Visualizzazione post con etichetta onu. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta onu. Mostra tutti i post

23.11.13

quando il potere da i numeri e predica bene ma razzola male gettando merda \ fango chi lo contesta civilmente

musica consigliata Oltre la guerra e la paura (Modena City Ramblers)


La  prima storia  è questa  . Ora non dico che uno\a  possa  cambiare  idea  o per  un percorso  ideologico  o  per opportunismo  , ma  mi da  fastidio  che   tu accusato    di tali reati faccia poi la morale a  gli altri  . 

Brindisi, dai festini alla censura. Cosimo Mele caccia assessore che invita Cicciolina

L'ex deputato Udc era stato costretto alle dimissioni dal partito dopo una notte a base di escort e cocaina. Ora, diventato sindaco di Carovigno, annulla un evento di benificenza con la presenza della pornodiva. E allontana dalla giunta l'organizzatrice della manifestazione




Dai festini luci rosse a base di cocaina alla censura di Cicciolina. E’ la parabola di Cosimo Mele, deputato Udc fino al 2007 e ora sindaco di Carovigno, in provincia di Brindisi. L’ex parlamentare ha revocato la delega all’assessore alla Cultura del suo Comune, Maria Pascale, che aveva organizzato un evento di beneficenza al quale avrebbe dovuto partecipare anche l’ex pornodivaIlona Staller, alias Cicciolina.E invece l’attrice hard, nonché anche lei ex deputata per il Partito radicale, a Carovigno non ci metterà piede. La finalità dell’iniziativa, prevista per il 14 dicembre, era quella di raccogliere di fondi in favore della famiglia di un ragazzo affetto da gravi problemi di salute.  L’assessore, insieme con la cooperativa Creattivi, aveva organizzato l’evento nel castello Dentice di Frasso, invitando Cicciolina e l’attrice Serena Grandi, icona della commedia sexy all'italiana. Ma il sindaco Mele, evidentemente nella veste di “difensore della morale”, ha annullato questa manifestazione, ritenendo la scelta delle due madrine “inopportuna”. Non solo. Dopo un polemico scambio di accuse per iscritto sull'argomento, ha anche revocato la delega all'assessore Pascale. Una decisione che ha fatto discutere, se non altro per i trascorsi poco limpidi di Mele. Il sindaco di Carovigno, eletto la scorsa estate e supportato da liste civiche, era stato nel luglio del 2007 costretto a dimettersi dall’Udc proprio dopo aver trascorso una notte con una escort che accusò un malore: Mele è ancora sotto processo per l’episodio all’Hotel Flora di via Veneto a Roma. Secondo i pm, vi fu anche utilizzo e cessione di cocaina: l’ex deputato è accusato di spaccio di sostanze stupefacenti.

la seconda  è invece  il becero modo  di reagire  dell' Agcom  alla  critica   che   Frank La Rue – relatore speciale delle nazioni unite per la promozione e tutela della libertà di informazione ha indirizzato al nostro Paese al termine della sua visita ufficiale. il quale    da   reppubblica  online  di qualche  giorno  fa  : 

Regolamento anti-pirateria, l'inviato Onu frena l'Agcom
A Roma Frank La Rue ha illustrato i risultati del suo giro di incontri per valutare lo stato della qualità dell'informazione in Italia. E ha parlato dei compiti dell'Agcom in materia di copyright: "La rimozione dei contenuti spetta all'autorità giudiziaria                di ARTURO DI CORINTO

Diritto d’autore, la Siae getta fango sul relatore speciale dell’Onu  di   de  il fattoquotidiano | 22 novembre 2013

