Una coppia di anziani dalla Malesia ha viaggiato per oltre 370 chilometri da Kuala Lumpur fino a Perak, convinta di poter vivere un'esperienza mozzafiato a bordo di una funivia panoramica nel villaggio di Kuak Hulu. La delusione è arrivata all’arrivo, quando hanno scoperto che l’attrazione turistica tanto attesa non esisteva affatto: era tutta opera dell’intelligenza artificiale. Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, la coppia è arrivata il 30 giugno nella località di Pengkalan Hulu, dove si era registrata in un hotel. È lì che ha chiesto informazioni sul “Kuak Skyride”, un presunto servizio di funivia promosso in un video online in cui appariva un giornalista intento a esplorare il paesaggio, intervistare turisti e gustare piatti locali con vista panoramica. La receptionist dell’hotel, ha raccontato l’incredulità iniziale provata davanti alla richiesta della coppia: “Ero così scioccata... Ho spiegato alla signora che quel video era stato creato con l’intelligenza artificiale e che non era reale”. Il video mostrava infatti un conduttore AI, apparentemente realistico, di un canale inesistente chiamato “TV Rakyat”, che guidava gli spettatori attraverso un viaggio immersivo tra foreste e montagne, culminando con una visita a uno zoo di cervi. Secondo indiscrezioni, il contenuto sarebbe stato generato con la tecnologia di Google Veo 3. Alla scoperta dell’inganno, la donna si è detta furiosa e ha addirittura minacciato un’azione legale contro il giornalista apparso nel filmato. La receptionist ha dovuto spiegare che non solo l’attrazione, ma anche le persone presenti nel video – incluso il presunto reporter – erano completamente artificiali. “Perché qualcuno dovrebbe mentire? C’era persino un giornalista!”, avrebbe ribattuto l’anziana turista. Il caso non sarebbe isolato. I media locali riferiscono di un altro utente online i cui genitori sarebbero stati vittime dello stesso video ingannevole, arrivando a spendere 9.000 ringgit malesi (circa 2.120 dollari) per noleggiare un furgone e raggiungere la fantomatica attrazione. Il filmato ha circolato ampiamente sui social prima di essere rimosso, in seguito alle crescenti polemiche. Ma l'episodio riaccende l’allarme sulla diffusione virale di contenuti generati dall’AI e la difficoltà, per molti utenti, di distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
Cerca nel blog
18.7.25
Coppia viaggia per 370 km per un’attrazione inesistente: ingannati da un video AI diventato virale
Una coppia di anziani dalla Malesia ha viaggiato per oltre 370 chilometri da Kuala Lumpur fino a Perak, convinta di poter vivere un'esperienza mozzafiato a bordo di una funivia panoramica nel villaggio di Kuak Hulu. La delusione è arrivata all’arrivo, quando hanno scoperto che l’attrazione turistica tanto attesa non esisteva affatto: era tutta opera dell’intelligenza artificiale. Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, la coppia è arrivata il 30 giugno nella località di Pengkalan Hulu, dove si era registrata in un hotel. È lì che ha chiesto informazioni sul “Kuak Skyride”, un presunto servizio di funivia promosso in un video online in cui appariva un giornalista intento a esplorare il paesaggio, intervistare turisti e gustare piatti locali con vista panoramica. La receptionist dell’hotel, ha raccontato l’incredulità iniziale provata davanti alla richiesta della coppia: “Ero così scioccata... Ho spiegato alla signora che quel video era stato creato con l’intelligenza artificiale e che non era reale”. Il video mostrava infatti un conduttore AI, apparentemente realistico, di un canale inesistente chiamato “TV Rakyat”, che guidava gli spettatori attraverso un viaggio immersivo tra foreste e montagne, culminando con una visita a uno zoo di cervi. Secondo indiscrezioni, il contenuto sarebbe stato generato con la tecnologia di Google Veo 3. Alla