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8.12.09

lettera ai padri che ...

é l'otto di dicembre del 2009 qui sulla Terra.
Ugo Arioti
Padre,
comprerò il mio scampolo di terra, la mia abitazione, mi farò una famiglia. La famiglia ! No, padre, non vorrò mai, proprio, essere come te. Se non ci lasciavi soli in quell'inferno di debiti forse ora non avrei sposato una che non capisce niente di sentimenti e di amore, una idiota che crede di sapere tutto solo perché sa fare quello che le dicono di fare (serva) e che cerca sempre chi giustifica le sue cazzate! Una che non sa fare l’amore, non sa fare la moglie e nemmeno la madre. Una come cazzo le capita è …. Frigida, come il cuore di un Iceberg sopra il Circolo Polare Artico. Povero figlio mio.

Ma tu non devi preoccuparti più per me, papà, io ritroverò l’amore e  la mia donna, una vera donna con tutti i sentimenti al posto giusto, e ci ameremo liberamente e per sempre. Ovunque tu sia sappi che ti ho voluto bene, per quello che non ti è mai interessato, nella vita, è già abbastanza.

Solcherai mille universi pur di ritrovarti,difficile! Ma, se ce la farai non ti abbandonare mai più a stupide diatribe con te stesso, senza costruire e distruggere come hai sempre fatto. No! Basta! Mai più, giuralo.

Io ho capito cosa realmente importa in questa vita. Non sono i soldi, non è la causa rivoluzionaria, non è una bella scopata …. no. Solo un amore e un figlio. Alex è la cosa migliore che ho mai stretto tra le mie braccia.  Intorno a me, a noi, vedo solo esseri umani guidati esclusivamente dall'istinto di uccidere la bellezza e l’amore per delle guerre del cazzo che procureranno morte e distruzione. Vorrei gridare loro: State sbagliando tutto. Ma, illusi dal potere e dai finti Dei capitalistici, muoiono come formiche senza rendersi conto dell’inganno .... Senza amore!

Dio mio!?!

1.12.09

Scusate, Signore! Da quale parte è la città dei Pazzi???

Breve nota al testo: L'inizio della piece teatrale in atto unico "La città dei pazzi" scritta da Ugo Arioti già nel 2003, ad una rilettura più attenta, con la sua ironia tragica ci riporta, ahi noi, all'attualità ... per cui uscite dai vostri gusci e, se volete trovarla, cercate Eldorado o Atzum o Samarcanda, ma attenti.....chi vi garantisce che quella è la vostra meta e se lo è.........buona lettura!  

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Fratello, cosa è per te una tenda, una scena di teatro di posa?

Vorrei darti un suggerimento per evitare che i tuoi occhi trasmettano alla tua mente il “pathos” della scena; forse dietro non c’è quello che tu pensi ora, con la tua semplicità di fumetto sopravvissuto. La luce ti inganna, fratello! Mette in risalto le ombre, le enfatizza, ti tira brutti scherzi, rendendosi complice della tua coscienza sudicia.

Amico, distruggi lo spessore che ti impedisce di giungere alla verità, l’ostacolo più difficile nasconde l’insidia e la ipocrisia organizzata per mangiarti il fegato, scegli la trasparenza e non avere paura delle ombre.

Vorrei costruire per te una scena, e tu sai, la scena è senza spessore, e farti partecipe delle ombre del giorno, prova anche tu a radere al suolo la memoria di pietra!

Prova in ogni modo, costruirai la tua immagine. Trasmettila agli altri, ma sappi che tutto questo per te adesso è nebbia.

Sognare, e sognare ancora, fino al punto di pensare di avere certe situazioni e ti sembra quasi reale la maniera con la quale si svolgono i fatti, vedi cose mai viste…eppure le vedi. É un intreccio di creazioni ondeggianti, quasi fumanti e sfumate; non riesci a percepire quello che effettivamente il sogno emana con i suoi colori e le sue immagini folgoranti che cambiano, tu lo sai, secondo quello che hai provato o che provi in quell’istante e che ti viene quasi tramandato.

Non sai dove puoi arrivare e quando ti svegli, anche se riesci a spiegarti in parte le sensazioni provate, hai quasi dimenticato del tutto il sogno, ti resta soltanto l’illusione.

Ecco di fronte a te la realtà.

Viaggiare attraverso i ricordi spesso ti porta in una stanza piena di nebbia, e corri, come un bambino, alla ricerca di una sicurezza. Ma non trovi la mano di tua madre.

Io sarò per te nebbia e ti avvolgerò per non farti vedere il tempo che, complice degli specchi, ti ha fatto invecchiare….

Ho costruito un tempio per il tuo oblio e tu non lo vedrai se non quando troverai la strada che porta alla città dei pazzi …

Guarda intorno a te e cerca la luce.

Che sensazione meravigliosa quella di vivere in un luogo che al tuo apparire ti offre, quasi per incanto, perché riconosciuta, la libertà di muoverti spontaneamente, quasi conoscessi già quei luoghi.

Ci sei.

Ci vivi.

E intorno a te.

Personaggi di giorno e personaggi notturni, anime, desideri, astrazioni, sogni, tutto si muove intorno a te … la follia del sogno che rinnova la speranza di essere sempre capaci di superare il giorno e trovare ancora un’altra città dei pazzi.

Siediti e ascolta.

8.11.09

LE ALI DEL CUORE racconto di Ugo Arioti @2009


 


Breve descrizione


un bambino cresce libero in una borgata contadina sui monti che contornano la
Conca d'oro e da bambino è una creatura che appartiene al bosco, agli animali
come alle case e alle persone care. Così impara a volare...


