Daniela Tuscano
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
2.6.08
Mondo a due ruote
8.1.08
Senza titolo 25
28.5.07
Rumori
I rumori erano i soliti. La madre in cucina che parlottava con il padre. La voce penetrante di lei sopra ogni altro suono, mentre quella del padre, nelle rare pause della donna, si insinuava negli spazi vuoti, grave e definitiva. Lei taceva per un po’, rimuginava su quello che le era stato appena detto, e poi ricominciava. Cercavano di parlare piano perché il figlio era di là nella sua camera che dormiva. Era giusto che la domenica, se avesse voluto riposare un po' di più, lo potesse fare. Ma nonostante i due cercassero di stare attenti, ogni tanto il volume della discussione saliva improvvisamente per poi abbassarsi in un’altalena senza sosta. Sicché il ragazzo, dal sonno fine, era sveglio. Come ogni domenica, del resto, per quegli stessi rumori. Se ne stava però ugualmente coricato nel letto. A sentire il fresco delle lenzuola sulla pelle, ad ascoltare il sonno che a poco a poco sbiadiva dal suo corpo. A godersi quella sensazione di equilibrio con il mondo e di avere tutta una vita nel cuore ancora da consumare. E poi c'era il rumore della tazzina nel lavello e il cucchiaino che immancabilmente saltava giù dal piattino per rotolare sull’inox. ‘E fa piano…’ la rimproverava a quel punto il padre. ‘Si sarà svegliato?!?’ si chiedeva la madre preoccupata. E poi riprendevano a parlare di questo e di quello.
E qui il nastro si interrompeva. Il ‘Geloso’ quella mattina di troppi anni addietro era rimasto chissà perché acceso finendo per lo scolpire nell'anima i suoni che allora erano quotidiani e scontati. Ascoltava e riascoltava il nastro con un'angoscia montante; lui, oramai anziano, gli pareva d’essere ancora in quel letto a immaginare la colazione che già lo stava aspettando in cucina, di sentire persino il proprio respiro e quella sensazione di ingenua onnipotenza che tutto fosse ancora possibile. Serrò gli occhi e pensò: forse se la madre fosse entrata in quel momento nella sua stanza e lo avesse chiamato, l’incantesimo si sarebbe spezzato e lui sarebbe tornato per sempre ragazzo.
24.11.05
Senza titolo 1000
dopo aver letto , sui giornali che il film Melissa p di francesca neri , ha superato i Pinguini in marcia ( un film bellissimo da un mio amico che si scarica i film dalla rete ) . rilegendo il post di odiomuso mi chiedo : non è che siamo tutti ( salvo eccezioni o mosche bianche ) assuefatti dal sesso \ erotismo ormai divenuto mercificato basta vedere la pubblicità di qualunque oggetto . Cosi pure nei programmi tv in particolare quelli d'intrattennimento ( reality e affini ) o dal successo che hanno le ex pornostar ora per opportunismo o per coerenza convertite alla religione o presentatrici di programmi per bambini : oppure il successo di trasmissioni in cui compaiono tette e culi oil suiccesso ( esperienza personale con dei miei condomini quando vivevo in affitto a Sassari ) di trasmissioni come passaparola o menate simili : oppure sotto forma di pubblicità sui giornali femminili e non .. Ma allora , mi rivolgo specialmente ale donne e alle ragazze invece di scandalizzarsi ipocritamente quando i loro mariti \ partner oppure figli i e/o amici guardano un film hard oppure leggono giornali \ giornalini pornografici, perchè non s'incazzano sollevano contro questa merciificazione del loro corpo ma anche del sesso e dell'erotismo cioè di una delle cose più belle che adirittura stanno alla base della vita ? Come dimostra il film citato precedentemente,smettendo di comprare quel giormnale o o quel prodotto oppure non guaerdando certi programmi ? Ora ritornando al film esso ha tutto questo successo sia per questo intrigante sottotitolo "sccopri cosa è vero". C sia pèerchè è tratto da il film tratto dal best-seller 'Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire' che nel 2003 spopolò nelle librerie di mezzo mondo grazie alle confessioni erotiche della sedicenne siciliana Melissa Panarello , ma soprattutto per il batage mediatico e per la trovata come ho già parlato nel blog in particolare qui ( non ricordo gli altri url e non mi và di ricercarli per evitare di riaprire vecchie ferite ormai chiuse\cicatrizzate quasi come quella avvenuta l'anno sorso con la nostra ex cdv roseinthewind.splinder.com ) dell'editore : ragazza minorenne+sesso= molti € . Inoltre per quanto riguarda il film in questione , ho letto diverse stroncature a destra ( in malafede o al limite ) e a sinistra ( in buona fede o in alcuni casi come l' www.unita.it nel mezzo ) e poi è stato rinnegato dalla stessa attrice del libro , non è un granchè si regge perchè ad incarnare sullo schermo le avventure (o