Visualizzazione post con etichetta proibizionismo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta proibizionismo. Mostra tutti i post

6.1.25

Macché censura, Tony Effe è lo specchio del mondo quindi non rompete se va a san remo on è nè indagato nè ha commesso reati cioè non ha pendenze con la la legge

Chiedo scusa per coloro avessero già letto i miei post su un fìnto ribelle o un nuddu miscato cu' niente ( cit dal film I cento passi ) di tony effe dove sa dare sfogo ( non è il solo purtroppo  ma è un fenomeno del 95 % della musica italiana recente rap e della trap compresi ) alla sua frustrazione e delusioni \ urti della vita con volgarità gratuità e misoginia
Quindi  sia che siate pro o  contro la sua partecipazione a San remo non ci scassate e lasciatelo cantare.c cosi facendo  gli si va solo pubblicità gratuita visto che << C'è una assenza che spicca nelle classifiche radio di fine anno. 
Quella di Tony Effe (foto  sotto  al centro  ) ma  non solo la sua  è  quella di rap e trap che vanno oltre, che sono misogini, sessisti e gender shamer. Nella Top 10 dei brani più trasmessi nel 2024 Tony Effe è presente solo con Gaia per Sesso e samba e stop. E nella prima rilevazione 2025 nei primi cinquanta posti non ci sono suoi brani tratti dal suo disco da solista Icon (né quelli di altri trapper o rapper simili). Soltanto poche emittenti come Radio Zeta lo trasmettono, ma in misura non significativa. Insomma la radio, come la tv, è un filtro (attenzione: filtro, non censura). In radio passano tantissimo rap (Marracash ad 
esempio) e tanta trap (Ghali, se ancora si può definire trapper). 






Ma non si ascoltano versi tipo «metti un guinzaglio alla tua ragazza» cantati (cantati?) da uno che «canto quello che vivo».
La radio è ancora un vero termometro nazionalpopolare al quale prima o poi puntano tutti i trapper, anche quelli che io per carità no. 
Infatti e qui concordo con , trovate sotto l'articolo integrale , quanto dice Tomaso Montanari su il Fatto Quotidiano 5\1\2025


