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27.12.13

Giovane malata difende test su animali e riceve augurio di morte su Facebook La studentessa di veterinaria a Bologna: "Grazie alla vera ricerca oggi ho 25 anni". E piovono insulti e minacce: "Se crepavi a 9 anni non fregava a nessuno"




Solidarietà , pur non condividendo la sua scelta pro vivisezione \ sperimentazione sugli animali . Non è con la mancanza di rispetto e di dialettica che s'esprime il proprio dissenso

N.B come si può evidenziare  dal suo  diario su facebook  https://www.facebook.com/caterina.simonsen la  ragazza  è  vegetariana \ vegana  e  ama  gli animali e  Studia Veterinaria presso Università di Bologna

 








fonte   repubblica  online 

 


BOLOGNA -"Per me puoi pure morire domani. Non sacrificherei nemmeno il mio pesce rosso per un'egoista come te", firmato Giovanna. E solo uno degli "oltre 30 auguri di morte e oltre 500 offese" ricevuti su Facebook e denunciati da Caterina Simonsen, studentessa di Veterinaria all'università di Bologna, vegetariana, colpita da 4 malattie genetiche rare, e divenuta il bersaglio di estremisti animalisti sul social network dopo avere pubblicato una foto che la ritrae con il respiratore sulla bocca e un foglio in mano: "Io, Caterina S. - recita la scritta - ho 25 anni grazie alla vera ricerca, che include la sperimentazione animale.
Senza la ricerca sarei morta a 9 anni. Mi avete regalato un futuro".
Il post, rilanciato dalla pagina 'A favore della sperimentazione animale', ha totalizzato fino a questa mattina 2.690 condivisioni e 13.893 'Mi piace'. Ma ha suscitato anche una pioggia di "insulti, apprezzamenti, di tutto e di più", spiega la ragazza che con due video risponde a chi la attacca e lancia un appello a Partito animalista europeo, Lega antivivisezione (Lav) e Michela Vittoria Brambilla, affinchè si dissocino dagli auguri di morte e prendano provvedimenti.
"Se crepavi anche a 9 anni non fregava nulla a nessuno, causare sofferenza ad esseri innocenti non lo trovo giusto", è il messaggio di Valentina. Concorda Mauro: "Per me potevi pure morire a 9 anni, non si fanno esperimenti su nessun animale, razza di bestie schifose".
Insulti anche da Perry: "Magari fosse morta a 9 anni, un essere vivente di m... in meno e più animali su questo pianeta". Materiale che Caterina ha consegnato alla polizia postale, con nomi e cognomi degli autori dei post. "Non capisco


 il perchè di tanta cattiveria", replica la giovane. "Loro non sanno chi sia io, cosa faccia io, e probabilmente sono così ingenui da non sapere che tutti i farmaci che prendono, che danno ai loro figli e che danno ai loro animali sono stati testati sugli animali". Perchè è questo che prevede la legge in attesa di metodi alternativi altrettanto validi, precisa la ragazza prima di raccontare come si convive con le patologie di cui soffre.
 




6.9.13

il politicamente corretto nega l'handicap successo a Casamicciola Terme Italia 4 Settembre 2013

secondo  il commento di  Luisafrancesca Proto che ha  documentato  tale  obbrobrio    : <<  il problema è che i genitori dei bambini che" si impressionano" sono d'accordo  >>



 mi chiedo  chiedo chi è più imbecille se  tu  o  chi  ti ha  dato il titolo e  l'incarico   di preside  di tale struttura  . Se  era  una  provocazione  a me


  perchè andava  fatta  all'incontrario  oggi giornata dei disabili    siete invitati a partecipare   .

P.s

 leggo ora  in rete   che  la  cosa più grave  è  che  .


L'avviso che ha indignato molti genitori è stato scritto da una religiosa per un istituto privato. Ora la donna si dice mortificata.È una suora, operatrice all'interno di un istituto privato religioso che ospita ragazze madri e bimbi in difficoltà, l'autrice del cartello sui portatori di handicap che ha indignato Casamicciola Terme, comune dell'isola di Ischia. Il cartello invitava i genitori a non portare i bambini a scuola nella giornata dei disabili poiché questi ultimi “molto malati” avrebbero impressionato i loro coetanei che invece hanno la fortuna di essere sani.
Il cartello, un foglio A4 stampato e incollato col nastro adesivo su un portoncino, era stato fotografato da una donna e pubblicato su Facebook, scatenando grande indignazione. La prima ipotesi era quella di uno scherzo di cattivo gusto ma poi piano piano, complice anche l'attenzione posta sull'argomento dall'Amministrazione comunale locale, si è arrivati a individuare dove fosse stato pubblicato quel cartello. Non in una scuola pubblica ma in un istituto privato. Retenews24, sito web di informazione campana, è riuscito a contattare gli esponenti della scuola privata che si sono detti dispiaciuti della reazione causata dal cartello.

17.8.13

razzismo sempre più diffuso in italia ? anche in sardegna l'onda nera del razzismo si sta diffondendo ?