fantasie ?) della protagonista è la giovane rivelazione spagnola Maria Valverde( vedere foto al lato ) contornata - tra gli altri - da una grande Geraldine Chaplin nei panni della nonna e Fabrizia Sacchi in quelli della madre e che a giurare il film , sia stata una donna francesca neri . Ha ragione l'unità quando dice che per tale film ci sarebbe voluto tinto bras Oppure questa del sito filmup leonardo da cui prendo molto spesso foto e recensione per il nostro blog << [....] Una sceneggiatura che occhieggia a meta-letture intimiste e sociologhicheggianti, una realizzazione tecnica riconducibile a nulla più che a una modesta fiction televisiva, fanno il resto, mettendo a nudo un film che trova la sua cifra nell'essere un catalizzatore di introiti pubblicitari e di botteghino e poco più, sfruttando beceramente un caso letterario che, nel suo essere tale, si connotava già come opera falsa e furba.Una qualsiasi commedia all'italiana anni '70 servirà, e meglio, a soddisfare le domande che si pongono rispetto al film [...] .>> qui il testo integrale Ora ci attenderà un altro battagè mass mediatico e pubblicitario pari o superiore a quello avvenuto con melissa p che presentava il suo libro . Speriamo che esso non mi faccia lo stesso effetto che mi spinse a comprare e a buttare via 12 € circa per il libro .. E che non faccia prevalere ulteriormente la ia tendenza di voler ascoltare, leggere e guardare vchiunque ogni lamento per parafrasare una canzomne famosa ( non riporeto il titolo e testyo perchè l'jhoriportato tante di quelle volte in questo blog ) e voiler fare , molto spesso a tutti i costi il bastian contrario ed andare contro corrente a tutti i costi , anche quando non è neccessario e si prendono delle " scoittature e delle "cadute " inutili peer la costruzione della tua opera d'arte ( esperienza di vita ) .Concludo con un consiglio a coloro che sono teledipendenti ( compreso a volte anche il sottoscritto ) fate un gersto rivoluzionario spegnetela e leggete un libro o chiaccherate andate a parlare con un vicxino oppure se non ne potete fare ameno cambate canale . Non so più che altro dire con questo è tutto alla prossima
13.9.05
Senza titolo 795
Nel supramonte del sud, un tempo regno dei bracconieri, torrenti, vallate e cascate spettacolari Linas, il parco dei sogni Tutelata l’area dove sorge la miniera di Perd’e Pibera Itinerario nella Sardegna più segreta, in uno dei siti ambientali più preziosi del Mediterraneo
GIANNI OLLA
VILLACIDRO. «Sul Linas ci vanno i bracconieri, non i turisti...». Breve scambio di battute prima di un ennesimo viaggio in cerca dei parchi che ci sono e non ci sono. Il nostro interlocutore è un geometra dell’ente foreste, che conosce bene quei luoghi. I bracconieri li combatte da anni, e ne conosce le mosse, i sentieri che utilizzano, le trappole, anche micidiali, e non solo per gli animali. Chi scrive ha semplicemente chiesto notizie della strada sterrata che, da Gonnosfanadiga arriva alla base delle cime, ed in particolare a Perda’e Sa mesa, 1236 mt, facilmente raggiungibile, a piedi, dall’altipiano di Nuraxi Togoro. Infatti nella primavera scorsa la strada, comunale, è stata resa inagibile per qualche settimana dalle piogge torrenziali. In effetti, non sembra credibile - anche per esperienza personale - che quell’area che molti chiamano il Supramonte del sud, con i suoi spazi vastissimi dai quali si vede mezza Sardegna e tutta la costa marina occidentale, con i suoi torrenti e le sue cascate spettacolari, con le sue vallate boscose che affascinarono anche Lamarmora, preoccupato dell’assalto selvaggio al legno, sia solo il regno dei bracconieri. Non lo è neanche per l’ente foreste e per i due comuni interessati. Il comune di Gonnosfanadiga, ad esempio, divenuto proprietario dell’ampia area occupata dalla miniera di Perd’e Pibera, ne ha fatto un parco, affidandolo in gestione all’ente foreste che sta ristrutturando gli edifici minerari. Da Perd’e Pibera parte il percorso più bello, più lungo e spettacolare verso tutto l’arco del Linas, descritto in tutte le guide e segnato dal Club Alpino Italiano. Sul versante opposto, alla fine della strada comunale che parte dalla chiesetta bizantina di S. Severa, il punto di partenza per altre escursioni è la località che, nelle carte IGM, è chiamato Ovile Linas, a quota 732mt. Era il centro di una vasta proprietà ad uso prevalentemente pastorale, ma i padroni, cagliaritani, non disdegnavano qualche gita. Infatti, incongruamente, a due passi da quello che è oggi un cantiere dell’ente foreste e che dovrebbe diventare un rifugio per i visitatori, vi è una costruzione rossastra in legno, con grande tetto spiovente in stile alpino: la cosiddetta «casa