Biografia dell'autore


Nasce a Palermo nel 1955 e vive la sua prima infanzia nella casa dei nonni materni
a Villagrazia di Palermo.
si laurea in architettura e oggi è funzionario pubblico, la sua passione è scrivere,
lui ama dire: raccontare. Dipinge e fa attività culturali con l'associazione Scuola
di Ecologia Culturale Euro Mediterranea di Marsala di cui è cofondatore insieme
alla sua musa ispiratrice:Daniela La Brocca; il suo amore ha sciolto l'amarezza
della sua vita e lo ha restituito all'incontro con gli altri.



1.9.09

LIBERTA' DI STAMPA?

mi scoppialatesta


Vorremmo capire se La LIBERTA' DI STAMPA, quella usata dal GIORNALE del Cavaliere e messa in pratica dal suo attachè,  è l'equivalente della parola KILLER nel gergo mafioso ?!


Domanda retorica? Non tanto visto quello che,  tra il Feltri del GIORNALE e il Direttore dell'Avvenire, sta succedendo. Questo al di là di ogni legittimo dubbio sulla moralità e sulla personalità dell'avversario. Non siamo schierati come tanti altri sulla squadra dell'uno o dell'altro e abbiamo sempre detto, anche noi, ma nel rispetto della persona e del diritto di replica, le nostre contestazioni al PENSIERO E ALL'AZIONE di chichessia!


Oggi, invece, stiamo osservando il killeraggio giornalistico nei confronti di chi ha, WiWa Dio, ha scritto che un PRIMO MINISTRO, UN CAPO DEL GOVERNO, è l'immagine di un popolo e deve essere ESEMPIO DI MORALITA', GIUSTIZIA e BUON COSTUME, noi aggiungiamo di capacità di essere contro ogni CULTURA LIBERTICIDA E RAZZISTA DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI e assolutamente FUORI DA OGNI SOSPETTO DI USARE IL POTERE PER FINI PERSONALI. E' sotto gli occhi di tutti che non è così! Vediamo che per "un pugno di lenticche" va a TRIPOLI e fa la spalla ad uno che se ne frega dei diritti umani come il lidear libico....etc...etc...etc... ( Dobbiamo spaventarci e cominciare a cercare una meta sicura per l'esilio?)


Insomma, questo Governo  vorrebbe mettere il bavaglio a tutte le voci fuori dal coro con la sua grande arma TELEVISIONI E MEDIA. LA SUA PAROLA D'ORDINE E' DELEGITTIMAZIONE sistematica degli AVVERSARI ( poi passeranno anche agli scettici?).


QUESTA E' ETICA ??? E' POLITICA ???... O E' MAFIA???


 


giannelli620-536

3.8.09

Povero il mio Bondì fischiato!!! Ragazzacci siete dei ragazzacci disubbedienti andatevi a vedere subito i tronisti!

 

Leggo la notizia:”Fischi in piazza per il ministro Sandro Bondi venuto a Bologna per commemorare la strage del Due Agosto a nome del governo. Sul palco davanti alla stazione colpita dalla bomba di 29 anni fa, il responsabile della Cultura ha dovuto interrompere più volte la lettura del discorso e ha smesso di parlare senza averlo completato. "Chi ha fischiato ha umiliato la memoria", è il suo commento lasciato ai giornalisti al termine della cerimonia.” e penso che siamo proprio alla frutta. Noi, comunque, continuiamo a battere sul chiodo dell'etica, della democrazia reale e dell'onestà intellettuale. Chi è Bondi? Un rappresentante del Governo italiano democraticamente eletto! Quale ruolo ha nel Governo? Un ragazzaccio mi suggerisce che ha lo stesso peso del due di mazze con la briscola a coppe, ma io rispondo che è il Ministro della CULTURA! Se poi volete sapere quale cultura vi risponderò : quella dei tagli e delle aggiunte! Tagli alle spese del Cinema che vuole riprendersi il suo ruolo in Italia (Cinema italiano) alle orchestre sinfoniche ormai obsolete e al teatro che non vede più nessuno! Perchè? Perchè sono tutti dietro alle trasmissioni televisive di Papi Silvio che da buon papi fa delle sue donne oggetto, oggetto delle sue cure fino al passaggio dai reality al Parlamento e al Governo....con quali qualità? Ma allora siete proprio dei ragazzacci e non credete alla buona fede di chi ogni giorno si occupa di voi! Allora smettiamola di essere IPOCRITI E BUONISTI Bondi è il rappresentante di un Governo che per far rientrare in ITALIA i capitali dei boss mafiosi fa UNO SCUDO FISCALE, un Governo che stabilisce patti con chi ha sempre derogato dalle leggi e sana gli abusi penalizzando chi ha osservato sempre le leggi, che fa annunci di soldi da spendere...che NON ESISTONO! E' un paranoico che ha scordato le sue origini e oggi difende a spada tratta la privacy del papi, anche contro ogni ragionevole evidenza e un ministro della cultura dei reality! Vuole non essere fischiato? Come può essere tanto stupido da credere che anche in un paese come l'Italietta dei Berlusca c'è ancora qualcuno che non se la beve la sua eloquenza inutile e la sua retorica falsa! Cara vecchia chiesa dei papi, quelli romani, è proprio il caso di concludere:  DA QUALE PULPITO VIENE LA PREDICA BONDIANA!?


firmato Bondì Motta!!! Quello si che era veramente buono..

30.6.09

pensierino della sera!

