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27.6.24

ma quelli che fanno politiche e spot probizionisti sanno che c'è cannabis e cannabis ? sembra di no visto che la considerano tutta uguale Cannabis terapeutica, Annamaria supera la fibromialgia e riprende l'uso delle gambe: «Ora riesco ad alzarmi da sola»

 

da mi pare  da  leggo.it     comunque tramite    https://www.msn.com/it-it/salute/other/ 


Un anno e mezzo fa, la signora Annamaria, della provincia di Salerno, ha perso l'uso delle gambe a causa di una grave forma di fibromialgia. Dolori cronici lancinanti, visite mediche in ogni luogo d'Italia, la totale dipendenza dagli altri per compiere i gesti più semplici e quotidiani, finché l'incontro con il dottor Paolo Moscato, responsabile dell'ambulatorio di Reumatologia dell'AOU San Giovanni di Dio e
Ruggi d'Aragona di Salerno, le ha dato la possibilità di intraprendere un percorso verso l'autonomia motoria. «Quando sono entrata per la prima volta nel suo studio - ha raccontato la paziente - ero psicologicamente devastata, immobilizzata, con molti chili in più ed anche scettica sul tipo di terapia propostami».
La terapia con la cannabis terapeutica La signora, infatti, nel 2023, su consiglio del dottor Moscato, ha iniziato ad assumere una goccia di cannabis terapeutica, fino ad un dosaggio giornaliero di 20 gocce e dopo sei mesi, durante i quali Annamaria si è totalmente affidata alle cure del dottore Moscato, finalmente ha iniziato a vedere i primi segni di ripresa e di reattività del suo corpo. «Uno strano formicolio mai evidenziato prima, si irradiava nei miei arti - ha spiegato - infatti, le funzioni intestinali si sono regolarizzate, il dolore cronico e debilitante si alleviava sempre più, e un giorno, sorretta dalle stampelle, sono riuscita addirittura ad alzarmi sulle mie gambe, senza l'ausilio della sedia a rotelle», come si può vedere nella foto di OndaNews e dal video     di tv medica  
.
«La cannabis terapeutica ci sorprende continuamente - ha sottolineato il dottore Moscato - sappiamo che scientificamente i fitocannabioidi agiscono su alcuni recettori del cervello e dell'intestino, e la loro assunzione ha un'azione modulante sul dolore, ma ciò che mi meraviglia, è il vigore, la forza che sopraggiunge e il ripristino delle funzioni motorie che in alcuni pazienti è sorprendentemente evidente». «Finora, oltre alla paziente in questione, ho avuto in cura altre due persone affette da fibromialgia, immobilizzate sulla sedia a rotelle, che dopo l'assunzione costante e continuativa della cannabis, hanno riacquistato l'uso delle gambe - racconta -. La ricerca e gli studi scientifici sono ancora in corso per perfezionare e migliorare una terapia che è di supporto per tanti pazienti, attanagliati dal dolore, dallo sconforto e vittime di una grave compromissione della motilità causata dal progredire della fibromialgia, una malattia subdola e invalidante che in alcuni casi, l'uso dei cannabioidi, riesce a tenere a bada».

7.6.24

se gli stati europei anzichè vietare ed imporre dei limiti d'età per accedere alla ai social si occupassero di cose più seroie sarebbe meglio

 

gli stati europei si occupassero di cose serie anzi che di censurare e di proibire con provvedimenti : inutli. fuori dal tempo , fallaci , di blanda,se non impossibile applicazione,ecc che sanno di grida manzoniani . Proprio come quelle sul divieto di vendere alcool e sigarette ai minori o sull'uso dei cellulari .... ehm.. intestazione di una scheda telefinica sottouna certa eta, o divieto di scomettere online , o giocare alle slot

29.10.23

ancora una volta, il Governo ha dato prova del suo irrazionale proibizionismo facendo la classica figuraccia

di cosa stiamo parlando

Nel pomeriggio di ieri infatti, il Governo Meloni ha dato il suo parere favorevole ad un emendamento di Fratelli d’Italia che eliminava la “lieve entità” nel reato di cessione e spaccio. In poche parole vendere una canna ad un amico o fare un acquisto di gruppo veniva equiparato ad un reato di traffico di stupefacenti.

