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Paralimpiadi, quando le vittorie sono di ispirazione: la storia di Ellie May Challis e del delfino Winter con la pinna artificiale ed altre storie

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  Ho letto  da  qualche  parte  , mi pare  sulla  gazzetta  dello sport    tale  frase  :  Il corpo degli altri è un mistero in divenire, che si scopre in piscina oppure sotto le lenzuola. Il corpo degli altri è un oggetto, una forma d’arte, povera oppure no, che guardiamo a distanza nella conformità perfetta delle nostre misure standard. Il corpo degli altri è un’idea, costruita sulle riviste patinate, costruita usando i filtri fotografici, costruita sul castello di carta dei pareri non richiesti. Il corpo degli altri è soltanto “quello degli altri”, e per questo non è chiamato a seguire le regole del buon senso, dell’amor proprio e dell’umana compassione. Mai.  ecco  perchè   vedo  nelle  paraolimpiadi     lo  stesso   spirito  delle olimpiadi  ed  riporto strorie    he altrimenti rimarrebbero  ai margini  .  Inziamo  con quella    di  Ellie May Challis, argento a 17 anni dietro l’italiana Srjola Trimi nei 50 stile libero, ha cominciato a correre con una protesi grazie a una collet