Il re topo

ho passato tutta la notte al cesso,le braghe posate sul pavimento,le mutande celate,ho passato tutta la notte a pregare,disperatamente informe,sgranando la speranza in ogni sua sostanza,sperando in una risposta,ma solo rumori di scarico. ora che mi guardo allo specchio,mi duole il culo,le gambe addormentate a fatica mi tengono in piedi,nella disperazione mi viene quasi di insultare,di bestemmiare,mi chiedo perchè non c'è qui dentro una croce,eppure ci sono tanti chiodi. le occhiaie ai bordi dei miei occhi,sembrano balconi,non s'affacciano più le lacrime,come vampiri,si nascondono dalla luce del sole e come un pozzo prosciugato,tiro su con il naso,sperando di sputare quel morbo che m'anela l'anima come una iena,ma solo catrame e sangue. mentre guardo le poche onde,che s'impattano nella vasca,sputo un mosaico di cerchi concentrici,che toccano il fondo svanendo,come le mille preghiere che speravo fossero miele ed invece son fiele mero. ancora mi chiedo,che senso abbia tutto questo,conscio di avere le risposte,nascoste sotto la pelle,dietro ai buchi dove m'iniettavo solitudine da 20,00 euro,ma niente,gli stolti vivono nel passato,i saggi nel presente,i criminali a ridosso al futuro........poche note di colonia,macchiano il lavandino,sembrano colluttorio,forse i becchini usano il colluttorio per togliersi di dosso l'odore della morte,a me non resta che scavare in quelle ferite di cui non conosco il nome,eppure mi porto addosso,sperando di non finire in croce come il re topo. è ora di andare ho lasciato troppo tempo scorrere dal rubinetto,se fosse sangue sarei morto da un pezzo ed invece è consumismo che non regola la ragione e come tanti altri mi tiene senza potere per ristagnarmi nel dolore........"Sorridete stronzi vi lascio un bicchiere,non andate a chiedere agli altri...............Non è vita se non la vivi,non è morte se non l'accetti"

 




volano le

foglie fino

a planare su

d'un mare d'erba

verde come il

corallo sott'acqua

lapilli distratti

avvolgono

l'aria sembra

una danza

ancora un sogno

un indissolubile

sfogo ad occhi

chiusi come

quando mi

baciavi al buio

delle stelle al

suono di candele

allegre che di

gioia piangevano

a volte come se le

ossa si polverizzassero

rimango sul

posacenere dei

posamano a

pensare a quanto

affondavo

mentre ti amavo

ma è solo la

cenere a colorare

il vento ed il

cielo nel suo

riflesso si illumina di

quel vuoto che

senza te è destino

e mai deserto

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