Potevi diventare un/una criminale a tutti gli effetti. Per qualche grammo d’erba.Il Governo era pronto a rastrellare consumatori, cittadini, giovani ragazze e ragazzi e proseguire la sua inutile guerra alla droga. Punendo, ancora una volta, chi non c’entra assolutamente nulla con il narcotraffico.Ma poi qualcuno un po’ più esperto deve avergli fatto notare che questo violava il principio di proporzionalità. E che non si poteva mettere sullo stesso piano Paolo Escobar e un ragazzino. Così ci hanno ripensato e hanno riformulato l’emendamento.Nella nuova versione si chiede “solo” di aumentare la pena minima che passerebbe da 6 a 18 mesi. Hanno triplicato la pena. Il senatore proponente, Marco Lisei, ha accettato la riformulazione che è stata votata dalle Commissioni Affari Costituzionali.Più carcere, dunque, sempre e comunque.Ancora una volta, le vittime del proibizionismo, sono i cittadini.

24.7.23

Maternità surrogata, dai “Figli del peccato” ai “Figli del reato”



Sono cotrario alla maternità surrogata \ utero in affitto per motuvi etici  morali  (  se  volete   in un prossimo post   ve ne parlerò   ricordatemelo  all'email  del blog    redbeppe@gmail.com )  che   posso  essere  riassunti :  in  violenza  psicologica,  sfruttamento specie se  è  a pagamento    . Ma la legge  in corso di discussione    se rendere  reatoi universale  una cosa gfià proibita peraltro in Italia  , la  maternità  surrogata  . Ma soprattutto   Il sondaggio Demos pubblicato su repubblica venerdì 21 luglio sull’opinione degli italiani in merito alla gestazione per altri ( termine buonista per edulcorare il problema etico ) dimostrano  oltre   la  spaccatura     nel  paese     il  fatto  che   ancora una volta che il Paese è più avanti della sua classe politica: metà degli italiani, soprattutto quelli più giovani e istruiti, sono a favore della maternità surrogata , costringe   a  tenerne  conto    della  complessità   della  situazione  .
Infatti  Nei prossimi giorni il Parlamento arriverà a votare la proposta di legge di Fratelli d’Italia, a prima firma Varchi, finalizzata a rendere “Reato Universale” la Gestazione per Altri (GPA), ovvero perseguibile penalmente anche se messa in atto da cittadini italiani in Paesi in cui è del tutto legale è regolamentata.e
dati di fatto.
Innanzitutto, i Paesi che hanno legalizzato la cosa sono Stati Uniti ( molti stati ) , Canada, Portogallo, Regno Unito, Ucraina, Grecia, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, solo per citarne alcuni. Il secondo Come si può dire sì al Reato Universale di Gestazione per Altri, quando questa proposta di legge su pone in contrasto con il diritto internazionale ed europeo, configurandosi come vero e proprio obbrobrio giuridico ?
Inoltre, non tutti sanno che la GPA viene praticata al 90% (  secondo   il gruppo   dei radicali   )  da coppie di persone di sesso diverso: spesso si tratta di donne che non hanno l’utero, che nascono senza, o di donne a cui è stato asportato a causa patologie gravissime.Ecco, dunque, la proposta che vuole rendere Reato Universale la GPA si configura come un ennesimo accanimento contro le donne, che non tutela né loro né i bambini  Anzitutto non tutela le donne, poiché il proibizionismo sul corpo delle donne - l’aborto ce lo insegna - da sempre ha prodotto fuga  l'estero  per chi  può  e clandestinità, sofferenza e sfruttamento, soprattutto nel caso delle persone meno abbienti. 
Concordo   con loro     quando  affermano    che   solo  , con una regolamentazione rigorosa, può garantire piena dignità a tutte le persone coinvolte.Questa proposta di legge non tutela nemmeno i bambini: che tutela sarebbe sbattere in galera i genitori ?Metterli in adozione o darli in affido, qual'ora  lo ha  fatto  ,  sarebbe davvero la soluzione più dignitosa ?cco allora che l’emendamento di +Europa, che nasce da una proposta di legge elaborata dell’Associazione Luca Coscioni, va nella direzione di smontare questa ipocrita omofobia di Stato spacciata per difesa delle donne, e punta a regolamentare la GPA soltanto in forma altruistica e solidale, senza finalità economiche e commerciali, mettendo fine a inutili e dolorose persecuzioni. Regole stringenti che scongiurino la commercializzazione dei corpi servono ad evitare che le gravidanze siano portate avanti dalle donne più fragili economicamente, istituendo l’obbligo di stipulare in loro favore una polizza assicurativa che copra tutte le spese mediche relative ai rischi della gravidanza, nonché un registro nazionale presso l’Istituto Superiore di Sanità, la cui iscrizione sarebbe obbligatoria proprio al fine di garantire il rispetto di queste garanzie.

