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9.9.14

anteprima n 337 di Dylan dog quello dell svolta con intervista a Gigi Simeoni uno dei nuovi acquisti e anticipazioni e miei ipotesi sulla fine della prima serie ed inizio della seconda serie d'orfani [ chi lo ha detto che l'autunno sia cosi cupo ? ]

 Rispondo   alla  domanda che  mi sono posto  nel titolo del  blog    del post  d'oggi    parlando  di due  novità   in ambito  culturale   \  letterario  . Esse  vengono più precisamente  dai due  fumetti della  Bonelli  .  La  prima     si tratta  del tato atteso rinnovamento  \  nuovo  corso  di Dylan  Dog,  il  secondo  Orfani  .  Del primo   Se    già parlato  a  da  più  di  un anno  (  vedere la mia intervista  a  Paola  barbato  dl 24\7\2013 )   sulla pagina  Facebook  ufficiale  di  Dylan Dog.
 Da  quello che riporta questo articolo  della bonelli  http://www.sergiobonelli.it/news/news/Dylan /   (  da   cui  è tratta  anche  la  copertina  del 337   ) Ecco cosa vi attenderà in edicola dall'inizio dell'autunno:Si inizia il 27 settembre con l'uscita del numero 337 della serie, "Spazio Profondo", un albo che sarà eccezionalmente a colori, scritto da Roberto Recchioni, per i disegni di Nicola Mari e con i colori di Lorenzo De Felici.

Una storia in cui Dylan si troverà più volte di fronte a se stesso, costretto a esplorare gli infiniti meandri della propria coscienza.Si prosegue, poi, con un processo di rigenerazione che coinvolge tutte le collane legate al personaggio e che prevede un ritorno alle origini – per recuperare l'essenza horror e inquietante delle avventure –, l’introduzione di novità quali il pensionamento

dell’Ispettore Bloch, l’arrivo di nuovi personaggi, l’inserimento della tecnologia nella vita di Dylan.
Negli albi successivi al 337, infatti, verranno pubblicate gli episodi che porteranno il lettore nel vivo del progetto e che vedranno impegnati autori come Paola Barbato, Bruno Brindisi, Giampiero Casertano, Claudio Chiaverotti,Michele Medda, Montanari & Grassani, Marco Nizzoli,Corrado Roi, e alcuni tra i migliori artisti del fumetto italiano contemporaneo, al loro esordio sulla testata, tra cui: Akab,Ausonia, Barbara Baraldi, Ratigher, Gigi Simeoni…
Come dicevamo, le novità del progetto coinvolgeranno l'intero universo di Dylan Dog e le collane a esso collegate: la serie regolare mensile, il Maxi Dylan Dog, il Dylan Dog Color Fest, l'Almanacco della Paura e lo Speciale. Guardiamo cosa accadrà, nel dettaglio, in ognuna di queste serie: (..... )

  come  detto nelle righe  precedenti  sara  uno spartiacque  con la  vecchia  "gestione  "Infatti  i  giornali  dico  il contrario di tutto  .   dalla bacheca  di Fb  di Gigi Simeoni

è apparso sul Corriere della Sera un articolo che crea un fastidioso equivoco confondendo la "rinascita di Dylan Dog" - in generale - con la trama dell'albo in arrivo, il 337( Roberto Recchioni - Nicola Mari), che ha tematiche fantascientifiche, come se queste permeassero definitivamente il futuro della testata e Dylan da oggi in poi divenisse una sorta di replicante sintetico di se stesso. Mai 
Gigi simeoni al centro  fra Nicola mari  (  sinistra  ) e  Roberto recchioni ( a destra  )
dalla sua pagina  facebook   
balla più grossa poteva essere accidentalmente propinata: questa, e solo QUESTA, storia, è una genialata al cubo che lascerà un bel segno nella storia editoriale del nostro eroe. Io, essendo uno dei privilegiati che l'ha già letta, posso confermare che non c'era un modo migliore per inaugurare la nuova vita di Dylan, con una storia che dimostra l'estrema libertà (seppure condita con la tradizione di casa Bonelli) richiesta a noi autori come conditio-sine-qua-non per procedere da qui in avanti. Dylan si muoverà a Londra, la Londra odierna, e non verrà MAI tradito nella sua essenziale componente di profonda umanità che lo caratterizza. Sangue, ossa, pietas, coraggio e quinto senso e 1/2. Non ci serve un replicante: quello originale ha ancora tanto da dire.