Difficile fare peggio dell’amministrazione comunale di Roma, nella faccenda del Concertone di capodanno. Sia chiaro, ‘censura’ è una parola usata in modo grottescamente abusivo : il Comune di Roma ha il sacrosanto diritto di usare il suo (pubblico) denaro come ritiene giusto. Ma qualcuno, nell’amministrazione, si era effettivamente domandato cosa sarebbe stato ‘giusto’ promuovere, in uno spazio pubblico? L’errore, incredibile, era stato ingaggiare Tony Effe senza sapere cosa canti, o (peggio) sapendolo benissimo, e cercando di cavalcare l’onda del suo successo commerciale. Qualcosa dovrebbe pur distinguere la politica culturale di una giunta di sinistra da quella di una giunta di destra: anche se sappiamo bene che questo non è vero, da decenni, nemmeno per i governi nazionali, tutti egualmente proni al mercato (salvo le velleità neofasciste di quello attuale, per ora approdate, sul versante culturale, a risultati più comici che tragici: vedasi l’incresciosa mostra sul Futurismo). Ancora peggio è motivare l’esclusione finale con la sensibilità ferita delle donne: perché se i testi di Tony Effe danno fastidio solo alle donne – se sono le donne a dover ‘chiedere’, per l’ennesima volta: chiedere di non pagare coi loro soldi quelle parole – il problema è smisuratamente più grande di quei testi. E sappiamo bene che è proprio così: e la discussione sul dito del cantante non riesce a investire la luna della realtà che indica.Le parole del trapper sono estreme: ma l’ideologia e l’immaginario retrostanti non sono certo minoritari, e nemmeno originali, semplicemente Certi tempi L’errore era stato ingaggiare il trapper senza sapere cosa canti, o (peggio) sapendolo benissimo, e cercando di cavalcare il suo successo commercialecoincidono con lo stato delle cose. Anche per questo è grottesco parlare di censura: Tony Effe sta dalla parte del mondo com’è, dominato dai maschi, e con le donne ridotte a corpi sessualizzati – ad oggetti. Un mondo in cui la violenza (verbale, morale: e alla fine fisica) dei maschi sulle donne è un dato endemico. Una parte cospicua dei maschi che in queste settimane hanno difeso la libertà artistica del trapper, lo ha fatto perché in realtà aderisce a quella stessa visione. Gli stessi strenui difensori della libertà artistica, sarebbero stati i primi a invocare una vera censura, e anzi la gogna, se, invece che con le donne, i testi del cantante se la prendessero con Israele (‘antisemita’!), o con le bombe della Nato (‘putiniano!’). Tony Effe dichiara che chi prende alla lettera i suoi testi, deve farsi curare: ma sa benissimo di fare soldi e successo grazie anche (e forse soprattutto) a chi lo prende alla lettera. I suoi testi sono scritti da un “figlio sano del patriarcato” e del capitalismo rapace e omicida dei nostri giorni. Se sono interessanti, è proprio perché esplicitano e stilizzano ciò che è sottinteso nelle politiche, nelle pubblicità, nei rapporti di forza economici e professionali che tengono in piedi la civiltà occidentale: una democrazia di maschi bianchi benestanti. “L’arte e la scienza sono libere”, dice la Costituzione: guai a impedirgli di scrivere e cantare queste cose. Ma è libera anche la critica, e l’automatica solidarietà corporativa di artisti e artiste ha scritto una pagina imbarazzante: se Tony Effe è libero, lo sono altrettanto (da interessi di immagine, e cioè commerciali) i suoi tanti colleghi difensori? Se le spaventose linee guida del ministro Valditara per l’educazione civica non portassero la scuola italiana in direzione diametralmente opposta (quella di una maschia educazione patriottica e di una entusiastica adesione ai valori del made in Italy: mercato e moschetto), sarebbe utile che le e gli insegnanti consci del loro scopo (quelli che assomigliano a Christian Raimo, per intenderci) leggessero e discutessero i testi di Tony Effe in classe. Perché quelle canzoni fanno parte del mondo delle ragazze e dei ragazzi, e ciò che serve non è rimuoverle (sarebbe sbagliato, e comunque impossibile), ma invece interpretarle, commentarle, criticarle insieme. Per esempio, sarebbe utile tenere insieme, in una lettura critica comparata, alcuni dei testi di Tony Effe e alcuni dei messaggi di Filippo Turetta a Giulia Cecchetin: per capire quale filo colleghi l’esaltazione del possesso dei maschi sul corpo delle donne e l’esito finale del femminicidio. Il che non vuol dire che il cantante istighi alla violenza pratica, ma vuol dire che c’è una oggettiva continuità di immaginario, una complicità culturale che è esattamente quella contro cui dobbiamo combattere, dentro e fuori di noi. Parlando dell’opera di Jeff Koons, il New Yorker tempo fa scrisse: “If you don’t like that, take it up with the World”. Vero, ma fino a un certo punto: perché l’opera di Koons (e così quella di Tony Effe) aderisce talmente bene ai rapporti di forza stabiliti, da aiutarli a restare tali. Ci sono artisti scontenti del mondo e capaci di preparare il cambiamento, ce ne sono altri che al mondo si adattano perfettamente, e cooperano nel mantenerlo così com’è. È tutto legittimo: ma è legittimo anche vederlo. Anche dirlo.


Infatti secondo sempre IL GIORNALE di oggi . << [...] La prova del nove sarà il brano di Tony Effe al Festival di Sanremo (bravo Carlo Conti a prenderlo). Sarà senza porcate varie, passerà in radio e un altro finto ribelle si trasformerà semplicemente in un cantante che vuol farsi ascoltare dal maggior numero di persone. Punto. Alla faccia di proclami e oscenità varie per non dire gratuite e non necessarie [ corsivo mio ]  da E in radio Tony Effe non passa (msn.com)  >> . Quindi lasciomolo cantare e smettiamo di farglibpubbli

27.12.24

divieto dei fumare all'aperto della regione lombardia "Ambientalismo e proibizionismo talebano".

 Sono  abbastanza  tollerante  ed  in parte  comprensivo  , con il  fumo  ed  i fumatori  essendo  figlio  e nipote  di fumatori  . Ma allo  stesso  tempo  per  motivi  di salute  : asmatico  , congiuntiviti  gravi   sono   contro il  fumo passivo  e  l'accesso o´oltre che ma maleducazione  di ceri fumatori.  Infatti   reputo    una  bellissima legge  a prescindere  dall'appartenenza  politica    di  chi  l'ha  fatta  ,   quella  che  vieta  il  fumo  al  chiuso    nei locali  . Ma  non sono   dello  stesso parere   sul divieto all'aperto   ,istituito  dalla regione  lombardia  ,  è esagerato ed   troppo proibizionista  . Infatti ciò « è l'ennesimo provvedimento ideologico e ipocrita della Giunta Sala», commenta Giulio Gallera suil giornale del 27\12\2024, consigliere in Regione di Forza Italia, paladino anche controcorrente dei diritti e della libertà individuali.