scoperta dell’inganno, la donna si è detta furiosa e ha addirittura minacciato un’azione legale contro il giornalista apparso nel filmato. La receptionist ha dovuto spiegare che non solo l’attrazione, ma anche le persone presenti nel video – incluso il presunto reporter – erano completamente artificiali. “Perché qualcuno dovrebbe mentire? C’era persino un giornalista!”, avrebbe ribattuto l’anziana turista. Il caso non sarebbe isolato. I media locali riferiscono di un altro utente online i cui genitori sarebbero stati vittime dello stesso video ingannevole, arrivando a spendere 9.000 ringgit malesi (circa 2.120 dollari) per noleggiare un furgone e raggiungere la fantomatica attrazione. Il filmato ha circolato ampiamente sui social prima di essere rimosso, in seguito alle crescenti polemiche. Ma l'episodio riaccende l’allarme sulla diffusione virale di contenuti generati dall’AI e la difficoltà, per molti utenti, di distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è
1.7.25
Una galleria d’arte per cambiare vita., La biblioteca di Chiaramonti? Si sposta al mercato La biblioteca di Chiaramonti? Si sposta al mercato Un incontro tra libri, ambiente e comunità per comunicare iniziative di lettura
fonti unione sarda e nuova sardega del 1\7\2
C’è una nuova luce tra le pietre secolari di Villasalto: è quella che filtra dal grande portone di Su Crociu e accende le sale dell’ex falegnameria diventata “Sa Buttega”, galleria d’arte contemporanea nata dall’iniziativa di Angelica Manca e del marito Paul Frank Wagner, una coppia che si è trasferita in paese dagli Stati Uniti. Un progetto di vita prima ancora che culturale, cominciato con l’acquisto dell’immobile nel gennaio 2023, un anno di restauro meticoloso e il trasferimento definitivo nel febbraio 2024
La scelta
«Desideravamo un paese raccolto e autentico, ricco di tradizioni, un luogo da poter chiamare casa e dove dare radici a nostro figlio Kai, di 11 anni», dice Angelica Manca. L’incontro con Villasalto è stato un colpo di fulmine: l’edificio, incastonato fra le strade acciottolate a pochi passi da piazza Italia, custodiva ancora i segni del suo passato artigiano. «Attraverso il grande portone si accede a un cortile rigoglioso, ogni pietra porta i segni del tempo come se custodisse storie dimenticate». Da qui l’idea di un restauro rispettoso — pietra locale e làderis di terra cruda — che conservasse la memoria del luogo trasformandolo in spazio culturale aperto. “Sa Buttega” oggi vuole essere «un punto di riferimento, prima per Villasalto e poi per il Sud Sardegna, dedicato alla condivisione, alla creatività e alla valorizzazione delle identità locali». Mostre, laboratori e residenze d’artista si intrecceranno con le feste del paese: la sagra di Santa Barbara, Su Sinnadroxiu dove il latte diventa formaggio, Is Animeddas coi suoi scambi di dolci. L’obiettivo è «usare il linguaggio universale dell’arte per raccontare l’autenticità».
La comunità
«Siamo stati accolti dalla popolazione e dalla pubblica amministrazione, entrambe entusiaste delle nostre idee» raccontano, aggiungendo di sentirsi «specchi e finestre»: specchi che riflettono la bellezza già presente, finestre che la collegano al mondo esterno. Uno dei momenti più significativi è quando il figlio Kai, dieci anni all’arrivo, ha colto l’essenza del progetto: «Mamma, ora capisco perché siamo venuti a vivere qui. Se non ricordiamo la bellezza di questo luogo, rischia di essere dimenticata per sempre». Guardando avanti, la posizione strategica di Villasalto — porta del Gerrei a mezz’ora da Cagliari — può attrarre viaggiatori in cerca di esperienze genuine. «Oggi, più che mai, abbiamo bisogno dell’autentico». Radicati in un paese «ricco delle cose essenziali: tradizioni, cultura, amicizia, ospitalità e solidarietà », i Manca non pensano ad altri traslochi: «Villasalto è diventata la nostra casa ».