A partire da questa proposta rivolgiamo un appello a tutti i Parlamentari delle forze progressiste e liberali presenti in Parlamento. Non basta opporsi alla proposta Varchi. Dire no al Reato Universale mantenendo quello nazionale è una grande ipocrisia. Significa invitare le coppie a continuare ad andare all’estero, discriminando, ancora una volta, chi non ha la possibilità economica di intraprendere questo percorso fuori dall’Italia, senza tutele nel proprio Paese.Su questo +Europa ha le idee chiare, ma capiamo che negli altri partiti di opposizione, a partire dal PD di Schlein, il dibattito sia acceso e complesso.Il nostro auspicio è però che le voci in dissenso trovino la forza di farsi sentire, uscendo dagli schieramenti precostituiti, per combattere con noi una battaglia di legalità. Contro una destra che vorrebbe sterilizzare ogni diversità, nella sua concezione del mondo grigio e scialbo.Non accettiamo compromessi con questa destra. Le opposizioni devono essere pronte a costruire un Paese completamente diverso da quello che il Governo immagina.Un Paese che garantisca dignità a tutti, nelle diversità di ognuno, e che non lasci indietro nessuno. A prescindere anche dalle modalità in cui si nasce.

Insomma   il modello   da  cui  partire  potrebbe essere  quello  del   Canada, la maternità surrogata non commerciale è legalmente consentita per i cittadini e gli stranieri uniti in un matrimonio formale o una convivenza, comprese le coppie dello stesso sesso. Una legge   non perfetta  ma  perfettibile  . Infatti La legge sulla riproduzione umana assistita del Canada (AHRA) è stata approvata nel 2004 ed è la legge principale che disciplina la maternità surrogata gestazionale. Essa  ha forti restrizioni su come possono avere luogo la maternità surrogata e la donazione di ovuli o spermatozoi.


La maternità  surrogata  o  La Gestazione per Altri   come   la   si  voglia chiamare   può piacere o no, ad  esempio  a me  non mi   piace come ho già  detto all'inizio   del post    sia     che  sia  in  ambito utilitaristico   sia  per  soddifare  una maternità (  a prescidere  che  si tratti di  coppie  etero o  lgbtq  o   single  ) a  tutti i  costi  o peggio  bypassare  le  pratiche  dell'adozione   . Ma  “Io non lo farei”, per noi non può significare “Non lo devi fare nemmeno tu”. Ecco  che     come   Europa+   chiedo   <<  Ai Parlamentari liberali e progressisti  che proprio su queste battaglie si fa può fare differenza, su queste battaglie si costruisce l’alternativa.E’ arrivato il momento di scegliere: con Fratelli d’Italia o con i Figli e le Figlie d’Italia.>>