Non sapendo cos'altro aggiungere  ho scelto visto  "l'arrivabilità " ( esperienza personale )  di  Recchioni e  non voler  ripetermi   con Paola  Barbato  , come sono solito  fare  ,  intervistare lo stesso  Gigi Simeoni in quanto   da  dicembre  inizierà a scrivere pure  lui  su Dylan  

1) Raccontaci  le  emozioni e  cosa  hai  provato  nell'apprendere il tuo arruolamento  nello staff  di dylan dog   ? 
ERO EMOZIONATO, OVVIAMENTE. ASPETTAVO DA ANNI QUESTA OCCASIONE, E FINALMENTE LA MIA RICHIESTA ERA ACCOLTA. NON SOLO: TIZIANO ERA ANDATO ben oltre, chiedendomi non solo di disegnarlo, ma anche di scriverlo. che vuoi di più?
2) in dylan dog   apporterai  le  stesse atmosfere  di   amore  nero , la stria , volto nascosto  ,. gli occhi e il buio  , ecc   oppure  ci sarà   qualcosa  di nuovo  ?
Il mio stile è quello. Ci sarà Sime sempre, in modo preciso.
3) In Dylan Dog   sarai   completo  cioè disegni  e  sceneggiatore  ? oppure  solo o  una solo  l'altra  ? come detto, entrambe le vesti professionali. L'esordio (se escludiamo il Color Fest con la storia scritta da Fabrizio Accatino) è una storia che uscirà a dicembre, scritta da me e disegnata da Giampiero Casertano.
4) una  domanda  che sicuramente  ti hanno già fatto , ma  utile  per  i nuovi  fans  di Dylan Dog  e  i " rientristi "  (  cioè quelli  che avevo abbandonato   DD  perchè  sta  scadendo   e  stanno ritornando    a  riacquistarlo  Sappiamo che sei coinvolto nell'operazione di "restyling" di Dylan Dog e che tocca a te, in veste di sceneggiatore, far entrare in scena il sostituto di Bloch. Come siete arrivati alla scelta dell'ispettore Carpenter, tu e gli altri sceneggiatori, e come hai voluto presentarlo, in questa sua prima uscita pubblica ?
 la dritta me l'ha data Recchioni. Voleva un certo tipo di poliziotto tutto d'un pezzo, e mi ha consigliato di guardarmi qualche puntata di "Luther". Ecco, lì siamo partiti a costruire il personaggio. Esordirà proprio nella storia disegnata da Casertano. 5)  Qual è  lo spunto di partenza di dell'ispettore  Carter ? Hai qualche opera di riferimento per  questo  personaggio   che sicuramente  conoscendo  le  tue storie   sarà destinato  ad  essere  un  nuovo  bloch  e  a  svolgere  un ruolo importante   all'interno   delle storie di  Dylan  ? Non sarà affatto un nuovo Bloch. Al contrario, si oporrà continuamente a Dylan, ostteggiandolo in ogni occasione. Considera Dylan un povero ciarlatano che sfrutta la credulità altrui, e il motivo di questo comportamento sarà poi spiegato approfonditamente. Ma più avanti. 
6) In questa seconda  frase in Dylan Dog  ci sarà l'uso delle nuove  tecnologie  . Ci potresti   dire  di più  , magari   anche   con  qualche  disegno  di una tua storia  ( se  sarai tu  a   scriverla  o  disegnarla  )   rispetto a   quanto    già detto    sula tua  bachevìca qualche tempo fa  
Un paio di giorni fa, ho postato uno schizzetto di Dylan alle prese col suo nuovo smartphone. Una battutina spiritosa, per nulla aderente con la nostra idea del progetto di rilancio del personaggio, che nelle mie intenzioni era un semplice giochino di parole. Dalle reazioni, però, ho capito quanto presente sia l'attesa dei lettori nei confronti di questo nuovo "ingrediente" che farà la sua comparsa da settembre in avanti: la Tecnologia. Per placare il bollore delle illazioni, sottolineo quanto abbiamo già ampiamente anticipato nelle nostre conferenze: Dylan, nel 2014, non può più rischiare di lasciarsi sfuggire un cattivone o non poter salvare una povera vittima perchè al momento opportuno non ha un telefono a portata di mano. Così, come non potrà sprecare minuti preziosi per consultare la sua polverosa biblioteca nell'epoca di internet. Degli aspetti tecnici si occuperà Groucho, come già faceva per la fedele Bodeo cinque colpi, dando a Dylan il supporto logistico necessario a rendere certi passaggi narrativi ancora più veloci, lasciando quindi molto più spazio all'azione. Solo vantaggi, quindi. Si tranquillizzino i più reazionari tra i fedelissimi!