------
La biblioteca di Chiaramonti? Si sposta al mercato

Un incontro tra libri, ambiente e comunità per comunicare iniziative di lettura soprattutto sui temi dell’ecologia e della sostenibilità
Chiaramonti Ha riscosso un notevole successo venerdì mattina la prima giornata dell’iniziativa “La biblioteca al mercato”, svolta nel mercato rionale in piazza Costituzione nell’ambito del progetto “Impronte leggere – Un passo alla volta per cambiare il mondo” promosso dalla biblioteca comunale in collaborazione con lo Sbangl (Sistema bibliotecario dei Comuni dell’Anglona e della Bassa Valle del Coghinas), la Comes (Cooperativa mediateche sarde) e l’Unione dei Comuni dell’Anglona. Un incontro tra libri, ambiente e comunità per comunicare iniziative di lettura soprattutto sui temi dell’ecologia e della sostenibilità. Un’occasione anche per divulgare le attività della biblioteca e coinvolgere il maggior numero di persone. «All’inizio ero un po’ scettica _ ha detto la responsabile Caterina Marrone _, invece le persone hanno risposto benissimo. Nonostante il caldo, in tante si sono avvicinate al nostro banchetto, chiedendo informazioni e suggerimenti di lettura per l’estate. Molte hanno preso libri in prestito e abbiamo addirittura fatto nuove iscrizioni». L’iniziativa della biblioteca al mercato, che in diversi luoghi è già una consuetudine consolidata e si accompagna ad altre iniziative delle biblioteche appartenenti allo Sbangl per il progetto “Impronte leggere” (dai laboratori eco di Laerru a quelli di Bulzi e Tergu), è stata anche occasione per distribuire la “Guida ai servizi” con una breve storia della biblioteca, ora al numero 16 di via Vittorio Emanuele, e una descrizione di tutte le attività adatte a qualsiasi tipo di lettore, da quello tradizionale a quello più social e interattivo. Per info: tel. 079 568025; e mail chiaramonti@sbangl.it - o bibliochiaramonti@tiscali.it, su Facebook e Instagram. |
21.6.23
NAUFRAGI DI SERIE A E DI SERIE B
27.7.22
25.3.22
Studiare da rifugisti: l'academy è in montagnaUn verso per TikTok, la poesia si fa social.,Missione arance: lotta contro mafia e spreco.,
I gestori di Brioschi e Rosalba lanciano un percorso formativo per aiuto-rifugisti
Gratuito, per un massimo di sei candidati, per imparare il lavoro in rifugio
LECCO – Un lavoro bello ma decisamente duro quello del rifugista, perché la vita in montagna ha il suo grande fascino ma è una sfida personale e, in questo caso, anche professionale.
Il territorio lecchese offre anche questa opportunità di impiego ed oggi c’è anche un percorso formativo per imparare il mestiere: si tratta della ‘Capanat Academy’ di aiuto-gestori di rifugio che ha lo scopo di assumere nuove leve, rivolto a chi vuole intraprendere una esperienza di lavoro in rifugio.
E’ la proposta lanciata da ‘Brialba’, che si occupa si occupa della gestione dei rifugi “Rosalba” e “Brioschi” entrambi sul gruppo delle Grigne, con il patrocinio del Cai di Milano, in collaborazione con guide di montagna e Resinelli Tourism Lab.
Il percorso, completamente gratuito, si svolgerà presso i rifugi Brioschi e Rosalba e prevede la partecipazione di massimo 6 candidati/e ai quali, al termine del percorso, verrà rilasciato oltre che un attestato di frequenza, un attestato corso HACCP.