20.3.21

Parigi, se la parola “donna” fa paura: mostra di ritratti femminili vandalizzata dalle transfemministe

premetto che ho un altra idea sulla prostituzione dev'essere lasciata libertà alla donnao anche se minoritaria quella maschile se vuole esercitarla in proprio o unendosi facendo una cooperativa se maggiorenne e non sotto pappone \ magniaccia magari pagando le tasse ed avendo una pensione . Ma un conto è una discussione(  come  quella  avvenuta    sui  social    fra  me  ed  alcune  femministe  )  anche dura con qualche insulto da parte delle femministe dure e pure , ma arrivare come è successo recentemente , vedere per ulteriore approffondimento articolo sotto , proprio non ci sto . Questo è un attivismo che anziché costruire e lottare per un proprio spazio, condivisibile o meno che sia distrugge e invade quello degli altri. Il preludio a tale atto di vandalismo è stata l‘agguato alla manifestazione del Collettivo abolizionista Anti Prostituzione CAPP a Place de la République del 7 marzo. Un manipolo di adolescenti ha assalito le donne che manifestavano contro la prostituzione con insulti, lanci di uova, minacce, cartelli stracciati e aggressioni fisiche. Le stesse scene sono state viste in Italia, a Firenze. L’episodio ha creato sconcerto sui social e non solo, coinvolgendo numerose associazioni e collettivi femministi.

Parigi, se la parola “donna” fa paura: mostra di ritratti femminili vandalizzata dalle transfemministe


Parigi, se la parola “donna” fa paura: mostra di ritratti femminili vandalizzata dalle transfemministe


 Il tempo è arrivato, per le donne, di riprendere il loro posto nello spazio pubblico. Non dobbiamo più avere paura negli spazi comuni. Dobbiamo vivere senza la paura di uscire, di giorno come di notte. Dobbiamo essere libere di vestirci come vogliamo, frequentare i luoghi che ci piacciono, senza imporci coprifuoco. Lo spazio pubblico deve essere condiviso, tra donne e uomini.
 

 Dobbiamo essere libere. Sono gli aggressori a non doverlo essere, sono le loro azioni a dover essere condannate, non la nostra libertà di essere e di esistere. La paura deve cambiare fronte”Sguardo dritto verso l’obiettivo. Mani incrociate o appoggiate sui fianchi. Dietro, il buio della notte. In primo piano, la fierezza di essere, di esistere. Senza paura.
 Si chiama proprio
 Women are not afraid, la mostra fotografica dell’artista Pauline Makoveitchoux.
Circa 150 ritratti di donne che non posano ma si stagliano in quel buio che per molte ha significato aggressione, violenza di strada, paura, stupro. L’artista ne ha scelti sessanta per l’esposizione cominciata l’8 marzo scorso a Vitry-sur-Seine, comune a sud di Parigi.  Non è questo il primo lavoro dedicato alle donne per Makoveitchoux. Intenso e quasi ancestrale il suo lavoro Les Sorcières, le streghe, sul sapere antico e guaritrice delle donne e il valore della sorellanza, o ancora sulla compagnia Les Clameuses, in periferia. Nasce invece dal movimento dei collage (affissioni) contro il femminicidio la serie Les ColleusesSono diverse, diversissime le donne di Makoveitchoux, ma nonostante tutto la sola parola “women” è ormai offensiva per l’attivismo transfemminista locale che non ha tardato a reagire, affiancando ai collage di Makoveitchoux altre affissioni, esigendo una maggiore rappresentanza di trans e “sex worker”. Un intervento quanto mai inopportuno, semplicemente perché i soli ritratti non identificano le donne né dal punto di vista del genere, né della professione. “Non abbiamo vandalizzato, ma completato” è stata la loro unica spiegazione sull’account instagram di Collage Féministes Vitry. Intorno al movimento dei collage femministi a Parigi e dintorni si assiste a una vera e propria spaccatura. Pioniera e iniziatrice dei collage contro il femminicidio è stata Marguerite Stern, autrice del volume Héroines de la rue letteralmente “eroine della strada”, che ha progressivamente preso le distanze da numerosi collettivi di collage soprattutto dopo la deriva transattivista di questi ultimi e gli atti vandalici presso l’edificio L’Amazone, a Parigi, casa rifugio per donne vittime di violenza, oltraggiato con falli e altri insulti.  
Quella all’esposizione di Makoveitchoux è cronologicamente solo l’ultima ingerenza di un attivismo che anziché costruire e lottare per un proprio spazio distrugge e invade quello degli altri. Il preludio a tale atto di vandalismo è stata l‘agguato alla manifestazione del Collettivo abolizionista Anti Prostituzione CAPP a Place de la République del 7 marzo. Un manipolo di adolescenti ha assalito le donne che manifestavano contro la prostituzione con insulti, lanci di uova, minacce, cartelli stracciati e aggressioni fisiche. Le stesse scene sono state viste in Italia, a Firenze. L’episodio ha creato sconcerto sui social e non solo, coinvolgendo numerose associazioni e collettivi femministi.