E'  gia il secondo caso   dopo quello di Alghero di due  \ tre  settimane fa  . A voglia che noi continuiamo a dire che non siamo razzisti .......ma il verme del nord sta contagiando anche noi del sud, paese  fin'ora  ospitale  come dimostra il caso della sicilia  qualche  giorno  fa  dove   i bagnanti hanno aiutato  gli immigrati a  sbarcare  e non ha  usato   motivazioni  in parte vere  e  in parte  ingigantite   del tipo  : << sono   troppi ,  sono invadenti  , non pagano le tasse  , non rilasciano scontrini \  ricevute  , vendono  roba  contraffatta  , ecc  >> 



 avevano ragione i Mcr  in una canzone di qualche tempo  fa  



 unione  sarda   online del Sabato 17 agosto 2013 07:53

"Vattene sporco negro"
Denunciati cinque giovani
UN AMBULANTE SENEGALESE IN SPIAGGIA


Nella spiaggia di Coe Quaddus, a Sant'Antioco, cinque studenti hanno insultato un senegalese che da 20 anni vive nel Sulcis. I ragazzi, tutti cagliaritani, sono stati denunciati.
Hanno minacciato e insultato con frasi a sfondo razziale un ambulante senegalese di 60 anni, ma da
20 residente a Carbonia, e sono stati denunciati dai carabinieri di Sant'Antioco. Si tratta di cinque studenti cagliaritani di età compresa tra i 20 e i 25 anni, che ora devono rispondere di minacce e ingiuria aggravata dalla discriminazione e dall'odio razziale. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Carbonia il fatto è avvenuto nei giorni scorsi nella spiaggia di Coe Quaddus, a Sant'Antioco, nella costa sud occidentale della Sardegna: i cinque si sono avvicinati alla bancarella e senza apparente motivo, dopo aver buttato per terra la mercanzia dell'ambulante, l'avrebbero aggredito verbalmente invitandolo in malo modo ad andarsene. In soccorso dell'ambulante sono intervenute alcune persone che hanno fatto allontanare i giovani, che sono stati identificati oggi dai carabinieri.



16.1.13

Pagatevi anche l'aria che respirate . ticket d'ingresso nel parco giochi a Bologna

Leggendo questa  news  , mi accorgo   che  ed  è  il caso  successo  
A Bologna il paradosso diventa realtà. Un assessore propone di pagare un ticket per entrare nei parchi pubblici e per i giochi dei bambini. La valorizzazione capitalistica delle metropoli non ha alcun pudore.
Finalmente  una risposta   a quella    domanda  in cui  Molte volte ci siamo ripetuti come paradosso che prima o poi ci faranno pagare anche l'aria che respiriamo o introdurranno la tassa sulla tosse. Ma la realtà supera sempre la fantasia .  Infatti   cosa  dice sempre  il  portale  Contropiano.org  

 ecco che un assessore comunale di Bologna, anche lei un tecnico prestato alla politica, avanza la proposta adeguata. L'ispiratrice è Patrizia Gabellini, docente al Politecnico di Milano e assessora all'urbanistica della Giunta Merola. La proposta è quella di far pagare un ticket di uno o due euro per l'uso dei giochi nei parchi pubblici da parte dei bambini. “Si stiamo prendendo in considerazione l'idea di privatizzare alcuni dei giochi per bambini nei parchi pubblici, abbiamo già ricevuto alcune proposte da parte di imprenditori e, qualora andasse in porto, sarebbe previstoun ticket di 1 o due euro, dipende...” dice l'assessora Gabellini (nomen omen viene voglia di dire) al Corriere della Sera. Ma si sa che il modello emiliano del XXI Secolo ha sempre qualche correttivo per le opzioni più brutali. Tra le ipotesi per edulcorare questo orrore economico e sociale, ci sono anche altre strade come “l'autogestione da parte dei genitori o forme di sponsorizzazione”. 
La motivazione come al solito è economica: il Comune spende quasi 800mila euro l'anno per la manutenzione di 128 parchi pubblici e quasi 1.300 tra scivoli, piccole giostre e casette dei sette nani. Quindi pagatevi l'aria “pulita” e i giochi dei vostri bambini.
Le innumerevoli imposte, tasse e balzelli già esistenti, e quelle in arrivo, non bastano più per assicurare il patto tra cittadini e istituzioni: tasse in cambio di servizi. Adesso oltre alle tasse occorre pagarsi anche tutti i servizi. E' la rottura unilaterale di un patto da parte dello Stato e delle amministrazione locali e la cosa non dovrebbe rimanere senza conseguenze.Il paradosso bolognese non deve però sorprendere oltre un certo limite. Da tempo infatti segnaliamo che la lotta per lo spazio e il tempo nelle metropoli è un motivo di conflitto strategico tra la logica della valorizzazione capitalistica e il diritto alla città. Negli agglomerati urbani lo spazio è sempre meno, perchè uno spazio vuoto non messo a valore viene considerato dai “prenditori” uno spreco. Non solo ma diventando lo spazio vuoto (tali vengono considerate le aree verdi) un bene sempre più scarso, è dis-econonomico che sia gratuito e dunque la sua fruizione deve essere messa a pagamento. Un esempio lampante sono le strisce blu che disegnano le strade. E' sufficiente cambiare il colore delle strisce affinchè quello spazio vuoto debba essere pagato per parcheggiare. Coerentemente a questa logica non potevamo che aspettarci di dover pagare anche il verde pubblico e i giochi per i bambini. Anche l'aria resa un po' più respirabile dagli alberi o un tempo di vita sottratto alla giornata lavorativa sociale (sempre più lunga) come quello che magari uno dedica ai propri bambini per portarli a giocare in un parco, diventano uno sperpero nella logica del capitale. Se non possono estorcere valore direttamente sul lavoro, ti fanno pagare tutto il resto, incluso il verde pubblico, lo spazio vuoto, il tempo sottratto alla produzione sociale.
C'è materia per discuterne e mobilitarsi, ma soprattutto c'è materia per una rivoluzione, vera però.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...