Ai partecipanti verrà attivata un’assicurazione idonea per attività nel rifugio sponsorizzata da “https://www.quadrifoglio.srl/”L’unico obbligo per i partecipanti sarà attivare l’assicurazione attività individuale del CAI.Al termine della Capanat Academy verranno valutate eventuali opportunità di assunzione e saranno anche promosse attività di segnalazione (liste) anche a beneficio di altri rifugi interessati. Il programma si svolgerà nei week end di apertura dei rifugi tranne il modulo “Mountain Experience” che prevede due giornate infrasettimanali di uscita in ambiente con le Guide Alpine di Mountain Dream Guide
13.5.17
con droghe o senza droghe , con soldi e senza soldi ,senza o con tecnologie si è sempre viaggiato e sempre si viaggia e tutto viaggia
viaggiare per conoscere
my play list
Stamattina Camminando perr andare fare il mio cosueto turno di volontariato alla bottega del commercio equo , sono capitato davanti all'agenzia di viaggi , e poi poco fa
« Gli occidentali hanno curiosamente limitato la storia del mondo raggruppando il poco che sapevano sull'espansione della razza umana intorno ai popoli di Israele, Grecia e Roma. Così facendo hanno ignorato tutti quei viaggiatori ed esploratori che a bordo di navi hanno solcato i mari della Cina, l'oceano Indiano, l'oceano Pacifico e i mari artici, e che in carovane, hanno attraversato le immense distese dell'Asia. In verità la parte più cospicua del globo, con culture diverse da quelle degli antichi Greci e Romani è rimasta sconosciuta a coloro che hanno scritto del loro, piccolo, mondo con la convinzione di scrivere la storia e la geografia del mondo. »
( Henri Cordier 1849 – 1925 )
o attivamente si sente sempre il desiderio di viaggiare perchèViaggiare, è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato. È un romanzo, nient’altro che una storia fittizia. Lo dice Littré, lui non sbaglia mai. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi. È dall’altra parte della vita.[Louis-Ferdinand Céline ~ Viaggio al Termine della notte]
- con la fantasia o osservando la natura che viaggia continuamente
- viaggiando a ritroso del tempo e nel passato come faccio o almeno ci provo riportando storie e ho fatti curiosi
- viaggiare per : conoscere scoprire, sognare .
- viaggiare con gli occhi e con il cuore
- dentro di se come questa canzone
- fisicamente o cercando di vedere uno stesso posto in prospettive diverse .
La metropolitana di New York: un viaggio nel viaggio
La metropolitana di New York è un vero viaggio nel viaggio, una sorpresa ogni giorno
da http://www.ioacquaesapone.it/articolo.php?id=2473 Ven 24 Feb 2017 | di Testo e foto di Roberto Gabriele | Mondo
![]() | |||


Come in "Into the Wild", la straordinaria avventura di Eliott

.jpg)
Ci sono poi anche aziende che mandano i dipendenti in questi paradisi terrestri non per sempre, ma soltanto per consentire loro di ritrovare se stessi, nuovi stimoli o complicità di gruppo. È questo il caso dell’agenzia “Refuga”, alla quale, tra gli altri, si sono già rivolti Apple e Facebook, i cui 500 impiegati dei settori più delicati hanno trovato la loro complicità scalando vette inarrivabili o attraversando l’India in bicicletta.3.6.13
Il trenino verde e il sogno arrugginito
Il trenino verde e il sogno arrugginito
27.3.11
guardare al futuro senza scordare da dove veniamo e chi siamo la storia de La bambina e il gruccione Gabriella Belloni,di Santulussurgiu laurea in Filosofia che ha traformato la sua casa natale in un albergo
L'Antica dimora del gruccione, stupendo palazzotto di pietra lavica e antiche travi di quercia, è oggi un albergo diffuso. Si chiamano così quelle strutture ricettive nate dal restauro di vecchi edifici nei centri storici. Nessuna manomissione mattonara, semmai quel che si dice recupero conservativo. Gli alberghi diffusi (in Sardegna ne funzionano altri tre) sono nati secondo una precisa e rigorosa indicazione di legge. Il Gruccione ha dodici stanze, una sala d'accoglienza che sembra presa da un libro di Grazia Deledda, pavimenti d'epoca, camere tutte diverse. Può sembrare un paradosso ma ha un'eleganza infinitamente superiore a certi hotel smaccatamente opulenti di Porto Cervo. Il Gruccione è anche sede periferica dell'università di Scienze gastromiche (la centrale è a Pollenzo, in Piemonte), braccio operativo dello Slow Food, associazione che sostiene il consumo dei prodotti locali e manifesta una forte ideo-allergia (ideo in senso di ideologica) nei confronti dell'industria alimentare di massa. Tutto questo per dire che sarebbe banale definire il Gruccione una locanda: basta metter piede nel minuscolo giardino d'ingresso per capire che qui si respira un altro mondo dove neppure per un attimo ci si può sentire intruppati, sia pure intruppati di lusso.