Caro Cardinal Bagnaso,



giannelli620-536


Vorrei fare una domanda al Cardinale dei Cardinali, Bagnasco Presidente della CEI, perchè lo sento troppo sommesso dire che non si può giustificare tutto quello che il primo cittadino d'Italia fa in pubblico, facendo il piccolo, basso, dittatore della libera repubblica di bananas. La differenza è che quello era un film satirico del grande Woody, mentre questo è un piccolo e meschino bordello italiano. Mi chiedo come mai lui che tuona contro i gay è ha il 70% di preti omosessuali dentro bottega, che grida contro i maghi che vogliono salvare vite umane usando embrioni, invece destinati a sicura morte, che protesta per la scarsa moralità della società italiana, che è paladino della lotta al contraccettivo, tanto l'AIDS non è un problema suo, sia così pacato nell'avvisare in generale e senza riferimenti visibili che non si può giustificare tutto! Ma tutto chè! Portare a casa e fare festini con baldracche, oggi si chiamano escort, a cui poi, magari dare anche un incarico, non si sa mai tornassero nuovamente utili o  invitare gente che ha un senso della moralità, ahimè alquanto scarso? O ancora portarsi a spasso per il mondo a spese degli italiani questa corte di ruffiani e.....  Allora Caro Cardinale quando si tratta di gente "importante" lei è indulgente e si rifugia nel "perdono cristiano"? Lascia parlare qualche giornalista di Famiglia Cristiana, poverino, spiazzato dai pesanti silenzi del Vaticano! Noi, cardinale, la aspettiamo..... aspettiamo le sue sante parole! Mah!? Forse in questo momento la gestione politica e diplomatica "delle anime" è più importante dei valori cristiani di famiglia, giustizia, fede e carità?


29.6.09

IL SENSO DELLE COSE

NOVECENTO


Quante volte sentiamo dire che bisogna conoscere il senso delle cose. Ma cosa è il senso delle cose? E' un sesto o settimo senso? No. Siamo noi che tendiamo a dare un senso ad ogni cosa che conosciamo e ad ogni concetto che creiamo. Così c'è il senso delle maree, come il senso del bene e del male. Dare un senso alle cose risponde ad un preciso bisogno dell'uomo, che è quello dell'agire: "dare un senso alle cose è necessario all'AZIONE". Così le maree agiscono diminuendo o aumentando lo spazio del mare e della riva. Il bene agisce in una sua precisa maniera che produce un beneficio, il contrario fa il male e ogni cosa così ha un suo preciso e ben identificabile senso. Appare evidente, allora, che l'azione non può prescindere dalla conoscenza dello spazio in cui deve svolgersi (secondo il suo proprio senso) perchè il fine dell'azione corrisponde all'oggetto che soddisfa il bisogno che la ha motivato e tale oggetto sta nel campo dell'azione. Ergo per poter portare a buon fine l'azione è indispensabile sapersi muovere con consapevolezza nello spazio ove l'azione trova luogo. L'argomento è vasto e affascinante, ma quello che dobbiamo cogliere è il significato del senso delle cose che giustifica le nostre azioni e le determina secondo un modo che può essere quello del mascalzone o quello del buon padre di famiglia. Senza entrare in una ricerca più profonda sui valori e sull'etica che dovrebbero sempre sottendere ogni nostra AZIONE,  ci soffermiamo soltanto sul fatto che può farci comprendere perchè viviamo in una società che va in sfacello e decadenza, il crepuscolo occidentale che ancora non trova una alternativa culturale al suo declino: IL POTERE E LE ISTITUZIONI HANNO PERSO IL SENSO DELLE COSE!

9.6.09

La morte dell'hamburgher

Death by Hamburger_2001La morte dell'hamburgher! David LaChapelle, uno dei più grandi fotopoeti del nostro tempo. Ho scelto questa immagine perchè è l'icona del nostro "mondo", della "Cultura Occidentale", dualista e separatista che divide l'uomo dall'anima per tirarne fuori le sue doti peggiori, attraverso un processo che comunemente chiamiamo: CONSUMISMO. Tutto ha un tempo determinato, così anche i valori, la morale i principi recano scritto nell'etichetta  la data di scadenza. A questo altare si distruggono le culture e l'arte dell'uomo. Si distrugge la filosofia e la religione e si costruiscono sempre nuove sovrastrutture superficiali che hanno il compito di distruggere e fagocitare il concetto base al quale, come alieni, si sovrappongono. Tutto con il solo scopo di produrre sempre e ad ogni costo senza valutare o verificare l'impatto del "nuovo" sul "vecchio".  Non pensate che mi sia innamorato di un vecchio cammino filosofico del XX sercolo che parte dalla contestazione al modello capitalistico occidentale esemplarmente enunciata da Marx, oggi più che ieri attuale, no. Sto parlando, per fare un esempio, di FAMIGLIA, di ONESTA' INTELLETTUALE, di MORALE, di ETICA, etc etc etc... Cose scadute con l'avvento degli Hamburger televisivi e masmediatici che diventano gossip politici si ingrandiscono, fagocitano e poi esplodono e muoiono con il loro ospite, tutto solo per far soldi; si   fa sghignazzare volgarmente la "gente" e si distruggono, contemporaneamente, i VALORI che stanno alla base di ogni SOCIETA' UMANA ORGANIZZATA.  Il SILENZIO dei "buoni" fa il resto, mette la pietra tombale. Finisce che la bugia non è più bugia, ma un atto che altri contrastano solo per invidia, Amen per l'onestà intellettuale. Succede, invece, che chi dovrebbe dare il buon esempio, come un buon padre di famiglia di tutti gli italiani, chi dovrebbe insegnare la dirittura morale a tutti e avvertire chi volesse derogare dalle regole che questo non è assolutamente possibile fa, pubblicamente, il buttaniere, mente sapendo di mentire e taccia i nemici di invidiosità! Ma, se questo buon padre di famiglia, vi chiedo fosse Vostro padre, proprio quello che ha sposato vostra madre, forse la cosa non vi farebbe più tanto ridere....forse lo buttereste fuori di casa? Resta il fatto che tutto ormai è ridotto in questa Italia degradata e superficiale ad un Hamburger! La domanda è volete fare la stessa fine?


