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27.8.17

SVAMPA, LO SVA(M)PORATO © Daniela Tuscano





Se non eri milanese, non capivi Svampa. Ma, soprattutto, non potevi capire le vicende di Gavirago al Lambro, e infatti io non c'ho mai capito niente: né dove stesse Gavirago, né cosa diamine fosse "Una bella domenica" (a Gavirago al Lambro: cela va sans dire), andata in onda per diverse puntate fra il '75 e il '76. Parodia? cabaret? sit-com ante litteram? Tutto questo e molto di più, mescolato in uno scassatissimo frullatore e agitato durante l'uso. Risultato: una scoppiettante comicità, una nebbiolina di note così trascinanti da render colorata l'ambientazione di ringhiera, ma ancor di più, lo stesso, grigio schermo televisivo.                      Addio a Nanni Svampa, grande musicista tra cabaret e canzone popolare

 Non ci capivo una mazza, ma ridevo di gusto alle avventure di Nanni il milanese e Lino il calabro e delle rispettive mogli, che poi altre non erano che il Lino e il Nanni agghindati da femmine. E lì, lo scambio risultava fatale. Perché il Lino in parrucca bionda diventava una segaligna beatnik di periferia, mentre Nanni il meneghino, in chignon e gramaglie, perdeva di colpo la sua milanesità per trasformarsi in scura comare del Sud. Di nuovo, astrusi. Ma irresistibili.
Ero troppo giovane per i Gufi, recuperati in altra età, anche quelli un enigma, una Weimar sulle rive del Po (anzi, del Lambro). Ma per "Una bella domenica" c'ero e tutto diventava una favola al sapor di minestrone: dal Tognella stralunato e sfigatissimo, ma sempre pronto a riprovarci perché "se la se gira...", a Otello Profazio a quel profluvio vociericci scintillanti di Franca Mazzola alla lavandaia Katia Svizzero, nella vita compagna di Patruno, e su tutto Milano. In realtà, mescolato anche lui (in dialetto è maschile), perché Milano pervade ma non invade. Milano è anima, circostanza, laicità intesa come buon senso ed empatia (con "XI, non abrogare" Svampa entrava direttamente nel dibattito politico di quegli anni, pronunciandosi per il no all'abolizione del divorzio). 

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Anche Svampa diceva Padania - e Africa: non dimentichiamo infatti che i meridionali di allora sono gli extracomunitari attuali... -. Ma per qualche strana alchimia, nella "sua" Padania si sentivano a casa tutti. Cantava Brassens, e Brassens improvvisamente non poteva esser nato che lì, nella scighera, fra le stufe a cherosene. Nella Padania di Svampa l'unica a rimanere esclusa era l'esclusione. Con Svampa Milano diventava ciò che realmente era: Europa, mondo. Col coeur in man, fattivamente, storicamente. Senza patetismi. Con ironia svizzera (sì, Svampa era in grado di rendere ironica pure la Svizzera). Non potevi capirlo se non eri di qui. Ma anche qui non ti raccapezzavi: dovevi solo farti rapire per entrare nella dimensione del sogno, dell'arte. Cioè l'intelligenza liberata dalla razionalità. Svampa sva(m)porava, come la nebbia. Come una notte futurista.

                                      © Daniela Tuscano

3.7.17

un ricordo di paolo villaggio ( ragionier fantozzi ) oltre fracchia e fantozzi

Sia sui social che in rete molti ricordranno e celebrerano paolo villaggio solo ricordando fantozzi e fracchia ovvero  le  sue maschere  più note  ed i suoi ruoli principali .




IO invece preferisco ricordarlo cosi con questo ruolo da non " sfigato " ma allo stesso tempo fustigatore delle nostre misetrie e dei nostri vizi . in cui egli non subisce ma è attivo fortunato 


Ovvero con il finale del film a tu pert tu del 1984 di Sergio Corbucci, interpretato da Johnny Dorelli e Paolo Villaggio uno dei pochi film con paolo volaggio dal finale eccellente 
Ma  come   ami  fantozzi  , lo  hi citato più volte    in  questo blog  . ?  Certo   fa  parte dela mia infanzia  e certe  situazioni  sono  ancora  attuali  e  descrivono   l'italiano medfio  . Ma  allo  stesso tempo  ,  ed   qui  sta  il mio il mio rapporto d'amore  ed  odio  Nel libro di Paul Ginsborg, "Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi", il Fantozzi di Paolo Villaggio entra nella storia di questa nazione, riconoscendogli una valenza sociale enorme.L'italiano, invece di affrancarsi da una condizione poco edificante rappresentata magnificamente per vizi e pochissime virtù, si è talmente piaciuto in Fantozzi da elevarlo a modello di riferimento, piuttosto che cercare un riscatto di sé, si è crogiolato e glorificato in esso, come un trionfo della mediocrità.
non ho  altro   da  dire  il resto  è  fuffa e  bla ... blla  ....    se  non che i  film di    paolo vilaggio  in  particolare   le  figure  di fraccjoa e  fantozzi    hanno  attraversato nel bene (  risate  , ecc )   e   nel male   (  vedi   polemiche e  provocazioni    con battute  fatte  a .....   male    che  generano fraintendimenti  sotto    fatte per avere  un po'  d'attenzione     da  parte  dei  mediae)





  da  http://www.ilgiornale.it    del  31/08/2012 di    Nico Di Giuseppe
Paolo Villaggio sulle paraolimpiadi di Londra: "Una esaltazione delle disgrazie"
Fantozzi non usa mezzi termini: "Le Paralimpiadi di Londra sembrano una specie di riconoscenza o esaltazione della disgrazia, fanno tristezza"


"Le Paralimpiadi di Londra fanno molta tristezza, non sono entusiasmanti, sono la rappresentazione di alcune disgrazie e non si dovrebbero fare perché sembra una specie di riconoscenza o di esaltazione della disgrazia".




Non usa mezzi termini Paolo Villaggio per definire la manifestazione sportiva di Londra. Nel corso del programma La Zanzara su Radio24, Fantozzi rincara la dose: "Non fa ridere una partita di pallacanestro di gente seduta in sedia a rotelle, io non le guardo, fa tristezza vedere gente che si trascina sulla sedia con arti artificiali. Mi sembra un po' fastidioso, non è divertente".
Secondo l'attore italiano, "ce n’è una, cieca, che fa i 200 metri in pista. Dicevano che si allena con due persone a fianco che le dicono dove andare. Tanto vale allora correre con il bastone. La mia non è crudeltà ma è crudele esaltare una finta pietà. Questo è ipocrita. Sembrano Olimpiadi organizzate da De Amicis con dei "personaggini"".
Le parole di Villaggio hanno scatenato la reazione di Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico. "Le parole di Villaggio si commentano da sole. Prima di parlare in questi termini dovrebbe farsi un giro a Londra, stringere le mani di questi atleti che con le loro storie hanno molto più da insegnare di quanto non faccia lui", ha commentato Pancalli.
Che poi ha aggiunto: "A me fa tristezza ascoltare le sue parole. Lui non guarda le Paralimpiadi? Ce ne faremo una ragione. Siamo in un Paese libero e lui può dire quello che vuole, ma le sue parole sono offensive nei confronti delle persone che fanno e vivono lo sport".


  un trentennio dela mia  vita    



emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...