«Vietare di fumare per strada quando chi cammina respira i tubi di scappamento è solo ambientalismo talebano. E poi chi farà rispettare i divieto?» si chiede anche lui, concordando su tutti dubbi con il verde Monguzzi. Saranno forse «i vigili urbani invece di presidiare le periferie o i navigli o la Stazione Centrale?», polemizza sempre lo stesso Gallera. Ma sono commenti che seguono solo logica e buonsenso. Inoltre è il classico ecreto propagandistico \ innaplicabile o applicabile all'acqua di rose visto che , sempre dalla sstessa fonte , A essere critici e quantomeno dubbiosi sono proprio quelli che dovrebbero crederci di più. Come Carlo Monguzzi, storico Verde della Giunta Sala, ormai spesso spina nel fianco dell'amministrazione cittadina, pronto a strappare, peraltro, senza troppa difficoltà, il velo ambientalista di facciata. «Benissimo il divieto di fumo - ovviamente plaude Monguzzi sui social - Che peccato non aver fatto neanche una minima campagna di informazione: c'erano 4 anni di tempo», fa notare. E infatti il provvedimento non è né di oggi né di ieri. La decisione del Consiglio comunale risale al 2020. Entra in vigore mercoledì prossimo, ma bisoga ammettere che in giro al momento non c'è un cartello, non un'informazione diffusa e capillare ai cittadini. «Da tanti anni - continua Monguzzi - c'è il regolamento dell'aria, fatto da Granelli (attuale assessore alla Sicurezza ndr). La prima parte cioè il divieto di fumo nei parchi, stadi, fermate bus, in vigore da 3 anni è stata un flop: 7 multe in 3 anni». Un paio all'anno, praticamente nulla. A Milano è un po' così: i divieti continuano a crescere, ma spesso solo sulla carta, senza essere accompagnati di pari passo con i necessari controlli. E quindi, spesso restano lettera morta. Oppure spariscono, giustamente e fortunatamente. Come non ricordare il divieto di mangiare il gelato durante l'estate... .Monguzzi prosegue. «Pensavo che visti gli errori del passato e l'importanza dell'iniziativa si facessero le cose seriamente». Un pensiero che sicuramente condivideranno in parecchi. «Seriamente» infatti significa ad esempio dare adeguate informazioni ai milanesi, ma anche a chi milanese no è, magari arriva dall'estero in visita alla città e non è tenuto a sapere provvedimenti così importanti ma relegati entro il confine comunale. Ma «seriamente» significa anche altro. «Seriamente» (prosegue Monguzi) significa agire «anche per evitare strafalcioni: sento dire che la sigaretta inquina come il traffico! - commenta con tanto di punto esclamativo il Verde - Non è vero, il contributo al pm 10 del traffico è il 45%, quello del fumo di sigaretta è il 7%. Proprio un peccato - conclude - ma l'unica attività di questa giunta è comunicare ai giornali. Speriamo nella fantasia dei milanesi». Non mancano i commenti che rincarano il tono del suo post. E vanno da un «Tranquilli, il divieto durerà (o avrà l'effetto) di un ghiacciolo ad agosto in piazza Castello», a «Non ci sono controlli! In metropolitana a Crescenzago, le persone fumano sotto i minuscoli cartelli che indicano il divieto. E nessuno vede o sanziona, neppure l'inutile controllore nel gabbiotti». Un provvidimento da "Ambientalismo salutista talebano" Quindi che fare ? semplice evitare il proibizionsmo ed usare  :  il buon senso  ed il galateo del fumatore  \  della  sigaretta  e  la prevenzione anche con immagini shock , un mio amico ha diminuito ed u altro ha smesso di fumare dopo aver visto tale pubblicità straniera . Stavo per premere pubblica quando mi arriva la Newletters di watsapp dell'amico emiliano morone