L'altro fumetto  è (  ne  ho parlato più volte  in  queste pagine  ) Orfani  che    con il numero di questo mese   s'avvia  alla  fine della  prima serie 
copertina del 1  numero della  nuova  serie

l'ultimo numero della  prima serie  

 .
Speriamo  che  la  II  sia come la  prima . Dai disegni  in anteprima trovati sulla  pagina ufficiale  facebookiana  della  serie sembrerebbe  di Si . Ora  non essendoci in rete nè interviste agli autori nè  un  battage'  pubblicitario  come per la  1  serie  ma  solo  brevi sinossi  per  l'ultimo  numero  e riassunti   video delle particolarità  della prima serie  .
Ecco  alcune  foto  prese dalla pagina fb ufficiale della  serie

ultimo numero 



anteprima II serie 


faccio , visto che la  serie  è  almeno  per quelli della mia generazione cresciuti a fantascienza  (   mazinga  z , trasfomer  ,  capitan futuro , capitan harloch ,  conan il  ragazzo del futuro  ,  conan il barbaro ,  le unità didattiche  all'epoca ( anni 80  primi 90   si chiamavano cosi )    sulla  fantascienza  fatte alla scuola media  ) è prevedibile  ma allo stesso ricca  di colpi di scena  ,  delle mie prevvisoni  su come andrà  la fine della prima  e della seconda  .
il faccia  a  faccia tra  il guerriero e il soldato,  cioè  il Pistolero( ringo )   e il Boyscout (  jonas)   si concluderà   con la   morte  di ringo  che morendo  riuesce  a  passare  ai ribelli  la registrazione  audio  con il dialogo della  dottoressa . Quest'ultima  uccisa  dallo stesso  jonas  , per  soddisfgare il desiderio  di sua moglie morente  . E la sostituzione  di Jonas  nel ruolo della  juno  e  il reclutare  e addestrare  nuove leve  per ricreare ordine  al caos   sempre  più forte  . Incrementato quest'ultimo dalla diffusione  ,  via  mediatica   tipo



non so che altro dire  notte

7.10.13

seconda marea-tiziano sclavi gli anni del mare e della rabbia , intervista al duo secondamarea . \ rinascita del folk o canto del cigno un italia sempre più stanca e moribonda ?


ho  finito  di riascoltare per  la  3  volta  il  cd  Gli anni  del mare  e della  rabbia edito    con XL  di repubblica  di  questo mese  .
Incuriosito  da  come   la poesia  (  di Tiziano Sclavi  )  incontri la musica  (  il duo secondamarea  )   ho scritto   di  getto  questo  post-intervista 

Molto spesso, quando ci sono dei grandi eventi culturali collettivi, la stampa in generale ( eccetto forse quella specializzata ) fa 
da http://youtu.be/is36HOo5B0k
passare in primo piano il protagonista principale ed in secondo piano i co-protagonisti (se non addirittura si limita 

solo a citarli). Ebbene a me, questo andazzo non mi piace, in quanto anche i protagonisti secondari hanno un ruolo fondamentale per la riuscita del progetto . Quindi cari\e amici beccatevi questa intervista ai musicisti di Ballate della notte scura ora  Gli anni del mare e della rabbia

Esso  è  un bellissimo e coraggioso cd che rompe una ormai sempre più sterile ed evanescente e separazione tra le arti, fondono voci e ritmi di chitarre, tastiere, pianoforte, fisarmonica e batteria, e tirano fuori tutta la musicalità delle parole di Sclavi, nelle quali l’orrore quotidiano, più che da mostri, zombie e vampiri, è popolato dai fantasmi comuni e reali della solitudine e dello straniamento.