Gabriella Belloni, classe 1950 portata con leggerezza e distacco, indossa una kefiah verde-libico in tinta con gonna e maglione. Il giovanissimo chef (Roberto Flore, che è poi suo genero) ha invece la kefiah tradizionale bianconero-arafat su jeans e camicia. Insieme alle figlie - Lucilla e Carolina - l'albergatrice filosofa si è lanciata in una sfida difficile. Sfida che per il momento sta vincendo: mai crisi salvo due brevi momenti morti dell'anno: novembre e metà gennaio
«Studiavo la storia della Scienza tra '500 e '600. La scoperta del telescopio e del microscopio ha mostrato un mondo nuovo e fino allora invisibile. Per approfondire questo tema mi sono trasferita in Germania con una borsa di studio. Era la fine degli anni '70 e Monaco il simbolo di un Paese in straordinaria crescita».
Perché abbandonare, allora?
«La mia stagione tedesca, che definisco aurea, è durata sei anni. È stata un'esperienza indimenticabile. A ogni scadenza di contratto ero combattuta, rimandavo la partenza: il fatto è che avevo fidanzato a Milano».
In Italia non c'era possibilità di lavoro?
«Non creiamo equivoci: io non sono una intellettuale precaria, un cervello in fuga, un'emigrata della cultura. Ho voluto andare all'estero per approfondire: era una scelta, non una strada obbligata. Al rientro in Italia ho continuato a lavorare per la Treccani e per l'Istituto degli studi filosofici di Napoli».
Com'è che ha deciso poi il trasloco in Sardegna?
«È questa casa che ha deciso, non io. Mio fratello non era interessato a tenerla ( che ce ne facciamo di una proprietà in un luogo così lontano dalla nostra vita?). Io non me la sentivo di venderla: qui, le tante volte che mi capitava di venire da bambina, stavo bene. È la casa dov'è nata mia madre, dove i miei nonni mi ospitavano d'estate. Grande quanto basta (ottocento metri quadrati) per tenere in piedi una continuità della memoria fitta fitta».
Insomma, s'è fatta prendere dalle intermittenze del cuore.
«In un certo senso, sì. Alla fine degli anni '90 l'Unione europea ha pubblicato i bandi per la creazione degli alberghi diffusi e per la prima volta mi sono ritrovata a pensare di cambiare radicalmente esistenza».
Stufa dell'altra vita?
«No. Roma, Monaco e Milano mi hanno dato moltissimo. Quando però si è trattato di fare il salto e trasferirsi a Santulussurgiu, nel 2002, ho digerito tutto quello che c'era da digerire».
In che senso?
«Mi sono vaccinata mentalmente contro la nostalgia, contro il fantasma di un possibile ripensamento, insomma contro tutti i rischi che l'operazione comportava».
Impresa titanica fare di una casa un albergo.
«Complessa. Sono stati necessari quattro anni. Le pratiche richiedono tempi lunghi che possono sembrare eterni. Non dico che sia stata un'impresa titanica ma certamente non indolore».
Al limite dell'impossibile.
«Quasi. Per realizzare un progetto come questo occorrono determinazione e spinta ideale. La determinazione ti orienta ad andare avanti quando la burocrazia s'incattivisce, la spinta ideale è quella che ti suggerisce di mettere in pratica un'idea d'amore anziché parlarne e basta. In fondo, si tratta di uscire dalla logica dei mi piacerebbe, se potessi... ».
Non si rischia di restare tramortiti nel passaggio da Milano a Santulussurgiu?
«Per nulla. Non mi chiedo mai cosa può dare un luogo ma come posso scoprirlo. Amo imparare a conoscerlo, capire pian piano i meccanismi che ne regolano la vita quotidiana. A Santulussurgiu ho scoperto il cielo, le stelle che lo riempiono di notte, la terra dove metto i piedi. Non me n'ero mai accorta quando stavo fuori».
Eppoi ci sono i gruccioni.
«C'erano anche quando ero una bimba. Mi sono rimasti nell'anima, non li ho mai persi di vista. Ecco perché questa casa si chiama Antica dimora del gruccione».