Buongiorno per tutto il giorno. Dovevo raccontare questa storia esemplare: Salvatore Mazza è campione italiano di #taekwondo, ma soltanto otto anni fa era obeso e fumava come un turco. Il cambiamento è avvenuto con la passione, le motivazioni giuste e la fiducia in se stesso, grazie a due guide di grandissimo livello: i maestri Zeno Mancina e Jessica Talarico. Leggete e condividete, è servizio pubblico del Corriere della Calabria.Grazie per l'attenzione e cordiali saluti.      

https://www.corrieredellacalabria.it/2024/12/27/la-nuova-vita-fino-alla-medaglia-doro-la-storia-di-salvatore-mazza-campione-nazionale-di-taekwondo/

                                                            Emiliano Morrone 



27.6.24

ma quelli che fanno politiche e spot probizionisti sanno che c'è cannabis e cannabis ? sembra di no visto che la considerano tutta uguale Cannabis terapeutica, Annamaria supera la fibromialgia e riprende l'uso delle gambe: «Ora riesco ad alzarmi da sola»

 

da mi pare  da  leggo.it     comunque tramite    https://www.msn.com/it-it/salute/other/ 


Un anno e mezzo fa, la signora Annamaria, della provincia di Salerno, ha perso l'uso delle gambe a causa di una grave forma di fibromialgia. Dolori cronici lancinanti, visite mediche in ogni luogo d'Italia, la totale dipendenza dagli altri per compiere i gesti più semplici e quotidiani, finché l'incontro con il dottor Paolo Moscato, responsabile dell'ambulatorio di Reumatologia dell'AOU San Giovanni di Dio e
Ruggi d'Aragona di Salerno, le ha dato la possibilità di intraprendere un percorso verso l'autonomia motoria. «Quando sono entrata per la prima volta nel suo studio - ha raccontato la paziente - ero psicologicamente devastata, immobilizzata, con molti chili in più ed anche scettica sul tipo di terapia propostami».
La terapia con la cannabis terapeutica La signora, infatti, nel 2023, su consiglio del dottor Moscato, ha iniziato ad assumere una goccia di cannabis terapeutica, fino ad un dosaggio giornaliero di 20 gocce e dopo sei mesi, durante i quali Annamaria si è totalmente affidata alle cure del dottore Moscato, finalmente ha iniziato a vedere i primi segni di ripresa e di reattività del suo corpo. «Uno strano formicolio mai evidenziato prima, si irradiava nei miei arti - ha spiegato - infatti, le funzioni intestinali si sono regolarizzate, il dolore cronico e debilitante si alleviava sempre più, e un giorno, sorretta dalle stampelle, sono riuscita addirittura ad alzarmi sulle mie gambe, senza l'ausilio della sedia a rotelle», come si può vedere nella foto di OndaNews e dal video     di tv medica  
.
«La cannabis terapeutica ci sorprende continuamente - ha sottolineato il dottore Moscato - sappiamo che scientificamente i fitocannabioidi agiscono su alcuni recettori del cervello e dell'intestino, e la loro assunzione ha un'azione modulante sul dolore, ma ciò che mi meraviglia, è il vigore, la forza che sopraggiunge e il ripristino delle funzioni motorie che in alcuni pazienti è sorprendentemente evidente». «Finora, oltre alla paziente in questione, ho avuto in cura altre due persone affette da fibromialgia, immobilizzate sulla sedia a rotelle, che dopo l'assunzione costante e continuativa della cannabis, hanno riacquistato l'uso delle gambe - racconta -. La ricerca e gli studi scientifici sono ancora in corso per perfezionare e migliorare una terapia che è di supporto per tanti pazienti, attanagliati dal dolore, dallo sconforto e vittime di una grave compromissione della motilità causata dal progredire della fibromialgia, una malattia subdola e invalidante che in alcuni casi, l'uso dei cannabioidi, riesce a tenere a bada».

7.6.24

se gli stati europei anzichè vietare ed imporre dei limiti d'età per accedere alla ai social si occupassero di cose più seroie sarebbe meglio

 

gli stati europei si occupassero di cose serie anzi che di censurare e di proibire con provvedimenti : inutli. fuori dal tempo , fallaci , di blanda,se non impossibile applicazione,ecc che sanno di grida manzoniani . Proprio come quelle sul divieto di vendere alcool e sigarette ai minori o sull'uso dei cellulari .... ehm.. intestazione di una scheda telefinica sottouna certa eta, o divieto di scomettere online , o giocare alle slot

29.10.23

ancora una volta, il Governo ha dato prova del suo irrazionale proibizionismo facendo la classica figuraccia

di cosa stiamo parlando

Nel pomeriggio di ieri infatti, il Governo Meloni ha dato il suo parere favorevole ad un emendamento di Fratelli d’Italia che eliminava la “lieve entità” nel reato di cessione e spaccio. In poche parole vendere una canna ad un amico o fare un acquisto di gruppo veniva equiparato ad un reato di traffico di stupefacenti.

