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24.5.17

NEI LORO OCCHI © Daniela Tuscano ed altre storie

NEI LORO OCCHI
Nessun salto di qualità. Nessun abisso di nefandezza. Nessun imbarbarimento. L'assassinio dei bambini è inscritto nel DNA del terrorismo fin dal principio. È, ammettiamolo, funzionale alla "causa". Se non l'abbiamo compreso, se solo adesso apriamo gli occhi, quelli dei bambini parlano da sempre. Ognuno uguale, ognuno diverso.
Nei loro occhi brilla una sola luce.
Lo sguardo di Saffie e Georgina, i primi nomi conosciuti delle vittime di Manchester, non differisce da quello di Cristina, la bimba cristiana di tre anni strappata alla madre da Daesh - paradigma di tutti i cristiani perseguitati in Medio Oriente, nella totale indifferenza degli occidentali - e mai più ritrovata. E non diverge da quello dei coetanei siriani, yemeniti o africani destinati a rimanere anonimi ma altrettanto veri, singolari e drammatici nella variegata uniformità. 
Felici o disperati, languenti per la fame o atterriti dalla violenza, i bambini non appartengono a coordinate geografiche. Abitano il mondo. Voluti o inattesi, sempre irripetibili, possiedono la forza dell'origine. La loro gioia è netta, come il dolore e la serietà - e quanto sanno essere seri i bambini, e solenni, e giudicanti. 
Siamo noi adulti a comprimerne l'umanità. A porvi dei confini. E allora li oggettiviamo, e li aggettiviamo. Non più bambini ma infedeli, danni collaterali, vite sprecate. "Infedele" era Cristina secondo Isis, e che abbia tre anni, o sessanta, non importa, come non importava l'età degli ebrei per i nazisti. "Danni collaterali" li definisce ancora Daesh nell'ultimo, abominevole comunicato: "Uno non dovrebbe addolorarsi per l’uccisione collaterale di donne e bambini miscredenti, perché Allah ha detto: 'Non addolorarti per i miscredenti'". (E, si badi bene: "danni collaterali" è la stessa terminologia usata dagli occidentali "esportatori di democrazia" in Siria o in Iraq.) "Vite sprecate", infine, è l'omaggio del vescovo ciellino Negri ai ragazzini inglesi, rei, sia pure in modo, per dir così, passivo, d'essere andati a un concerto: quindi schiavi, a parer suo, del consumismo e dell'edonismo negatori di Dio.
L'immagine può contenere: 7 persone, persone che sorridono, bambinoMa questo rimpicciolimento dei piccoli bestemmia Dio. Senza remissione alcuna. "Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare". Dio muore in quanti sono incapaci di leggere negli occhi dei giovanissimi l'urgenza dell'infinito, a qualsiasi latitudine appartengano. Un Dio disincarnato dall'uomo, e da quella totalità d'uomo che è l'infanzia - totalità ferita, claudicante, faticata ma per ciò stesso offerta alla redenzione, e resa gloriosa - ne diviene la negazione, lo specchio rotto e, dovremo pur dirlo, l'inferno. Dio s'è fatto bambino per essere ovunque, in chiunque. Coloro che ne ripudiano lo sguardo hanno già scritto la propria, irrevocabile condanna.

© Daniela Tuscano
P. S.: Lo chiamano terrorismo religioso. Ma i jihadisti uccidono solo per odio. Primordiale, materico. Odio per il diverso, il nuovo - non a caso, le prime vittime note sono donne -, i suoi successi e il suo benessere. È la frustrazione dell'incapace verso chi si dimostra migliore di lui, ed è felice. (Insopportabile, per gl'invidiosi, la felicità.) È in nome della cupidigia, non di Allah, che stroncano vite e disprezzano la propria, al punto di scialacquarla, sminuzzarla nell'eccidio. Pur se anagraficamente giovani, hanno il cuore decrepito. ( E al termine di questo delirio non avverrà l'islamizzazione ma l'ateismo, il ripudio di qualsiasi idea di trascendenza anche per la mancata - e colpevole - esegesi del testo coranico da parte musulmana.)


Ed esso le altre storie    riportate  sullla nostra pagina facebook   sempre  da  Daniela 




da http://www.globalist.it/
 23 maggio 2017



Chris Parker, il mendicante diventato eroe per aver soccorso i feriti
Aperta una raccolta fondi per il ragazzo che mentre tutti fuggivano è entrato nella hall per portare aiuto


Chris Parker




Un eroe per caso. O forse un eroe divenatato tale sull'onda emotiva dell'attentato di Manchester. Fatto sta che i media e i social inglesi stanno raccogliendo fondi e definendo eroe Chris Parker, un homeless che stava chiedendo l'elemosina all'uscita del Manchester Arena e che dopo l'esplosione della bomba si è precipitato dentro la hall per soccorrere iferiti.
Chris Parker, che ha 33 anni, hanno raccontato i testimoni, ha cercato di soccorrere una donna ferita che è spirata nelle sue braccia.
Subito alcuni hanno aperto una pagina di GoFundMe in suo favore e in poche ore sono state raccolte molte sterline.


Attentato Manchester, le storie. Paula, l'angelo che ha salvato 50 ragazzini
La signora, 48 anni, era nei pressi dell'Arena quando è scoppiata la bomba e ha visto decine di giovanissimi scappare. "Correte con me", ha detto. E li ha portati in un albergo, al sicuro






Manchester, 23 maggio 2017 
C'è un angelo biondo, nel dramma di Manchester. E' una donna di 48 anni, Paula Robinson, 

che

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

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