Makoveitchoux ha chiuso le discussioni rilasciando una potente dichiarazione su Instagram:

Io Pauline Makoveitchoux, residente in periferia, figlia di immigrati poveri, attivista femminista e fotografa autodidatta, rivendico la maternità e il rispetto della mia serie fotografica Women are not afraid. 

Noi, donne, siamo il 52 per cento della popolazione francese e la metà dell’umanità, e subiamo le violenze sistematiche, misogine, universali e millenarie. La mia serie fotografica Women are not afraid mette in prospettiva la legittimità delle donne a essere nello spazio pubblico e denuncia le aggressioni sessuali e sessiste quotidiane, commesse nell’indifferenza generale.
Da un anno e mezzo realizzo gratuitamente questi scatti e diffondo il mio lavoro con l’intenzione di offrire alle donne il potere di riappropriarsi degli spazi e di interpellare gli uomini sui loro comportamenti da aggressori o da testimoni passivi.
Dopo aver posato, tutte le donne hanno manifestato le emozioni forti e potenti che hanno provato durante le sedute fotografiche.

Alcune mi scrivono ancora adesso, mesi dopo, per dirmi che quando si sentono male tornano a guardare il loro ritratto per ritrovare forza.
Ho realizzato due mostre gratuite, la prima a Ivry-sur-Seine (periferia sud di Parigi), a ottobre scorso, pagata da me stessa. La seconda a Vitry-sur-Seine, lunedì 8 marzo 2021, con il sostegno economico della municipalità di Vitry, che è anche il mio comune d’origine.
Queste mostre mirano a offrire gratuitamente il mio lavoro a tutte le ragazze e a tutte le donne attraverso spazi accessibili a tutte e lontani dai musei e dalle gallerie d’élite.
Oggi, la mia esposizione a Vitry-sur-Seine è stata vandalizzata. Questo atto di vandalismo è stato rivendicato da un gruppo di donne dissimulate dietro uno pseudonimo.
Durante tutta la mia vita, gli uomini mi hanno spiegato come dovevo agire, in quanto donna, inferiore. Come dovevo parlare, perché venivo dalla periferia, senza educazione né linguaggio appropriato.
Oggi, rifiuto le invasioni sui miei pensieri, le mie azioni, il mio linguaggio.
Queste persone hanno scritto numerose frasi, uscite dalla propoaganda liberale alla moda e lontana dalla realtà:

  • il femminismo deve essere inclusivo: vi sfido a trovare un’altra serie fotografica che rappresenta tante donne differenti quanto la mia
  • le donne trans sono nostre sorelle: le donne trans non sono donne, le mie sorelle non hanno il pene
  • non esiste femminismo senza sex worker: non conosco sex worker, conosco solo la mia storia violenta di prostituzione e quelle delle sopravvissute alla prostituzione, con le quali lotto ogni per esigere diritti e mezzi perché le donne possano uscire da questo inferno.