 Ugo Arioti


 

3.6.09

Giuditta e Oloferne

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Artemisia Gentileschi è una starordinaria pittrice del seicento che giustamente figura, per la sua sagace e forbita "pennellata" tra le allieve di scuola Caravaggesca. I suoi quadri, una grande produzione artistica di grande pregio, raccontano attraverso le storie bibliche e profane la sua vita di giovane donna che vive un ambiente maschile e che ne viene travolta in tutti i sensi. Bene e Male sono trattati e figurati con gli occhi di chi è stata tradita dalla vita e ha dovuto subire l'oltraggio più blasfemo e turpe per una donna. Il quadro che più rappresenta questa sua voglia di rivincita è per chi vi scrive, senza dubbio, Giuditta e Oloferne, che colpisce per l'elevata dose di violenza che lo contraddistingue, per l'immediatezza dei soggetti raffigurati, per il gusto teatrale tipicamente barocco e per la sapienza con la quale vengono impiegati i colori, una sapienza già messa in evidenza da Roberto Longhi in un suo famoso saggio del 1916, Gentileschi padre e figlia. La freddezza e l'impassibilità di Giuditta, il suo sforzo nel tenere ferma la testa di Oloferne, il generale che a sua volta tenta di respingere la serva che aiuta la protagonista a decapitare il nemico; il tema era già stato affrontato, con la stessa veemenza, da Caravaggio, ma la tela proposta da Artemisia Gentileschi assume anche una connotazione autobiografica. In questa tela c'è la pittrice che ha subito una violenza e che non paga della Giustizia Umana vuole che il suo stupratore, un amico di famiglia che approfitta dell'ambiente comune di lavoro per dar sfogo alla sua voglia  di animale senza "padrone", abbia una punizione che la purifichi e le ridia la sua giovinezza violata. Non vuole sporcarsi del sangue del gigantesco OLOFERNE ( dal libro di Giuditta Antico testamento- Oloferne è il generale mandato da Nabucoidonosor, Re degli Assiri, per sottomettere i ribelli Giudei e trova morte per mano dell'eroina giudea, già provata dal dolore per la morte del marito, ma pronta a sacrificarsi per la salvezza del suo popolo; Giditta ( in ebraico La Giudea)  dopo aver fatto ubriacare di lei e di vino il generale, gli sottrae la scimitarra e invocando Dio con due colpi netti gli taglia la testa e getta lo scompiglio nel campo avversario che viene ad essere privato del suo condottiero...) Caravaggio aveva ritratto Giuditta raccontando di lei il suo ribrezzo e la necessità dell'atto brutale, le ha posto vicino una vecchia serva, la saggezza che suggerisce l'atto, e un Oloferne decisamente meno giovane e bello di quello ritratto da Artemisia. La pittrice, invece, ritrae un gigantesco Oloferne, giovane e bello, quasi bello animalescamente, e la serva diventa una giovane complice della Giustizia che lei cerca per se, ma non solo per se. La cerca per tutte le donne che devono nascondersi dietro gli uomini piuttosto che avere i mezzi per competere ad armi pari. E' una forma di Femminismo ante litteram!


Ugo Arioti


 

1.6.09

WiWa l'ITALIA e WiWa la LIBERTA'

La forma ha sovrastato la sostanza



Ugo Arioti


Viviamo in un mondo che guarda più all'apparenza, alla voce più forte, al gridatore di maggior fama, nessuno bada alla sostanza e ai valori che sottendono ogni nostro gesto. La parola in libertà, dicono, ma è un inganno. Troppe parole e slogan e atti dimostrativi nascondono il vuoto di pensiero e azioni eticamente corrette e oneste intellettualmente. Così succede che tutto diventi "ludos" e ogni cosa umana viene sovrapposta continuamente alle altre e in summitate il grido più forte che copre ogni opposizione senza vergogna e senza correttezza, senza ideali senza morale, puro grido di POTERE. Oggi la politica in Italia non è più il luogo delle scelte, ma sempre più il teatrino della vanagloria che serve solo a creare un popolo di tifosi ignoranti intorno a chi ha i mezzi e le possibilità di coprire con la sua voce la voce degli altri e con la sua forza, creata sull'inganno mediatico, il suo destino politico. Così passa la logica mafiosa del più forte, quasi un ritorno alle caverne, alla preistoria! Allora la crisi, il degrado, la mancanza di sicurezza o di solidarietà sociale diventano una sfrangiatura brutta e inutile che nessuno vuole vedere. Allora i genitori inculcano ai figli la regola della forma e i ragazzi vogliono e pretendono senza confronto, senza un dialogo vero. Tutto quello che è sgradevole viene eliminato, sottaciuto, scanzato, fino al giorno che la malasorte non tocca qualcuno di questi "scaramantici falsari tifosi del potere" che osannano il modello televisivo del CORTILE MEDIATICO e della lotta tra ragazzi per stabilire chi è più bravo, più bello, più FORMALMENTE ACCETTABILE DAI SELEZIONATORI DEL TEATRO POPOLARE DEMAGOGICO DEL BASTONE DI COMANDO. L'etica? la Democrazia? La solidarietà? la Giustizia? Il valore umano? Purtroppo in questa italietta felix  non sono altro che merci da vendere o da usare per perpetuare un campionato del POTERE che si preoccupa solo di se stesso e della sua immagine "forte". Così siamo dinuovo alle porte del FASCISMO, ma di un fascismo più pericoloso perchè travestito, con l'inganno mediatico, da volgare populismo masmediatico! Un populismo che si identifica con un solo uomo, pensate un pò! Allora, scusate se indulgo in un ottimistico pensiero colorato di vera ITALIA, spero che il mondo cattolico, quello sinceramente legato a Don Sturzo e ai suoi valori e il mondo socialista e democratico si sveglino in tempo, prima di dover tornare alla clandestinità e alla lotta PARTIGIANA, che qualche utile idiota, oggi solo per vendere libri, non vuole accettare per quello che è stata e non per i piccoli episodi di disturbo che si possono trovare in qualsiasi "Mondo"!


