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10.2.24

san remo dove la qualità viene sconfitta dalla mediocrità il caso della vittoria di Geolier su Angelina mango


Questi due   bellissimi post  soipratutto il  primo   dell'amico Giampaolo  Cassitta spiega benissimo perchè ho smesso di guardare san remo con quellì'emozione di quando ero bambino \ adolescente   sorbendomi  anche  siparietti  e pubblicità  . E adesso  me fregavo di
siparietti , e pubblicità ( diretta ed indiretta ) oggi ascolto solo le canzoni per il resto metto il 
🔕🔇  ed  ne   parlo  il meno possibile    ed  a  volte m'illudo   come nei  post  precedenti   : 1) SE NON C'E UNA POLEMICA CREALA TU Amadeus e Marco Mengoni a Sanremo. «Siamo antifascisti» e intonano "Bella ciao" 
Prima di lasciarvi agli Articoli di Cassittà rispondo a chi mi dice ogni qualvolta mi metto a dare una canzone giudizio talvoltà arrogante ( è una cagata pazzesca , o  il meme  a  sinistra  ecc ) che non ho competenze ed che ho problemi d'udito oppure : << da cosa lo concludi? Sai quali sono le sue competenze tecniche in materia musicale? Sai a quali tradizioni musicali (plurale non a caso) si riferisce? Tu hai competenze e preparazione musicali tali da poter giudicare , ecc >>.  E'  vero    credo di avere poche   se  non scarse  competenze musicali ,  infatti  giudico  unendo   le  mie  opinioni  personali con   gli specialisti  che   ne  sanno   più  di me  ,  per affermare che una canzone è ..... mediocre , pessima , sublime . ma prima di giudicare nel lmite delle mie conoscenze dirette o indirette ( amici musicisti o insegnanti di musica ) un brano lo ascolto nel : testo , nella musica, negli arrangiamenti, nell’armonia, nell'esibizione quando si tratta d'esibizioni. 

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Una vergogna sottolineata dal pubblico pagante e dal popolo del web. La vittoria di Geolier nella serata delle cover brucia come una ferita difficile da sanare. La domanda è: perché? Perché questo ragazzotto carinuccio e senza troppa qualità ha potuto sbancare al festival di Sanremo? Perché anche nella giornata precedente si è aggiudicato il primo posto e adesso rischia, davvero, di vincere Sanremo?. Perché il popolo ha votato e il popolo ha deciso. E ha sbagliato.
Sembra di ritornare indietro all’uno vale uno che distrugge la qualità delle persone. Il popolo della qualità se ne frega e vota “a prescindere” come direbbe Totò. Chi seguiva (come me) il festival con uno sguardo sui social (X soprattutto) si rendeva conto di una cosa incredibile: la gente postava foto dei propri voti a cantanti che ancora si dovevano esibire, senza tener conto della performance. E’ come dare il voto ad un candidato per un concorso senza che questi abbia risposto ad alcuna domanda. Però è un gioco, però ci sono altri problemi. Certo, ci mancherebbe, ma se anche in questi piccole futili cose prevale il campanilismo e la sciatteria non ne usciamo. Volevo analizzare la giornata da un punto di vista estremamente qualitativo ma, sinceramente, davanti a questa piccola vergogna non ho parole. La serata la poteva vincere Annalisa (9) Alfa con uno strepitoso Roberto Vecchioni (9) oppure, forse, l’esibizione tra le più intense: i santi francesi con Skin e la sublime Hallelujah di Leonad Cohen (9 e mezzo); l’incredibile performance di Mahmoud l’unico ad aver inteso il senso della cover: ovvero cantare senza autocelebrarsi e provare a restituire una canzone diversa dall’originale. La sua “com’è profondo il mare” era sublime. Grande performance di Ghali che ha spiegato cosa significa essere italiani e la sua è stata una storia di vita bellissima. (9)
Angelina Mango meritava la vittoria e si capisce in maniera sfacciatamente palese che le è stata scippata: arrivare seconda aiuterà a portarsi a casa il festival ma ciò non toglie che la sua rondine era la più bella cover della serata per intensità, bel canto e passione. Dieci di cuore ad un testo ed interpretazione favolosa. Infine Diodato che ha rasentato il 10 (si ferma a 9) con la canzone di un mostro sacro, Fabrizio De Andrè. Mi ha stupito Big Mama con Lady Marmalade e la sua grande ironia e capacità di stare sul palco. Insomma, davanti a tutta questa bellezza ha vinto un’esibizione scialba, sciatta, incomprensibile a quasi tutti gli italiani. Lo ha capito anche Geolier e lo ha capito anche Gigi d’Alessio. Non si può andare agli Uffizi e davanti alla Primavera di Botticelli girarsi e affermare ad alta voce: “Però, la porta d’ingresso di questa stanza è bellissima”. Questo è successo. E non è stato un bel vedere.



E alla fine la diaspora è diventata tra il Nord e il Sud. Mi verrebbe da sorridere ma questo siamo. Ho affermato – ed è una mia personalissima opinione – che il voto di ieri non ha premiato la qualità e quel voto è il risultato di chi ha deciso che un giovane e promettente ragazzo finisse al primo posto. Non discuto Gioilier e, vi prego, seguitemi bene: lui, il rapper di Secondigliano è, a suo modo, un fenomeno e può solo migliorare. Discuto – ed è cosa assai diversa – la scelta sulla performance di ieri e non può essere peccato di lesa maestà. Molti accusano che Giolier è un fenomeno planetario, ha venuto molti dischi, è il più ascoltato del 2023. Tutto questo, per me, è indiscutibile. Quel fenomeno, però, ieri su quel palco non è stato il migliore. E’ capitato a Pelè, a Maradona, a Claudio Baglioni una giornata storta, una scelta sbagliata. Ieri ci sono state diverse cover più belle e non voglio portare l’acqua al mulino delle mie scelte musicali. Dico un’altra cosa: ieri, il Volo ha presentato una degna canzone dei Queen ma non per questo sono nella mia personale hit parade. Riconoscere la bravura degli avversari o riconoscere la bellezza non è di questo paese. Ne ero cosciente. Si è detto che il popolo ha deciso. Non esageriamo. Hanno deciso per il 33% del voto molte persone che hanno scelto il ragazzo di Secondigliano. Non era una disputa politica e non era una battaglia epocale tra il sardo Mahmoud o il napoletano Giolier. Personalmente avrei votato per Ghali che ho trovato coraggioso e iconico e con il suo “italiano vero” ci ha raccontato quanto ancora c’è da fare in questo curioso paese dove tutto si riduce ad uno contro l’altro. Auguro a Giolier di vincere il festival e l’Eurofestival. Io, di mio, voterei Diodato, Ghali e anche Mahmoud, ma su quest’ultimo devo stare attento perché verrei tacciato di tifo da stadio. E non è il caso. Parliamo, davvero, solo di canzonette.


«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...