Seminari universitari sul casizzolu, sulla carne sardo-modicana (il bue rosso): da queste parti non arrivano solo escursionisti, bikers, mitteleuropei che sperano (sbagliando) di trovare una rete aggiornata e ragionata di sentieri, itinerari segnalati con tempi di percorrenza e lunghezza. Da queste parti arriva anche chi ha un arretrato di libri da leggere, chi vuol scoprire il fascino delle stradine intorno alla chiesa del paese, le case strette e alte di un popolo che fa pochissimo rumore. Gabriella Belloni spiega ai suoi allievi la cultura del territorio, il rapporto tra lavoro e produzione, la necessità di salvarsi scegliendo la qualità. Nel suo “hotel” una camera costa 45 euro a persona (colazione compresa), con la mezza pensione si arriva a 70. Da quando ha aperto i battenti è andato tutto molto bene. «Clientela internazionale», dice lei. Ossia viaggiatori ben informati, che non si muovono a caso. E che pretendono, giusto perché non guasta, che al prezzo pagato corrisponda qualità e servizio inappuntabile. Logica slow food, per capirci: tutto può anche sembrare casuale ma non lo è mai.
Lei parla di turismo sostenibile e integrato: che vuol dire?
«Il punto di partenza è operare in un centro storico che non abbia subito modifiche. Se è intatto diventa una sorta di presidio, di bandiera del territorio. A questo aggiungiamo i cibi e le ricette locali scartando il prodotto indifferenziato dell'agroindustria».
Un turismo tendenza Smeralda dunque le fa orrore?
«Per istinto corporativo non direi mai male dei miei colleghi albergatori. L'orrore non c'entra. Il mio tipo di ricettività ha un'altra logica, un altro stile, un rapporto molto stretto con l'ospite».
Cioè?
«Niente a che vedere con un grande hotel che deve trattare una clientela molto più ampia e differente. Non sono un industriale delle vacanze. Io vorrei semplicemente che questa attività mi consentisse di lavorare onestamente e mi desse una prospettiva».
Gliela sta dando?
«Sono impegnata insieme alle mie figlie e al fidanzato di una di loro. La cosa comincia a girare, funziona insomma. Se il territorio avesse già sviluppato una certa sensibilità saremmo a buon punto».
Critiche e mugugni del paese.
«Non ce ne sono che io sappia, ma è la cultura dell'albergo diffuso che deve crescere. Per quanto mi riguarda ho una stagione di quasi dodici mesi l'anno. Sotto Carnevale ho dovuto rifiutare molti ospiti».
Secondo lei, i sardi sanno cosa sia il turismo?
«C'è molto da fare: la distanza fra sardi e turismo resiste. Manca soprattutto il coraggio di mettersi in gioco, c'è la paura di sbagliare, sentirsi sotto esame».
E di essere professionali.
«Io parlo per me, non ho titoli per fare le bucce agli altri. Quando dico, ad esempio, che proponiamo prodotti locali non bleffo».
In certi agriturismi la carne è polacca, il prosciutto slavo...
«Quello che io garantisco al cliente lo metto per iscritto. In mancanza di prodotti locali, faccio capo al mercato equo e solidale. Mi rifornisco a Cagliari. Proposte chiare, rapporto leale col cliente: l'unico vero segreto è questo».
Scusi, la sua è ricettività di sinistra?
«Nel mio albergo chiunque è benvenuto. Uno che fa il mio mestiere non può fare differenze fra destra e sinistra, ci mancherebbe».
Non ha risposto, signora.
«Chiarita la premessa, non posso negare che ci sia una certa visione del mondo che incide sul modo di essere e di proporsi».
Camere tutte diverse, tocco radical chic, no?
«Fossi una radical chic non sarei venuta ad abitare a Santulussurgiu. L'albergo diffuso è qualcosa di particolare, non è un hotel con stanze vista mare oppure no ma comunque fatte tutte in serie e tutte uguali».
Cosa le manca?
«Niente. Lavoro volentieri con l'università di Scienze gastronomiche. Non mi sento sola: il confronto quotidiano con una clientela sempre diversa mi arricchisce».