WiWa l'ITALIA e WiWa la LIBERTA' contro tutte le mafie e tutti i fascismi e le dittature


Ugo Arioti


22.5.09

il novello pulcinella, ve ne tira ... un'altra bella!

pulcinella

"Pullecenella", la popolare maschera napoletana, ma direi la più nazionale di tutte, racconta di un popolo che con furbate prende in giro i potenti e tira a campare; naturale che ogni tanto ci scappi qualche "parola di troppo", ma in ogni ragionamento che fa mai niente è fuori posto, anzi, c'è sempre un filo logico da seguire. Oggi questa maschera si è buttata in politica e con furbate lancia slogan e costruisce divertimenti sui vizi della gente lucrando e creando intorno a se un aria da "vittima dei terroristi del fare". Lui, invece, fa e fa molto soprattutto per se e per distruggere quello che faticosamente dopo due guerre mondiali, il fascismo, il nazismo , l'ashoà e il terrorismo gli italiani erano riusciti a costruire: UNA DEMOCRAZIA POPOLARE! Oggi il nostro pulcinella scaltro e in malafede lancia strali contro tutto e tutti e chi può impedirglelo?


Noi cerchiamo, ci sforziamo, di dare ai nostri figli dei principi di vita, mentre lui con due rimbambiti che fanno cortile in televisione e si mettono sotto i piedi( letterale) ogni principio fanno diventare tutto una barzelletta e la democrazia, ex reale, è ormai un fantasma che ogni tanto riemerge, solo per essere una controvoce, presto calunniata, vilipesa e schiacciata .... se ora anche il PARLAMENTO è PLETORICO, domani anche la GIUSTIZIA sarà una bufala di cui far parlare Maria De Filippi o qualche altro attoricchio presentatore di quelli che a MEDIASET si trovano a quintali. Loro hanno risolto il problema del lavoro, gli italiani poi si vedrà. Intanto diamo sotto con la demagogica visione di un pulcinella che sta in mezzo alla gente .... ma attenti, lo fa per fregarvi il portafoglio, non mettetecci l'anima, potrebbe rivendersela al migliore offerente!


Ugo Arioti

5.5.09

CUI PRODEST?

IL FASCISMO CHE I PARTIGIANI HANNO COMBATTUTO E SCONFITTO OGGI RIENTRA IN GIOCO ATTRAVERSO LA SPETTACOLARIZZAZIONE DELLA POLITICA CHE TOGLIE CONTENUTI E TRASFORMA TUTTO IN UNA GRANDE GIOSTRA LUDICO- MEDIATICA .


CUI PRODEST?


Amanda as Andy Warhols Marilin_2002


I valori sono falsati dal cortile mediatico di tronisti e troniste ... giovani donne  messe alla gogna da vecchie megere e da rapaci pupazzi da teleromanzo, sotto gli occhi del "PROFITTO". Si vuole fare apparire giusto quello che è semplicemente irreale e banale e si spettacolarizzano le peggiori doti dell'animo umano, facendo in modo che la DONNA diventi un oggetto da copertina, da salotto, o se vuole lei stessa può trasformarsi in uomo e dirigere con ferocia la giostra, da uomo.


Poi qualcuno si chiede perchè i giovani sono così violenti e maleducati? Alla Famiglia e alla scuola si è sostituita la TELEVISIONE. Chi detiene la RETE TELEVISIVA è il capomafia che detta le regole a chi ci vuole stare, se no sei fuori. Questa si chiama MAFIA? NO. E' ancora più pericolosa della MAFIA, perchè non ci sono POTERI DI SALVAGUARDIA. Questo è il ritorno del FASCISMO in forma di spettacolo e di circensem! Toglie pure il panem!


UGO ARIOTI   ....

4.5.09

O CAPITANO! MIO CAPITANO!

O CAPITANO! MIO CAPITANO!



O CAPITANO! MIO CAPITANO!

Di WALT WHITMAN (1865)

 lutto

O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è finito,
La nave ha superato ogni tempesta, l'ambito premio è vinto,
Il porto è vicino, odo le campane, il popolo è esultante,

Gli occhi seguono la solida chiglia, l'audace e altero vascello;
Ma o cuore! cuore! cuore!
O rosse gocce sanguinanti sul ponte
Dove è disteso il mio Capitano
Caduto morto, freddato.

