17.3.09

la siciliana ribelle di marco ameta crea ancora polemiche

Nell'ambito dell'incontro 'La verità su Rita', organizzato ieri alla Fnsi di Roma dall'Associazione Antimafie Rita Atria, i familiari hanno chiesto che vengano eliminate dal finale del film le scene di repertorio sul funerale della ragazza e su una festa privata cui partecipò, poiché non vogliono che "La siciliana ribelle venga presentata come la vera storia di Rita Atria . ora io mi chiedo perchè il regista se si lamentws : << "Prima si afferma che il mio film, La siciliana ribelle, non rispecchia la vera storia di Rita Atria, quindi mi viene impedito l'accesso alla sala per partecipare al dibattito". E' lo sfogo del regista Marco Amenta che, per circa un'ora e mezza, è rimasto all'ingresso della Federazione Nazionale Stampa Italiana, a Roma, dove si è svolto l'incontro 'La verità su Rita", organizzato dall'Associazione Antimafie Rita Atria, peraltro annunciato nei giorni scorsi. "Mi è stato detto che il dibattito - a cui hanno partecipato anche i familiari di Rita - è riservato alla stampa, ma non ho visto entrare solo giornalisti. Lo trovo assurdo", precisa Amenta. >> ( news.cinecitta.com/news.asp ) . Ora mi chiedo perchèmil signor Amenta ha diffidato Pino maniaci della trv antimafia telejato costringemndolo a rimuovere sia dal suo sito sia da youtube lil video intervista in esclusiva a Piera Aiello , ma non ha nè minacciato di diffida nè denunciato la rivista antimafiaduemila  (  qui l'articolo  )  che   già  prima     che  il caso   fosse  cosi esteso avevano, in contemporanea  a telejato  detto  le  stesse cose  dette da  rita  atria   in quell'intervista  .  forse perchè  su telejato viene mostrato il foglio firmato  dallo stesso regista  ?Le tre richieste riguardano, ha spiegato il legale, il rispetto dell'accordo sottoscritto con Piera Aiello a non diffondere in Italia il documentario prodotto dallo stesso regista: ''Diario di una siciliana ribelle'' contenente materiale documentario filmato in cui sarebbe riconoscibile la stessa signora Piera, la restituzione dello stesso materiale e la cessazione del suo utilizzo e, infine, il 'taglio' dal film della parte finale, che fa esplicito riferimento alla vita di Rita Atria. ''Questo perche' - ha spiegato la Aiello, il film non ha nulla di vero rispetto alla vicenda umana di Rita, anzi contiene una serie di inesattezze e bugie che non possono far passare il personaggio per quello di mia cognata''.Inoltre dichiara  repubblica del 17\3\2009 : << (..)..a per chiarire una volta per tutte che quella raccontata non è una vicenda vera, c.e Rita non ha mai assistito ad alcun fatto di sangue e non è mai entrata in un' aula di tribunale e che, soprattutto, non può essere confusa con una pentita, sarebbe il caso di far sparire dal montaggio finale certe immagini».(...) >>''Della mia vicenda - ha raccontato la Aiello - si sono interessate molte persone, anche Marco Amenta che mi fu presentato dal maresciallo Mario Blunda. Ho sempre avuto a cuore la memoria di mia cognata Rita e che questa restasse viva e non fosse dimenticata. Per questo accettai di dare, assolutamente in modo gratuito, il materiale a mia disposizione per un documentario che pero' lo stesso Amenta ci garanti', mettendolo per iscritto, sarebbe uscito solo all'estero. Ma questo non e' poi avvenuto perche' il signor Amenta ha provveduto a diffonderlo anche in Italia ed in esso vi sono immagini che, per cio' che mi riguarda, mi rendono comunque identificabile''.La stessa testimone, che oggi vive sotto false generalita' in un luogo segreto, ha, infatti, rivelato di essere stata addirittura riconosciuta da una persona proprio nella localita' segreta nella quale oggi risiede sotto protezione, aggiungendo che il documentario, prima di essere ritirato, ha potuto girare indisturbato sia su You Tube che su Google.''Questa vicenda - ha poi aggiunto Piera Aiello, a cui la mafia ha ucciso il marito - sta mettendo a rischio la mia vita. Io non ce la faccio e non voglio piu' ricominciare tutto da capo come feci quando iniziai a fare la testimone di giustizia. Allora preferisco tornare a Partanna e farmi ammazzare. Quello che voglio e' solo essere lasciata in pace anche perche' questo tipo di riflettori non mi interessano''Pronta la risposta del regista Marco Amenta. ''Oggi - ha detto ai giornalisti - non mi hanno consentito di partecipare alla conferenza stampa tanto che ho chiamato la polizia che ha accertato i fatti. Il mio film si basa su una storia liberamente ispirata alla vita di Rita Atria che mi sento di non aver oltraggiato ma, anzi, che ho contribuito a far conoscere. Per quanto riguarda i rischi legati alla sicurezza della signora Aiello faccio solo presente che sia il documentario che il film, se fossero stati pericolosi, sarebbero stati bloccati dal servizio di protezione della polizia di cui la signora Aiello puo' disporre. Infine - ha concluso il regista siciliano - invito tutti a superare le beghe, perche' le battaglie interne non giovano all'antimafia, come ai tempi di Falcone e Borsellino''.  Allora incominci lei  ritirando  dale  sale  il film  e poi  rimetterlo dopo aver oscurato   le immagini  in cui si vede riconoscibile  rita  anche   se  fornite  dalla polizia  come dice  lei o dategli  dala stessa  rita . Mettendo una nota  all'inizio del filom  , come quella  di Miracolo a Sant'anna ( Titolo originale Miracle at St. Anna ) di Spike Lee.  in cui si dice  che il  film è un opera reinterpretazione  ed  è deliberamente tratto  da  una vicenda  realmente accaduta   o  come il  film   documentario “La fabbrica dei tedeschi” di Mimmo Calopresti sulla  tragedia della  tyssen ,  dove il regista  su  pressanti richieste dei familiari dele vittime  ed in particolare   Rosina De Masi, ha deciso di omettere ( unja scena  secondo  lui  fondamentasle  del  film )   la telefonata  al 118 in cui si sentono le urla di suo figlio Giuseppe avvolto dalle fiamme.Lo  so  , e  non ha tutti i torti , che  l'autocensura  non è  unabella cosa  , ma   a volte  è  inevitabile  , ed  è meglio  un  taglio \ sacrificio  piuttosto che danneggiare  la vita  a   gli altri   o   aumentarne il calvario e le soffferenze  .

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