Il risultato sono queste struggenti e coinvolgenti ballate, che promettono di volare dritte dritte al cuore e di viaggiare con la mente . Questa è la sensazione che si ha (almeno per me è cosi ) ascoltando il cd in particolare ( almeno al primo ascolto ) “Il lungo addio”, come sto facendo mentre scrivo questo pezzo, vedrete, anzi, sentirete, quanto hanno ragione le recensioni che trovate qui sul  sito  della casa editrice  della versione precedente  
Ma ora, facciamoci raccontare dai Secondamarea qualcosa in più su tale progetto e non solo. 

Come è nata la scelta di mettere in musica le poesie di Tiziano Sclavi , un poeta/scrittore ancora in vita, visto che Il vostro affiatatissimo duo non è nuovo a questo genere di progetti. Infatti sempre lavorato a nodo stretto con la poesia. Avete messo in musica Dino Campana, Alda Merini, Erri De Luca, Giorgio Bassani, Edgar Allan Poe, Bukowski ....? 


Tiziano Sclavi ci ha da sempre accompagnato con i suoi fumetti e i suoi romanzi. La nostra vita è stata più felice, più anarchica e consapevole grazie a Tiziano. Abbiamo amato la sua opera e tante volte in passato, da ragazzini, ci è venuta la voglia di cantare le ballate e le filastrocche che contrappuntavano le storie di Dylan Dog. A 18 anni abbiamo messo in musica “…” tratta dall’albo “Il lungo addio”. L’abbiamo inviata alla Bonelli e dopo qualche giorno ci ha chiamato Sclavi in persona per complimentarsi. Da quel momento è nato tutto, soprattutto un’amicizia. 

Secondo voi che differenza c'è fra musica e poesia ?

Ogni forma artistica ha i propri codici, le proprie strutture interne, le proprie leggi. È entusiasmante quindi quando due forme artistiche differenti riescono a entrare in contatto, creando persino un nuovo medium. Quando musica e poesia si incontrano possono nascere delle belle canzoni. 

Quando decideste : << perché non facciamo un intero di disco con i testi di Tiziano? Allora gli telefonammo, lui si mostrò entusiasta all’idea. Ci spedì “Nel buio”, una raccolta di oltre cento testi di ballate, un vero e proprio canzoniere.>> ( da http://poesiabar.wordpress.com/2013/02/12/le-ballate-della-notte-scura-di-sclavi-e-secondamarea/ ) avete sofferto molto nello scegliere le poesie che poi sono confluite poi in “Ballate della notte scura"?

Al contrario, ci siamo divertiti molto! D’altronde siamo stati generosi: “Gli anni del mare e della rabbia”, il disco uscito con XL in questi giorni, contiene ben 20 canzoni. E ci sono già altri brani pronti per il prossimo album...


Come è nata l'idea del cd, in realtà si tratta di un sorta di ristampa del precedente (  foto  a  destra  )  più 4 canzoni , allegato alla rivista XL? 


“Ballate della notte scura” è stato pubblicato da un piccolo editore, con una tiratura limitata e una distribuzione lacunosa. È stata ben accetta quindi la proposta che ci ha fatto Repubblica di rieditare il cd per arrivare a un grosso pubblico. “Gli anni del mare e della rabbia” esce oggi in formato cd, senza libro allegato, come era l’idea originaria nostra e di Tiziano.



Adesso basta parlare solo del vostro ultimo lavoro parliamo un po' di voi 


vostre esperienze artistiche prima della formazione del duo?

Lavoriamo insieme da oltre dieci anni e siamo molto giovani. Parlare di un’esperienza artistica precedente ci sembra forse superfluo e soprattutto non molto interessante. 



È ancora valido quanto diceva  Robeto Leydi   in I SUCCESSI e GLI ERRORI DEL FOLK ITALIANO, DOPO I FURORI DELLA TARANTELLA?





