Lo so che non si può sempre stare a parlare di Pelè e che ci saranno i benaltristi che giustamente diranno ci sono cose più importanti . Ma certe imprese sono talmente memorabili anche una generazione che non lo ha conosciuto quando giocava e soprattutto non hanno tempo . Infatti un n giocatore che ha segnato più di 1.000 gol , ma anche no , può essere ricordato positivamente per averne mancato uno . Si se è un grande come Lui
Pelé è morto all'età di 82 anni e tutti gli stanno rendendo omaggio con tributi di vario tipo da ogni parte del mondo. Il fuoriclasse brasiliano era una leggenda vivente e l'affetto con cui viene ricordato ne è la riprova.
In queste ore stiamo ammirando, nuovamente, tanti gol e tante giocate che lo hanno reso O Rei ma c'è un episodio che rende bene l'idea del perché questo ragazzo nato a Três Corações è diventato il simbolo del calcio carioca. Guadalajara, Messico, è il 17 giugno 1970. Italia e Germania Ovest poche ore prima avevano dato vita alla ‘Partita del secolo' e la Seleçao vinse 3-1, raggiungendo gli Azzurri in finale.
Il numero 10 non segnò contro la selezione allenata da Juan Hohberg ma quel giorno nacque il ‘non-gol' più bello della storia del calcio. O Rei fu protagonista di una giocata favolosa, in cui ha dribblato il portiere avversario senza toccare il pallone.
Il passaggio di Tostao dalla sinistra mise Pelé solo davanti a Ladislao Mazurkiewicz, portiere della Celeste che provò ad anticipare il movimento e ad uscire sulla traiettoria del pallone: per questo motivo il fuoriclasse brasiliano decise continuare la corsa verso di lui ma di lasciare passare la palla e recuperarla pochi istanti più tardi in una posizione più defilata. Una giocata complicatissima da pensare, figuriamoci metterla in atto.
L'estremo difensore uruguagio rimase spiazzato da quel movimento e vide il pallone passare, con il suo avversario che stava già correndo per riprenderlo: Pelé arrivò sulla palla e, di prima intenzione, incrociò il tiro sul secondo palo senza controllarlo nuovamente ma la conclusione terminò di pochissimo fuori, tra l'incredulità dei presenti per quello che avevano appena visto.
La bellezza della giocata ha eclissato il fatto che non fosse finita con il gol e lo stesso Pelé in un'intervista di qualche anno più tardi ha ammesso di ripensare spesso a quel momento: “Sarebbe stato più bello se fosse entrata. Sogno ancora che la palla finisca in rete".
Un giocatore che ha segnato più di mille gol in carriera può essere ricordato positivamente per averne mancato uno? Sì, se si chiama Pelé.
Pelé non segnò in semifinale ma quel "non-goal" è entrato nella storia del calcio. Nella finale firmò il primo gol della Seleçao ‘ contro l'Italia con un colpo di testa fantastico e aprì la strada alla vittoria del terzo titolo mondiale del Brasile di Mario Zagallo, dopo quelli del 1958 e del 1962.
questo aneddoto di Pele recentemente scomparso conferma come ho detto in << morte di un campione >> quanto fosse un grande anche al di fuori dal calcio
SAN PAOLO — Non ha giocato in Italia, Pelé, nonostante un contratto pronto o quasi di Angelo Moratti. Ma avrebbe potuto venire qui per ballare. In tv, come il suo amico-rivale Diego Armando Maradona. L'idea era più che concreta. Risale a qualche anno fa, e per provare a realizzarla s'erano mossi intermediari calcistici e figure della televisione italiana. Ma andiamo con ordine.
Pelé, 700 mila euro per ballare in tv
Provate a immaginare: una notte danzante, sugli schermi italiani, con protagonista O Rei. Siamo alla fine del primo decennio degli Anni Duemila. Non è passato molto da quando Maradona ha incantato il pubblico italiano del sabato sera. Così, a qualcuno viene l'idea: perché non provarci anche con Pelé? Da quel momento parte la mediazione: due agenti sportivi coinvolti, un intermediario che avvicina una persona vicinissima a Pelé, una sorta di segretario particolare che filtra i contatti col mito, l'uomo con cui chiunque sogna di avere a che fare, e non solo su un campo di calcio. La proposta è di quelle quasi irrinunciabili. La tv che vuole Pelé - sul fatto se fosse una rete pubblica o privata vincono le resistenze delle fonti - è pronta a garantirgli un contratto degno di un calciatore professionista: 700 mila euro complessivi per esibirsi tre volte, una al mese per tre mesi di fila. Sarebbe dovuto venire in Italia qualche giorno prima per le prove per poi andare in scena.
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I discorsi vanno avanti con intermediari, si affinano i dettagli, i coinvolgimenti si allargano. Insomma, a un certo punto il progetto inizia a sembrare concreto. Poi però arriva il colpo di scena: quando la palla passa proprio nelle mani di Pelé, il mito scomparso lo scorso 29 dicembre a 82 anni, decide di spazzarlo in tribuna. "Obrigado, ma non voglio legare la mia immagine a niente che non sia connesso al mondo del calcio". E quando chi gli era vicino gli ha fatto notare l'importanza della cifra, Pelé ha anche aggiunto di preferire eventi benefici utili a sostenere cause importanti. Insomma, un altro "no" all'Italia dopo quel contratto con l'Inter stracciato per la rivolta popolare che mise a rischio l'incolumità del presidente del Santos. Spesso, negli ultimi anni, consulenti vicini a Pelé gli hanno spiegato che avrebbe potuto commercializzare meglio il proprio marchio: fare una linea stile Jordan, monetizzare un nome che conoscono in tutto il mondo. Niente da fare. E così il Pelé ballerino, almeno per noi, resta un miraggio.