Un promemoria: le statistiche mostrano che più del 90 per cento delle donne in prostituzione (soprattutto donne) vogliono uscirne. La media delle età d’entrata nelle maglie della prostituzione in Francia è di 14 anni, e questo unico dato è sufficiente a dimostrare che questo non è un “lavoro”, un’attività come le altre. La speranza di vita per le persone in situazione di prostituzione è di 39 anni, e il tasso di suicidio tra le persone che si prostituiscono è 9 volte più alto che nel resto della popolazione”.

                                         Valeria Nicoletti

20.6.19

con questo clima assurdo anche i medici semplici prescrittori di terapie alla cannabis hanno paura ! È schifoso!

ringrazio per la segnalazione  l'amica
Dottor Cinquini LIBERO!!!!
Soft Secrets Italia
Questa è l'immagine della mamma del Dottor Cinquini mentre cura le piante della propria terapia. Pubblichiamo la sua foto perché il Dottor Cinquini è stato nuovamente intercettato dalle forze dell'ordine e a seguito di perquisizione è stato messo agli arresti domiciliari in attesa di processo.
Cosa gli hanno sequestrato?
82 chili di cannabis light ( Compolti, Fenola e Kc Virtus)
80 grammi di iceolator, terapia del Dottor Cinquini
280 grammi di infiorescenze secche di 707 California, terapia della madre del Dott. Cinquini da lui prescritta per Alzheimer.

22.2.18

ci si occupa di fesserie e non di cose gravi . Cagliari, canne al concerto di Caparezza: blitz della Finanza, 27 segnalati

leggendo   la news   che trovate  sotto    mi viene questa  riflessione






A rivoglio i sequestri di persona 😁così la Gdf può tornare a occuparsi di cose serie invece che di stronzate come questa si occupassero di cose più serie e gravi . certo, potrebbero occuparsi dei grandi evasori, ma non conviene inimicarsi la gente "perbene"Infatti
si vedono ancora padroni che non assicurano i propri dipendenti, cantieri fuori legge, buste paga falsate, notai e medici che non fatturano o in parte, prostituzione nelle strade e magnacci a piede libero, tangenti per parcheggiare e non parliamo di appalti.. e concentriamo le nostre forze davanti ai cancelli di un concerto per 3 Spinelli ?





Cagliari, canne al concerto di Caparezza: blitz della Finanza, 27 segnalati




CAGLIARI. Ventisette persone segnalate alla Prefettura, con 35 spinelli già pronti all’uso, più circa 25 grammi di marijuana e altri 13 di hashish, di cui alcuni nascosti tra i cespugli. È quanto sequestrato dai militari ieri sera prima del concerto di Caparezza alla Fiera. Gran parte della droga è stata trovata addosso a ventisette persone, tutte tra i 15 e i 42 anni, mentre una piccola quantità è stata recuperata per terra o tra i cespugli. Con quelle di ieri, salgono a 71 le segnalazioni alla Prefettura per possesso di sostanze stupefacenti.

14.1.18

proibizionismo o scelta di salutismo estremo ? Dolianova ( sud sardegna ) , il barista Luigino Frigau che non serve alcolici el suo locale : "Basta famiglie rovinate dal mirto"

potrebbe interessare 
http://www.talkingalcohol.com/italiano/  ( ottimo   sito ed  ottimi articoli , ma  quello che non capisco  perchè  per  accedervi  si debba  dichiarare  la maggiore  età ) 

Lo so che i fatti devono essere separati dalle opinioni e non bisognerebbe mai giudicare le decisioni dela gente \ delel persone , ma non sempre è possibile e farlo , soprattutto quando vicende come queste riuguardano anche gli altri e non sono solo un fatto privato .