Potevi diventare un/una criminale a tutti gli effetti. Per qualche grammo d’erba.Il Governo era pronto a rastrellare consumatori, cittadini, giovani ragazze e ragazzi e proseguire la sua inutile guerra alla droga. Punendo, ancora una volta, chi non c’entra assolutamente nulla con il narcotraffico.Ma poi qualcuno un po’ più esperto deve avergli fatto notare che questo violava il principio di proporzionalità. E che non si poteva mettere sullo stesso piano Paolo Escobar e un ragazzino. Così ci hanno ripensato e hanno riformulato l’emendamento.Nella nuova versione si chiede “solo” di aumentare la pena minima che passerebbe da 6 a 18 mesi. Hanno triplicato la pena. Il senatore proponente, Marco Lisei, ha accettato la riformulazione che è stata votata dalle Commissioni Affari Costituzionali.Più carcere, dunque, sempre e comunque.Ancora una volta, le vittime del proibizionismo, sono i cittadini.

24.7.23

Maternità surrogata, dai “Figli del peccato” ai “Figli del reato”



Sono cotrario alla maternità surrogata \ utero in affitto per motuvi etici  morali  (  se  volete   in un prossimo post   ve ne parlerò   ricordatemelo  all'email  del blog    redbeppe@gmail.com )  che   posso  essere  riassunti :  in  violenza  psicologica,  sfruttamento specie se  è  a pagamento    . Ma la legge  in corso di discussione    se rendere  reatoi universale  una cosa gfià proibita peraltro in Italia  , la  maternità  surrogata  . Ma soprattutto   Il sondaggio Demos pubblicato su repubblica venerdì 21 luglio sull’opinione degli italiani in merito alla gestazione per altri ( termine buonista per edulcorare il problema etico ) dimostrano  oltre   la  spaccatura     nel  paese     il  fatto  che   ancora una volta che il Paese è più avanti della sua classe politica: metà degli italiani, soprattutto quelli più giovani e istruiti, sono a favore della maternità surrogata , costringe   a  tenerne  conto    della  complessità   della  situazione  .
Infatti  Nei prossimi giorni il Parlamento arriverà a votare la proposta di legge di Fratelli d’Italia, a prima firma Varchi, finalizzata a rendere “Reato Universale” la Gestazione per Altri (GPA), ovvero perseguibile penalmente anche se messa in atto da cittadini italiani in Paesi in cui è del tutto legale è regolamentata.e
dati di fatto.
Innanzitutto, i Paesi che hanno legalizzato la cosa sono Stati Uniti ( molti stati ) , Canada, Portogallo, Regno Unito, Ucraina, Grecia, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, solo per citarne alcuni. Il secondo Come si può dire sì al Reato Universale di Gestazione per Altri, quando questa proposta di legge su pone in contrasto con il diritto internazionale ed europeo, configurandosi come vero e proprio obbrobrio giuridico ?
Inoltre, non tutti sanno che la GPA viene praticata al 90% (  secondo   il gruppo   dei radicali   )  da coppie di persone di sesso diverso: spesso si tratta di donne che non hanno l’utero, che nascono senza, o di donne a cui è stato asportato a causa patologie gravissime.Ecco, dunque, la proposta che vuole rendere Reato Universale la GPA si configura come un ennesimo accanimento contro le donne, che non tutela né loro né i bambini  Anzitutto non tutela le donne, poiché il proibizionismo sul corpo delle donne - l’aborto ce lo insegna - da sempre ha prodotto fuga  l'estero  per chi  può  e clandestinità, sofferenza e sfruttamento, soprattutto nel caso delle persone meno abbienti. 
Concordo   con loro     quando  affermano    che   solo  , con una regolamentazione rigorosa, può garantire piena dignità a tutte le persone coinvolte.Questa proposta di legge non tutela nemmeno i bambini: che tutela sarebbe sbattere in galera i genitori ?Metterli in adozione o darli in affido, qual'ora  lo ha  fatto  ,  sarebbe davvero la soluzione più dignitosa ?cco allora che l’emendamento di +Europa, che nasce da una proposta di legge elaborata dell’Associazione Luca Coscioni, va nella direzione di smontare questa ipocrita omofobia di Stato spacciata per difesa delle donne, e punta a regolamentare la GPA soltanto in forma altruistica e solidale, senza finalità economiche e commerciali, mettendo fine a inutili e dolorose persecuzioni. Regole stringenti che scongiurino la commercializzazione dei corpi servono ad evitare che le gravidanze siano portate avanti dalle donne più fragili economicamente, istituendo l’obbligo di stipulare in loro favore una polizza assicurativa che copra tutte le spese mediche relative ai rischi della gravidanza, nonché un registro nazionale presso l’Istituto Superiore di Sanità, la cui iscrizione sarebbe obbligatoria proprio al fine di garantire il rispetto di queste garanzie.

