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24.5.18

la morte ed altre riflessioni

canzoni  consigliate
canzone per un amica- F. Guccini 
vivere - vasco rossi 
un senso  -Vasco rossi 




Appena sento di morti , in quest'ultimo caso d'incidente sia di conoscenti ed amici\che o di suicidi mi viene il magone e mi chiedo a cosa serve vivere se poi prima o poi devi morire . Ma poi tutto passa perchè tutto ha un ciclo con un inzio ed una fine , ma sopratutto nella vita \ opera d'arte non c'è mai niente di fisso ed di definitivo . Ma questa risposta sembra nn bastare perchè ciclicamente ad una nuova morte o evento luttuoso la domanda si ripresenta . E quindi lotto sempre per applicare questo concetto : <<[...[ Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire, spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire, se presto hai dovuto partire... \Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi, \voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi e che come allora sorridi [... ] >>
Un altro sistema   èquelo  d'immaginarmi    che  cosa    succederebbe   quello che  vienbe  descritto  da  Saramago  in  Le intermittenze della morte
Per il momento , non  mi sto  rasegnando , questa  è una  delle mie  tante  battaglie  quotidiane  dovute  al fatto  (  una  delle poche  cose  che  penso  fin da  quando  ero  piccolo )   che   ci sono  cose     contro  cui  si  combatte  e si combattere   semopre   proprio come i mulini  a ventoi  di  Don chisciotte  di  Miguel de Cervantes
, devo solo accettare che   ci  sono  cose    che vanno accettate   e  che non posso essere  combattute . Insomma  accettare il fatto che
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e  che

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 Ma   veniamo   a rifleessioni  più allegre  , altre strade da  seguire



L'immagine può contenere: una o più persone, persone sedute, albero e spazio all'aperto


                                                          Volevo parlare ma poi ho scritto


Piangere sopra un male passato 
è il mezzo più sicuro per attirarsi 
nuovi mali. Quando la fortuna 
toglie ciò che non può essere 
conservato, bisogna avere pazienza: 
essa muta in burla la sua offesa.




                                           da< Caffeina17 maggio alle ore 16:53

Le persone vere spaventano. Per questo spesso rimangono sole. Perché sono sincere, sono oneste e quando vogliono dire qualcosa, lo dicono nel modo più vero che conoscono. Margherita Hack ( 1922-2013 )








4.3.18

Al cimitero di Fucecchio (Firenze), Alfiero Menichetti, pensionato di 77 anni, ha preparato la propria tomba con foto, nome e anno di nascita.

da  http://iltirreno.gelocal.it/empoli/cronaca/2018/03/02/news/


La sua tomba è pronta, ma lui è ancora vivo: «Ho scelto la foto che mi piace»
La decisione di un pensionato che ha già fatto scrivere anche la data di nascita: «Così non gravo sui familiari. Non è scaramanzia, tanto prima o poi arriva...»

di Marco Sabia


C'è la tomba, ma lui è ancora vivo. La scelta di AlfieroAl cimitero di Fucecchio (Firenze), Alfiero Menichetti, pensionato di 77 anni, ha preparato la propria tomba con foto, nome e anno di nascita. "Così non gravo sui miei familiari e avrò la foto che voglio io". L'articolo

FUCECCHIO. I piccoli paesi – spesso – celano storie curiose, che rimangono nascoste agli occhi di chi non conosce questi lembi di terra. Fucecchio, crocevia della Francigena e ultimo bastione della fiorentinità al confine con le lande pisane, da questo punto di vista non manca mai di offrire storie e aneddoti.Nella terra dei Montanelli (Giuseppe Indro), del Palio e del Padule, può accadere infatti che qualcuno faccia una scelta che va decisamente controcorrente, che a raccontarla si stenta a crederci, per quanto è particolare e rara. Al cimitero comunale, non molto lontano dalla cappella che contiene le ceneri di Indro, c’è una tomba, per il momento vuota: sopra – e qui sta la specificità di questa vicenda – ci sono già la foto, il nome e la data di nascita del futuro occupante. Il quale, oggi, ha 77 anni e se la passa abbastanza bene, salvo qualche acciacco che a quest’età fa parte del gioco ma che a volte gli fa maledire dolori e malanni.
Alfiero Menichetti racconta con molta tranquillità e senza particolare enfasi per quale motivo ha deciso di anticipare una pratica che, al momento che il destino vorrà, sarebbe stata svolta da uno dei suoi familiari. D’altronde la “sua” tomba è nella cappella di famiglia e quindi è normale che pochi conoscano questa vicenda, perché la porta d’ingresso – di un vetro blu – è socchiusa. Per capire le motivazioni dietro una scelta del genere, c’era solo un modo, cioè parlare col diretto interessato. Che, legittimamente, avrebbe potuto dire che sono fatti suoi, perché la morte e l’approccio a quest’ultima impauriscono e allontanano. Menichetti, invece, con estrema serenità, spiega perché la “sua” tomba è già parzialmente completa. Lo fa sgombrando il campo da ogni discorso relativo alla superstizione, che con la paura della morte va spesso a braccetto: «In occasione del funerale di una zia ho deciso che avrei fatto anche la parte riguardante la mia tomba, scegliendomi la foto e mettendo nome e data di nascita. Non è un discorso di superstizione, perché tanto la morte prima o poi arriva per tutti. Certo, quando alcuni conoscenti hanno visto quello che avevo fatto, c’è chi mi ha dato ragione, chi no, magari facendo una battuta».