Ora leggendo queta storia presa daa l'unione sarda edizione web la   quotidiana  è  pagamento 
Venerdì 12 Gennaio alle 16:32 


 
                                           Luigino Frigau


Quattro anni fa ha deciso: "Non servirò mai più alcolici".Quello di Luigino Frigau, 68 anni, è l'unico bar a Dolianova che ha fatto questa coraggiosa scelta: rinunciare a una importante fetta di affari "per non vedere intere famiglie rovinate da birra, grappa e mirto". 
Gestore dell'attività di via dei Lavoratori dal 1978, all'inizio degli anni '80 aveva vietato il fumo ben prima che lo facesse una legge nazionale e non ha mai ceduto alle sirene dei facili guadagni garantiti dalle slot e dai videopoker."Non mi sembrerebbe di vivere onestamente", dice mentre serve un cappuccino accompagnato dalle paste preparate dalle figlie nel laboratorio sul retro.




mi sono fatto la stessa domanda del titolo e mi sono dato dele risposte . Eccole 

Sul ul fumare e quindi il divieto di fumo dentro il locale ben venga, nine te  da eccepire  . Perchè io non fumatore e con problemi d'asma e congiuntiviti devo soffrire come mi è capitato in passato fino all'approvazione dellla legge legge antifumo si intende comunemente la legge 16 gennaio 2003 n. 3 (detta anche legge Sirchia dal nome del suo promotore Girolamo Sirchia). le pene dell'inferno per un tuo vizio o scelta dannosa ? Ma vietare di fumare fuori mi sembra troppo da proibizionista e da puritani .
Un barman prepara cocktail
Per l'acool , lo capisco e non ha tutti i torti . Ma ma un conto è vietarlo ai minori come giustamente dice la legge ( mai completamente applicata o balndamente applicata non solo bar ma anche altri pubblici esercizi , market , circoli privati , ecc o superata da certa cultura dei genitori è solo una sbronza , succede , ecc per le conseguenze che avranno nel futiro / o chi ha problemi mentali . Ma  d'adulti di proibirlo non me la sentirei di proibirlo , piuttosto farei dele campagne di sensibilizzazione o delle giornate no alcool visto che hai il bar .o quanto meno  vedere url  sopra    fare   o adeire  a  delle  campagna  sul bere responsabile  .
Per  lo slot    l'approvo senzxa  se  e  senza ma  . 
Concludo     facendogli  i complimenti  per la sua  iniziativa   decisione   contro corrente  ed  ostinata     e  contraria   .

24.3.17

la degnerazione e l'uso scriteriato dei cellulari e dei social in particolare di WhatsApp non si risolve proibendone l'uso e con i provvedimenti disciplinari capito caro preside di Durì (Isis della Bassa friulana)





ho già detto tutto nel titolo e quindi nessun commento introduttivo all'articolo. Aggiungo solo che Giulietto Chiesa e alcuni dello staff \ aderenti di http://megachip.globalist.it/   già dalla  fondazione dell'associazione  lo avevano previsto [ I II ]  e che era ( ed è tuttora ) necessario ,come dico implicitamente dal titolo , che le scuole dovrebbero fare corsi per i genitori ed alunni e spiegare le conseguenze etiche e morali che i social e internet posso avere con i nostri gesti . 

iniziamo da qui  da  questa   guida pratica per genitori, basata sui suggerimenti di Valeria Balbinot e Giorgio Tamburlini del Centro Salute Bambino Onlus di #Trieste.