O Capitano! mio Capitano! àlzati e ascolta le campane; àlzati,
Svetta per te la bandiera, trilla per te la tromba, per te
I mazzi di fiori, le ghirlande coi nastri, le rive nere di folla,
Chiamano te, le masse ondeggianti, i volti fissi impazienti,
Qua Capitano! padre amato!
Questo braccio sotto il tuo capo!
É un puro sogno che sul ponte
Cadesti morto, freddato.

Ma non risponde il mio Capitano, immobili e bianche le sue labbra,
Mio padre non sente il mio braccio, non ha più polso e volere;
La nave è ancorata sana e salva, il viaggio è finito,
Torna dal viaggio tremendo col premio vinto la nave;
Rive esultate, e voi squillate, campane!
Io con passo angosciato cammino sul ponte
Dove è disteso il mio Capitano
Caduto morto, freddato.





Il popolo esulta e prepara feste a chi ha dato la vita per la sua Gloria e per la sua Vittoria, ma il figlio ora capisce che il prezzo di questa inutile vittoria che altri cingeranno di rose e trasformeranno in tornaconto è la vita di suo padre, che ora giace sul ponte e non potrà più rispondere all'affetto di un figlio prima troppo preso dalla battaglia e dal senso degli altri...............tristemente cerca di rialzare il suo corpo, ma ormai è troppo tardi.

E' una triste metafora del rapporto tra le generazioni e una acuta visione del mondo, così come è. Quando finisce il dialogo e la furia delle battaglie il figlio cerca la mano amica del padre ma trova il silenzio, mentre chi uccide i sogni lavora accuratamente coperto dalla baraonda della festa e sfruttando ogni cosa per far trionfare un idea astratta di vita.

Penso a una frase di Martin Luter King:" Non ho paura degli urli dei violenti, ma del silenzio degli onesti "


Ugo Arioti

24.4.09

Era senza il casco

Era senza il casco



GENITORI E FIGLI


Daniela


Iniziamo oggi una nuova rivista e la principiamo da fatti di cronaca avvenuti e chiari a tutti,  parliamo del rapporto tra genitori e figli. Non vuole essere un manuale delle cose giuste e di quelle sbagliate ma un confronto serio su temi ricorrenti in una società come la nostra che si trova al suo crepuscolo e che deve ritrovare il senso di un ragionamento diretto e semplice tra i vari corpi sociali e principalmente all'interno di quel microcosmo che è la famiglia dove si avvertono e  si subiscono gli scivoloni e il degrado del mondo esterno, che, inevitabilmente, fa parte e deve far parte della nostra vita. Il dualismo corpo spirito porta ad una drammatica gestione dell'essere in termini di apparenza e di sostanza, guidato da un Grande Fratello, Orwell docet, che entra ogni giorno e ogni istante nella nostra vita, nella nostra coppia, nella nostra famiglia. Questo effetto spacca in due la nostra vita e la fa apparire una mera essenza biologica, così non è. Accettiamo le regole e non le condividiamo, siamo disposti a rischiare solo se ci mettono nelle condizioni di non poter più mangiare, ma dovremmo riflettere e capire che non è solo sopravvivendo che giustifichiamo la nostra esistenza e la possiamo indicare come esempio ai nostri figli che, in una società come la nostra, diventano isterici, schizzofrenici e passano da un esaltazione all'altra senza capire i passaggi e le compnenti subdole che le determinano, questo è terreno fertile per il sopravvento di un NUOVO FASCISMO che si insinua già nelle nostre case senza che noi possiamo fare molto per difendere la LIBERTA', LA GIUSTIZIA e soprattutto la prima regola di una DEMOCRAZIA: l'eguaglianza di tutti! Il tema è troppo importante, lo sappiamo, così abbiamo deciso di cominciare dalle piccole cose e dalla cronaca di tutti i giorni per dare il nostro piccolo contributo ..... speriamo. Aspettiamo le vostre CRITICHE E ANNOTAZIONI, non pensiamo di aver scelto da subito la via giusta, ma proprio nell'ambito della scuola di ecologia culturale questo è un TEMA FONDANTE: L'EDUCAZIONE IN UNA SOCIETA' DIVISA IN DUE e surrogata dalla televisione e dal consumismo.


Ugo Arioti e Daniela La Brocca


Il primo articolo lo prendiamo dal CORRIERE.IT del 24 Aprile 2009 e riguarda un piccolo tema: il casco da portare quando si guida il motorino.


Il caso di un diciassettenne e l’incidente sullo scooter


Era senza il casco, condannati i genitori


Mamma e papà: aveva 17 anni e mezzo e un lavoro, è responsabile. I magistrati: dovevano educarlo meglio


ROMA - Se un ragazzino guida lo scooter senza mettersi il casco, la colpa non è (solo) sua. Ma dei genitori che eviden­temente l’hanno educato male. E che vanno dunque considera­ti responsabili degli incidenti causati dal figlio minorenne e indisciplinato. A questa conclu­sione è arrivata la sentenza n. 9556 della terza sezione civile della Cassazione. Che ha applica­to il principio nella vicenda di Vito P., un ragazzo di Potenza che nel 1990, a 17 anni e mezzo, ebbe un incidente con il motori­no su una strada provinciale di Avigliano: si scontrò con la Ve­spa guidata da Rocco M., un al­tro giovane, che morì pochi giorni dopo. La responsabilità di Vito fu riconosciuta nel 70 per cento. Perciò la Corte d’Ap­pello di Potenza, nel 2005, ave­va condannato i suoi genitori, Salvatore e Anna, oltre che a pa­gare la metà delle spese proces­suali, a risarcire i familiari di Rocco per i danni morali patiti e per le spese mediche sostenute.