Fatta salva la poesia dei gruccioni, tornando indietro?
«Non ho cambiato vita da un giorno all'altro. Ci ho pensato a lungo, ne ho discusso con le mie figlie. Ho valutato, verificato, ponderato. Dopo, soltanto dopo, mi sono corazzata contro il timore di un pentimento tardivo».
E quindi?
«Scegliere mi ha reso serena».
4.3.08
mammografia
Il sito on-line della ricerca contro il cancro al seno e' in difficolta' perche' non ci sono abbastanza persone che accedono al sito ogni giorno per raggiungere un numero di accessi che permetta loro di ottenere, dagli sponsor, una donazione per almeno una mammografia gratis per donne che non se la possono permettere. Ci vuole meno di un minuto per andare sul sito e cliccare sul bottone 'donating a mammogram' SENZA NESSUNA SPESA. (E' il bottone rosa nel mezzo della pagina con scritto it's free)
Non vi costa nulla. Gli sponsor che sostengono il sito usano il numero di accessi giornalieri per donare una mammografia in cambio della pubblicita' che appare sul sito.
Questo e' il sito. Fate girare tra la gente che conoscete.
http://www.thebreastcancersite.com/
18.2.07
L'isola dei 300 vulcani
Leggi integralmente....
Un grande ingresso alle caverne vulcaniche si formò durante la preistoria, in seguito ad eruzioni del cratere Corona, che domina il paesaggio a nord dell'isola. Questa via attraverso le caverne, lunga circa 10 km, finisce sotto il livello del mare ed è interrotta verso l'alto in più punti del suo decorso.
Su una parte di questa zona vulcanica è intervenuto l'artista Cèsar Manrique, che l'ha resa accessibile ai visitatori con passaggi, terrazze, e giardini con bar e ristoranti. Il paesaggio non ne è risultato in alcun modo compromesso.
Ne sono buona prova i Jameos del Agua, nella parte settentrionale di Lanzarote, alle falde del vulcano Monte de la Corona (la cui ultima eruzione risale a 3.000 anni fa) un intricato labirinto di grotte e tubi vulcanici tra le più interessanti del mondo, un vero paradiso per i sensi, dove c'è posto per lo svago e la cultura.
Jameos del Agua fu il primo centro turistico di Lanzarote creato dall'artista canario. Fu realizzato da Jesús Soto y Luis Morales nel 1968 e terminato nel 1987 con la creazione dell' auditorio.
Jameo è un vocabolo aborigeno che designa la parte d'un tubo vulcanico, dal quale s'è sfaldato il tetto, a causa di esplosioni provocate della pressione dei gas, che generano aperture circolari che lasciano entrare la luce nel sottosuolo. Due di questi orifici ed il canale di scorrimento della lava sono la base della costruzione di Jameos del Agua.
All'entrata, infatti, troviamo il "jameo chico" trasformato in un bar-ristorante e pista da ballo cui si accede attraverso una scala a chiocciola, di pietra.
Comunica con il "jameo grande" attraverso una vasta area che contiene anche il famoso laghetto dalle acque trasparenti, dove abita il "jameito", una specie di granchio minuto, cieco, albino, sensibile ai rumori, di origini sconosciute ed unico al mondo! E' diventuto il simbolo di questo luogo.
Il Jameo Grande è stato convertito in un bellissimo giardino con specie vegetali tropicali ed un'esuberante piscina turchese. Al termine di questo spazio è stato creato un auditorio che contiene fino a 600 persone che gode di una straordinaria acustica (qui ha luogo il Festival de Música Visual di Lanzarote).
L'ultima porzione di grotta accessibile al pubblico è il Jameo de la Cazuela dal cui estremo sgorga una fonte d'acqua salata.
Un'esperienza unica è la visita a Jameos del Agua, nelle ore notturne per godere dello spettacolo dell'illuminazione calda e intima, in piena sintonia con l'armonia e la magia di questo luogo.
25.1.07
Senza titolo 1598
Mille liguri nell'ottobre del 1541, al seguito dei Lomellini, Signori di Pegli (Genova), approdarono a Tabarka, isola della Tunisia, per dedicarsi alla pesca del corallo.