Adesso   la  storia   in  questione   presa  da  http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca del 24 marzo 2017

L’appello del preside: "Bloccate WhatsApp"Durì (Isis della Bassa friulana) vuole frenare «la degenerazione digitale» nelle scuole. Alcuni studenti sono stati sanzionati per l’abuso delle chat su internet


               di Elisa Michellut


CERVIGNANO.
 Altolà del preside alle chat di classe su WhatsApp. Il dirigente scolastico dell’Isis della Bassa friulana, Aldo Durì, lancia un appello e chiede alle famiglie di vigilare per mettere un freno a quella che definisce una degenerazione digitale. In alcuni casi si è reso necessario ricorrere ai procedimenti disciplinari.
Il pericolo, secondo Durì, è dietro l’angolo. «In questi cerchi magici inibiti agli adulti – fa notare – girano ogni sorta di stupidaggini, condite da un frasario alquanto colorito, e qualche volta anche fotografie a carattere esplicitamente sessuale.
Ci sono i polemisti e i complottisti, i secchioni ma anche i festaioli. Non manca chi fa gaffe e si abbandona in commenti sugli altri genitori.
C’è poi il bullismo in rete. Recentemente, i docenti di Cervignano sono intervenuti per sanzionare alcuni allievi che usavano le chat come una sorta di arma impropria: per insultare e deridere i compagni più fragili, presi di mira con atti persecutori, utilizzando anche alcuni video per metterli alla gogna. In un altro caso la chat è stata usata per far circolare le immagini scandalose di un allievo mentre veniva colpito a cinghiate da un compagno.
Spesso i gruppi WhatsApp diventano “raccoglitori” di maldicenze e cattiverie, in cui, per inciso, le ragazze si distinguono. La preoccupazione c’è. Se le vittime di queste angherie non trovano il coraggio di denunciarle, per i genitori e per gli educatori è impossibile accedere a questi circuiti».


Secondo Durì è necessario ristabilire spazi fisici e non virtuali destinati al dialogo tra operatori scolastici e genitori. La logica dei gruppi esclude i docenti, pertanto, troppo spesso, la comunicazione è autoreferenziale. «I genitori a volte si parlano addosso, lasciano libero sfogo alle emozioni, ma di proposte costruttive non ne arrivano più – riflette il dirigente –. Il problema è grave: alla necessaria collaborazione si sta sostituendo l’incomunicabilità tra due mondi. Alla comprensione reciproca si sostituisce la rivendicazione e l’ostilità. Ormai ci si parla tramite gli avvocati.Un bambino spinge un altro durante la ricreazione? Arriva immediata la richiesta di risarcimento e la maestra è messa a priori sotto accusa. Un provvedimento di sospensione? È subito impugnato dall’avvocato di famiglia. Se non c’è l'avvocato sono i genitori che si improvvisano legali d’ufficio».


Anche nelle scuole della Bassa dilaga inarrestabile la moda dei gruppi WhatsApp. In ogni classe se ne contano almeno due: quello che riunisce i genitori e quello che raggruppa gli alunni. In certi casi la formazione di questi gruppi è incoraggiata dalla scuola ed è stata sperimentata soprattutto per le mobilità internazionali: gli allievi che trascorrono lunghi soggiorni all’estero si tengono in contatto con gli insegnanti e possono comunicare in tempo reale eventuali problemi.
«In questo modo – aggiunge Durì -, grazie a una comunicazione rapida, è stato possibile risolvere emergenze anche gravi in modo tempestivo ed efficace. Purtroppo c’è anche un uso distorto di questo strumento. I genitori talvolta non danno il buon esempio, quanto allo scambio di chiacchere e pettegolezzi».
Il problema è che, sempre più spesso, si fa un uso distorto della chat nei confronti della scuola. «Alle elementari – conclude il preside –, recentemente, alcuni genitori si sono visti accusare e mettere al bando perché, a torto o ragione, giudicati incapaci di educare i propri figli.
La stessa sorte è toccata ad alcuni docenti, accusati delle più diverse malefatte senza potersi difendere in un confronto franco e leale. In questo modo si crea un clima avvelenato, che non favorisce la la convivenza all’interno delle classi e neppure i rapporti tra scuola e famiglia».

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...