A partire da questa proposta rivolgiamo un appello a tutti i Parlamentari delle forze progressiste e liberali presenti in Parlamento. Non basta opporsi alla proposta Varchi. Dire no al Reato Universale mantenendo quello nazionale è una grande ipocrisia. Significa invitare le coppie a continuare ad andare all’estero, discriminando, ancora una volta, chi non ha la possibilità economica di intraprendere questo percorso fuori dall’Italia, senza tutele nel proprio Paese.Su questo +Europa ha le idee chiare, ma capiamo che negli altri partiti di opposizione, a partire dal PD di Schlein, il dibattito sia acceso e complesso.Il nostro auspicio è però che le voci in dissenso trovino la forza di farsi sentire, uscendo dagli schieramenti precostituiti, per combattere con noi una battaglia di legalità. Contro una destra che vorrebbe sterilizzare ogni diversità, nella sua concezione del mondo grigio e scialbo.Non accettiamo compromessi con questa destra. Le opposizioni devono essere pronte a costruire un Paese completamente diverso da quello che il Governo immagina.Un Paese che garantisca dignità a tutti, nelle diversità di ognuno, e che non lasci indietro nessuno. A prescindere anche dalle modalità in cui si nasce.

Insomma   il modello   da  cui  partire  potrebbe essere  quello  del   Canada, la maternità surrogata non commerciale è legalmente consentita per i cittadini e gli stranieri uniti in un matrimonio formale o una convivenza, comprese le coppie dello stesso sesso. Una legge   non perfetta  ma  perfettibile  . Infatti La legge sulla riproduzione umana assistita del Canada (AHRA) è stata approvata nel 2004 ed è la legge principale che disciplina la maternità surrogata gestazionale. Essa  ha forti restrizioni su come possono avere luogo la maternità surrogata e la donazione di ovuli o spermatozoi.


La maternità  surrogata  o  La Gestazione per Altri   come   la   si  voglia chiamare   può piacere o no, ad  esempio  a me  non mi   piace come ho già  detto all'inizio   del post    sia     che  sia  in  ambito utilitaristico   sia  per  soddifare  una maternità (  a prescidere  che  si tratti di  coppie  etero o  lgbtq  o   single  ) a  tutti i  costi  o peggio  bypassare  le  pratiche  dell'adozione   . Ma  “Io non lo farei”, per noi non può significare “Non lo devi fare nemmeno tu”. Ecco  che     come   Europa+   chiedo   <<  Ai Parlamentari liberali e progressisti  che proprio su queste battaglie si fa può fare differenza, su queste battaglie si costruisce l’alternativa.E’ arrivato il momento di scegliere: con Fratelli d’Italia o con i Figli e le Figlie d’Italia.>>

20.3.21

Parigi, se la parola “donna” fa paura: mostra di ritratti femminili vandalizzata dalle transfemministe

premetto che ho un altra idea sulla prostituzione dev'essere lasciata libertà alla donnao anche se minoritaria quella maschile se vuole esercitarla in proprio o unendosi facendo una cooperativa se maggiorenne e non sotto pappone \ magniaccia magari pagando le tasse ed avendo una pensione . Ma un conto è una discussione(  come  quella  avvenuta    sui  social    fra  me  ed  alcune  femministe  )  anche dura con qualche insulto da parte delle femministe dure e pure , ma arrivare come è successo recentemente , vedere per ulteriore approffondimento articolo sotto , proprio non ci sto . Questo è un attivismo che anziché costruire e lottare per un proprio spazio, condivisibile o meno che sia distrugge e invade quello degli altri. Il preludio a tale atto di vandalismo è stata l‘agguato alla manifestazione del Collettivo abolizionista Anti Prostituzione CAPP a Place de la République del 7 marzo. Un manipolo di adolescenti ha assalito le donne che manifestavano contro la prostituzione con insulti, lanci di uova, minacce, cartelli stracciati e aggressioni fisiche. Le stesse scene sono state viste in Italia, a Firenze. L’episodio ha creato sconcerto sui social e non solo, coinvolgendo numerose associazioni e collettivi femministi.