All'inizio del '700, per le ripetute incursioni dei pirati barbareschi e per l'impoverimento dei banchi coralliferi, i Tabarkini accettarono l'invito di Carlo Emanuele III di Savoia, re del regno Sardo Piemontese, e si trasferirono nell'isola di S.Pietro allora disabitata; fondarono quindi la città di Carloforte in onore del sovrano (17 aprile 1738).
Nell'isola di S.Pietro essi proseguirono le attività di sempre dedicandosi alla pesca del tonno e del corallo.
Alla fine del '700 Carloforte subì due invasioni, la prima ad opera dei francesi e la seconda, ben più drammatica, da parte dei pirati tunisini che ripartirono per l'Africa con oltre 800 persone come ostaggi.
Solo dopo cinque anni vennero finalmente liberati grazie al re Carlo Emanuele IV.
Nella seconda metà del secolo scorso Carloforte conobbe un grande sviluppo, favorito dal trasferimento dei minerali estratti nel vicino Iglesiente-Guspinese e trasportati nell'isola con imprenditoria e manodopera locale, per essere imbarcati verso destinazioni lontane.
Con la crisi delle miniere ripresero vigore le attività tradizionali:
pesca, artigianato, marittimi.
Pochi posti al mondo isolati dalla loro madrepatria, hanno saputo conservare per 250 anni, cultura, abitudini e dialetto della terra d'origine, la Liguria (Pegli -Genova-), come a Carloforte.
Questa originalità è motivo di interesse non solo per la Liguria, ma anche per gli studiosi di tradizioni popolari.
Il carattere allegro dei Tabarkini si rivela sopratutto in Carnevale, quando nel cineteatro
Cavallera si tengono veglioni danzanti che durano fino all'alba, nelle serenate nei carruggi, nelle chiacchere in piazza, nel fare casciandra con gli amici.
A Carloforte è possibile trovare nel lavoro dei pescatori, dei naviganti, dei maestri d'ascia (elogiati dall'Ammiraglio Nelson nel suo diario di bordo, dopo una sosta nel porto per riparare alcune navi della sua flotta), lo spirito più autentico di forti tradizioni conservate con zelo. Continua...
26.11.06
Mi piace l'idea
E questo blog di "viaggi" nella vita e nella società pare proprio averne compiuti parecchi, pertanto non posso che ringraziare di cuore per l'invito che mi è stato rivolto.
Mi piace iniziare questo nuovo viaggio insieme con una segnalazione ed una proposta di solidarietà: ho appena realizzato, con le foto ed i racconti del mio ultimo viaggio in Mozambico un e-book liberamente scaricabile dal sito del mio editore, è una sorta di taccuino di viaggio caratterizzato da libere impressioni, evocative fotografie e preziose illustrazioni realizzate da Enrico Guerrini.
In realtà l'e-book fa parte di un progetto che si completa con il Calendario 2007 dal titolo Il Mozambico per la testa, nel quale attraverso un sintetico reportage fotografico cerco di dare un senso dell'universo femminile di questo splendido paese dell'Africa centrale, proponendo essenzialmente acconciature ed una incisiva selezione di ciò che le donne sono solite trasportare sulla testa.
Sia nel caso dell'e-book che in quello del calendario abbiamo pensato ad un "atto di cuore" dedicato all'aiuto di chi è meno fortunato: devolvere parte del ricavato del calendario e richiedere una donazione libera e facoltativa (nel caso dell'e-book) per aiutare Medici Senza Frontiere nelle loro meritorie opere di solidarietà.
Se vi piace godetevi l'e-book, scaricatelo, stampatelo, copiatelo, speditelo e fatelo circolare: è un modo come un altro per assaporare la bellezza del mondo.
Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...
-
Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
-
iniziamo dall'ultima news che è quella più allarmante visti i crescenti casi di pedopornografia pornografia...
-
Ascoltando questo video messom da un mio utente \ compagno di viaggio di sulla mia bacheca di facebook . ho decso di ...





.jpg)



