi e soltanto là ebbi la conferma di essere tradita. Finalmente un
anno di tormenti personali trovai soluzione. Divorziammo senza più indugi. E io divorziai
anche dalla Chiesa. A distanza di anni, che mi videro dapprima convivente a un partner che
mi sottrasse una somma consistente di denaro, e poi sposata a un marito che mi pestò a
sangue, ancora interrogavo me e anche chi più di me avrebbe potuto saperne, teologicamente
parlando. Un’amica Pastora Evangelica mi offrì l’occasione di confrontarmi sul tema
bruciante della conciliazione tra adulterio, maltrattamenti domestici e proibizione del
divorzio per un legame in seno alla Chiesa.
Nell’Antico Testamento vi sono alcuni passaggi in cui è detto chiaramente che Dio odia il
divorzio, ma odia anche la violenza e fra le due cose errate, sceglie e indica quella più
ammissibile ai Suoi occhi, ovvero il divorzio. La conseguenza ultima della violenza, infatti, è
l’ammazzamento. In particolare, avendo letto inMalachia 2:14-16: “Poiché l’Eterno, il Dio
d’Israele, dice che egli odia il divorzio e chi copre di violenza la sua veste”, chiesi alla
Pastora spiegazioni. Come piano migliore per portare avanti l’Umanità, Dio stabilì la
famiglia, ovvero una donna e un uomo uniti davanti a Lui, vergini, venendosi incontro per
tutta la vita nelle loro imperfezioni. Però, tra rapporti prematrimoniali, tradimenti, violenze,
sappiamo tutti e tutte che il progetto di Dio sulla perpetuazione del genere umano non sempre
funziona. Quindi, pur odiando il divorzio come evento che fa del male a noi in quanto Sue
creature, Dio odia più la violenza perché preferisce vederci vivi e divorziati che ancora
coniugati, ma morti. Furono le parole della Pastora che custodii preziose nel mio cuore ferito
e che oggi ho il piacere e l’onore di condividere con voi, persone dalla mente aperta.
Volendo un parere anche dalla mia consigliera spirituale, la suora francescana Margherita Di
Blasio, che ospitò me e mia figlia di poco più di un anno dopo il pestaggio, nonché prefatrice
del saggio CORPI RIBELLI – resilienza tra maltrattamenti e stalking, le rivolsi la stessa
domanda. “Tesoro, non ora: sto facendo ballare sulle ginocchia due pupetti”. Sapendo che
sono figli di maltrattate, la conoscevo abbastanza da poter ritenere che tra le sue parole si
annidasse ben altro sotto-testo: “Ho ben altro di cui occuparmi ora che non delle tue
paturnie”. In conclusione: anche in caso di matrimonio contratto davanti a Dio, il motto è
sempre valido. Via dalle violenze domestiche prima che sia troppo tardi.
Negli anni di studi seguiti al reato, venni a conoscere che purtroppo il comportamento senza
empatia del soggetto alessitimico - o Narcisista Perverso (NP) - è riconoscibile dalla donna -
o dall’uomo - solo nel momento critico della separazione, in cui il NP utilizza le informazioni
raccolte durante la fase dell’ascolto per manipolare l’altro elemento della coppia allo scopo
di trattenere ma anche di perseguitare. Poi, chiede perdono, supplica di essere reintegrato in
famiglia, porta fiori, regali, attenzioni particolari e dedicate, promesse di non agire più la
violenza. L’obiettivo del NP si concretizza nel ripristino di un clima sereno e amorevole da
sposini innamorati, il cosiddetto “effetto luna di miele” che il soggetto invece innamorato
confonde con l’amore. Così attorniato da premure e gentilezze, si convince di essere amato,
di essere la causa del malessere del partner, di doverlo guarire. No, quello dell’altro elemento
della coppia non è amore. È tentativo di ristabilire il potere sul soggetto debole. È una
strategia che spiana la strada a una nuova distruzione. Tu che dici, Alessandro ?
A: In molti casi le persone quando iniziano una relazione amorosa pensano di conservare la
propria libertà e indipendenza ma, arrivate a un certo punto, si rendono conto di essere
diventate prigioniere di quella relazione.
Va allora ripetuto ciò che ha detto Gloss in apertura. L’Amore vero lascia liberi.