è ancora valido quanto diceva http://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Leydi in I SUCCESSI e GLI ERRORI DEL FOLK ITALIANO, DOPO I FURORI DELLA TARANTELLA
La stampa, 15 giugno 1979
Non c'è dubbio che uno degli elementi caratterizzanti della vita culturale italiana degli ultimi vent'anni (dalla fine degli Anni Cinquanta) sia stato il progressivo recupero di interesse per la cultura del mondo popolare. E ciò da molti punti di vista, da quello scientifico a quello consumistico. L'arco delle attenzioni che sono state e sono rivolte alle manifestazioni culturali delle classi popolari è molto ampio e va a confondersi quasi, da un lato, con la moda ecologica, mentre, dall'altro, si insinua nella più viva e avanzata ricerca storica. Dal folklore come ambigua realtà «ruspante» al folklore come apertura di nuovi orizzonti anche ideologici al dibattito culturale. Ma se la ricerca e lo studio vanno bene, con un'attività che, ovviamente, ha i suoi dislivelli di qualità ma produce risultati anche importanti e .spesso emozionanti (sullo sfondo di un accademismo da liceo classico finalmente in crisi), in quella fascia che volgarmente viene etichettata come folk, e riunisce molte iniziative sia evidentemente commerciali che ambiziosamente culturali, regna una notevole confusione. Il momento «eroico» degli Anni Sessanta, connotato anche vivacemente soprattutto dal lavoro del Nuovo Canzoniere Italiano e portato alla ribalta di un'attenzione di massa dallo «scandalo» di Bella ciao al Festival di Spoleto, nel 1964, è ormai definitivamente concluso. Fenomeno proprio di fasce giovanili, il folk revival offre ai ragazzi di oggi una memoria molto impallidita (o addirittura svanita) di quei suoi anni cosi lontani sul calendario sempre più veloce dello sviluppo generazionale. E al passato, in fondo, appartengono anche gli eventi e i personaggi del periodo successivo (del periodo, cioè, della prima metà degli Anni Settanta) che ha visto svolgersi il gioco di varie tendenze più o meno vicine o più o meno lontane: l'eredità radicalizzata in senso politico del Nuovo Canzoniere Italiano; lo sviluppo in senso di fedeltà musicale ai modi tradizionali di quella stessa esperienza; la proposta seducente, musicalmente vivissima (e commercialmente fortunata) della Nuova Compagnia di Canto Popolare; le ricerche di contaminazione e di «creatività» del Canzoniere del Lazio. Non è, certo, un elenco completo, ma credo che in questi quattro filoni si possa, emblematicamente, condensare il senso del lavoro del nostro folk revival in quel periodo di transizione. Lasciando perdere, com'è doveroso, i cascami e le avventure banalmente commerciali. Se questo è il «passato», se questo è dietro di noi (magari non tanto dietro di noi cinquantenni, ma certo dietro ai ventenni e ai trentenni), qual è il presente di questo lavoro sulla musica popolare che non appartiene all'ambito dell'impegno scientifico, ma non può esser messo fuori dal panorama degli interessi per il mondo popolare che animano tante fasce di pubblico oggi? Non so se è effetto dell'età (oggi si invecchia, culturalmente, assai velocemente), ma a me il panorama non appare per nulla promettente. Soprattutto non appare ricco di fermenti innovativi, come invece negli anni fra la fine del decennio del Cinquanta e i primi anni degli Anni Settanta. Che cosa ci offre, infatti, il menù? Cerchiamo di esplorarlo insieme. Il «napoletanismo» (lanciato dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare) un po' regge ancora, ma il «furor tarantellistico», distintivo del raduni giovanili di cinque o sei anni fa, a suon di tamburello, è giustamente in forte declino. La NCCP va ancora in giro, certo, e ha tuttora un suo pubblico, ma si tratta di un nobile monumento che va avanti sull'inerzia di una fortuna commerciale che, onestamente, è giusto sfruttare fino in fondo. Ma di nuovo e di vivo ha ben poco da dire. Questo straordinario «strumento» musicale, reso vivo da quell'uomo di genio che è Roberto De Simone, ripete la vecchia sonata. E lo stesso De Simone, del resto, ha trovato una più stimolante strada alla sua ricerca (che è, al tempo