La coppia aveva presentato ri­corso ma la Corte Suprema ha dato loro torto definitivamente. Impartendo una lezione di pe­dagogia. «Lo stato di immaturi­tà, il temperamento e l’educazio­ne del minore si possono desu­mere anche dalle modalità del­l’incidente». Vito non portava il casco. «Ma aveva una certa di­mestichezza con i veicoli, pur minorenne». Vuol dire che mamma e papà non gli hanno spiegato bene come si guida in sicurezza, per sé e per gli altri. Mentre secondo l’art.2048 del codice civile, scrivono i giudici, i genitori di un minore «hanno doveri di natura inderogabile, fi­nalizzati a correggere comporta­menti sbagliati e quindi, merite­voli di costante opera educati­va, per realizzare una personali­tà equilibrata, consapevole del­la razionalità della propria esi­stenza e della protezione della propria e altrui persona».


Insomma Anna e Salvatore in questo non sono stati bravi ge­nitori. E poco conta, dice la Cor­te, che Vito all’epoca fosse quasi maggiorenne e avesse già lavo­rato, prima da un fabbro e poi da un carrozziere. E che dunque fosse maturo. Perché se ciò può escludere la loro colpa in vigi­lando non cancella quella in educando. Conclusione: madre e padre non sono stati capaci di impartire al figlio «un’educazio­ne normalmente sufficiente ad impostare una corretta vita di relazione in rapporto al suo am­biente, alle sue abitudini e alla sua personalità». Perciò dovran­no pagare.


Giovanna Cavalli


21.4.09

terremoto in Abruzzo Aprile 2009

Il terremoto in Abruzzo Aprile 2009



Parlare di terremoto in Italia è come parlare di lava in un vulcano attivo, certo, ma intorno alla catastrofe naturale oggi si mette in moto un grande apparato masmediatico che divora ogni forma di pietas, anzi la fagocita e la ridistribuisce in buoni premio per chi sa gestire meglio la sua immagine durante il corso degli eventi. Peccato che non si tratti di un serial televisivo o di una boutade pubblicitaria di una "privata" o un G.F. della Natura....Quello che è successo è tutto devastantemente e disgraziatamente, soprattutto per chi l'ha subito, più vero di un reality. La prima cosa che ognuno dovrebbe fare, in questi casi, è Silenzio e Azione, cioè dare, come può  e meglio che può la sua solidarietà a chi ha subito questa "Tragedia". La seconda, non meno importante della prima, è capire perchè ancora oggi, in un Paese dove il grado di sismicità è un aggettivo più o meno distintivo, ma sempre caratteristico del Territorio, come possono succedere queste tragedie ancora.....dico ancora perchè la fila è troppo lunga e desolante. Subito c'è chi prende la scena e rassicura tutti che la RICOSTRUZIONE AVVERRA' NEL PIU' BREVE TEMPO POSSIBILE, mi ricorda tristemente un messaggio che scivola davanti ai nostri occhi in TV quando non riceviamo le trasmissioni via satellite  per un guasto tecnico: LE TRASMISSIONI RIPRENDERANNO IL PIU' PRESTO POSSIBILE. Il brutto è che chi vuole seminare in maniera veloce tutto questo ottimismo di bassa lega che scivola ogni giorno di più verso lo sciovinismo qualunquista e demagogico del potere del capitano d'industria, lancia solo slogan e trascina con se una corte di fotoreporter compiacenti e giornalisti al seguito che sono pronti a fare da cassa di risonanza. Manca la discrezione dello Statista e la levatura dell'uomo politico, ma il furbetto del quartiere è sempre pronto a ferire con slogan la drammatica situazione del popolo abruzzese. Quello che conta è apparire, non essere! Suonano male quindi i rimproveri del capo dello Stato a un gruppuscolo di cronisti d'assalto e il suo perentorio MONITO CONTRO CHI HA COSTRUITO CASE DI CARTA PESTA TROPPO PESANTI E CON I PIEDI DI CERA IN UNA ZONA ALTAMENTE SISMICA! Dall'altro lato si tuona: PRIMA LE CASE E POI LE INCHIESTE, come dire non possiamo andare tanto per il sottile e poi un'altra catstrofe può sempre tornarci utile ... magari durante una campagna elettorale.  Alla fine chi paga le case? NOI, popolo di gente attaccata al grande fratello e ai tronisti! Alla fine chi può subire altre disgrazie? Sempre NOI! E allora? Allora se solo ognuno facesse il suo lavoro e il suo dovere saremmo una NAZIONE PIU' SOLIDALE E SERENA. Noi tutti possiamo far funzionare l'unica cosa che veramente funziona in ITALIa e lo vogliamo fare, dalla Sicilia al Friuli verso chi subisce la CATASTROFE NATURALE DEL TERREMOTO IN ABRUZZO, la solidarietà volontaria e non governativa. Questa è sicura il resto speriamo che sia meglio di come è stato fino ad oggi!


Un abbraccio a tutti i nostri fratelli abruzzesi.


Secem (Ugo Arioti e Daniela La Brocca)


1.4.09

Testamento di un bambino sconosciuto in un luogo troppo vicino e troppo lontano dalla nostra opulenta ignoranza

Testamento di un bambino sconosciuto in un luogo troppo vicino e troppo lontano dalla nostra opulenta ignoranza


 


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Oggi, che il grande Sole, sopra di me


stampa le nuvole, poche, e la sabbia e le creature di terra


vedo il cielo correre sul mio silenzio.


Mi sono amici i piccoli rognosi


e le mosche fan festa…su di me!


Mentre resta


una foglia appassita


sulla mia pelle duna, rinsecchita,


dove nemmeno la vita


vuol restare….a cantare il suo disgusto.