G: Lo strumento principale è il dialogo, confronto sempre aperto e attivo, rigenerato e
rigenerante. Trovate indicazioni e sostegno per uscirne prima che sia troppo tardi in questi
libri qui in vendita a 19 euro (RINASCITE RIBELLI)
a 8 euro (PARERGA VIOLENTI)
a 20 e 21 (BIDELLUME (foto) e L’AMORE INDOSSA COLLANT DI CARNE (foto)) (Pausa di una decina di minuti per la vendita di libri)
Va anche sottolineato che l’amore vero è possibile solo tra persone emancipate, evolute e
leali, in cui ciascun elemento decida per prima cosa di migliorare se stesso. A lungo andare,
la ricerca di assenso del proprio partner sconforta e deprime. Una tale relazione finisce con
l’essere priva di tenerezza, risulta approssimativa e non esprime un vero amore. Chi, dal
profondo del cuore, avverta di non essere considerato come dovrebbe, abbia il coraggio e la
dignità di interrompere quel rapporto così infelice. Il vero amore non si manifesta tra due
persone che si asfissiano a vicenda; può solo nascere tra due individui animosi, sicuri della
propria individualità. Una persona superficiale avrà solo relazioni superficiali. L’Amore
purifica entrambi i partner, non li chiude nel loro stesso nucleo, ma li fa rivolgere verso gli
altri con slancio positivo. E non si annoia. Mai. Nemmeno nella quotidianità. Stefi sta
scrivendo un romanzo sull’Amore… (qui toccherà a me) G: Vi leggo un passaggio dal romanzo d’amore e di sangue, il cui titolo provvisorio è
L’ASSASSINO DI MICETTE. Si sviluppa tra prelibatezze enogastronomiche, piemontesismi
e sicilianità, musica e guerra, donne imprigionate, omicidi, Fucilieri di Marina e popolazioni
montane. La storia narra di sangue, perché c’è davvero un “assassino di micette” che malizia
e oziosità delle chiacchiere della protagonista sveleranno. E narra anche di un uomo e una
donna tra i cinquanta e i sessanta, dai percorsi di vita impegnativi; alle spalle di lei, dieci anni
di singletudine senza ragnatele, a quelle di lui, il servizio nel Battaglione San Marco a Beirut. Dopo tanto sesso conoscitivo, si riconoscono l’uno e l’altra come l’amore dall’eterno passato
per l’infinito futuro. “La persona accorta sa che l’amore vero trova nei cinque sensi le ragioni
della sopravvivenza giornaliera. Nella ripetizione di gesti uguali, la testa deposta sull’altrui
petto, il cui capezzolo penetra tra le labbra socchiuse. Ascolta la tattilità delle labbra,
stimolate dalla consistenza spugnosa della tettola dell’amato amante che si erge subitanea,
sparando verso il soffitto. (foto) Tatto. Spontanea si apre la bocca per accoglierlo, la lingua lo
lecca golosa di maternità perdute, spalmando la sua saliva sulla di lui pelle salata. (foto)
Gusto. Incontro di odori: il naso di lei percepisce l’odore trionfatore di lui, mischiato a quello
della propria saliva dolciastra di cioccolata, ne assapora con la mente l’unione. (foto) Olfatto.
Apre gli occhi, in cerca di conferma di tanta dolcezza: la coglie nelle penombre della pelle,
tese dune di deserto nel controluce della finestra. (foto) Vista. Borboglii compiaciuti di
soddisfazione sottolineano la voglia di orgasmi schietti, fusa di volpe addomesticata ma mai
dimentica dell’istinto. Udito.”
A: L’Amore Vero infatti innalza l’un individuo e l’altro verso i vertici sublimi dell’empatia
per il prossimo, è condivisione dei momenti di gioia così come di quelli di tristezza, è
rigenerazione con l’obiettivo della felicità condivisa, tra i due e con gli altri componenti della
Società Civile, è guardare fianco a fianco dalla scogliera dell’Universo all’indietro, verso il
passato, per apprendere dai propri errori, e in avanti, verso l’infinito, per progettare assieme.
L’Amore purifica entrambi i partner, non li chiude nel loro stesso nucleo, ma li fa rivolgere
all’esterno con slancio positivo.
Le due persone che compongono la coppia assieme costruiscono l’amore giorno dopo giorno,
rinnovato ogni minuto in un impegno profondo, costante, che dà mai nulla per acquisito. (e
qui passi la palla a me, che chiudo)
G: Lo strumento principale è il dialogo, confronto sempre aperto e attivo, rigenerato e
rigenerante. La base è il Sutra del Loto. Trovate i riferimenti al buddismo del Sutra del Loto e
nei miei libri, come RINASCITE RIBELLI #siamotuttijoker 19 euro (foto) o la silloge
poetica PARERGA VIOLENTI 8 euro In particolare, oltre al buddismo di Nichiren
Daishonin, circa l’amore nel terzo millennio, reperirete riferimenti in prosa nel romanzo
BIDELLUME (foto) dove la protagonista trasforma le sue amorose sfiGhe in sfiDe e scoprirà
un caso di bullismo tra ragazze, ragazze adolescenti, a solo 20 euro, o in FUOCHI
D’ARTIFICIO
romanzo ambientato in guerra dove le donne scoprono di essere sedute
sul proprio tesoro, 21 euro. Approfittando della mia presenza qui, ora, otterrete autografo e
dedica personalizzata.
Mbappé ha incontrato la donna identificata come la sua nuova fidanzata, la modella 32enne
Ines Rau.
Se il nome suona familiare, nel novembre 2017 Rao è diventata la prima persona trans ad
abbellire la copertina di Playboy. Questa è Ines Rao, la donna identificata come la nuova fidanzata di Mbappe
Ines Rau è nata con il sesso maschile legale – ispirato alla storia dell’attrice di Bond Caroline
Cossey – e ha subito un trattamento di conferma del genere a 16 anni. Ma è uscita solo all’età
di 24 anni.
“Mi sento come se fossi finalmente libero. Come se la cella in cui sono stato seduto per così
tanto tempo fosse stata finalmente aperta. Ora sono completamente una donna. Ines Rao ha
scritto del coming out nella sua autobiografia Riepilogo del gioco.
La sua carriera è iniziata lavorando come ballerina a Ibiza, dove ha stretto amicizia con il DJ
di fama mondiale David Guetta prima di iniziare a fare la modella.
È diventata famosa a livello mondiale dopo essere apparsa in Playboy nel 2017 ed è stata
un’attivista di lunga data sulla questione dei diritti dei transgender.
Così Kylian Mbappe e Inez Rao sono diventati una coppia
Secondo diversi media italiani, tra cui Corriere dello Sport Ines Rao e Kylian Mbappé si sono
incontrate al Festival di Cannes a maggio.
Dopodiché, si diceva che si frequentassero segretamente da diversi mesi, ma ora, tra le altre
cose, la rivista Sportmediaset ha fotografato la coppia in giro su uno yacht di lusso