Ha dell’incredibile quanto sta accadendo attorno al Regolamento sul diritto d’autore online che l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni si avvia a varare e, in particolare, alla pacata ma ferma critica a tale iniziativa contenuta nelle raccomandazioni che Frank La Rue – foto  a  sinistra    tratta  repubblica  -- relatore speciale delle nazioni unite per la promozione e tutela della libertà di informazione ha indirizzato al nostro Paese al termine della sua visita ufficiale.Dopo l’articolo a firma di Edoardo Segantini pubblicato ieri sulle pagine del Corriere della Seranel quale si apostrofava il Relatore speciale delle Nazioni unite come “un consulente dell’Onu, tale Frank La Rue, che ogni tanto appare nei cieli italiani” e se ne mettevano in dubbio le competenze, arriva ora la notizia di un’autentica iniziativa di mailbombing istituzionale lanciata addirittura dallaSiae, la società Italiana autori ed editori.L’iniziativa – originale e decisamente estranea al protocollo istituzionale – è stata avviata attraverso una mail, che ho potuto visionare, con la quale il Direttore Generale della Siae, Gaetano Blandini, richiamando l’articolo di Segantini sul Corriere di ieri, chiede a decine di associazioni di categoria di scrivere alle più alte cariche dello Stato [n.d.r. delle quali annota addirittura gli indirizzi mail] per denunciare quanto sia singolare che ricevano questi personaggi [n.d.r. il riferimento è al Relatore speciale delle Nazioni Unite] che sembrano rappresentare piuttosto i grandi signori di internet e non ascoltino, invece, chi rappresenta la produzione artistica del Paese, con il suo 5% di Pil e 1,5 milioni di lavoratori.E’ un’autentica iniziativa di delegittimazione del ruolo e della funzione del Relatore Speciale delle Nazioni Unite, ribattezzato come un qualsiasi “personaggio” e dipinto come al soldo di non meglio identificati “signori di internet”.Sfugge, purtroppo, al Direttore Generale della Siae come è drammaticamente sfuggito all’autore del pezzo pubblicato sul Corriere della Sera che il punto non è se un Relatore Speciale delle Nazioni unite possa o meno parlare a nome delle Nazioni Unite ma che, un esperto internazionale chiamato dalle Nazioni Unite, tra l’altro, ad esaminare e valutare se e quanto leggi dei singoli Stati rispettino lalibertà di informazione, all’esito di una visita ufficiale in Italia, ha ritenuto di raccomandare – così come puntualmente previsto dal mandato ad esso conferito dalle Nazioni Unite – al nostro Paese di prestare grande attenzione al Regolamento che l’Autorità per le comunicazioni si avvia a varare giacché, a suo giudizio, contrario ai principi fondamentali in materia di diritti dell’uomo e del cittadino.Quanto poi al “rimprovero” mosso alle più alte cariche dello Stato per aver incontrato un Relatore speciale delle nazioni unite nel corso di una visita ufficiale, non si può che suggerire a Siae un ripasso veloce delle regole della diplomazia internazionale che disciplinano, tra l’altro, l’appartenenza del nostro Paese all’Onu e ricordare al Direttore Generale che, contrariamente a quanto scritto da Eduardo Segantini sul Corriere, Frank La Rue, non è “apparso nei cieli italiani” come un ufo ma a seguito di un invito ufficiale del nostro ministro degli Esteri.Perché l’Italia si copra di ridicolo, manca solo che prima si inviti un relatore speciale delle Nazioni Unite e poi le più alte cariche dello Stato si rifiutino di incontrarlo.Difficile credere, d’altra parte, che per Siae – ente pubblic economico a base associativa sotto la vigilanza tra gli altri del Ministero dei Beni e delle attività culturali – sia difficile avere incontri o dialoghi con i vertici delle nostre istituzioni.E’ perfettamente comprensibile avere opinioni diverse sulla futura disciplina del diritto d’autore online ma ciò non dovrebbe consentire a nessuno di delegittimare il sistema dei diritti fondamentali dell’uomo del quale l’Onu in tutte le sue articolazioni – inclusi gli alti commissariati ed i relatori speciali – è garante ultimo.Peccato davvero registrare che chi è garante del sacrosanto diritto degli autori ad essere remunerati per la propria attività si senta autorizzato a delegittimare in modo tanto offensivo chi è, a sua volta, garante di un diritto almeno pari ordinato come è quello alla libertà di manifestazione del pensiero.

24.2.07

Senza titolo 1663

                               Ricavato dal sito: http://www.effedieffe.com

                                                                                                

