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Scritto da: Roberto Russo - venerdì 29 marzo 2013
Partendo dalle parole di papa Francesco che invitano alla speranza, una scuola cattolica dello stato di New York ha accolto senza problemi una coppia gay al ballo scolastico. Diversi genitori si sono risentiti per tale scelta, ma il preside li ha bacchettati.
A una coppia di ragazzi gay che frequenta la McQuaid Jesuit High School di Brighton, NY, è stato dato il benvenuto per prendere parte al ballo scolastico. La scuola, come ben si comprende dal nome, è di matrice cattolica, e il preside, il gesuita padre Edward F. Salmon, non ha fatto alcun problema ad accogliere la coppia come una delle tante che prenderanno parte a quelle feste scolastiche che negli USA sono molto sentite. Alle spalle di tale decisione c’è anche una petizione firmata dalla maggior parte degli studenti che perorava la causa dei due giovani gay.
Però a molti genitori non è andata giù la scelta della scuola e il preside ha inviato a tutti loro una lettera, stigmatizzando la disinformazione che serpeggia nel mondo della scuola e non solo. Ha scritto il preside:
Durante l’omelia per la messa di inizio del ministero petrino, il nostro nuovo papa Francesco ha detto: “Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi la speranza. Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza!” Cielo grigio che vediamo anche qui alla McQuaid per via della disinformazione, della paura, dell’incomprensione e anche della rabbia.
Padre Salmon, dopo aver illustrato che si tratta di un semplice ballo scolastico in cui tutti sono benvenuti, ha continuato:Nel buio della disinformazione, della paura, della incomprensione e della rabbia, vi invito a essere uomini e donne che portano la speranza gli uni agli altri. Vi invito a essere uomini e donne che si guardano vicendevolmente con tenerezza e amore. Vi invito e vi incoraggio a aprire orizzonti di speranza, per far sì che un raggio di luce squarci le pesanti, grigie nuvole.