Parigi, se la parola “donna” fa paura: mostra di ritratti femminili vandalizzata dalle transfemministe


Parigi, se la parola “donna” fa paura: mostra di ritratti femminili vandalizzata dalle transfemministe


 Il tempo è arrivato, per le donne, di riprendere il loro posto nello spazio pubblico. Non dobbiamo più avere paura negli spazi comuni. Dobbiamo vivere senza la paura di uscire, di giorno come di notte. Dobbiamo essere libere di vestirci come vogliamo, frequentare i luoghi che ci piacciono, senza imporci coprifuoco. Lo spazio pubblico deve essere condiviso, tra donne e uomini.
 

 Dobbiamo essere libere. Sono gli aggressori a non doverlo essere, sono le loro azioni a dover essere condannate, non la nostra libertà di essere e di esistere. La paura deve cambiare fronte”Sguardo dritto verso l’obiettivo. Mani incrociate o appoggiate sui fianchi. Dietro, il buio della notte. In primo piano, la fierezza di essere, di esistere. Senza paura.
 Si chiama proprio
 Women are not afraid, la mostra fotografica dell’artista Pauline Makoveitchoux.
Circa 150 ritratti di donne che non posano ma si stagliano in quel buio che per molte ha significato aggressione, violenza di strada, paura, stupro. L’artista ne ha scelti sessanta per l’esposizione cominciata l’8 marzo scorso a Vitry-sur-Seine, comune a sud di Parigi.  Non è questo il primo lavoro dedicato alle donne per Makoveitchoux. Intenso e quasi ancestrale il suo lavoro Les Sorcières, le streghe, sul sapere antico e guaritrice delle donne e il valore della sorellanza, o ancora sulla compagnia Les Clameuses, in periferia. Nasce invece dal movimento dei collage (affissioni) contro il femminicidio la serie Les ColleusesSono diverse, diversissime le donne di Makoveitchoux, ma nonostante tutto la sola parola “women” è ormai offensiva per l’attivismo transfemminista locale che non ha tardato a reagire, affiancando ai collage di Makoveitchoux altre affissioni, esigendo una maggiore rappresentanza di trans e “sex worker”. Un intervento quanto mai inopportuno, semplicemente perché i soli ritratti non identificano le donne né dal punto di vista del genere, né della professione. “Non abbiamo vandalizzato, ma completato” è stata la loro unica spiegazione sull’account instagram di Collage Féministes Vitry. Intorno al movimento dei collage femministi a Parigi e dintorni si assiste a una vera e propria spaccatura. Pioniera e iniziatrice dei collage contro il femminicidio è stata Marguerite Stern, autrice del volume Héroines de la rue letteralmente “eroine della strada”, che ha progressivamente preso le distanze da numerosi collettivi di collage soprattutto dopo la deriva transattivista di questi ultimi e gli atti vandalici presso l’edificio L’Amazone, a Parigi, casa rifugio per donne vittime di violenza, oltraggiato con falli e altri insulti.  
Quella all’esposizione di Makoveitchoux è cronologicamente solo l’ultima ingerenza di un attivismo che anziché costruire e lottare per un proprio spazio distrugge e invade quello degli altri. Il preludio a tale atto di vandalismo è stata l‘agguato alla manifestazione del Collettivo abolizionista Anti Prostituzione CAPP a Place de la République del 7 marzo. Un manipolo di adolescenti ha assalito le donne che manifestavano contro la prostituzione con insulti, lanci di uova, minacce, cartelli stracciati e aggressioni fisiche. Le stesse scene sono state viste in Italia, a Firenze. L’episodio ha creato sconcerto sui social e non solo, coinvolgendo numerose associazioni e collettivi femministi.

Makoveitchoux ha chiuso le discussioni rilasciando una potente dichiarazione su Instagram:

Io Pauline Makoveitchoux, residente in periferia, figlia di immigrati poveri, attivista femminista e fotografa autodidatta, rivendico la maternità e il rispetto della mia serie fotografica Women are not afraid. 

