Vittorio Feltri non mi sta tanti simpatico per la sua faziositè ed il suo servilismo padronale ma la critica il culto mediatico postumo per Pippo Baudo: “In vita dimenticato, ora celebrato ossessivamente. È il segno della nostra ipocrisia collettiva” l'ha azzeccata . Finalmente uno dell'informazione che ha il coraggio di dirllo . E di contestare Il culto postumo .
Dopo la morte di Pippo Baudo, il dibattito mediatico non si è fermato un attimo:
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| immagine creata con meta IA |
Infatti su fb ho scritto e poi rimosso che : ‹‹ Basta parlare di Baudo . non sapendo piuù cos dire doiranno quante volte è andato al cesso ›› Come me nell’editoriale pubblicato su Il
Giornale, il giornalista non ha usato mezzi termini: «La santificazione postuma di Pippo Baudo, che in vita era stato ridotto quasi all’oblio, è un esercizio nauseante di ipocrisia collettiva».
Giornale, il giornalista non ha usato mezzi termini: «La santificazione postuma di Pippo Baudo, che in vita era stato ridotto quasi all’oblio, è un esercizio nauseante di ipocrisia collettiva».
“Dimenticato quando era vivo”
Per Feltri, il problema sta nel divario tra la grandezza del personaggio e il trattamento che gli è stato riservato negli ultimi anni: «Baudo è stato protagonista assoluto della televisione per decenni, ha dato volto e voce all’intrattenimento italiano, ha incarnato il modello del nazional-popolare. Poi, una volta archiviata la sua stagione, nessuno se n’è più occupato. Silenzio assoluto. Non se ne è parlato per lustri, come se fosse un soprammobile dimenticato in soffitta». Da qui l’amara constatazione: «Perché la Rai non gli ha riservato attenzione quando era vivo, relegandolo piuttosto a comparsate marginali, trattandolo quasi come un reperto archeologico?».
L’accusa di ipocrisia
Il fondatore di Libero ha sottolineato come l’attuale ondata di celebrazioni dica molto più sulla società italiana che sul presentatore stesso: « La verità è che ci ricordiamo delle persone solo quando non ci sono più, e questo non è omaggio, è scherno. […] Siamo ipocriti? Indifferenti? Probabilmente entrambe le cose. Siamo un popolo che celebra la memoria per non dover affrontare la realtà. Preferiamo piangere i defunti piuttosto che rispettare i vivi». E ha concluso con una frase tagliente: «Così è andata con Baudo: da ‘vecchio arnese’ dimenticato a ‘colonna della Nazione’. Un teatro che dice molto più di noi che non di lui ».
Per Feltri, il problema sta nel divario tra la grandezza del personaggio e il trattamento che gli è stato riservato negli ultimi anni: «Baudo è stato protagonista assoluto della televisione per decenni, ha dato volto e voce all’intrattenimento italiano, ha incarnato il modello del nazional-popolare. Poi, una volta archiviata la sua stagione, nessuno se n’è più occupato. Silenzio assoluto. Non se ne è parlato per lustri, come se fosse un soprammobile dimenticato in soffitta». Da qui l’amara constatazione: «Perché la Rai non gli ha riservato attenzione quando era vivo, relegandolo piuttosto a comparsate marginali, trattandolo quasi come un reperto archeologico?».
L’accusa di ipocrisia
Il fondatore di Libero ha sottolineato come l’attuale ondata di celebrazioni dica molto più sulla società italiana che sul presentatore stesso: « La verità è che ci ricordiamo delle persone solo quando non ci sono più, e questo non è omaggio, è scherno. […] Siamo ipocriti? Indifferenti? Probabilmente entrambe le cose. Siamo un popolo che celebra la memoria per non dover affrontare la realtà. Preferiamo piangere i defunti piuttosto che rispettare i vivi». E ha concluso con una frase tagliente: «Così è andata con Baudo: da ‘vecchio arnese’ dimenticato a ‘colonna della Nazione’. Un teatro che dice molto più di noi che non di lui ».