Quanto costa Kabul

Maurizio Blondet

24/02/2007



Il presidente del Pakistan Gen Pervez Musharraf


La NATO e gli USA hanno in Afghanistan 35 mila militari. Secondo Arnaud De Borchgrave (1), che cita conti della stessa NATO, mantenere laggiù ciascuno di quei soldati costa 4 mila dollari al giorno (tre di questi soldati da 4 mila dollari al giorno, di cui non è resa nota la nazionalità, sono stati uccisi nei giorni scorsi ad Herat, apparentemente da una mina).
Un cinico potrebbe commentare che le guerre coloniali non sono più così convenienti come un tempo.
Ma i giudici di una futura Norimberga dovranno considerare questa cifra un’atrocità, un crimine contro l’umanità in quanto tale: basta calcolare quanto avrebbe reso questo denaro se fosse stato dato agli afghani in scuole, strade, case, sanità.
Questa spesa quotidiana di guerra continua da sei anni, sei anni d’occupazione.
E Kabul è piena di vedove con bambini, ridotte a mendicare (le ho viste) a cui un dollaro al giorno, trenta al mese, cambierebbe la vita.
Negli Stati Uniti, la povertà «estrema» è cresciuta tra il 2000 e il 2004 del 14 % per le famiglie, e del 20 % tra i singles.
Si considera «estrema» la povertà di famiglie il cui reddito non supera i 7.775 dollari «l’anno» -  meno di due giorni del costo di un soldato a Kabul.
Estrema è la povertà di individui che percepiscono meno di 5.229 dollaro «all’anno», poco più del costo di un giorno per un soldato occupante.
(2)
E ci sono in USA milioni di persone che effettivamente guadagnano meno di 6 mila dollari annui.
Non si trova denaro per alleviare la loro condizione (tra i poveri «estremi» sono sovra-rappresentati negri e bambini).
Si trova il denaro a fiumi per la guerra in Afghanistan.
Per bombardare, uccidere, opprimere e fare il male, non mancano i mezzi.




Emma Bonino dovrebbe provare a ricordarci perchè siamo lì: per liberare le donne dal chador?
E il Paese dai Talebani?
Per debellare Al Qaeda?
Il chador resta.
I Talebani tornano.
Quanto ad Al Qaeda, se non è un’invenzione pura e semplice, viene detta in ripresa.
Un cinico potrebbe fare il calcolo dei costi rispetto ai benefici, e trovare poco conveniente l’investimento.
«Vincere costerà più risorse, più forze e altri cinque-dieci anni di sforzo persistente», ha dichiarato Anthony Cordesman, del CSIS (Center for Strategic and International Studies) alla commissione esteri del Senato.
Cordesman ha aggiunto: «Chiunque sia stato in Afghanistan sa che corriamo seriamente il rischio di perdere».
Per parte sua, il generale Musharraf, il dittatore del Pakistan, ha già fatto la sua scelta: sa che l’Occidente non avrà la persistenza (e i soldi) per occupare l’Afghanistan altri dieci anni, ed ha già fatto i suoi passi per insediare aKabul un regime talebano «moderato».
Del resto il suo servizio segreto, l’ISI, i Talebani li conosce bene, avendoli formati, armati e mandati a governare l’Afghanistan per conto degli americani.
Musharraf ha i guai suoi.
Il suo appoggio a Bush (necessitato: «Chi non è con noi è contro di noi», gli aveva detto il presidente, ventilando un cambio di regime a Karachi) gli ha suscitato nel Paese una forte, fanatica opposizione.
Secondo il ben informato De Borchgrave, che è reduce dal Pakistan e dal Waziristan, Musharraf ammette che l’1 % dei pakistani è pronto a farli la pelle, ed a insediare un regime islamico con la violenza: si tratta di 1,6 milioni di pakistani.
Il Pakistan non è solo il Paese islamico più popoloso dopo l’Indonesia, è anche il solo che disponga di un arsenale nucleare.
Potrebbe essere il Pakistan a rappresentare il pericolo che Israele paventa dall’Iran, con isterica esagerazione.
A quel punto, l’investimento potrebbe rivelarsi risibilmente non conveniente.




Ma quel che non hanno ottenuto le guerre dementi di Bush e i 4 mila dollari al giorno per soldato occidentale, potrebbe ottenerlo Musharraf.
L’uomo forte pakistano ha stipulato una sorta di patto, il 5 settembre scorso, con i cinque maggiori capi tribali del Nord-Waziristan, la terra di nessuno da cui si ritiene operino i Talebani e «Al Qaeda» (se esiste) per le loro incursioni in Afghanistan.
I capi gli hanno garantito che modereranno i Talebani, così ha detto Musharraf alla NATO.
E’ invece probabile che abbia preso accordi per salvare se stesso e il suo regime.
E’ questo che ci siamo guadagnati con 4 mila dollari al giorno, per ogni soldato, e per sei anni.

Maurizio Blondet





 

Note
1)
 Arnaud De Boirchgrave, «Afghan war timelines», Washington Times, 23 febbraio 2007.
2) Steven Wolff, Robert Johnson, Jack Geiger, «The rising prevalence of severe poverty in America: a growing threat to public health», American Journal of Preventive Medicine, ottobre 2006, pagine 332-341.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...