Noi, donne, siamo il 52 per cento della popolazione francese e la metà dell’umanità, e subiamo le violenze sistematiche, misogine, universali e millenarie. La mia serie fotografica Women are not afraid mette in prospettiva la legittimità delle donne a essere nello spazio pubblico e denuncia le aggressioni sessuali e sessiste quotidiane, commesse nell’indifferenza generale.
Da un anno e mezzo realizzo gratuitamente questi scatti e diffondo il mio lavoro con l’intenzione di offrire alle donne il potere di riappropriarsi degli spazi e di interpellare gli uomini sui loro comportamenti da aggressori o da testimoni passivi.
Dopo aver posato, tutte le donne hanno manifestato le emozioni forti e potenti che hanno provato durante le sedute fotografiche.

Alcune mi scrivono ancora adesso, mesi dopo, per dirmi che quando si sentono male tornano a guardare il loro ritratto per ritrovare forza.
Ho realizzato due mostre gratuite, la prima a Ivry-sur-Seine (periferia sud di Parigi), a ottobre scorso, pagata da me stessa. La seconda a Vitry-sur-Seine, lunedì 8 marzo 2021, con il sostegno economico della municipalità di Vitry, che è anche il mio comune d’origine.
Queste mostre mirano a offrire gratuitamente il mio lavoro a tutte le ragazze e a tutte le donne attraverso spazi accessibili a tutte e lontani dai musei e dalle gallerie d’élite.
Oggi, la mia esposizione a Vitry-sur-Seine è stata vandalizzata. Questo atto di vandalismo è stato rivendicato da un gruppo di donne dissimulate dietro uno pseudonimo.
Durante tutta la mia vita, gli uomini mi hanno spiegato come dovevo agire, in quanto donna, inferiore. Come dovevo parlare, perché venivo dalla periferia, senza educazione né linguaggio appropriato.
Oggi, rifiuto le invasioni sui miei pensieri, le mie azioni, il mio linguaggio.
Queste persone hanno scritto numerose frasi, uscite dalla propoaganda liberale alla moda e lontana dalla realtà:

  • il femminismo deve essere inclusivo: vi sfido a trovare un’altra serie fotografica che rappresenta tante donne differenti quanto la mia
  • le donne trans sono nostre sorelle: le donne trans non sono donne, le mie sorelle non hanno il pene
  • non esiste femminismo senza sex worker: non conosco sex worker, conosco solo la mia storia violenta di prostituzione e quelle delle sopravvissute alla prostituzione, con le quali lotto ogni per esigere diritti e mezzi perché le donne possano uscire da questo inferno.

Un promemoria: le statistiche mostrano che più del 90 per cento delle donne in prostituzione (soprattutto donne) vogliono uscirne. La media delle età d’entrata nelle maglie della prostituzione in Francia è di 14 anni, e questo unico dato è sufficiente a dimostrare che questo non è un “lavoro”, un’attività come le altre. La speranza di vita per le persone in situazione di prostituzione è di 39 anni, e il tasso di suicidio tra le persone che si prostituiscono è 9 volte più alto che nel resto della popolazione”.

                                         Valeria Nicoletti

20.6.19

con questo clima assurdo anche i medici semplici prescrittori di terapie alla cannabis hanno paura ! È schifoso!

ringrazio per la segnalazione  l'amica
Dottor Cinquini LIBERO!!!!
Soft Secrets Italia
Questa è l'immagine della mamma del Dottor Cinquini mentre cura le piante della propria terapia. Pubblichiamo la sua foto perché il Dottor Cinquini è stato nuovamente intercettato dalle forze dell'ordine e a seguito di perquisizione è stato messo agli arresti domiciliari in attesa di processo.
Cosa gli hanno sequestrato?
82 chili di cannabis light ( Compolti, Fenola e Kc Virtus)
80 grammi di iceolator, terapia del Dottor Cinquini
280 grammi di infiorescenze secche di 707 California, terapia della madre del Dott. Cinquini da lui prescritta per Alzheimer.

un altro caso di femminicidio . cosa fare dobbiamo smettere di parlarne per evitare emulazione opure assuefarsi ?

Apro  msn.it  per avere notizie  o  trovare  anedotti   \  storie da     riportare    e cosa  trovo    Trovato dentro una valigia il corpo s...