stesso, ricerca scientifica e ricerca di spettacolo) nelle realizzazioni teatrali quali La gatta Cenerentola, Mistero napolitano e Li zite 'n galera, un'opera buffa settecentesca che andrà in scena martedì 19 al Maggio Musicale Fiorentino. La bandiera del «napoletanismo» «creativo» è passata a un trasfuga della NCCP: Eugenio Bennato. E cioè a Musica Nova, il gruppo che tenta di saldare modalità popolaresche con ambizioni di creazione musicale urbana, attuale, magari tesa all'«avanguardia». A Bennato e ai suoi estimatori potrà apparire un giudizio grossolano (e un po' grossolano certo lo è, ma bisogna pur intendersi), ma a me la sua Musica Nova non sembra davvero una proposta più avanzata rispetto a quella buttata a suo tempo sul tavolo dal Canzoniere del Lazio. La bandiera (gloriosa e lacera, ma anche stinta per il passare di troppe stagioni e non soltanto per l'infuriare di tante battaglie) del Nuovo Canzoniere Italiano non raccoglie più le masse, né nella sua versione prepotentemente politica, né nella sua versione più mediatamente ideologica. Giovanna Marini offre sempre un saggio di gran temperamento teatrale ogni volta che torna sulla scena, ma il suo talkin' blues all'italiana non accende ormai più sorprese e il suo generoso inseguimento di risultati squisitamente musicali si fa sempre più distanziare da altre ricerche e altre prove, in campi non compromessi con la musica popolare. Caterina Bueno certo trasmette tuttora emozioni quando canta di cose toscane, ma la sua Toscana ci sembra pateticamente remota, datata a giorni perduti. Sandra Mantovani ha smesso di cantare, constatato l'esaurirsi delle motivazioni che, fin dalla fine degli Anni Cinquanta, fra i primissimi, l'avevano spinta a farsi cantante e a promuovere, con pochi altri, l'avvio di un movimento. Se, da un lato, il rifiuto ormai dominante per la canzone politica (non sarà riflusso, ma qualcosa del genere sarà) ha buttato ai margini il folk militante, dall'altro il massiccio arrivo di esperienze straniere, soprattutto francesi e inglesi, ha spinto gli eredi della «scuola del ricalco» (di quanti, cioè, ritenevano che bisognasse rispettare, nella riesecuzione dei canti e delle musiche popolari, i modelli stilistici della tradizione) verso la musica strumentale, più o meno «celtizzata», aspirando anche al coinvolgimento del gran ballo collettivo. Il fenomeno di questi gruppi (alcuni buoni, molti pessimi) è soprattutto vistoso in Piemonte, mentre altrove non sembra trovare sufficienti motivazioni. Ma quest'aria corre un po' dappertutto, nell'ansia di affiancare al «tarantellismo» il «monferrinismo», nell'intento di porre accanto alla riscoperta dei balli meridionali (ballati, per la verità, in modo molto ma molto approssimativo) la riproposta di quelli settentrionali. Un quadro poco allegro? A me pare. Ma forse, sotto sotto, qualcosa di vivo corre. Bisognerebbe distinguerlo. E parlarne ancora.

La musica, in particolare la forma canzone, si deve inevitabilmente nutrire di cultura popolare. Parlare di musica popolare significa parlare della nostra storia, delle nostre radici. Le nostre canzoni, pur spaziando liberamente nei generi e tendendo al cielo, sono intrise di terra e di acqua, sono fradice di elementi. Nei nostri canti c’è tutto il sole e il dramma della musica popolare e ne siamo orgogliosi. 

La rinascita anche se di breve durata fine 90/primi 2000 (materiale resistente, yo yo mundi e affini) e la standardizzazione (modena city ramblers) del folk è sintomo di questa crisi o l'atto finale ?

Siamo davvero all’atto finale. A questo punto auspichiamo un nuovo rinascimento (musicale). Noi lo stiamo portando avanti con tenacia.



Viste le vostre potenzialità , vi fermerete solo a dischi poetici e del canzoniere popolare, o andrete alla ricerca di nuove sonorità e tematiche , magari allargando come avete fatto con il vostro ultimo cd ad altri elementi? 


Siamo sempre alla ricerca, ci sono già molti altri progetti in cantiere. Ci piacciono l’espansione, la novità, la contaminazione. Aspettatevi grandi sorprese dai Secondamarea! 







«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...