 


Madre.


Madre perché tu dormi ancora?


Sono ormai vuote per me le tue carezze.


È ormai spento il tuo seno, dormi?


L’anima mia è in partenza,


quanta pazienza.


Sul mio involucro, vuoto e senza forza,


gioca la morte e i suoi pagliacci nani.


Ora vedo bambini, come me 


correre su una spiaggia dorata e farsi di spruzzi e risate.


Ora vedo la luce scomparire e poi farsi sfacciata.


Ora, la mia testa è pesante.


Madre tu dormi,


con la tua mano appesa


sulla mia gracile spalla ad imbuto.


Apparteniamo a un grande popolo muto.


Solo la terra capisce e copre con un manto di sabbia,


la Storia che ci ha messo in gabbia.


Io vivo un sogno all’incontrario.


Io non ho anagrafe o respiro.


Non ho rabbia  ne odio… non ho che il mio scarno silenzio


e la mia invisibile speranza: il mio sonno.


Madre, vengo a dormire


insieme a te.


Insieme ai miei fratelli abbandonati


ai miei silenzi


Senza fiato


Dormiamo …


l’alba è andata


e resta muto il mio piccolo cuore.


(Ugo Arioti)

30.3.09

Remember John Lennonn

EPITAFFI   

(Ugo Arioti)

 

 John_Lennon

 


Morto il giorno della Madonna (8 Dicembre) del 1980 per mano di un pazzo cecchino, ubriaco di morte che voleva avere una foto su un giornale e legare la sua stupida morte alla vita di un uomo che era troppo vivo e presente nel cuore della gente.

Come quei lupi cetnici che giocavano, strafatti di eroina, con i loro fucili di precisione al tiro a bersaglio con i bambini e le donne di Sarajevo, lui che era già morto voleva un attimo di quella luce, ma scomparì inghiottito dal nulla e coperto da mille foglie d’amore e mille di dolore, il suo bersaglio si chiamava John Winston Lennon e, in appena quarant'anni di esistenza, con il suo impegno - prima con i Beatles e poi da solista - ha aperto più di una coscienza sul senso della vita, della tolleranza e dell'amore. Il suo ricordo sta in un immagine che il suo cuore ha lasciato come una bandiera a tutti noi: Imagine!

 

Imagine there's no heaven
It's easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today... 

Imagine there's no countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace... 

You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one 

Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world... 

You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will live as one

 

Testo della canzone (traduzione italiana)

 

Immagina

 

Immagina non ci sia il Paradiso
prova, è facile
Nessun inferno sotto i piedi
Sopra di noi solo il Cielo
Immagina che la gente
viva al presente... 

Immagina non ci siano paesi
non è difficile
Niente per cui uccidere e morire
e nessuna
religione
Immagina che tutti
vivano la loro vita in pace...

Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno

Immagina un mondo senza possessi
mi chiedo se ci riesci
senza necessità di avidità o fame
La fratellanza tra gli uomini
Immagina tutta le gente
condividere il mondo intero...

 

Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno

27.3.09

Il venditore di cantari - 1

Il venditore di cantari



CANTARU (CANTARO, VASO DA NOTTE) stava, generalmente, vicino al letto


venditore di cantari


Prima di parlare dei mestieri di un tempo, oggi scomparsi, nell'entrare così nella cultura materiale del popolo palermitano e siciliano in senso lato, è doveroso fare un cenno ad uno scienziato che ha, verso la fine del XIX Secolo, raccolto e sistematizzato una quantità enorme di documenti e oggetti relativi al folklore e alla vita della gente in Sicilia, di questo patrimonio si servirono letterati come Capuana e Verga e la sua intelligenza luminosa apri la strada ad altri come Salamone Marino. Giuseppe Pitrè, medico e scrittore palermitano, del 1800, nacque nel 1841 e morì nel 1916, raccolse con sistema da scienziato le memorie e il folklore popolare e la sua "scienza" che ancora oggi qualcuno chiama letteratura, a mio avviso ciò non è quanto il Pitrè, scienziato dell'etnoantropologia e del folklore ha elaborato, ha realizzato, comunque, e su questo tutti concordano  la strada principale per lo studio della storia e della cultura popolare che nasce dal genius materiale che si esplica in forme eclettiche, ma riconducibili ad un pensiero, ad una cultura e al suo stesso rapporto con l'esistenza, il potere, la religione e le arti in genere e che promana da un popolo. Studiò il  folklore, quindi, non come un letterato, ma con il pensiero positivo della relazione con le condizioni e le cause che facevano di un  luogo e di una gente un modo di rappresentazione singolare.  Pitrè, come ha sottolineato Giuseppe Cocchiara, già preside della Facoltà di Lettere a Palermo – con la sua opera monumentale resta pietra miliare per la ricchezza e la vastità d'informazioni nel campo del folclore, in cui nessuno ha raccolto quanto lo studioso palermitano.


Tra le vecchie foto e i materiali raccolti nel Museo Pitrè a Palermo - Palazzina Cinese Favorita- ci sono anche i mestieri e uno di questi che era d'uso ai tempi in cui lo studioso raccoglieva i suoi reperti era quello del venditore di cantari. Il cantaro altro non è che un antesignano gabinetto portatile (un vaso da notte) era in maiolica o ceramica smaltata, generalmente bianco, ma ve ne sono anche di artisticamente decorati all'esterno. Il labrone orizzontale che lo faceva sembrare un cappello a cilindro sottosopra serviva da sicura e per le manutenzioni del caso.


Ugo Arioti


Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...