Il venditore di cantari
CANTARU (CANTARO, VASO DA NOTTE) stava, generalmente, vicino al letto
Prima di parlare dei mestieri di un tempo, oggi scomparsi, nell'entrare così nella cultura materiale del popolo palermitano e siciliano in senso lato, è doveroso fare un cenno ad uno scienziato che ha, verso la fine del XIX Secolo, raccolto e sistematizzato una quantità enorme di documenti e oggetti relativi al folklore e alla vita della gente in Sicilia, di questo patrimonio si servirono letterati come Capuana e Verga e la sua intelligenza luminosa apri la strada ad altri come Salamone Marino. Giuseppe Pitrè, medico e scrittore palermitano, del 1800, nacque nel 1841 e morì nel 1916, raccolse con sistema da scienziato le memorie e il folklore popolare e la sua "scienza" che ancora oggi qualcuno chiama letteratura, a mio avviso ciò non è quanto il Pitrè, scienziato dell'etnoantropologia e del folklore ha elaborato, ha realizzato, comunque, e su questo tutti concordano la strada principale per lo studio della storia e della cultura popolare che nasce dal genius materiale che si esplica in forme eclettiche, ma riconducibili ad un pensiero, ad una cultura e al suo stesso rapporto con l'esistenza, il potere, la religione e le arti in genere e che promana da un popolo. Studiò il folklore, quindi, non come un letterato, ma con il pensiero positivo della relazione con le condizioni e le cause che facevano di un luogo e di una gente un modo di rappresentazione singolare. Pitrè, come ha sottolineato Giuseppe Cocchiara, già preside della Facoltà di Lettere a Palermo – con la sua opera monumentale resta pietra miliare per la ricchezza e la vastità d'informazioni nel campo del folclore, in cui nessuno ha raccolto quanto lo studioso palermitano.
Tra le vecchie foto e i materiali raccolti nel Museo Pitrè a Palermo - Palazzina Cinese Favorita- ci sono anche i mestieri e uno di questi che era d'uso ai tempi in cui lo studioso raccoglieva i suoi reperti era quello del venditore di cantari. Il cantaro altro non è che un antesignano gabinetto portatile (un vaso da notte) era in maiolica o ceramica smaltata, generalmente bianco, ma ve ne sono anche di artisticamente decorati all'esterno. Il labrone orizzontale che lo faceva sembrare un cappello a cilindro sottosopra serviva da sicura e per le manutenzioni del caso.
Ugo Arioti
Nessun commento:
Posta un commento