Alfiero, che oggi è un pensionato che vive da solo in una casa alle Botteghe, ne parla con tranquillità, lasciandosi andare anche a qualche sorriso; non ci vede chissà cosa, anche se poi ammette che è «una scelta che non tutti farebbero».
La foto che l’uomo ha scelto è di un matrimonio di qualche decennio fa, dove Menichetti sorride, con giacca e cravatta: «Certo, così facendo me la sono scelta io, non gravando sui miei familiari. Almeno avrò la foto che voglio io», aggiunge l’uomo, senza commentare oltre.
La tranquillità con cui racconta il tutto colpisce chi lo ascolta, in un mondo dove la morte (così come la malattia), diventa tabù. E parlarne diventa di conseguenza scomodo, pur essendo la morte una delle due tappe obbligate (insieme alla nascita), per chi vive su questa terra. Si può sperare – se si crede – che la vita terrena sia “soltanto” una tappa, ma
resta il fatto che alla morte non si scappa. Woody Allen, parlando proprio di questo, diceva: «Non è che ho paura di morire. È che non vorrei essere lì quando succede». Averne paura, in ogni caso, non serve ad evitare un appuntamento per tutti inevitabile. Per cui se ne può parlare con tranquillità, come fa Alfiero, che non si schernisce né si chiude a riccio. Pur essendo la sua scelta un qualcosa di giustamente intimo e personale, che non necessita di giudizi.

10.2.17

avere paura o non avere paura della morte ? tanto qualunque sia la risposta essa viene e ci prende per mano

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 Dopo aver   visto   (  lo recensisco prossimamente   ) il  film   :  k-pax  da un altro mondo mi è venuta  la  rifelessione (  vedere  titolo   e discussione sotto  ). Essa  mi ha  ,   dopo  la perdita  ( ovviamente  in  senso  metaforico   e non  fisico  in  quanto non ho più avuto notizie  di  lui  )  di Danilo Pilato    confondatore del vecchio blog  cdv.splinder , permesso  di trovare  anche  se    su facebook   ( a differenza  di quella  con Danilo . P alias  danny   che  era  avvenuta  online   ) un altra    devo solo chiederli   se  li va   di collaborare  anche  qui  se gli  va  



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per  il momento beccatevi questo dialogo avvenuto  fra me  e lei su facebook  






la morte è un qualcosa di cui non abbiamo nessun il controllo , quindi perchè sprecare tempo ed energie ad aspettarla ( tanto quando viene viene ) ed averne paura
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Commenti
Alessandra Marsilii Viviamo come già risorti 
Mi piaceRispondi118 h
Alessandra Marsilii Caro Giuseppe, la paura della morte è amica, nel senso che ci da uno dei doni più importanti della vita: la prudenza. Quest'altra amica, a sua volta, ci dona l'equilibrio. Lui, grandioso amico, ci dona ciò di cui non dovremmo mai stancarci: miss logica. Logica x logica senza AMORE PER IL BENE noi non potremmo districarci da quelli che amano il Male... Così, "quando viene viene" si spalancano le porte dell'infinito: una x chi andava per la via del Bene, una x chi brama il Male. Insomma, oltre lo spazio ed il tempo, resta il senso: chi sei. La morte ti completa, l' ESSERE è infinito. Ingannare la mente con la "solfa" che non c'è vita dopo la morte è una immensa troijata tirata in mezzo x non fare i conti con se stessi. Esisti oggi? Sei nell'Universo, detto anche "Cosmo" che significa "Ordine". La nostra unica arma è la libertà, o libero arbitrio: possiamo usarla per ubbidire al buon senso o per essergli nemici. Mi spaventa di più mettermi contro il Signor " Cosmo" e preferisco ...vivere ogni momento come se fosse l'ultimo... x restare nell'aere armonica con "Lui" e non stonare da "scarabocchio"!!!!!!! sono già risorta 
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Giuseppe Scano infatti Alessandra Marsilii è per questo che io dico che non bisogna aver paura della morte . infatti 





emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...