formaggino», oggi sbarrata, che potrebbe anch’essa diventare un buon luogo di sosta. Da questo punto di arrivo le «ripartente» a piedi, in bici, a cavallo, sono innumerevoli. Attraverso vecchie carrarecce utilizzate dai carbonai e dai minatori, si arriva in poche ore fino a Fluminimaggiore. Oppure, proseguendo lungo altri sentieri, ugualmente ben segnati, ci si inoltra nella valle dei Rio Linas, Cannissoni, Leni, in vista della lunga sequenza di cascate spettacolari (Linas: quattro salti tra i trenta e i dieci metri; Muru Mannu, settanta metri; Piscin’Irgas, 40 metri) che hanno avuto l’onore di diverse ricognizioni da parte delle riviste specializzate di viaggi e turismo. E il titolo di uno dei servizi era significativo: la Sardegna che non ti aspetti. In alternativa, un altro sentiero lungo le pendici di quel Muru Mannu da cui scende il torrente che forma la cascata, si arriva alla valle di Oridda, cioè al confine tra i comuni di Villacidro e Domusnovas. Scortato dai responsabili dell’ente foreste (il dottor Mole e il responsabile del complesso, dottor Maxia), chi scrive è arrivato invece a Oridda da una strada sbarrata che parte dagli ex complessi minerari di Tinì-Arenas, in territorio di Fluminimaggiore. Giornata straordinaria d’inverno. Sole e neve, che imbiancava non solo le cime del Linas, ma tutto il bosco: paesaggio incantato da stampa giapponese o da film di Zhang Yimou, con le impronte degli animali del bosco ben visibili sul bianco della neve. Poi dal Rio Orrida, che dà origine alla cascata di Piscina Irgas, un’altra strada sbarrata - vecchio percorso dei lavoratori che da Villacidro raggiungevano le miniere dell’Iglesiente - ci ha portato direttamente alla sede dell’ente foreste di Villacidro, nella foresta di Monti Mannu, divisa da un altro torrente, il rio Leni, che dava l’acqua potabile al comune. La palazzina dell’ente foreste, circondata di maestosi cedri del Libano, assomiglia ad un alberghetto della campagna francese, elegante, squadrato e invitante. Un tempo era la direzione della miniera di Canale Serci, luogo, in qualche modo storico-letterario. Alle spalle delle costruzioni ristrutturate stanno in bell’evidenza i resti della laveria e della fonderia, descritte da Giuseppe Dessì in una delle sequenze western di «Paese d’ombre». Scrive Dessì che, alla fonderia della miniera arrivavano i carichi di legname dalla foresta di Mazzanni, in alto, sul monte, dove oggi si sta scavando un tempio punico. I vagoni ferroviari venivano portati a valle, in andata, dalla semplice forza d’inerzia e, al ritorno, erano trascinati dai muli. La descrizione del terrore dei muli, legati e bendati dentro i vagoni, durante la rumorosa discesa, è uno dei pezzi più belli del romanzo. Ed è altrettanto bella l’evocazione misteriosa della fucilata che uccide il rapace «disboscatore» toscano che scendeva anch’esso a valle dentro uno dei vagoni. La sinergia cultura/ambiente è una delle sfide che il parco - chiamiamolo finalmente così, perché esiste, almeno quello letterario intitolato allo scrittore di Villacidro - ha lanciato da qualche tempo. E non si può dire che non abbia prodotto risultati, nonostante le tipiche indecisioni isolane (politiche e mentali) e la ricerca di professionalità da formare. Comunque, per chiudere in bellezza e ottimisticamente questa puntata, non solo vanno segnalati gli sforzi della fondazione Dessì per porsi come ponte tra la geografia, la storia e la letteratura ma anche la volontà di rendere fruibili questi luoghi con sentieri ben tracciati, accessibili a tutti e con la possibilità di soggiornarvi. Mentre il comune sta costruendo, su vecchi ruderi di carbonai, una locanda in mezzo al bosco, l’ente foreste ha quasi finito di ristrutturare, nella stessa area di Monti Mannu, la vecchia caserma che diverrà un rifugio. L’area del Linas/Monti Mannu non è più misteriosa e la sua attrazione non è più solo la cascata di Sa Spendula (ai margini del paese) celebrata da D’Annunzio. Siti Internet molto belli (che l’ente foreste, colpevolmente, non ha) e molto curati mostrano gli accessi e i sentieri anche più difficili, nonché i luoghi ancora poco battuti (come la misteriosa serie di cascatelle di S’Ega Sizzoris, nella valle di Villa Scema) e mettono a disposizione numeri di telefono per le guide. In primavera si svolgono spesso manifestazioni di escursionismo per professionisti che scalano le cascate e in luglio, sul lago artificiale Leni, c’è una manifestazioni internazionale di triathlon. Insomma, la strada maestra per fare davvero dei parchi che non taglino fuori i comuni e la popolazione. E che producano anche reddito.
29.8.05
4.6.05
10.5.05
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